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Lecce

Lecce: Carlo Verdone incontra Francesca Neri

Venerdì 12 sul palco della sala 1 del Cinema Massimo di Lecce, alle 21, insieme a Carlo Verdone, per la penultima serata del Festival del Cinema Europeo diretto da Alberto La Monica e Cristina Soldano.

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É ricchissimo il programma di appuntamenti alla vigilia della premiazione del concorso europeo che assegnerà l’Ulivo d’oro e i tanti altri prestigiosi riconoscimenti.


Nella mattinata, alle 11 in sala 4, torna il grande regista finlandese Aki Kaurismäki per raccontare il suo cinema. L’incontro, moderato dai critici Bruno Torri e Massimo Causo, è realizzato in collaborazione con SNCCI.


In programma anche un’altra anteprima assoluta, Fernando Di Leo. Un pugliese a Roma. Alle 18, in sala 2, la regista Deborah M. Farina e gli autori Domenico Monetti e Luca Pallanch, presentano il documentario realizzato con le testimonianze di Renzo Arbore, Pierpaolo Capponi, Giuliana Di Leo, Rita Di Leo, Gianni Garko. Dopo la proiezione, l’omaggio a Fernando Di Leo continua con un incontro sul suo cinema condotto dagli autori del film, con interventi di Barbara Bouchet, Giuliana Di Leo, Marcello Foti, Marco Giusti, Franco La Magna, Davide Pulici.


Anche quest’anno, il Festival del Cinema Europeo scavalca i confini del grande schermo e apre le porte alla musica. Dopo lo straordinario successo del 2012, con Stribor Kusturica and the Poisoners, il Festival regala al suo pubblico, e ai suoi ospiti, una serata che incontra i gusti musicali più vari. Per quest’anno sotto i riflettori ci sarà Fiori di carta, lo straordinario spettacolo musicale dei Djaguaros, la formazione composta dagli attori Paolo Sassanelli (chitarra e voce), Luciano Scarpa (contrabbasso) e Giorgio Tirabassi (chitarra) con i musicisti Luca Giacomelli (chitarra) e Alessandro Golini (violino). La serata, a ingresso gratuito, inizia alle 23 sul palco del Livello Undiciottavi (Trepuzzi). A seguire, fino a notte fonda, la musica di Spiritual Vibes, Tony Ancia (Antonio Durante – sax e dischi) e Joao Capoca (dischi).



Di seguito il programma dettagliato degli appuntamenti:


I FILM IN CONCORSO


Ore 9.00 - Sala 5: OUR LITTLE DIFFERENCES di Sylvie Michel (Germania, 2012)

Segue incontro con il regista.


Ore 11.30 – Sala 5: THE ALMOST MAN di Martin Lund (Norvegia, 2012)


Segue incontro con l’attore protagonista.


Ore 20.00 – Sala 5: THREE WORLDS di Catherine Corsini (Francia, 2012)


Segue incontro con il regista.


Ore 22.30 - Sala 5: THE DREAM AND THE SILENCE di Jaime Rosales (Spagna, 2012)

Segue incontro con l’attrice protagonista.


PREMIO MARIO VERDONE


Ore 18.00 – Sala 5: COME NON DETTO di Ivan Silvestrini (opera prima)


Segue incontro con il regista.


PREMIO EMIDIO GRECO


Venerdì 12 aprile il Festival ricorderà Emidio Greco, che faceva parte del Comitato dei Garanti ed è sempre stato presente alle tredici scorse edizioni, con la proiezione de IL MESTIERE DEL REGISTA di Maura Calefati e di AMBIGUITA’ E DISINCANTO di Federico Greco.


I PROTAGONISTI DEL CINEMA ITALIANO: FRANCESCA NERI


Ore 9.30 – Sala 2: MATRIMONI di Cristina Comencini (1998)


Ore 11.30 – Sala 3: DANNI COLLATERALI di Andrew Davis (2002)


Ore 16.00 – Sala 2: LE MANI FORTI di Franco Bernini (1997)


Ore 20.30 – Sala 1: CARLO VERDONE incontra FRANCESCA NERI


Segue proiezione del film CARNE TREMULA di Pedro Almodovar


I PROTAGONISTI DEL CINEMA EUROPEO: AKI KAURISMÄKI


Ore 10 – Sala 3: ROCKY VI (1986), THRU THE WIRE (1987), RICH LITTLE BITCH (1987), THOSE WERE THE DAYS (1991), THESE BOOTS (1992), DOGS HAVE NO HELL (2002), BICO (2004), LA FONDERIE (2007)

