Alessano
Imma, la mamma di Noemi: “Vergogna, dopo sei anni dalla morte di mia figlia il suo assassino è già libero”
«Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo…”
INTERVISTA ESCLUSIVA
LA RABBIA DI MAMMA IMMA
Ricorre il sesto anniversario dalla scomparsa di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia barbaramente assassinata da colui che era il suo fidanzato ed avrebbe invece dovuto amarla.
Da quel giorno (3 settembre 2017), la serenità è uno status alieno ai familiari di Noemi per i quali, ovviamente, nulla è stato, è e sarà, più come prima.
Sofferenza, rabbia, alimentate ancora una volta da chi è stato la causa di tutto: quel Lucio Marzo di Montesardo che, sei anni fa, si macchiò di un crimine così orrendo.
Fomentate da lui e, forse, anche da una legislazione carente e dall’approssimazione di chi quelle leggi deve fare rispettare. In piena canicola agostana, l’ormai 24enne omicida, condannato in via definitiva a 18 anni e otto mesi di carcere, ha tentato di fuggire dalla polizia stradale a Cagliari, che l’ha fermato nel corso di un normale controllo, prima con l’auto e poi a piedi.
Era in permesso premio per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale a Sarroch, a 20 chilometri dal capoluogo sardo.
A richiamare l’attenzione degli agenti, sarebbe stato l’eccessivo rumore della macchina che il 24enne guidava.
Dopo un rocambolesco inseguimento in auto e un tentativo di fuga a piedi, il fermo.
Non poteva guidare perché il giudice non gliel’aveva concesso. Sottoposto all’alcoltest, è risultato positivo. Così la sua già corposa fedina penale si è arricchita di una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza.
Trasuda rabbia Imma Rizzo, la mamma di Noemi, che non riesce a credere a quanto ha appreso: «È una vergogna», tuona, «non sono nemmeno trascorsi sei anni dalla morte di mia figlia e il suo assassino è già libero. Gli hanno concesso un permesso premio! Ma come è possibile?», si chiede senza attendere una risposta. Anzi è lei stessa che incalza: «Vorrei sapere chi ha compilato la relazione psicologica prevista in questi casi e, soprattutto, mi piacerebbe leggerne il contenuto…».
Imma non si dà pace: «Lui ha la possibilità di lavorare, di uscire dal carcere, scorrazzare libero, addirittura ubriaco in auto, mentre Noemi ha perso tutto proprio per mano sua. Chi ha tolto la vita ad un altro essere umano non dovrebbe poter beneficiare di nulla, invece…».
Integrazione, recupero? La mamma di Noemi non ne vuole neanche sentire parlare, eventualmente siano «processi da portare a compimento in carcere non certo con permessi premio ad appena sei anni dalla condanna per siffatto crimine».
Imma è ancora più chiara e non lascia spazio a repliche: «Questa è in-giustizia. È come se a mia figlia venisse tolta la vita per una seconda volta. Lucio Marzo è un assassino e se è stato condannato deve scontare la sua pena in carcere. Non ci può essere pietà per chi ha tolto la vita in quel modo ad una ragazzina. Hanno rimesso in libertà una persona che si è macchiata del crimine peggiore, un uomo pericoloso per l’intera società che, invece, è composta per la maggior parte da persone per bene».
A riguardo anche le dichiarazioni dell’avvocato Valentina Presicce, uno degli avvocati della famiglia di Noemi: «Il brutale omicidio della giovane Noemi Durini, commesso con lucida premeditazione da Lucio Marzo, costituisce manifestazione estrema di una personalità orientata all’uso della violenza concepita, da questo assassino, quale usuale metodo di soluzione dei conflitti. In ragione dell’estrema gravità dei fatti commessi, si è venuta a creare una frattura con la società il cui superamento richiede un lungo tempo di detenzione non sicuramente compatibile con il decorso di neanche 6 anni di detenzione. Oggi pretendiamo che qualcuno ci dica chi ha valutato la pericolosità sociale di Lucio Marzo, pretendiamo che qualcuno ci dica a chi era intestata l’autovettura che guidava ubriaco».
Per tali motivi l’avv. Presicce ha «trasmesso al Ministro della Giustizia una richiesta di accertamenti urgenti sui fatti gravissimi accaduti in Sardegna per capire come mai un assassino ancora pericoloso per la società, era ubriaco alla guida di una autovettura e se ci sono responsabilità da imputare a terzi».
