Tricase
Tricase: rallentate la “Cosimina”
Caro Direttore, ho letto con apprensione la riflessione (“il Gallo” n. 6 del 13 marzo 2010) su Cosimo Schirinzi, 28 anni, di Patù, morto in uno sfortunato incidente e colgo l’occasione per esprimere la mia opinione sull’articolo da voi segnalato. Nel vostro articolo date la colpa dell’accaduto alla circonvallazione “La Cosimina” e sottolineate come causa dell’incidente l’alta velocità e la pericolosità della suddetta circonvallazione (ci tengo a precisare che è una delle poche strade del Capo di Leuca asfaltata decentemente…). Ora, anche per rispetto per il povero Cosimo, vorrei fare una mia dinamica sull’incidente. Cosimo stava percorrendo la circonvallazione, quando ad un certo punto si è trovato davanti uno scatolo di cartone. Cosimo, non sapendo di cosa si trattasse, per istinto, in quegli attimi di panico, ha sterzato azzardatamente per evitare di sbattere contro il pericolo, per finire poi contro la macchina che veniva dal lato opposto. Ora vorrei arrivare al dunque: che ci faceva questo maledetto scatolo di cartone sul ciglio della strada? Forse dovremmo farci un esame di coscienza tutti, perché troppo spesso usiamo le nostre strade come pattumiere. Ormai basta uscire di casa per trovare di tutto, dai cartoni ai sacchi d’immondizia, dai pneumatici ai servizi sanitari…. E chi ne va di mezzo? L’ambiente in primis e poi, come al solito, la brava gente…
Salvatore Alessio, 21 anni
Caro Alessio, anch’io, come te, sono profondamente rammaricato dell’accaduto: la mia coscienza di genitore prima e l’obbligo civico poi mi hanno spinto a scrivere quello che penso. Non entro nel merito delle responsabilità, mi soffermo a fotografare la realtà: da quando è nata quella strada, troppi sono stati gli incidenti mortali e troppi gli scaricabarile ammantati da giustificazioni più o meno attendibili. E’ vero, il povero Cosimo ha scansato un cartone; è vero, noi salentini siamo degli zozzoni con uno scarso senso civico e scarichiamo tutto e di più dove capita; ma è anche vero che i Vigili su quel tratto di strada non effettuano mai dei controlli, che questo spinge molti a premere sull’acceleratore; ed è anche vero che se le due auto non avessero viaggiato a velocità sostenuta… lo scontro si sarebbe risolto con due semplici ammaccature. Torno a sostenere l’utilità della prevenzione su quella strada: azzardo che qualche controllo e qualche multa in più servirebbe a salvare, come la chiami tu, molta brava gente.
Luigi Zito
Appuntamenti
Una serata per Pasolini a Tricase, a 50 anni dal suo omicidio
L’idea dell’Associazione “Tricase, che fare?” in memoria dell’icona culturale del nostro Paese del secolo scorso

A Tricase l’Associazione “Tricase, che fare?” propone una serata in occasione dell’imminente 50esimo anniversario dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini.
In memoria dell’icona culturale del nostro Paese del secolo scorso, giovedì 30 si terrà l’evento che segue in locandina.
Cronaca
Tricase: chi abbandona i rifiuti in piazza?
Il soliti zozzoni col “vizietto” di riempire i luoghi pubblici di sacchetti della spazzatura

