Attualità
Una voce da Serie A
Una tricasina nel coro di “O Generosa”, l’inno del Maestro Allevi per il massimo campionato di calcio italiano
Un po’ tutti, appassionati di sport e non, abbiamo ascoltato almeno una volta il nuovo inno che precede le partite del campionato italiano di calcio da questa stagione. Pochi però sapranno che tra quelle note, c’è una voce salentina. Nel coro che canta “O Generosa” del Maestro Giovanni Allevi, c’è Francesca Indino, 29enne tricasina con la passione per il canto sin dall’infanzia. Francesca ha salutato il Salento a 19 anni per trasferirsi a Parma per studio e lavoro. Si è laureata in Scienze della Comunicazione e diplomata al Conservatorio in canto lirico prima di trasferirsi, pochi mesi fa, a Venezia. Vive quotidianamente l’amore per la musica e coltiva il sogno di poterne fare stabilmente un lavoro. L’abbiamo incontrata per farci raccontare, innanzitutto, come nasce la passione per il canto.
“Nasce con me”, ci racconta, “sin da piccola ho sempre cantato: nelle recite scolastiche, nei gruppi di pizzica salentina, alle assemblee d’istituto e nei musical al liceo. Ma la passione per il canto lirico la devo a mio nonno e a mia madre. Loro ascoltavano spesso l’opera e io giravo per casa vocalizzando le arie più popolari, facendo impazzire i miei genitori. Finché non ho deciso di provare a fare l’audizione per entrare a studiare in conservatorio nel corso di canto lirico”.
Dove ha mosso i primi passi la tua giovane carriera?
“Ero quasi alla fine del percorso di studi, stavo preparando l’esame per diplomarmi quando arrivò la splendida opportunità, nel 2014, di fare la mia prima audizione professionistica per uno dei ruoli da protagonista in una compagnia d’operetta. Il titolo in questione era “Cin ci là”, di Carlo Lombardo con musiche di Virginio Ranzato. Quattordici spettacoli al Teatro Quirino di Roma, per i quali fui scelta”.
Poi una piccola scalata…
“Dall’anno scorso ho iniziato a collaborare stabilmente con diversi cori. Con il Coro della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano ho partecipato alla produzione dell’opera Mosè in Egitto di G.Rossini, presso il Duomo di Milano. Con il Coro dell’Opera di Parma, la scorsa estate, ho partecipato al decimo “Festival d’Art Lyrique de Salon-de-Provence” e il 26 settembre, al concerto per la riapertura del Duomo di Carpi (danneggiato dal terremoto del 2012) nel quale abbiamo eseguito la Messa di Gloria di P. Mascagni. Con la stessa compagine ho preso parte ad alcune produzioni di Carmen di G.Bizet e Boheme di G.Puccini in vari teatri d’Italia. Fino a far parte del coro del Maestro Giovanni Allevi”.
Cosa ha significato per te lavorare con Allevi?
“Un onore ed un vero piacere perché, oltre ad essere un grande artista, è anche una grande persona. Entrare nella sala di registrazione per incidere qualcosa che non era mai stato ancora cantato da nessuno e scoprire assieme ai miei colleghi che stavamo per incidere l’inno della seria A di calcio è stato davvero entusiasmante. Il maestro sprizzava gioia da ogni capello! Basta guardare il video del backstage della registrazione di “O Generosa” per capirlo. La stessa emozione l’ho vissuta in occasione della prima esecuzione dal vivo dell’inno della Serie A, nell’Auditorium di via della Conciliazione a Roma. E col Maestro abbiamo anche numerosi impegni nei prossimi mesi, a partire dagli appuntamenti del 13 maggio all’Auditorium Lingotto di Torino e del 18 maggio al Teatro degli Arcimboldi di Milano”.
Qual è l’esperienza che ti ha resa più orgogliosa del tuo talento?