Ore 11 – Sala 4: Incontro SNCCI con Aki Kaurismäki. Moderano Bruno Torri e Massimo Causo


Ore 16.15 – Sala 3: JUHA (1999)


Ore 18.00 – Sala 3: NUVOLE IN VIAGGIO (1996)


Ore 22.00 – Sala 3: VITA DA BOHEME (1992)


OMAGGIO A FERNANDO DI LEO


Ore 11.30 – Sala 2: DIAMANTI SPORCHI DI SANGUE (1978) (sostituisce il Boss, riportato sul pieghevole del programma stampato)


Ore 18.00 – Sala 2: anteprima assoluta de FERNANDO DI LEO. UN PUGLIESE A ROMA con la regia di Deborah M. Farina e la cura di Domenico Monetti e Luca Pallanch, che hanno raccolto le testimonianze di Renzo Arbore, Pierpaolo Capponi, Giuliana Di Leo, Rita Di Leo, Gianni Garko.


A seguire incontro con autori e ospiti d’eccezione Barbara Bouchet, Giuliana Di Leo, Marcello Foti, Marco Giusti, Franco La Magna, Davide Pulici.


CINEMA MEDITERRANEO: CINEMA ISRAELIANO


I lungometraggi


Ore 20.00 – Sala 3: A MATTER OF SIZE di  Sharon Maymon ed Erez Tadmor (2009)


I documentari


Ore 18.30 – Sala 5: LIFE IN STILLS di Tamar Tal (2011)


CINEMA & REALTA’


L’IMMIGRAZIONE


Ore 20.15 – Sala 5: NADEA E SVETA di Maura Delpero (Italia, 2012)


Ore 22.00 – Sala 5: MADEIN ALBANIA di Stefania Casini (Italia, 2012)


VETRINA CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA


Ore 16.30 – Sala 4: IL TALENTO DI EGIDIO di Adriano Candiago; MOBI di Michele Cadei; TERRA di Piero Messina; WAKE di Sante Sabbatini.


PUGLIA SHOW – Cortometraggi fuori concorso


Ore 18,00 – Sala 4:


Dove il silenzio fa molto rumore di Rina La Gioia


Eco da luogo colpito di Carlo Michele Schirinzi


Natura morta in giallo di Carlo Michele Schirinzi


La stagione dell’amore di Antonio Silvestre


Anna bello sguardo di Vito Palmieri 2013


Attualità

Helen Mirren in visita al Centro Ilma-Lilt

Donate per dare più forza alla lotta contro i tumori e garantire Prevenzione e Assistenza per tutti…

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In pieno agosto, alla guida della sua piccola auto, il Premio Oscar e icona del cinema internazionale Helen Mirren ha raggiunto le porte di Gallipoli per visitare il Centro ILMA, l’Istituto multidisciplinare per la lotta ai tumori della Lilt di Lecce, portando il suo sostegno e lanciando un nuovo, importante appello per contribuire alla dotazione tecnologica della struttura.

Accolta dal fondatore e direttore dell’Istituto, l’oncologo Giuseppe Serravezza, insieme al presidente della Lilt di Lecce Simonetta Pepe, il vice presidente Alfredo Tamborrini e i tecnici della Direzione Lavori, l’attrice ha visitato i vari Dipartimenti del Centro che, una volta completato, offrirà servizi gratuiti e accessibili a tutti per la Prevenzione e Diagnosi precoce, Riabilitazione fisica e psicologica, Assistenza socio-sanitaria, Divulgazione scientifica e Formazione, contrastando così la povertà sanitaria e le disparità nell’accesso ai servizi per la Salute.

Fondamentale è poi la Ricerca applicata sulle cause di malattia che il Centro ILMA intende sviluppare al fine di abbattere l’incidenza, cioè il numero di nuovi malati oggi in preoccupante aumento.

Qui ho visto passione, competenza e speranza. Ma anche una sfida che tutti noi possiamo contribuire a vincere”, ha detto con fermezza l’attrice britannica, da tempo testimonial dell’Istituto, insieme al marito Taylor Hackford, con la campagna “We are ready. Are you?”.

Quindi ha lanciato un appello diretto: “Il Centro ILMA ora ha bisogno di un supporto concreto per potenziare la propria dotazione tecnologica. Donare significa dare più forza alla lotta contro i tumori e garantire servizi di Prevenzione e Assistenza accessibili a tutti, a beneficio dell’intera comunità”.

