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Attualità

Le ragioni dei trattori salentini

L’Associazione Salentina Agricoltori nasce dal basso ed oggi conta più di 900 associati tra le province di Lecce e Brindisi.  Abbiamo ospitato in redazione presidente William Murciano, perito agrario 28enne di Melendugno, il vice presidente Gianluigi De Pascalis, 44 anni, imprenditore agricolo di Lecce e Nunzio Pispero, imprenditore agricolo, 49enne, originario di Tricase e residente a Specchia. Tanti gli argomenti sul tavolo: i rapporti «inesistenti» con le altre associazioni di categoria, la produzione sottocosto, l’aumento dei costi, il post Xylella, il consorzio di bonifica, l’olio taroccato proveniente da Paesi con norme meno stringenti delle nostre, la tutela del Made in Italy, la peronospora, gli allevamenti a rischio per lupi, cani e cinghiali, i rapporti con le istituzioni…

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L’Associazione Salentina Agricoltori nasce dal basso ed oggi conta più di 900 associati tra le province di Lecce e Brindisi.


Abbiamo ospitato in redazione il presidente William Murciano, perito agrario 28enne di Melendugno, il vice presidente Gianluigi De Pascalis, 44 anni, imprenditore agricolo di Lecce e Nunzio Pispero, imprenditore agricolo 49enne, originario di Tricase e residente a Specchia.


«Siamo nati come movimento spontaneo di agricoltori», spiega il vice presidente De Pascalis, «ed abbiamo costituito un gruppo poco prima del 30 gennaio, data nella quale si è svolta la nostra prima manifestazione, con 270 trattori arrivati a Lecce, sia da Gallipoli (statale 101) che da Maglie (SS 16)».


La mossa successiva è stata quella dei presìdi a Scorrano, Surbo, Cavallino e Martano.


«In quei paesi», aggiunge il presidente Murciano, «abbiamo sostato con i trattori per sensibilizzare l’opinione pubblica e spiegare alla gente i motivi per cui si manifesta e si protesta».


«Subito dopo abbiamo stretto un’alleanza con i colleghi di Brindisi», riprende la parola De Pascalis, «problemi e richieste sono gli stessi, quindi, dopo un incontro tra delegazioni abbiamo unito le forze. Il 13 febbraio siamo stati invitati in Regione dopo una manifestazione nel Capoluogo pugliese. Siamo stati accolti nella Conferenza dei capigruppo regionali, dopodiché abbiamo avuto un colloquio in Consiglio regionale con l’assessore Donato Pentassuglia e con il suo capo dipartimento Gianluca Nardone. Colloquio che si è ripetuto il 22 febbraio. Nel frattempo (il 20 febbraio) siamo andati a trovare il ministro Raffaele Fitto, sollecitati proprio dal governatore Michele Emiliano durante il primo incontro in Regione. Emiliano ci aveva riferito dell’esistenza di fondi PNRR mai sbloccati. Sentendo le due campane, abbiamo avuto modo di capire che i fondi del PNRR non sono arrivati perché è mancato uno studio di fattibilità entro i tempi previsti da parte della Regione».


Quindi c’è stata una lacuna nella progettazione?


«Purtroppo sì e il Ministro ci ha ribadito che quei soldi non sono più disponibili. Ci sono invece delle possibilità per gli FSC, i Fondi di Sviluppo e Coesione, che sono sempre di competenza diretta di Fitto».


Vi ha dato speranze?


«Ci ha detto che ancora si fa in tempo e che, puntando ad un discorso di filiera, quello è il filone più opportuno».


A proposito di soldi, i nostri tre ospiti ci tengono a evidenziare che nell’associazione «tutte le figure del direttivo non percepiscono compensi. Il nostro è solo un ruolo di rappresentanza. Direttore, vice direttore, presidente e vice presidente, segretario e tesoriere non percepiscono un euro, così come i delegati».


SOTTOCOSTO


Riguardo alle problematiche che ingessano l’intero comparto, Murciano spiega: «Non riusciamo più a mantenere le spese di produzione. Sugli scaffali arrivano prodotti di livello alto ma, nella situazione in cui ci troviamo, la cosa non è più sostenibile».


