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Cronaca

Tricase: inchiesta penale sugli sversamenti nel porto, ispezionate 7 abitazioni

Il Cantiere civico sulle tematiche ambientali: « la classe politica di questo paese dovrebbe interrogarsi sull’efficacia e sulle criticità del contrasto alle cattive pratiche in tema ambientale»

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Nell’ambito dell’inchiesta penale sugli sversamenti di liquami nel Porto di Tricase, la Capitaneria ha ispezionato sette abitazioni private del lungomare C. Colombo per verificare il regolare allaccio alla rete fognaria.


Secondo i consiglieri di opposizione del Cantiere civico Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia, «è un atto necessario, logico e di buonsenso, che avevamo auspicato nel nostro precedente comunicato, dopo le dichiarazioni dell’AQP sull’inesistenza di perdite nelle loro condotte.


Seguiremo con attenzione l’evolversi delle indagini, ma è indifferibile una riflessione più ampia anche su numerosi altri episodi di incuria e di sporcizia ambientale».


Per questo, si legge iun un post su Facebook del Cantiere, «diventa necessario chiamare in causa l’operato dell’amministrazione comunale e l’efficacia dei servizi messi in campo per l’Estate, che abbiamo sollecitato per tempo in consiglio comunale e ricordato di recente a proposito di un altro episodio emblematico. Lo citiamo perché mette in evidenza l’indifferenza e l’ipocrisia che attanaglia chi governa a Palazzo Gallone nel suo rapporto con la Città».


Il tratto di strada che conduce da Tricase a Tricase Porto è stato a lungo “ornato” dagli arbusti alti e secchi su entrambi i lati. Quando verso la fine di luglio si è proceduto alla pulizia, lo sfalcio ha fatto emergere, tra i resti non raccolti degli arbusti, anche la presenza di rifiuti di vario genere: «Sono stati e sono ancora lì visibili, perché alla nostra sollecitazione a pulire è stato risposto che era compito della Provincia. Ma per i cittadini e per i turisti, che hanno dovuto associare il nostro territorio all’idea di sporcizia, può essere soddisfacente questa risposta?»


Il Cantiere civico sostiene che «lo stesso aspetto di desolante incuria e abbandono si è verificato nelle discese a mare, specialmente in località La Rotonda, documentate da numerosi reportage fotografici. Nessuna indulgenza o comprensione, sia chiaro, verso chi crede che sia possibile disporre dell’ambiente come di una pattumiera, dove buttare ciò che disgusta, pur di non intaccare la propria casa “dorata”. Ma va anche detto che da palazzo Gallone, negli ultimi tempi c’è stata indifferenza, quando non aperta ostilità, verso chi questo ambiente lo vuole preservare e valorizzare».

L’invettiva del Cantiere civico non si ferma qui: «Sempre più frequenti sono gli attacchi a chi ha fatto della bellezza dell’ambiente e della sua tutela un proposito di vita sociale. Da qualche tempo, le iniziative di sensibilizzazione, promosse per favorire l’approccio a un ecologismo vero e non di facciata o social, sono state apertamente contrastate.


Questa crescente insofferenza, dimostrata verso questo mondo, fornisce alibi e favorisce quei comportamenti sbagliati, dettati da indifferenza, menefreghismo e avversione verso le regole. Sono in continuo aumento i sacchi abbandonati nelle campagne oppure in cestini pubblici, o lasciati sulle coste. Come pure inquietano gli sprechi di litri e litri d’acqua che, presi dalle colonnine al servizio delle imbarcazioni, sono utilizzati impropriamente per docce personali».


Per i consiglieri di opposizione, prendendo spunto da queste indagini, «di cui bisognerà aspettare in rigoroso silenzio le conclusioni, la classe politica di questo paese dovrebbe interrogarsi sull’efficacia e sulle criticità del contrasto alle cattive pratiche in tema ambientale.


Questo perché tutti noi siamo chiamati a dare risposte, preventive e certe, e non a essere “strilloni” dopo che i fatti accadono».


Cronaca

Rifiuta alcol test, si spaccia per avvocato e minaccia i carabinieri: denunciato

Segnalato all’autorità giudiziaria un 56enne di Ruffano, che era stato fermato a bordo della sua vettura il 1° maggio per eccesso di velocità

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Una denuncia all’autorità giudiziaria è partita da Ruffano per un uomo accusato di violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale.

Si tratta di uomo del posto, di 56 anni, segnalato alla Procura dai carabinieri della locale stazione: avrebbe rifiutato di sottoporsi agli esami per rilevare l’assunzione di alcol o stupefacenti, e sarebbe reo anche di usurpazione di titoli.

E’ accaduto tutto durante la scorsa festività del 1° maggio. Il 56enne è stato fermato alla periferia del paese dai militari mentre era a bordo della sua auto a causa dell’eccesiva velocità.

Era in evidente stato di alterazione psicofisica ed ha rifiutato di sottoporsi agli accertamenti utili a verificare l’eventuale assunzione di alcol o stupefacenti.