Durante la visita, durata poco più di due ore, Helen Mirren ha ascoltato anche le voci dei progettisti, l’architetto Corrado Cazzato e gli ingegneri Flaviano Giannone e Angelo Blasi, nonché dell’attuale supervisore dei lavori, il geometra Vito Rizzo.

Così ha potuto approfondire anche la storia, unica nel suo genere, di questo progetto unico nel suo genere, nato dal basso e divenuto realtà solo grazie alle donazioni di tanti cittadini del territorio, e comprendere gli sforzi e l’impegno dei tanti professionisti volontari che nel corso degli anni hanno lavorato per realizzare questa grande opera al servizio della comunità.

Incantata dalle cave di carparo e dalla vasta area naturalistica, di ben sette ettari, su cui sorge il Centro Ilma, l’attrice ha visitato dapprima il piano terra dell’Istituto con gli Ambulatori per la diagnosi precoce, la biblioteca, le aule didattiche e il grande Auditorium per la convegnistica.

Poi l’area dedicata alla Riabilitazione, con la piscina e i servizi, prima di scendere al piano inferiore dove sono previsti i laboratori di ricerca. Qui ha incontrato un gruppo di operai al lavoro insieme aiquali ha voluto scattare una foto-ricordo: “Grazie di cuore per quello che state facendo”, ha detto stringendo la mano di ognuno di loro.

Ogni suo gesto ed espressione ha rivelato un’attenzione autentica: l’interesse per questo grande progetto di iniziativa popolare, l’ammirazione per la dedizione di chi combatte ogni giorno, dentro e fuori gli ospedali, la battaglia contro il cancro, e per l’opera di quotidiana solidarietà portata avanti da centinaia di Volontari della LILT di Lecce.

Al termine della visita, Helen Mirren ha voluto registrare un nuovo video-messaggio (che sarà presto diffuso sui canali Lilt Lecce) a sostegno del Centro ILMA, proprio davanti alle porte dell’Istituto:

Sono di fronte al Centro Ilma-Lilt di Lecce. Una struttura davvero straordinaria dedicata alla prevenzione del cancro, una delle poche al mondo. Un edificio incredibile, realizzato semplicemente grazie alle donazioni di persone comuni. Il prossimo passo è riempire l’edificio di macchinari costosissimi per diagnosticare e indagare l’origine di questo terribile cancro. Speriamo quindi di raccogliere fondi per dotare l’edificio delle attrezzature necessarie e proiettarlo verso il futuro. Questo è un traguardo straordinario per il Salento. Sono cittadina onoraria del Salento e sono orgogliosa di far parte di ciò che è stato realizzato proprio qui, appena fuori Gallipoli.”

Il direttore del Centro ILMA Giuseppe Serravezza e il presidente Lilt Lecce Simonetta Pepehanno rivolto un sentito ringraziamento all’attrice e all’amica Gabriella, volontaria Lilt che si è spesa per organizzare al meglio questa importante visita:

È stato un incontro dal profondo valore umano. Desideriamo ringraziare di cuore Helen Mirren per aver voluto dedicare il suo tempo e la sua energia per sostenere la nostra causa. La sua presenza al Centro Ilma è un segno di vicinanza importante e un potente messaggio di speranza, per chi ogni giorno affronta la malattia e per un futuro libero dai tumori. Il suo appello alle donazioni in favore del nostro Istituto, che è di proprietà di tutti coloro che lo hanno voluto e sostenuto, è un gesto che può cambiare il destino di molte persone. Noi continueremo ad impegnarci, così come facciamo da oltre 30 anni, per rendere davvero la Salute un diritto universale, non un privilegio. Alle Istituzioni, alle imprese e ai cittadini, chiediamo di essere concretamente al nostro fianco in questa importante sfida. Andiamo avanti!”.

