Cronaca
Estrazione abusiva di carparo: maxi sequestro del NOE
Esercitavano attività estrattiva in assenza di autorizzazioni in area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico e faunistico. Beni per 1,3 milioni di euro sequestrati a due società
I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, nell’ambito di specifici servizi di controllo ambientale finalizzati alla verifica del corretto svolgimento delle attività estrattive del carparo, hanno effettuato un doppio sequestro per un valore complessivo di circa un milione e 300mila euro.
A Gallipoli, in località’ “Mater Gratiae”, sono state sottoposte a sequestro preventivo d’urgenza due aree utilizzate da due distinte società , all’interno delle quali, all’atto dell’intervento del NOE, si stava effettuando abusivamente attività estrattiva di conci di carparo e successiva lavorazione preliminare alla commercializzazione.
Nel primo caso, oltre ad un’area di circa 15mila metri quadrati, sono stati sottoposti a sequestro:
– un manufatto utilizzato come ufficio;
– macchinari utilizzati per la squadratura dei conci di carparo;
– tre autocarri, una ruspa, un muletto;
– centinaia di metri di binari in ferro utilizzati per lo scorrimento delle macchine scalzatrici utilizzate per il taglio della pietra;
– svariate decine di balle di conci di carparo già pronte per la vendita.
Nel secondo caso l’area sequestrata è di circa duemila metri quadrati. Assieme ad essa sono stati sottoposti a sequestro :
– tre prefabbricati utilizzati come deposito ed uffici;
– sei macchinari utilizzati per l’estrazione e la lavorazione del carparo.
– un binario in ferro per lo scorrimento della scalzatrice utilizzata per il taglio della pietra;
– decine di balle di conci di carparo già pronte per la vendita.
Per i rappresentanti legali delle due società è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica di Lecce. L’ipotesi di reato principale contestata dal NOE è quella dell’esercizio di attività estrattiva in assenza di autorizzazioni in area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico e faunistico. A questa si aggiungono anche l’omessa presentazione della denuncia di inizio lavori ad autorità competenti ed agli organi di vigilanza; l’omessa presentazione del documento di sicurezza e salute all’ufficio minerario regionale; l’omesso deposito della nomina del direttore tecnico della cava; l’omessa presentazione della richiesta di autorizzazione alle emissioni in atmosfera; e l’attivazione di scarico di acque reflue in assenza di autorizzazione.
Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa un milione di euro nel primo caso e a 300mila euro nel secondo. Degli avvenuti sequestri operati d’iniziativa dal NOE è stata immediatamente informata l’autorità giudiziaria ed anche quella amministrativa, rappresentata dall’ufficio minerario regionale, fatto intervenire sul posto con personale tecnico.
Cronaca
Scontro frontale sulla SS275, morta una donna
La vittima era alla guida di una Fiat 600. Fatale l’impatto con un furgone Mercedes Citan
Uno scontro tra due auto sulla SS 275 è risultato fatale per Anna Maria Fanciullo, 68 anni, di Surano.
L’impatto è avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi sulla Maglie-Leuca, in direzione sud, nei pressi di Scorrano, sulla strada a due corsie.
La vittima era alla guida di una Fiat 600 quando, per cause ancora in fase di accertamento, si è scontrata frontalmente con un furgone, un Mercedes Citan.
La donna stando ai primi rilievi sarebbe deceduta sul colpo.
L’uomo alla guida del Mercedes invece ha riportato ferite lievi e per questo è stato soccorso dal personale del 118 intervenuto sul posto.
Sul luogo dello scontro anche i carabinieri della sezione radiomobile di Maglie, cui spetta il compito di ricostruire la dinamica dell’accaduto.
Necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Maglie, che hanno dovuto estrarre il corpo della vittima dalle lamiere dell’utilitaria e mettere in sicurezza l’area.
Per qualche ora la strada è rimpasta chiusa al traffico per consentire tutte le operazioni.
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Attualità
Comitato “No Burgesi”, lettera aperta ai candidati delle Regionali
In vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre , il Comitato No Burgesi ha inviato una lettera aperta a tutti i candidati delle varie liste elettorali, chiedendo una presa di posizione chiara e concreta sulla gestione dei rifiuti in Puglia e, in particolare, sulla vicenda della discarica di Burgesi.
La lettera denuncia la delibera regionale n.130 dell’11 febbraio 2025, che autorizza nuovi conferimenti di rifiuti nel sito di Burgesi, già da 35 anni sotto osservazione per gravi forme di inquinamento ambientale e sanitario. Il Comitato, sostenuto da oltre 40 associazioni locali, chiede ai candidati di impegnarsi pubblicamente per:
- annullare la delibera n.130 e ogni suo effetto;
- chiudere definitivamente la discarica di Burgesi;
- avviare la bonifica del sito.
Il Comitato invita tutti i candidati, in particolare quelli salentini, a comunicare agli elettori una posizione chiara sul Piano Regionale dei Rifiuti Urbani (PRGRU), affinché il voto sia davvero consapevole e orientato al bene comune del territorio e della comunità salentina.
LA LETTERA
Cronaca
Sversava rifiuti in una cava, incastrato dalle telecamere
I carabinieri forestali denunciano imprenditore edile. Sequestrata vecchia cava trasformata in discarica in località “Boncore” tra Nardò e Porto Cesareo
I Carabinieri Forestali del Nucleo di Gallipoli, dopo approfondite indagini con l’aiuto di telecamere, hanno individuato il responsabile di abbandoni e smaltimenti abusivi di rifiuti sul ciglio di una cava dismessa, in località “Boncore” dell’agro di Nardò, non lontano da Porto Cesareo.
I rifiuti speciali scaricati nella cavità erano costituiti per la maggior parte da scarti di demolizioni e ristrutturazioni edili, compresi rottami di rubinetterie, plastiche, ferro, sanitari fuori uso, materassi, cartoni, resti di mobilio e anche batterie.
Le immagini delle telecamere, posizionate dai militari, hanno permesso di risalire alla proprietà dell’autocarro che effettuava gli scarichi abusivi, realizzando una vera e propria discarica, e pertanto è stato deferito alla Procura della Repubblica di Lecce il titolare di una impresa edile.
All’ imprenditore sono stati contestati i reati di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, con smaltimento non autorizzato e realizzazione di discarica abusiva.
Tutta l’area di cava trasformata in discarica, della superficie di circa 1.300 metri quadri, è stata sottoposta a sequestro preventivo, per evitare l’ulteriore aggravarsi della situazione di abuso e degrado ambientale
I Carabinieri Forestali continuano a vasto raggio, anche con l’uso di telecamere, droni e sorvoli da elicottero, l’azione di contrasto al “rifiuto selvaggio”, quindi alla gestione illecita di rifiuti, attraverso il contrasto al trasporto e smaltimento abusivo, responsabili dello stato di degrado di diverse aree del territorio salentino.
Si ricorda che la gravità del fenomeno, anche in altre regioni italiani, ha indotto il legislatore a decretare un inasprimento delle pene contenute nel Testo Unico.
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