Cronaca
Tricase, Acait: “Crolli non preventivabili”
Il responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale Vito Ferramosca: “Negli edifici storici la presenza di lesioni come quelle dell’Acait è all’ordine del giorno e non è certo preavviso di cedimenti. Un collasso così repentino resta inspiegabile. A mio avviso non ce n’erano i presupposti”
Dopo il crollo del 21 febbraio scorso ne è seguito un altro nella serata di lunedì 26 febbraio. Erano passate da poco le 23 quando un altro tonfo ha accompagnato la caduta di altri pezzi di quello storico edificio già così malamente sfigurato all’ora di pranzo di quel mercoledì nero per Tricase.
Va segnalato che qualche giorno prima del secondo collasso erano stati effettuati i lavori di puntellamento. A crollare è stata proprio quella porzione di edificio interessata dai lavori di messa in sicurezza completati giustappunto nel tardo pomeriggio di sabato 24.
Probabilmente, ancora una volta, la pioggia avrà avuto il suo ruolo, resta però da capire cosa sia accaduto a livello strutturale ed il perché di questi cedimenti, per molti versi inaspettati anche per le condizioni non certo critiche secondo cui, a parere dei tecnici, versa lo stabile.
Abbiamo chiesto lumi al responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale Vito Ferramosca che, tra l’altro, proprio il giorno antecedente il primo cedimento del solaio, era stato in quei locali insieme al personale del demanio per un sopralluogo propedeutico ad eventuali interventi atti a restituire alla città un bene storico come l’ex tabacchificio.
L’ingegnere del Comune reduce dall’ennesimo sopralluogo ha spiegato: “Sbilanciarsi al momento è prematuro, potremmo fare solo delle ipotesi su cosa possa aver scatenato questo crollo così importante ma è ancora tutto da verificare. Quello che posso dire è che siamo a stretto contatto con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, la quale aveva avallato i lavori di puntellamento effettuali dopo il primo crollo. Dopo il secondo collasso lo scenario è cambiato nuovamente e per la prossima settimana abbiamo in programma un nuovo sopralluogo congiunto con responsabili della Sovrintendenza”.
Quindi per capire come intervenire bisognerà attendere il nuovo sopralluogo… “Anche per salvaguardare l’incolumità di chi dovrà effettuare i lavori. Gli interventi di messa in sicurezza dopo il primo cedimento li abbiamo effettuati con il persistere delle cattive condizioni climatiche che per tutto il fine settimana sono state impietose. Se non ci fossero state condizioni così avverse, chi lo sa, magari il secondo crollo non ci sarebbe stato”.
Riguardo ai danni Ferramosca fa notare che “si tratta di volte tradizionali facilmente riproducibili e non sarà difficile realizzarle ex novo”.
Quel che è difficile per chi si sente tricasino è accettare quanto sia successo. Tutti in qualche modo hanno legami con l’ex tabacchificio, anche l’ingegnere Ferramosca che, mal celando l’emozione, confida: “Vedere quel che è accaduto mi ha procurato grande sofferenza. Anche dal punto di vista personale, perché pure mia madre ha lavorato in quel tabacchificio che è stato fonte di sostentamento anche per la mia famiglia. E poi per Tricase l’Acait è un vero e proprio monumento”.
Ferramosca pare riflettere a voce alta: “Importanti interventi di recupero sono stati effettuati solo sul vecchio capannone (interessato in passato da un crollo con l’implosione su sé stessa della tettoia quando ancora l’Acait non era di proprietà comunale) per consentirne l’utilizzo. Ed il fatto che quella parte, anche minima, venisse utilizzata era già motivo di orgoglio. Solo un primo passo ma importante, è come se avesse ridato vita all’intero complesso”.
Non c’è il timore che i crolli possano ripetersi ancora?