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Approfondimenti

Scuola: “Lasciate il cellulare voi ch’entrate…”

Alla luce di tutto questo bisogna intendere la Circolare del Ministero che vieta l’uso dello smartphone anche nella secondaria superiore. In altri termini, proibisce l’uso del telefonino a scuola

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di Hervé Cavallera

Nel nostro tempo, ove predomina lo sviluppo tecnologico, la comunicazione digitale è la realtà di ogni momento, in una mescolanza assordante di notizie importanti e inutili, vere e false, necessarie e superflue.
A tutto questo si aggiunge il crescente successo della Intelligenza artificiale, destinata ad incidere risolutamente sulla nostra vita. Ebbene, questa ingombrante presenza non è in sé stessa un male; al contrario, la produzione tecnologica è in sé positiva.
Occorre solo usarla al momento giusto e nei giusti limiti.
Il che non è facile, anzi pressoché impossibile se si considera il quotidiano. E che siamo sudditi della tecnica è appunto attestato ogni giorno dall’uso frequentissimo che facciamo del cellulare o, meglio, dello smartphone.
Mentre una volta il cellulare era un utilissimo telefono portatile, lo smartphone è molto di più: è un vero e proprio computer che consente l’accesso a internet e permette di installare app.

Attraverso il suo uso non soltanto possiamo comunicare,  bensì trovare ogni tipo di risposta, compiere delle traduzioni e così via.

Alla luce di tutto questo bisogna intendere la Circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito del 16 giugno 2025 che vieta, per l’anno scolastico 2025/26, l’uso dello smartphone anche nella secondaria superiore.
In altri termini, il Ministero proibisce l’uso dello smartphone a scuola, a partire dalla scuola dell’infanzia, a meno che il suo utilizzo non sia previsto dal “Piano educativo individualizzato” e dal “Piano didattico individualizzato”.

Ora, come per ogni intervento restrittivo, è stata sollevata qualche critica e non solo per il fatto che ogni scuola dovrà dotarsi di apposite “cassettiere” ove vengano depositati e custoditi gli smartphone degli alunni prima che essi entrino in classe, ma perché si tratterrebbe dell’impedimento di godere di uno strumento privato.

Ad avviso dello scrivente l’intervento ministeriale è invece opportuno, anche perché eventuali, impellenti e necessarie comunicazioni tra familiari e alunni possono sempre avvenire per il tramite delle segreterie scolastiche. Quindi non si escludono comunicazioni ufficiali interpersonali, come del resto l’uso di internet e dei computer può benissimo rientrare in una accorta progettualità didattica.

Quello che invece va detto è che l’andare a scuola serve, per gli alunni di ogni ordine e grado, ad acquisire conoscenze e competenze che giovino alla crescita intellettuale, morale e sociale.
Il che importa che i professori stimolino, attraverso il loro insegnamento, l’interesse degli alunni e che questi si sforzino a far propri i frutti di quanto appreso e di svilupparli da parte loro.
Si tratta, pertanto, di un rapporto apparentemente chiaro, ma nei fatti difficile e complesso che richiede impegno continuo, anche quando è gradevole.
In altri termini, semplificando, nella scuola ci si pone continuamente di fronte a delle novità e di fronte a dei problemi e occorre accogliere le prime adeguatamente e risolvere i secondi.
Ciò implica, ovviamente, la personalizzazione dell’apprendimento, sicché ogni alunno fa proprio ciò che riceve e sviluppa gradualmente i suoi interessi che decideranno il suo futuro professionale e civile, sempre nell’accettazione di una morale condivisa che rispetti leggi e regole sociali.
Se le cose stanno così e se l’apprendimento richiede sforzo, è chiaro che in classe strumenti come lo smartphone sono non dirò inutili, ma nocivi in quanto favoriscono sia la distrazione quando, celatamente, lo studente è portato a chattare sia il non apprendere quando lo studente ricorre a tale mezzo per rispondere a dei quesiti, per tradurre delle versioni o risolvere delle equazioni e così via.
La scuola, come già nel secolo XIX disse il pedagogista Aristide Gabelli (1830-1891), deve formare lo “strumento testa”, mentre un uso non corretto dello smartphone blocca appunto l’utilizzazione della ricerca personale e, quindi, della propria crescita.
E non si tratta di un problema astratto.
Vi è da chiedersi, infatti, quanti oggi affidano la soluzione di ogni dubbio allo strumento, rendendo obsoleta ogni tipo di ricerca personale e indebolendo la stessa memoria.
Molto verosimilmente lo sviluppo dell’intelligenza artificiale condurrà, in una società peraltro con una forte decrescita di natalità, alla fine di tanti mestieri e professioni, con ulteriore diminuzione di lavoratori.
Inoltre, ci si deve preoccupare non poco di come gli studenti gestiranno i compiti a casa, potendosi essi affidare in ogni trattazione alla intelligenza artificiale e quindi rinunciando ad un impegno faticoso forse, ma intellettualmente positivo.
In questo contesto molto preoccupante, è importante che la scuola continui ad essere ciò che da sempre è considerata essere: un centro formativo in cui bambini, ragazzi, adolescenti acquisiscano conoscenze, imparino a convivere serenamente, sviluppino capacità di ragionare e competenze.
In tale sede il limite dello smartphone è quello di sostituirsi al cervello pensante e di risolvere tutto velocemente, trascinando di fatto il fruitore in una reale dipendenza.
Il che non vuol dire – giova ripeterlo – che lo strumento sia in sé negativo e  in vari casi è giusto, anzi opportuno, adoperarlo.
Ma non soggettivamente nella scuola.
Il processo di apprendimento vuole che ci si sforzi nel percorso formativo e non che mezzi automatici risolvano ogni cosa, evitando lo sforzo del pensare e impigrendo il cervello.
Chi scrive ha cominciato il suo cursus scolastico scrivendo con penna, inchiostro e calamaio e ha assistito nel corso degli anni ad uno sviluppo eccezionale della tecnica e, come tanti suoi coetanei e più giovani di lui, sa bene i vantaggi che può offrire la tecnologia, ma sa pure che essa non può mai sostituire la nostra attività pensante perché, se così fosse, perderemmo ogni autonomia personale e saremmo asserviti ad oscuri poteri.
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Approfondimenti