Siamo a Tricase in piazza dei Caduti.
Un luogo come tanti altri, almeno per il connotato di cronaca che segue.
Perché di cittadini incapaci del rispetto altrui ce ne sono tanti.
Tutti con il solito vizietto.
Quello di abbandonare rifiuti con una nonchalance che ne fa degli autori delle vere facce di… bronzo!
Perché aivoglia di prendercela con le istituzioni e chi ci governa a tutti i livelli se poi i primi a non rispettare e a non rispettarsi siamo proprio noi!
Un episodio come tanti ,dicevamo, quello di piazza Caduti a Tricase dove, peraltro, vi è l’aggravante della reiterazione del misfatto (non è la prima volta).
Ma il fatto che gli zozzoni di quella piazza (o che portano i sacchetti in quella piazza) non siano i soli non li salva certo dalal figura barbina che fanno e dalla misera dimostrazione di (in)civiltà che continuano a dare.
Giuseppe Cerfeda
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Cronaca
Ambulanze sporche e personale non autorizzato: chiesta revoca autorizzazione
Il mezzo oggetto della verifica era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica. Autista soccorritore e ausiliario non hanno poturo esibire i titoli autorizzativi. L’ambulanza controllata presso il nosocomio di Tricase effettuava il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi nel distretto di Gagliano del Capo

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L’Asl chiede di fermare le Ambulanze per la dialisi perché non rispondono ai requisiti igienici richiesti e il personale non è autorizzato.
Il Dipartimento Prevenzione Sisp Sud dell’azienta sanitaria leccese che in carico la “Disciplina per l’autorizzazione e la vigilanza per il trasporto di infermi e feriti”, ha dato seguito alla relazione di servizio a firma dei Tecnici della Prevenzione del S.I.S.P. Area Sud-Maglie.
Tutto è iniziato con un esposto al Dipartimento di Prevenzione presentato nel giugno scorso e con il quale veniva segnalato, da parte della ditta incaricata, il trasporto infermi e feriti (dializzati) con mezzi non idonei e da personale non qualificato.
Così qualche giorno dopo la segnalazione, personale ispettivo del Servizio Igiene e Sanità Pubblica – Area Sud Maglie del Dipartimento di Prevenzione, si è recato presso il Centro Emodialisi dell’ospedale di Tricase e ha sottoposto a controllo i mezzi di trasporto infermi in arrivo presso il nosocomio.
Era il 3 luglio e, intorno alle 7,20, sopraggiungeva un’ambulanza che trasportava un paziente dializzato.
Dalle verifiche effettuate sul posto, risultava che il mezzo, condotto da un uomo che dichiarava di avere anche la qualifica di ausiliario, e di proprietà di un’associazione di volontari convenzionato con l’Asl.
Sul mezzo era presente un altro uomo nella sua dichiarata qualità di autista soccorritore.
I due, però, non erano in grado di esibire la specifica autorizzazione né di produrre i titoli relativi alla qualifica di autista soccorritore.
Tali titoli non sono stati prodotti neanche successivamente.
Entrambi, quindi, risultavano sprovvisti di documentazione attestante l’idoneità per l’espletamento di tali mansioni.
Peraltro, il già menzionato personale «non risultava conforme ai dettami stabiliti dall’art.3, comma 3, della L.R.15.12.1993, n.27 e s.m.i.».
Il mezzo oggetto della verifica, poi, era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica.
Inoltre, dalla carta di circolazione è risultato come la revisione periodica del mezzo risultasse scaduta a marzo 2025, più di 3 mesi prima del controllo.
Dalle successive verifiche, effettuate presso di Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo è stato evidenziato come al momento dell’accertamento l’ambulanza effettuasse il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi per conto di una società cooperativa sociale omonima alla ditta proprietaria del mezzo.
Quindi il Dipartimento prevenzione Sisp Sud dell’Asl, preso atto che “l’associazione volontari titolare di autorizzazione per il trasporto di infermi e feriti Tipo “B” concedeva l’uso della propria ambulanza autorizzata, peraltro in pessime condizioni igienico-sanitarie e con revisione periodica scaduta in marzo 2025, a altro soggetto giuridico sprovvisto della prescritta autorizzazione».
Per questo ha poposto la revoca dell’autorizzazione al trasporto infermi e feriti con ambulanza Tipo “B” all’associazione titolare.
Associazione che, dalla richiesta di revoca (1° ottobre), ha tempo 60 giorni per ricorrere al Tribunale Amministrativo di Lecce o, in alternativa, 120 giorni per proporre un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
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