I prezzi aumentano man mano che scorrono nella filiera ma ai produttori vanno solo pochi spiccioli.


«Un litro di latte», dice Pispero, «viene pagato a chi lo produce 59 centesimi, contro i due euro circa a cui viene venduto nei supermercati; un chilo di grano viene pagato agli agricoltori attorno ai 25 centesimi, serve per fare un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro».


Poi c’è il problema olio.


«Più di un problema», ci interrompe De Pascalis, «in pratica non esiste più produzione perché la Xylella ha azzerato tutto».


SOLO UNA BANDIERA


Che rapporti avete con le altre associazioni di categoria?


«Al momento sono inesistenti», risponde lapidario De Pascalis, «ci hanno cercato più volte ma, il nostro, resta un movimento spontaneo della base agricola».


«Non vogliamo che la nostra associazione venga inglobata o identificata politicamente», lo interrompe Murciano. «Sia chiaro che non ci poniamo in sostituzione delle associazioni di categoria», chiarisce De Pascalis, «la nostra è una posizione di consulenza agli associati e soprattutto di proposizione legislativa, ecco perché abbiamo partecipato al Tavolo con la Regione e all’incontro con Fitto».


«Stiamo cercando di fare ciò che le associazioni di categoria non fanno», sottolinea Pispero, «dovrebbero essere loro a interloquire con la politica ed a rappresentare i nostri problemi. Invece…».


IL POST XYLELLA


Detto dell’aumento esponenziale dei costi di filiera, questa non è certo l’unica questione con cui gli agricoltori salentini devono confrontarsi.


«Il problema più grosso resta quello della Xylella», incalza De Pascalis, «che ha portato, nel territorio salentino, nella provincia di Lecce in particolare, all’azzeramento completo della produzione. Per questo chiediamo l’estensione degli indennizzi dagli attuali tre ad almeno 5 anni. Chiediamo anche l’estensione della moratoria dei mutui e dei finanziamenti agricoli delle aziende colpite da Xylella, sempre dagli attuali tre ad almeno 5 anni. La riteniamo una cosa giusta e imprescindibile per i giovani agricoltori. Abbiamo anche presentato una mozione con cui chiediamo l’estensione degli indennizzi sui finanziamenti Ismea, quelli destinati ai giovani agricoltori che hanno investito e che sono impossibilitati a pagare i debiti, perché si sono ritrovati con un seminativo gravato dall’onere dell’estirpazione. è una questione di giustizia e di equità sociale. Bloccare i pagamenti per almeno 5 anni, darebbe loro la possibilità di rimettersi in sesto, anche attraverso le prime produzioni dopo la messa a dimora di piante di Favolosa».


«Altro problema per il quale non ci siamo sentiti rappresentati dalle altre associazioni», prosegue De Pascalis, «è quello delle pratiche dell’Articolo 456 regionale, che hanno dei tempi di scorrimento lunghissimi. Come per i famosi 300 milioni di euro per l’emergenza Xylella, quelli “Centinaio – Lezzi” per intenderci. Quei soldi non sono stati ancora integralmente utilizzati: eppure son passati 5 anni! Questo perché ci sarebbero rivoli e rivoletti nelle norme per cui non si riesce a scorrere. Pentassuglia ci ha riferito di aver chiesto l’affidamento di 400 unità per smaltire tutto l’iter straordinario per la Xylella: gliene hanno date solo 38! Probabilmente l’assessorato sta facendo il possibile. Contestiamo, però, il fatto che dinanzi a un problema straordinario siano adottate metodologie ordinarie».


CONSORZIO DI BONIFICA


Altro punto critico, quello dei consorzi di bonifica.


Non ci gira intorno il vice presidente De Pascalis: «Riteniamo assolutamente ingiusti tutti i pagamenti perché non correlati ad effettivi benefici».

L’unificazione di tutti gli organismi preesistenti nel Consorzio Centro Sud Puglia porterà benefici?