Elezioni Regionali, Giuseppe Negro: “Io ci sono”

«Possiamo invertire la tendenza in maniera tale che tutto ciò che si decide da Bari in su tenga effettivamente conto della vita reale delle nostre comunità»…

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di Giuseppe Cerfeda

«Ho deciso di candidarmi come consigliere regionale perché credo che ci siano momenti nella vita in cui ci è chiesto un impegno maggiore a favore del bene di tutti. Momenti nei quali non basta più “stare alla finestra”, chiedendo alle istituzioni di introdurre o di cambiare leggi e regolamenti con cui migliorare il nostro vivere civile. Occorre provare a farlo direttamente, mettendoci la faccia e spendendosi in prima persona per la propria comunità».

Si presenta così Giuseppe Negro , 56 anni, imprenditore di Tiggiano, sposato con Anna Rita e papà di Benedetta e Clemente. Sarà uno dei candidati al consiglio regionale tra le fila del centrodestra.

Quali sono le esperienze e competenze che la qualificano per questo ruolo?

«Da più di 25 anni opero, attraverso l’ente formativo ASCLA, nel settore dell’educazione, della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro. Questo mi ha portato a incontrare migliaia di persone – giovani, ma non solo – in cerca di occupazione, nonché numerosissimi imprenditori desiderosi di crescere e di migliorarsi. L’esperienza maturata svolgendo la mia attività è sempre andata di pari passo con una necessaria propensione all’ascolto, alla conciliazione dei bisogni tra chi cerca un lavoro e chi lo offre, alla mitigazione dei conflitti che spesso caratterizzano le diverse parti sociali a favore di soluzioni concrete che soddisfino gli interessi di tutti. In altre parole, mi sono sempre occupato indirettamente di politica secondo la definizione di Pio XI – di recente ricordata da Papa Leone XIV – che afferma la politica essere “la forma più alta di carità”. Adesso è giunto il momento di farlo direttamente».

LE PRIORITA’

Quali sono le priorità che intende affrontare pensando al territorio (spesso bistrattato e dimenticato) che rappresenta?

«Ritengo che il legame con il territorio rappresenti un plus. Il nostro territorio è sempre più ai margini, si sta lentamente “desertificando” e isolando.
La politica, anche regionale, ha in questo momento la grande responsabilità di fare bene e responsabilmente la sua parte per favorire e sostenere il rilancio di un territorio dalle enormi potenzialità. Anche con lungimiranza e “visione”.
Sento addosso la responsabilità di impegnarmi in politica per veicolare gli interessi del nostro territorio, ma con uno sguardo che non si limiti alla recriminazione spicciola.
Bisogna pensare in grande.
Per fare un esempio, Leuca e il Sud Salento da sempre sono un crocevia di incontri per il Mediterraneo. Di questa posizione strategica oggi noi sfruttiamo solo alcuni aspetti, legati soprattutto ai flussi turistici, mentre siamo chiamati a un nuovo protagonismo che ci ponga al centro dello scacchiere mediorientale».

Che cosa significa questo concretamente?