“È difficile dirlo con esattezza. Nonostante ne abbia fatte ancora poche, sono tutte uniche. Sicuramente la collaborazione con il M° Allevi è una di queste. Ma anche il video promozionale per Lucia di Lammermoor, di G.Donizetti, che ho girato lo scorso febbraio per il Teatro Regio di Parma in collaborazione con l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna mi rende orgogliosa”.
Vivi lontano da casa. Cosa ti manca di più? A cosa non puoi rinunciare quando vi torni?
“Da dieci anni ormai non vivo più nel mio Salento. Ho vissuto a Parma fino a pochi mesi fa, quando l’amore mi ha portata a Venezia. Mi manca il sole della mia campagna, la brezza marina sul viso, il profumo della cucina della nonna, il vociare delle lunghe tavolate di famiglia e…potrei continuare all’infinito! Quando torno a casa non possono mancare gli appuntamenti con il pasticciotto, il rustico e la mozzarella. E nella valigia prima di andar via, oltre al magone, non possono mancare l’olio ed il vino del nonno, della salsa e dei “boccacci” della nonna, un po’ de nostro buon caffè e, ovviamente, le frise!”.
Hai progetti o sogni per il futuro?
“Non si finisce mai di studiare e migliorarsi in questo campo. Continuo a tenere i piedi per terra e a fare il mio lavoro da commessa, e al contempo non smetto di studiare, in primis per me stessa (“me lo devo”) ed anche per il profondo amore che nutro nei confronti della musica. E poi chissà…”.
Lorenzo Zito
Attualità
Santa Cesarea, 18 milioni di motivi per recuperare il Polo Termale Sportivo
Finanziamento destinato al recupero e al rilancio della più grande opera incompiuta del Salento, in stato di abbandono da quasi 25 anni
«Santa Cesarea è nelle mie radici e nel mio cuore: aiutarla a rinascere sarà il mio orgoglio più grande».
È con queste parole l’on. Andrea Caroppo, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha annunciato nella conferenza stampa tenuta assieme al sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve, l’arrivo di 18 milioni di euro destinati al recupero e al rilancio del Polo Termale Sportivo di Santa Cesarea Terme, la più grande opera incompiuta del Salento, in stato di abbandono da quasi 25 anni.
Il finanziamento, reso possibile grazie al progetto “Turismo delle Radici” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, rientra nell’Accordo di Coesione sottoscritto nei giorni scorsi tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito della programmazione nazionale 2021-2027 per la coesione territoriale.
Con questi fondi si realizzerà un intervento di recupero che consentirà di restituire vita e funzione pubblica al complesso termale e sportivo, da anni abbandonato, trasformandolo in un polo di benessere, accoglienza e sviluppo economico al servizio dell’intero Salento.
«Un risultato concreto», sottolinea Caroppo, «reso possibile grazie alla straordinaria sensibilità del Ministro Antonio Tajani, che ringrazio per aver voluto destinare risorse così importanti a un territorio che da troppo tempo attende di poter rinascere
«Il Polo Termale Sportivo», ha aggiunto Caroppo, «è il simbolo di un’occasione perduta che oggi torna a essere una grande opportunità per tutto il territorio. È la prova che, con visione e collaborazione tra istituzioni, anche le pagine incompiute possono diventare storie di rinascita».
Dello stesso avviso anche il sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve, che ha espresso profonda soddisfazione per il risultato conseguito: «Quella di oggi è una giornata storica che consente alla nostra Santa Cesarea Terme di guardare al futuro con fiducia e rinnovato ottimismo. Non è un punto di arrivo, ma neppure un punto di partenza: rappresenta una tappa fondamentale di un percorso iniziato oltre dieci anni fa, che sta restituendo alla nostra città la possibilità di rinascere in tutti i sensi».