“La domanda è legittima. Dovremo verificare con attenzione perché le lesioni sono diffuse. Anche nei locali adiacenti a quelli crollati. Si tratta di quelle stanze dove all’epoca si produceva il ghiaccio ed anch’esse sono interessate da profonde lesioni. Occorre un’attenta valutazione, ma…”
Ma…? “Negli edifici storici la presenza di lesioni come quelle dell’Acait è all’ordine del giorno ma di solito non è sintomo di cedimenti. Un collasso così repentino resta inspiegabile: a mio avviso, e non solo il mio, non ce n’erano i presupposti. Ecco perché bisognerà indagare con attenzione e capire cosa sia accaduto per poi intervenire in maniera definitiva”.
Giuseppe Cerfeda
Cronaca
Ritrovato sano e salvo anziano scomparso a Galatina
Di lui si erano perse le tracce sin dal mattino. L’uomo è stato ritrovato poco prima della mezzanotte, stanco ma in buone condizioni di salute
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La scomparsa di un anziano a Galatina ha tenuto in apprensione familiari e cittadini ma, anche grazie al pronto intervento dei carabinieri, la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi.
Nella tarda serata di ieri., i militari della Stazione di Galatina hanno rintracciato, in buono stato di salute, l’uomo di 86 anni, di cui la famiglia aveva denunciato la scomparsa nel pomeriggio.
L’anziano, nella mattinata, si era allontanato a piedi dalla propria abitazione per recarsi, come di consueto, al cimitero, senza però fare ritorno a casa.
Non vedendolo rientrare e temendo per la sua incolumità, la figlia si è rivolta ai militari dell’Arma, che hanno immediatamente avviato le ricerche.
A seguito della denuncia di scomparsa, è stato attivato il Piano provinciale di ricerca per persone scomparse, sotto il coordinamento della Compagnia Carabinieri di Gallipoli e con il supporto delle Centrali Operative e dei sistemi di geolocalizzazione.
Il segnale del dispositivo elettronico in uso all’uomo ha inizialmente restituito una posizione nel centro cittadino di Galatina, permettendo ai militari di concentrare le attività in quell’area.
L’uomo è stato ritrovato poco prima della mezzanotte, stanco ma in buone condizioni di salute.
Dopo le prime verifiche, è stato riaffidato ai familiari.
L’episodio conferma l’efficacia della sinergia operativa e tecnologica messa in campo dal Comando Provinciale Carabinieri di Lecce nei casi di scomparsa, nonché l’importanza della collaborazione tempestiva tra cittadini e istituzioni.
Cronaca
Nuove minacce per la Giudice Mariano
Sulla tomba del padre nella cappella di famiglia la testa mozzata di un capretto e un coltello
È successo ancora.
Fuor di dubbio che, quando un giudice fa un buon lavoro, innervosisce chi nella propria vita ha l’unico scopo di delinquere.
La giudice salentina Maria Francesca Mariano, già sotto scorta da tempo per le intimidazioni mafiose subite di nuovo obiettivo di minacce malavitose.
L’amara sorpresa la giudice di Galatina l’ha avuta recandosi in visita al cimitero del suo paese dove, sulla tomba del padre, all’interno della cappella di famiglia, ha trovato la testa mozzata di un capretto e un coltello.
Appena giunta la magistrata ha subito avvertito un odore stomachevole salvo poi notare l’altarino messo su da chi vuole farle paura.
Sul posto sono subito intervenuti gli agenti del commissariato di Galatina per indagare sull’accaduto.
Il recente episodio si aggiunge a quelli del 2024.
Nel mese di febbraio davanti alla porta dell’abitazione della giudice fu recapitata una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello, insieme a un biglietto con la scritta “Così”.
Nell’ottobre dello stesso anno, in un’aula, alla vigilia di un’udienza, fu ritrovato un ritaglio di giornale relativo a un’inchiesta e sulla foto della gip era stata disegnata una bara (foto in basso).
Senza dimenticare che sia la Mariano che il pubblico ministero antimafia Carmen Ruggiero sono state più volte destinatarie di lettere con minacce di morte e hanno subito tentativi di aggressione durante gli interrogatori.