«Un dramma!», taglia corto De Pascalis, «perché prima avevamo quattro consorzi di prossimità e già erano improduttivi. Figurarsi ora che ne abbiamo solo uno per un territorio così vasto. Anche quella dei consorzi di bonifica per noi è un’ingiustizia sociale: a fronte di nessun beneficio, un tributo non dovuto. Incredibile che a riguardo nessuno si sia mosso prima.  I tributi sono ingiustificati: sarebbe più sano pagare in base, ad esempio, ai metri cubi di acqua che utilizziamo. Una tassa per un servizio reale di cui si gode, non per il nulla, come accade oggi. Resta anche il problema del pregresso. Ci dicono: pagate perché dobbiamo ripianare i debiti. E come paghiamo? Altro aspetto che, nell’ambito del tavolo tecnico, abbiamo sottolineato, è quello della pericolosità sociale delle cartelle esattoriali legate al consorzio di bonifica. Di questo ci ha dato atto anche l’assessore Pentassuglia che ci ha confermato lo svolgimento di un consiglio regionale monotematico sull’argomento. Ci potrebbe essere una corsa alla cartolarizzazione di quei crediti esigibili, con l’ingresso in campo di personaggi ambigui, che comprano quei debiti per poi riscuotere. Quei soldi possono far gola a molti».


MADE IN ITALY


Altra richiesta importante la tutela del made in Italy per olio, grano, patate e tutti ciò che viene coltivato.


«Se ci sono Paesi che si trovano in condizioni normative, retributive e assistenziali più favorevoli rispetto alle nostre, non possiamo più essere competitivi», evidenzia De Pascalis, «senza dimenticare i controlli di qualità che altrove non sono stringenti come i nostri: ne va anche della qualità di ciò che si mette a tavola. Si pensi al grano che in alcuni Paesi viene trattato con sostanze da noi proibite. Ma, se quel grano, poi, arriva sul nostro mercato…».


«Nell’incontro con l’assessorato regionale», aggiunge il presidente Murciano, «abbiamo anche parlato dei carciofi che arrivano dall’Egitto, dove non vige la stessa situazione previdenziale: questo equivale a mettere in ginocchio tutto il comparto. Lo stesso per l’olio del Marocco, per i mandarini da Cipro e tanti altri prodotti».


Riguardo all’olio, De Pascalis denuncia: «Se quelle stesse olive, prodotte in Marocco, vengono lavorate e confezionate in Spagna, diventa olio comunitario e quindi si crea un problema ancora maggiore, perché quello è un prodotto comprato a pochi spiccioli che poi, attraverso mezzi e mezzucci, viene immesso in Europa, drogando il mercato».


«Abbiamo chiesto maggiori controlli nei porti», interviene nuovamente Murciano, «perché almeno si eviti che arrivino illegalmente quei prodotti che non sono conformi alla nostra legislazione».


RISCHIO ABBANDONO


Altro punto fermo: la tutela del rischio di abbandono.


«A livello regionale si potrebbero prevedere dei fondi per un certo periodo. Come fa la Regione Toscana che eroga 840 € l’anno per 5 anni. Tutto ciò favorirebbe la tutela ambientale, la prevenzione degli incendi, la salvaguardia del territorio, la diminuzione del rischio di abbandono e la garanzia che i nuovi oliveti non vengano abbandonati. Se facciamo una passeggiata in Salento, vediamo come in tanti campi l’erba sia più alta degli alberelli, abbandonati a sé stessi, perché il sistema è al collasso».


LUPI, CANI, CINGHIALI


Zootecnia, il problema della fauna si sta accentuando sempre di più.


«A causa di lupi, cani e cinghiali», spiega Murciano, «molte aziende oggi rischiano di chiudere. Aziende ovicaprine che prima avevano 200 animali, si ritrovano, improvvisamente con 120-140 capi ammazzati. Non bastasse il danno, anche la beffa, quella di dover pagare lo smaltimento di quelle carcasse, senza aver diritto ad alcun indennizzo».