Il 5 settembre sarà, come sempre dal 2017, il giorno del silenzio, della messa in suffragio e delle preghiere. Poi l’indomita Imma ricomincerà quella che è diventata la sua missione, ciò che le dà la forza di andare avanti: incontrare i più giovani, sensibilizzare sui temi della violenza di genere, del femminicidio, che sono l’esatto opposto dell’amore: «Quando parlo alle giovani ragazze, sottolineo sempre che, quando si trovano di fronte a giovani uomini difficili, violenti, con problematiche e disagi, non possono pensare di aiutarlili con l’amore. Non si lascino affascinare dai bulli, dai manipolatori, da coloro che alzano la voce e le mani».
Imma continua a portare la sua testimonianza nelle scuole, negli oratori, a convegni ed in ogni altra occasione utile. Come accaduto a fine luglio con il 7° torneo estivo «Un calcio alla violenza», tenutosi a Scorrano. Nell’occasione tutte le associazioni di Scorrano (tra cui anche l’Associazione Astrea di cui fa parte proprio l’avv. Valentina Presicce) e tutti i ragazzi scesi in campo, con dedizione e correttezza hanno portato avanti lo scopo benefico del torneo in ricordo di Noemi e di tutte le donne uccise per mano di chi diceva di amarle.
Anche in questa occasione, relegando per un attimo in un angolino rabbia e dolore ridestati dalle contingenze Imma lancia il suo “solito” appello: «L’amore non è violenza. Alle ragazze dico: Denunciate sempre! È l’unico modo per salvarvi».
LA STORIA
Noemi Durini, 16 anni, di Specchia, il 3 settembre 2017 non tornò a casa. Era domenica proprio come quest’anno…
I genitori denunciarono la scomparsa alla polizia sperando fino all’ultimo potesse non essere qualcosa di grave.
I genitori avevano sollecitato più volte Noemi a non frequentarlo: la madre aveva addirittura denunciato il ragazzo a causa del suo carattere violento.
Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l’altro civile per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane.
Procedimenti che non portarono ad alcun provvedimento cautelare.
Il 13 settembre 2017 Lucio Marzo confessò l’omicidio di Noemi ed indicò ai carabinieri il luogo in cui aveva nascosto il cadavere: sotto un cumulo di pietre in una campagna in località “San Giuseppe” a Castrignano del Capo. Ammise di averla uccisa con una pietra e di averne sepolto il corpo tra i sassi.
L’autopsia disposta dalla Procura rilevò come Noemi fosse stata prima picchiata a mani nude e poi accoltellata alla nuca e seppellita mentre era ancora viva: sarebbe dunque morta per asfissia. Fu indagato anche il padre di Lucio, Biagio, per occultamento di cadavere ma venne poi scagionato.
Il 2 ottobre 2018 il pm Anna Carbonara chiese per il ragazzo una condanna a 18 anni di carcere. Chiesto un altro anno e mezzo per reati collaterali, confluiti nel procedimento. Il 4 ottobre il Tribunale dei Minorenni di Lecce condannò il reo confesso a 18 anni e 8 mesi di reclusione.
Alessano
L’Ass. Naz. Carabinieri di Tricase a scuola contro bullismo e cyberbullismo
Domattina l’incontro con gli studenti del Comprensivo Specchia-Alessano
Domani, mercoledì 19 novembre, la Sezione Tricase dell’Associazione Nazionale Carabinieri incontrerà studenti e studentesse del Comprensivo Specchia-Alessano per discutere di bullismo e cyberbullismo.
L’evento è diviso in due fasce orarie, per permettere alle classi di entrambi dei plessi situati nei due Comuni di beneficiare dell’iniziativa.
Interventi e dettagli di seguito in locandina.

Alessano
In Cammino da Tricase ad Alessano
Il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima. Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo
In Cammino prima della Marcia.
In attesa della Marcia per la Pace sulla via di don Tonino Bello (in programma domani dalle 9,30), si è svolto il quinto cammino da Tricase ad Alessano, sulla tomba di don Tonino.
Promosso dal gruppo parrocchiale “don Tonino” della Chiesa della Natività di Tricase, in collaborazione con la Fondazione “Don Tonino Bello”, il cammino ha coinvolto gli istituti scolastici di Tricase ed Alessano, con il consueto entusiasmo dei ragazzi.