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Cronaca
Estate pericolosa: misure preventive a carico di 18 persone
Per “eventi criminosi pericolosi per l’ordine della sicurezza pubblica”. Continuano, intanto, i controlli straordinari di controllo del territorio, con particolare attenzione alle zone di Lecce, Taurisano e Gallipoli. Controlli della Polizia di Stato estesi anche alla zona della casa circondariale per intercettare eventuali droni utilizzati per la consegna di droga o altro materiale illecito ai detenuti
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Il Questore della provincia di Lecce Giampietro Lionetti ha disposto una serie di servizi straordinari della Polizia di Stato che si sono svolti prevalentemente nei territori di Lecce, Taurisano e Gallipoli.
La finalità era quella di effettuare controlli ad ampio raggio sia di carattere amministrativo, all’interno di esercizi pubblici, sia di contrasto a fenomeni di illegalità in genere.
Durante i posti di controllo effettuata anche l’identificazione di veicoli e motoveicoli per verificarne documentazione e eventuale alterazione di potenza e velocità.
Per rendere più incisivo l’operato è stato impiegato personale appartenente a vari settori della Polizia di Stato, quali il Reparto Prevenzione Crimine, la Polizia Stradale, gli agenti delle Volanti, personale della Squadra amministrativa, della Squadra Mobile, della Scientifica, i Commissariati interessati coadiuvati dalla polizia locale dei rispettivi comuni e un team di Cinofili della Guardia di Finanza.
Il riepilogo dei risultati corrisponde a: 4.531persone controllate in totale lungo tutto il territorio salentino; 1.934 veicoli controllati,
558 documenti controllati.
Durante il servizio di controllo sono stati effettuati mirati servizi nelle vicinanze della Casa Circondariale di Borgo San Nicola, nello specifico, è stata pattugliata tutta l’area allo scopo di intercettare eventuali droni utilizzati per la consegna di droga o altro materiale illecito ai detenuti.
Inoltre, nel corso dei festeggiamenti per Halloween, sono stati effettuati ripetuti controlli agli avventori di pubblici esercizi nel centro storico di Lecce, anche con l’ausilio di un equipaggio della Guardia di Finanza di Otranto e un equipaggio cinofili delle Fiamme Gialle, soprattutto nei luoghi di maggiore aggregazione giovanile.
Si è poi conclusa l’attività istruttoria elaborata dalla Divisione Anticrimine in merito a tre episodi verificatisi durante l’estate scorsa e che hanno portato all’emissione da parte del Questore della provincia di Lecce di misure preventive a carico di diciotto persone coinvolte in eventi criminosi pericolosi per l’ordine della sicurezza pubblica.
Nell’ordine: nella serata del 22 giugno 2025, a Santa Maria al Bagno, a seguito di una rissa scatenatasi per futili motivi che ha visto coinvolti 7 uomini di nazionalità straniera, era intervenuto personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. La situazione aveva creato allarme e sconcerto tra gli abitanti del luogo e i numerosi turisti presenti e per tale motivo sono stati emessi sette divieti di accesso alle aree urbane (D.Ac.Ur.) della durata di diciotto mesi.
Mentre nella giornata del 15 agosto a Torre dell’Orso, presso un villaggio turistico erano intervenute diverse pattuglie dei carabinieri a causa di una rissa scatenata da alcuni ospiti per l’utilizzo di alcune sdraio a bordo della piscina, creando preoccupazione e disagio tra i presenti.
Considerato il comportamento pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica è stata adottata la misura di prevenzione del “Foglio di via obbligatorio” per sette delle persone coinvolte nello scontro: divieto di ingresso a Melendugno, della durata da 1 a 3 anni a seconda della gravità della condotta.
Infine, l’ultimo episodio avvenuto il 18 agosto presso la discoteca Rio Bo a Gallipoli, dove erano intervenuti i poliziotti del locale Commissariato, per una segnalazione di aggressione a seguito dello strappo di una collanina, che aveva permesso di denunciare in stato di libertà 11 ragazzi, responsabili a vario titolo di reati di rapina in concorso, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni aggravate e ricettazione.
Per tali fatti, considerati pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica il Questore, ha ritenuto di adottare la misura di prevenzione del Foglio di via obbligatorio da Gallipoli della durata di due anni nei confronti di quattro dei ragazzi coinvolti.
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