«Gli animali da allevamento sono certificati, hanno delle matricole», entra nello specifico Pispero, «quindi una volta uccisi da altri animali ti tocca smaltirli a norma di legge e pagare. Era in ballo un’ipotesi legata alle assicurazioni ma ora pare sia tutto bloccato. Ovviamente gli allevatori non possono neanche reagire direttamente, perché il lupo è un animale protetto».


«Per questi motivi», chiude il cerchio Murciano, «chiediamo un aiuto economico alle aziende colpite da questa sventura, sia per lo smaltimento delle carcasse che per l’acquisto di nuovi animali. Riacquistare una pecora per intenderci, costa tra i 100 ed i 150 euro (dipende dal tipo) e, comunque, prima che inizi a produrre occorre del tempo».


LA PERONOSPORA


Questione vigneti.


«A riguardo», è sempre Murciano a parlare, «abbiamo chiesto all’assessore regionale la modifica della Legge 102, quella sulle calamità. La peronospora ha provocato danni sulla produzione nel 2023 e compromesso quella del 2024.


 


Purtroppo la peronospora viene considerata come fitopatia e non viene, quindi, liquidata dall’assicurazione né compresa in altre forme di indennizzo. In realtà, quella peronospora era larvata ed è venuta fuori a causa delle alluvioni di giugno 2023. In quel periodo gli agricoltori non riuscivano ad entrare nei vigneti per i trattamenti e la situazione è degenerata. C’è quindi una chiara relazione tra causa ed effetto».


Infine, i nostri ospiti sostengono che «il Salento, inteso come province di Lecce, Brindisi e Taranto, dovrebbe avere delle misure specifiche, diverse fa quelle del Barese, della Bat o del Foggiano.  Invece, ci duole dirlo, ma è palese, Emiliano ed il governo regionale sono decisamente baricentrici.  Quando il governatore disse che l’agricoltura pugliese di qualità parte da Bari per poi risalire lungo la regione, fu un affronto gravissimo».


IN FUTURO


Prossimi passi?


«Stiamo valutando la possibilità di recarci a Roma per poter parlare col ministro dell’Agricoltura, con qualche rappresentante delle Camere o anche con i sottosegretari. Sarebbe bello produrre un documento unico con le altre associazioni spontanee che stanno sorgendo in Puglia».


Se imprenditori e lavoratori salentini del settore agricolo volessero far parte dell’Associazione Salentina Agricoltori o anche solo chiedere informazioni, possono contattare uno dei seguenti numeri di telefono: 327/1289529 (William); 380/2829235 (Gianluigi); 328/2614498 (Nunzio).


Giuseppe Cerfeda



Attualità

Quando un gesto d’amore trasforma il dolore in speranza

Dall’Associazione “Figli in Paradiso – Ali tra cielo e terra” una donazione al Santa Caterina Novella di Galatina

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Quando il dolore della perdita diventa motore di solidarietà e amore per il prossimo, nascono gesti che cambiano la vita di molti.

È quanto accaduto ieri all’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, dove la Onlus “Figli in Paradiso – Ali tra cielo e terra” ha donato nuove poltrone per la sala d’attesa del Blocco Operatorio e realizzato la decorazione artistica e umanizzante delle quattro porte all’interno dello stesso reparto.

Non si tratta di semplici arredi, è un abbraccio silenzioso a chi vive l’angoscia dell’attesa, a chi cerca conforto nei corridoi di un ospedale.

Le opere pittoriche rendono più umano un ambiente spesso vissuto con paura e apprensione, trasformandolo in uno spazio che accoglie e rassicura.

Il dottor Diego Friolo, Direttore dell’U.O. di Anestesia e Blocco Operatorio, ha accolto con commozione la donazione: «Tale atto esprime l’attenzione che tale associazione volge alla rete ospedaliera dell’ASL di Lecce e rappresenta un contributo volto al miglioramento dell’accoglienza verso l’utenza che afferisce giornalmente presso il nostro ospedale. Ringraziamo, pertanto, l’associazione tutta, la presidente Virginia Campanile, il marito Nini e i loro collaboratori che hanno voluto con questo gesto ricordare il figlio Daniele».