Dopo il saluto del parroco don Gianluigi, il corteo, partito alle 14,30 da piazza Pisanelli a Tricase, ha attraversato il paese per giungere alla collina della Chiesetta della Madonna di Fatima.
Assistiti prima dalla Polizia municipale di Tricase e poi da quella di Alessano, grandi e piccini hanno condiviso quasi sette chilometri di strada, tra periferie e campagne, ulivi e cave dismesse.
All’arrivo, ad attendere i pellegrini sulla tomba del Venerabile, c’erano Stefano Bello, nipote di don Tonino, il sindaco Osvaldo Stendardo, il presidente della Fondazione Giancarlo Piccinni, i dirigenti Chiara Vantaggiato dell’Istituto G. Salvemini e Rina Mariano del Comprensivo Tricase – Via Apulia.
Protagonista del momento di approfondimento, l’ingegnere Vito Alfieri Fontana, testimone e pacificatore che, da produttore di armi, è diventato sminatore.
Tante riflessioni e domande da parte dei ragazzi degli istituti scolastici, che hanno trovato risposte certe nella scelta di un uomo che ha abbracciato la pace.
Più di 150 studenti hanno sfidato la stanchezza e ascoltato con attenzione tutti gli interventi, segno che la condivisione è parte di quel vocabolario della pace tanto caro al nostro Vescovo.
In chiusura, Maria Grazia Bello, rappresentante del gruppo “don Tonino”, ha ringraziato i partecipanti e le istituzioni coinvolte, consapevole delle difficoltà di svolgere iniziative che coinvolgono gli studenti in orario extrascolastico. Ma ne è valsa la pena perché l’insegnamento di don Tonino è proprio questo: «In piedi, costruttori di pace!».
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Alessano
In Marcia per la Pace, sulla via di don Tonino Bello
In programma domani con partenza alle 9,30. Seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale dell’indimenticato “Vescovo col Grembiule”, fino alla sua tomba. Alla manifestazione promossa dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello prenderanno parte anche gli studenti di scuola media e delle superiori del territorio
Nell’ambito della “Maratona per la Pace“, iniziativa di mobilitazione nazionale, in programma una manifestazione ad Alessano, paese natale di Don Tonino Bello, indimenticato vescovo e profeta di pace.
L’evento, promosso dalla CISL di Lecce in collaborazione con il Comune di Alessano, la Fondazione Don Tonino Bello e le istituzioni scolastiche del territorio, è in programma per domani, mercoledì 6 novembre e intende lanciare un chiaro messaggio di rifiuto ad ogni forma di conflitto e violazione dei diritti umani.
Alle 9,30 prenderà il via la Marcia per la Pace che seguirà un percorso simbolico: dalla casa natale di don Tonino fino alla sua tomba.
Un cammino che vuole onorare la memoria e l’eredità spirituale del Vescovo, grande testimone dei princìpi di fratellanza tra i popoli e rispetto della dignità umana.
Il tutto con la partecipazione attiva degli studenti di scuola media e delle superiori del territorio, coinvolti in prima persona in un momento di riflessione e impegno civico.
Il programma prevede: alle 9,30 l’avvio della marcia dalla casa natale di don Tonino Bello; alle 10,30 i saluti istituzionali del sindaco di Alessano Osvaldo Stendardo, dei dirigenti scolastici Salvatora Accogli (Istituto comprensivo di Alessano), Anna Lena Manca (I.I.S.S. Don Tonino Bello – Liceo Artistico Nino Della Notte di Tricase –Alessano – Poggiardo) e Chiara Vantaggiato (I.I.S.S. G. Salvemini di Alessano).
Alle 11,20, introduzione all’evento a cura di Ada Chirizzi, Segretario Generale CISL Lecce e Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello.
Alle 11,30 il momento clou dell’iniziativa con la toccante testimonianza di don Salvatore Leopizzi di Pax Christi, che condividerà il suo percorso e la sua esperienza al fianco di don Tonino Bello, il pastore scomodo che marciò contro la guerra (marcia pacifista su Sarajevo 1992 – foto in fondo alla pagina), offrendo una preziosa lezione di impegno per la pace.
L’evento si pone come un momento fondamentale per costruire la pace “stando in piedi“, come ricordava Don Tonino Bello: «Occorre, forse, una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un “dato”, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il “prodotto” di un impegno. Non un nastro di partenza, ma una situazione di arrivo».
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