«Significa che possiamo fare sentire la nostra voce su temi che oggi ci vengono “calati dall’alto”.
Possiamo invertire questa tendenza in maniera tale che quello che si decide da Bari in su tenga conto effettivamente della vita reale delle nostre comunità.
In questo modo si può arginare quel fenomeno distorsivo che tuttora penalizza i cittadini del Sud Salento, chiamati ad applicare sulla propria pelle leggi talvolta avulse da una reale esperienza o dall’interesse specifico di un luogo».

ECONOMIA E LAVORO

Proviamo a scendere nei dettagli. Sviluppo economico e lavoro: come promuovere lo sviluppo economico e l’occupazione?

«Anzitutto va detto che la politica, a tutti i livelli, non può e non deve sfornare ricette, quasi fosse il toccasana di tutti i mali. Può però favorire dei meccanismi virtuosi, innescare dei processi che possono fare da volano allo sviluppo economico. Servono infrastrutture e competenze.
Le prime aiutano a semplificare la logistica delle aziende (e non solo), le seconde mettono in mano quel bagaglio di conoscenze necessarie nel mercato del lavoro».

Quali settori economici ritiene più importanti per la nostra regione e dove spingerebbe sull’acceleratore?

«Sull’impulso da dare al turismo di qualità, siamo tutti d’accordo.
Si deve dare anche sostegno forte alla manifattura, al commercio, ai servizi. Bisogna passare dalle parole ai fatti, dai buoni propositi ad azioni concrete. Con coraggio, realismo e lungimiranza».

CULTURA E TURISMO

Cultura e turismo restano snodi vitali per la Puglia: quest’anno, soprattutto a luglio, si è registrato un calo delle presenze nel Salento e qualcuno già recita il de profundis. Lei che idea si è fatta e, soprattutto, cosa propone?

«Se non si destagionalizza, è normale che le persone cerchino luoghi di vacanza più economici per soggiorni mordi e fuggi. D’altra parte, l’enfasi sul turismo come attività primaria può essere miope, perché turismo e cultura da soli non bastano. C’è un tessuto produttivo diffuso dalle nostre parti, fatto di artigiani ma anche di aziende molto note che esportano i loro prodotti all’estero. Questo tessuto ha bisogno di essere sostenuto, ad esempio semplificando tutta l’impalcatura autorizzativa da una parte e attingendo all’innovazione digitale dall’altra.  Pena il rischio di non essere più in grado di competere sul mercato.

Un pensiero va anche all’agricoltura, che in questi anni ha visto il ritorno di molti giovani ad attività che rischiavano di scomparire.

La stessa innovazione che la Regione può mettere a disposizione di artigiani e aziende deve innestarsi in chi dalle nostre parti intende dedicarsi ad una nuova agricoltura.
Anche questo, fra l’altro, può collegarsi a un modo diverso di abitare i luoghi e di ospitare chi viene da fuori. Se non vogliamo un turismo mordi e fuggi, dobbiamo essere i primi a far fiorire spazi in cui è bello sostare in qualsiasi stagione, non soltanto in estate».

SANITA’ E SALUTE

Qual è la sua posizione sulla sanità pubblica pugliese?

«Sulla sanità pugliese c’è ancora molta strada da fare, anche in un dialogo sempre più stretto tra pubblico e privato. Abbiamo tanti esempi di eccellenza, anche di aziende sanitarie non statali che svolgono un enorme servizio pubblico. Compito della vera politica è quello di sostenere e valorizzare tutti, e alla pari, purché svolgano un reale ed eccellente servizio a favore di tutti i cittadini. La Regione ha in questo un ruolo decisivo e fondamentale».

GIOVANI E FUTURO

La nostra è una terra che va svuotandosi, soprattutto della popolazione più giovane. Cosa si può fare per bloccare l’emorragia?

«Bisogna partire dal lavoro (e prima ancora dalla formazione). Senza formazione, non ci può essere lavoro dignitoso, qualificato, remunerativo. La nostra terra, come gran parte del Sud, si sta svuotando perché ai nostri giovani non riusciamo ad offrire vere e adeguate “occasioni”. Non sarà facile, ma è il momento della responsabilità condivisa. Su certi temi legati alla sopravvivenza reale di un territorio non è più possibile improvvisare. Bisogna smetterla di parlare “genericamente” di questi temi, ma è urgente passare a fatti e azioni concrete, ridando alla politica il suo ruolo. Senza un vero impegno sui temi del lavoro e senza amore verso i giovani non si può parlare di futuro».

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