Virginia Campanile, presidente dell’Associazione, ha espresso con parole toccanti il senso profondo di questo dono: «Ogni volta che doniamo qualcosa, sentiamo che nostro figlio Daniele continua a vivere attraverso questi gesti d’amore. Vogliamo che chi entra in ospedale, soprattutto nei momenti più difficili, possa trovare un ambiente che accoglie, che consola, che parla al cuore oltre che al corpo. Le decorazioni artistiche che abbiamo realizzato non sono solo colori sulle porte: sono finestre di speranza, sono abbracci silenziosi per chi soffre. Insieme a mio marito Nini e a tutti i volontari della nostra associazione, continueremo a trasformare il dolore in solidarietà, perché crediamo che l’amore sia più forte della morte. Ringraziamo di cuore la direzione sanitaria e tutto il personale dell’Ospedale Santa Caterina Novella per averci permesso di essere parte di questa grande famiglia che ogni giorno si prende cura di chi ha più bisogno»

IL SEME DELLA SPERANZA

“Figli in Paradiso – Ali tra cielo e terra” è nata dalla volontà di genitori che hanno trasformato il proprio lutto in una missione d’amore.

Da anni opera instancabilmente in Italia e nel mondo, realizzando progetti di solidarietà che toccano i bisogni più profondi delle comunità: dalla salute all’istruzione, dall’accoglienza al sostegno spirituale.

Le iniziative solidali dell’associazione attraversano confini e bisogni, toccando le vite di migliaia di persone.

In Etiopia, grazie al gruppo di Andrano, sono stati costruiti tre pozzi che hanno portato acqua e vita a intere comunità.

In Albania, tre borse di studio universitarie e contributi per materiale didattico hanno permesso a giovani studenti di coltivare i propri sogni.

Il gruppo di Palmi ha donato mobili per una casa-famiglia, mentre a Chiaravalle e Soveria Minelli sono stati realizzati due giardini alberati, spazi verdi dedicati alla memoria e alla riflessione.

La bellezza dei luoghi sacri è stata custodita attraverso il restauro e la realizzazione di altari nelle chiese di Uggiano, Gallipoli e Niscemi.

Nei cimiteri di Nardò, Corsano, Melendugno, Casarano e Melissano sono state collocate cinque statue di angeli, simboli di consolazione per chi visita i propri cari.

E ancora, l’installazione di defibrillatori salvavita a Corsano, Martano e Nardò mentre in Kosovo e a Corsano sono state donate attrezzature per parchi gioco, restituendo ai bambini il diritto di giocare e sorridere.

Una croce esterna è stata donata alla Chiesa dell’Immacolata di Martano, mentre il sostegno continuativo a famiglie bisognose e alla Caritas prosegue attraverso i gruppi di Martano, Messina, Gallipoli e Catania.

L’associazione ha inoltre contribuito al progetto “Bambini Invisibili” per l’assistenza all’orfanotrofio di Kapisa in Afghanistan e ha donato pedane per ragazzi con disabilità motorie nel convento di Bitetto, oltre a sostenere il centro disabili di Casarano.

Grazie ai fondi del 5×1000, l’associazione ha potuto donare al reparto di Pediatria dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce bilance per bambini diabetici, sedie a rotelle, un carrello corsia, un ecografo e un’incubatrice trasportabile per il centro UTIN, in collaborazione con i Lions Messapia.

Nel 2023 sono stati consegnati un tunnel per fototerapia neonatale e un ecografo dedicato all’ematologia pediatrica dello stesso ospedale.

Ma l’impegno dell’associazione non si ferma alla solidarietà materiale.

CAMMINO SPIRITUALE E CULTURALE

Parallelamente prosegue un cammino spirituale e culturale che sostiene i genitori nell’elaborazione del lutto e alimenta la speranza nelle comunità.

Ogni mese si tengono celebrazioni eucaristiche e momenti di catechesi e condivisione, spazi preziosi in cui il dolore trova ascolto e la fede diventa sostegno.