Non solo: l’uomo si è spacciato per un avvocato ed ha minacciato i militari affinché lo lasciassero andare. Ai carabinieri avrebbe promesso di rivedersi presto in tribunale. A quel punto, non potendo procedere al controllo, i militari hanno messo a verbale quanto accaduto ed hanno proceduto con la segnalazione alla competente autorità giudiziaria.

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Cronaca

Tagliola autovelox, multato perché supera il limite di 1 Km

La sicurezza stradale e il rispetto del Codice della strada vengono prima di tutto, però…anche se la Cassazione con ordinanza 3698/2019 ha stabilito niente multa per chi sgarra di poco…..

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Autovelox spietato, multato per un km oltre il limite di velocità sulla Gallipoli-Lecce. La Cassazione: “Non deve pagare nessuna multa chi sgarra di poco”

Chiunque abbia preso una multa per eccesso di velocità sa, se si è avventurato nella lettura del verbale, che dalla velocità rilevata dall’apparecchiatura (autovelox, telelaser, tutor) bisogna sottrarre il 5% con un minimo di 5 km/h.

Se dopo aver effettuato questa operazione il risultato sarà superiore al limite, scatta la multa.

Altrimenti, l’automobilista è salvo. È la famosa tolleranza, prevista dall’articolo 345 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, dove si legge: “È disposto che per gli accertamenti della velocità, qualunque sia l’apparecchiatura utilizzata, al valore rilevato sia applicata una riduzione pari al 5% con un minimo di 5 km/h”.

Nella pratica, una rilevazione di 76 km/h diventa, ai fini dell’eventuale violazione e delle relative sanzioni, 71 km/h (-5 km/h).

Storicamente, le misurazioni sono effettuate all’unità di km/h.

Il bisogno di soldipardon, la sicurezza stradale e l’evoluzione tecnologica – stanno però imponendo misurazioni più raffinate.

Insomma, come nelle competizioni automobilistiche si viaggia sul filo dei millesimi, nei controlli della velocità si è passati a considerare i decimali.

È quello che fa, per esempio, a Gallipoli, il Velomatic 512D, che controlla la velocità media dei veicoli che transitano sul tratto della S.S. 101 (superstrada Gallipoli – Lecce) in direzione Lecce al km 35+500, il principale asse stradale che collega la provincia di Lecce con il sud Salento. Siamo solo a pochi kilometri da Gallipoli, sulla superstrada a due carreggiate con due corsie per senso di marcia.

Ebbene, questo famigerato apparecchio ha “multato” un cittadino perché “eccedeva di km/h 0,1 il limite imposto” di 70 km/h.

Dunque, la tagliola è scattata per appena 1 decimi di chilometro all’ora in più.

Verbale, inoltre, notificato a distanza di oltre sette mesi (sic !!!) e quindi prescritto.

La sicurezza stradale e il rispetto del Codice della strada vengono prima di tutto, però…  va ricordato anche che la Cassazione, con ordinanza 3698/2019, ha stabilito niente multa per chi sgarra di poco.

Quindi, nessuna sanzione per chi guidava ma, che per Giovanni D’Agata, presidente dello  “Sportello dei Diritti”, la dice ancora tutta su quanto continuino ad essere fallaci i sistemi di rilevazione elettronica delle infrazioni, nonostante i progressi della tecnica.

Insomma, un motivo in più per continuare nella lotta contro l’abuso che si fa di questo tipo di accertamenti, tra la risata che inevitabilmente ingenera la notizia e la miriade di ricorsi che continuiamo a predisporre contro le rilevazioni effettuate con queste macchinette infernali.

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Cronaca

Arrestato 19enne per detenzione di marijuana e hashish

Durante l’accertamento il 19enne mostrava segni di nervosismo, probabilmente dovuto al fatto che gli agenti hanno rinvenuto nella sue tasche 11 involucri di marijuana..

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La polizia di Nardò, durante il servizio di controllo del territorio, intensificato nella zona del centro storico, a causa il ferimento di un tunisino avvenuto qualche giorno fa, ha arrestato un 19enne per il reato di detenzione ai fini di spaccio mentre lo stesso si avvicinava ad un gruppo di ragazzi.

Durante l’accertamento il 19enne mostrava segni di nervosismo, probabilmente dovuto al fatto che gli agenti della Polizia di Stato hanno rinvenuto nella sue tasche 11 involucri di marijuana, per un peso di gr.20, e gr.5 hashish, suddivisi in confezioni già pronte per la vendita, nonché, 150 euro.

Nel corso della successiva perquisizione domiciliare, nonostante la madre dell’arrestato ostruisse il passaggio agli operatori e cercasse di nascondere altra sostanza stupefacente detenuta dal ragazzo, egli consegnava spontaneamente tutta la droga in suo possesso.

Ovverosia, uno zaino contenente gr. 260 di marijuana, ulteriori gr.230 di hashish e 11 bustine di marijuana corrispondenti a gr.30, materiale per il confezionamento e 400 uro. Complessivamente venivano sequestrati: gr.310 di marijuana, gr.235 di hashish e la somma di 550 euro.

Il giovane, incensurato, veniva arrestato e, su disposizione dell’A.G., posto agli arresti domiciliari.

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