A Corsano, per sei edizioni consecutive, l’evento “Accendi una luce” ha illuminato le notti di tante famiglie, offrendo un percorso dedicato all’elaborazione del dolore attraverso testimonianze, riflessioni e momenti di preghiera collettiva.

La musica, linguaggio universale dell’anima, trova spazio nei concerti musicali e corali organizzati nelle chiese dal gruppo di Vernole, mentre la cultura si fa strumento di memoria e crescita attraverso i concorsi letterari e le borse di studio per studenti delle scuole di primo e secondo grado, promossi dalla presidente Virginia Campanile in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Lecce.

L’associazione, infine, ha dato vita a pubblicazioni e testimonianze dedicate ai genitori che affrontano la perdita di un figlio, con la partecipazione di Padre Arnaldo Pangrazzi e dei gruppi A.M.A., che offrono parole di conforto e accompagnamento in un viaggio che nessuno dovrebbe mai dover intraprendere, ma che tanti percorrono insieme.

INVITO ALLA SOLIDARIETÀ

L’associazione invita chiunque voglia sostenere le sue iniziative a devolvere il proprio 5×1000 o a partecipare alle attività dei gruppi locali presenti in tutta Italia.

Perché ogni gesto, anche il più piccolo, può trasformarsi in un’ala che solleva chi è caduto.

Per informazioni e donazioni: Associazione Onlus “Figli in Paradiso – Ali tra cielo e terra”  https://figliinparadiso.it

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Attualità

Incendi, mai più un’estate così

Nell’estate 2025 il numero degli incendi in provincia è più che raddoppiato rispetto alla stagione precedente, con 5.819 incendi concentrati nel periodo giugno-settembre. Il Prefetto: «Pensiamoci ora»

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Il fenomeno degli incendi boschivi, di vegetazione e di interfaccia, anche nella passata stagione estiva, si è una piaga pervasiva e devastante che distrugge ettari di preziosa macchia mediterranea e aree agricole e mette a repentaglio la vita delle persone, minacciando le infrastrutture e infliggendo colpi durissimi all’economia locale e, in particolare, al settore turistico e agricolo.

La lotta contro gli incendi non è più solo una questione di emergenza, ma una priorità strategica per la salvaguardia di un territorio unico e fragile.

Solo nell’estate 2025, infatti, il numero degli incendi è più che raddoppiato rispetto alla stagione precedente, con 5.819 incendi concentrati nel periodo giugno-settembre, sulla base dei dati comunicati dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, che ha sottolineato come, nella gran parte dei casi, gli incendi si siano sviluppati da terreni incolti, per poi propagarsi nei pressi di aree boscate, di macchia mediterranea e di abitazioni.

Il Prefetto Natalino Manno ha quindi convocato con urgenza diversi incontri di debriefing alla presenza di tutte le componenti del sistema regionale di protezione civile e, segnatamente, dei rappresentanti del competente Dipartimento di Protezione Civile della Regione Puglia, del Commissario Straordinario NUE, dei vertici delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di Porto, nonché dei Comuni capofila degli Ambiti di Raccolta Ottimale, di A.R.I.F., del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile e dell’Ente Parco Otranto-Santa Maria di Leuca.

OBBLIGO DI PULIZIA

Nel corso dei vari incontri, è stata unanimemente condivisa l’esigenza di lavorare sinergicamente sin d’ora per preparare al meglio la stagione estiva 2026, puntando l’accento sul tema della prevenzione e della sensibilizzazione dei privati proprietari di terreni.

In particolare, è stata predisposta una lettera a firma congiunta del Prefetto e del sindaco, indirizzata per opportuna conoscenza anche alla Procura della Repubblica, per ciascuno dei 96 Comuni della provincia, attualmente in fase di notifica a tutti i privati proprietari di terreni nei vari territori comunali affinché siano rispettate le norme vigenti, che stabiliscono l’obbligo di pulizia e sfalcio delle aree e di realizzazione delle fasce di rispetto entro il termine improrogabile del 31 maggio di ogni anno pena, in caso di inadempimento, l’intervento sostitutivo in danno dell’Ente locale, con rivalsa nei confronti dei privati inadempienti.

È stato inoltre ricordato ai proprietari di terreni la responsabilità scaturente dall’acclarato inadempimento, anche parziale, che comporta sanzioni di carattere sia amministrativo nei casi di incendio boschivo a seguito di attraversamento di terreni senza o con insufficienti fasce perimetrali ripulite, con conseguente comunicazione alla Procura della Repubblica per i profili di competenza.

AEREI ULTRALEGGERI

Parallelamente, è stata interessata la Regione Puglia per valutare la riattivazione di una convenzione con l’Aeroclub “Vega Ulm” di Lecce, per il concorso, a titolo volontaristico, di aerei ultraleggeri privati per il sorvolo delle aree del territorio provinciale maggiormente interessate dal rischio di incendi.

È inoltre proseguita l’azione di sensibilizzazione dei sindaci per l’aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco (adempimento cui hanno già provveduto 90 Comuni su 96 per l’anno 2024) e per l’aggiornamento dei piani urbanistici comunali (adempimento cui hanno provveduto 13 Comuni), diffondendo con i cittadini la conoscenza delle norme che prevedono vincoli di inedificabilità particolarmente lunghi (anche decennali) sui terreni interessati da incendi.

Nello specifico, la normativa vigente dispone: «Nei comuni sprovvisti di piano regolatore è vietata per dieci anni ogni edificazione su area boscata percorsa dal fuoco. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui detta realizzazione sia stata prevista in data precedente l’incendio dagli strumenti urbanistici vigenti a tale data. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dalla direzione generale competente in materia del Ministero dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia ed è, altresì, vietata, per tre anni, la raccolta dei prodotti del sottobosco».

Avranno inoltre luogo ulteriori incontri per potenziare i punti di approvvigionamento idrico nei vari comuni, a disposizione dei Vigili del Fuoco per le emergenze.

È inoltre in corso di aggiornamento il Protocollo operativo varato in estate per rendere più fluida e omogenea l’attività di intervento coordinato in presenza di incendi.

Il Prefetto Natalino Manno ha rivolto a tutti gli attori in campo un ringraziamento per l’impegno nel comune obiettivo di tutelare l’incolumità pubblica e le bellezze del territorio, evidenziando come «La lotta agli incendi boschivi è una battaglia che nessuna Istituzione può vincere da sola. Per questo, è fondamentale la massima sinergia tra tutte le forze in campo (Protezione Civile, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco ed Enti Locali) e, soprattutto, è cruciale il senso di responsabilità di ogni cittadino. Il rispetto delle regole e la segnalazione tempestiva sono il primo e più efficace baluardo per tutelare il nostro prezioso patrimonio ambientale e garantire la sicurezza della comunità salentina».

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Otranto: quasi due milioni per il centro storico

Nel decreto firmato dal Ministro Giuli anche il finanziamento per il progetto di narrazione dell’eccidio dei Martiri del 1480

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Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha firmato il decreto per la programmazione delle risorse finanziarie destinate ai “Grandi Progetti Beni culturali” per l’annualità 2025.

«Nel caso di Otranto», dichiara il sindaco Francesco Bruni, «sono stati stanziati un milione e ottocentomila euro, riconnettendo agli interventi di riqualificazione del sistema degli spazi pubblici del centro storico di Otranto (Palazzo Melorio, Torre Duchesca/Camminamento di ronda), già
finanziati con precedente decreto del Ministero
».

Un progetto di narrazione relativo ai fatti storici dell’eccidio dei Santi Martiri di Otranto avvenuti nel 1480.

Detto progetto rientrerà in un più ampio Accordo di Valorizzazione, in corso di definizione, tra Direzione Regionale Musei del MIC e il Comune ai fini dell’inserimento di quest’ultimo ente all’interno del Sistema Museale Nazionale.

Sempre secondo il sindaco Bruni, «quest’ulteriore finanziamento è la testimonianza piena della attenzione del governo Meloni e del Ministro della Cultura verso la città di Otranto, ritenuta un luogo di rilevanza nazionale».

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