Il sindaco ha anche ricordato il lungo cammino che ha interessato il complesso del Nuovo Centro Termale e dell’area degli impianti sportivi P.I.M., evidenziando come si tratti di «un passato da superare che oggi diventa occasione di nuova ricchezza, di crescita turistica e di opportunità di lavoro per le nostre famiglie. È doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo: dai colleghi amministratori agli uffici comunali, fino a chi, come l’onorevole Andrea Caroppo, si è impegnato in prima persona per il futuro e il benessere del nostro territorio. Senza impegno, dedizione e gioco di squadra», ha concluso Bleve, «questi risultati non sarebbero possibili».
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Appuntamenti
Santa Cesarea: 18 milioni per il Polo Termale Sportivo
Finanziamento stanziato dal Ministero degli esteri nell’ambito de il “Turismo delle Radici”. Domattina la conferenza stampa di presentazione
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Una conferenza stampa per illustrare il finanziamento di 18 milioni di euro stanziato dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, rientrante nella strategia nazionale per promuovere il “Turismo delle Radici”.
Il finanziamento è destinato al recupero e alla riqualificazione del Polo Termale Sportivo di Santa Cesarea Terme.
Alla Conferenza, in programma domani, a partire dalle ore 10,30, presso la sala consiliare del Comune di Santa Cesarea Terme (via Roma, 159), interverranno il sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve e l’on. Andrea Caroppo.
Attualità
Natale di disagi in 20 uffici postali
Comunità senza sportelli e Atm, lavoratori sotto stress. Tra novembre e aprile si succederanno ben 14 chiusure nel Salento: ma le difficoltà saranno ben più diffuse. La Cgil chiede l’intervento del Prefetto. Ristrutturazioni in contemporanea per il progetto Polis, alle quali si sommano le chiusure per eventi criminosi. Cgil, Slc e Spi chiedono un tavolo prefettizio e fanno appello ai sindaci per pretendere l’apertura di uffici mobili.
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Si preannuncia un Natale… di passione per utenti e lavoratori degli uffici postali salentini.
Nel periodo festivo e in quello prenatalizio Poste Italiane chiuderà undici uffici postali, il cui carico di lavoro sarà riversato su sei sedi extra comunali (oltre che in due container ed in altri uffici nel medesimo Comune).
La nuova organizzazione riguarderà complessivamente 20 uffici postali.
I disagi si avvertiranno in 18 centri abitati.
Le chiusure sono disposte quasi tutte nell’ambito di “Polis”, progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha come obiettivi ammodernamento e digitalizzazione degli uffici postali nei piccoli centri abitati d’Italia.
In provincia di Lecce i disagi provocati da questi lavori di ristrutturazione vanno però a sommarsi a quelli prodotti dagli assalti ai postamat degli ultimi mesi, che hanno causato lunghi lavori di ristrutturazione e l’attivazione degli Atm solo nell’orario di apertura degli uffici.
Cgil, Slc e Spi chiedono la convocazione di un tavolo al Prefetto e fanno appello ai sindaci affinché pretendano l’apertura di uffici mobili nei comuni interessati dalle chiusure.
LE CHIUSURE
Nelle prossime settimane Poste Italiane, nel solco del completamento del progetto Polis, procederà, dunque, alla totale chiusura dei seguenti uffici postali (tra parentesi il periodo di chiusura e l’ufficio postale che prenderà in carico l’attività): Acquarica del Capo (dal 20 novembre al 7 aprile, con appoggio su Presicce), Castro (fino al 7 aprile, su Vignacastrisi), Galatina 1 (fino al 10 dicembre, su Galatina), Leverano (fino al 29 dicembre per evento criminoso, su container), Melendugno (dal 17 novembre al 7 gennaio, su Calimera), Sanarica (dal 26 novembre al 13 aprile, su Minervino), Spongano (dal 4 novembre al 15 dicembre, su Diso), Squinzano (dal 9 dicembre al 28 gennaio, su Campi Salentina), Surbo (fino all’11 dicembre, su un container nella stessa Surbo in piazza Aldo Moro), Trepuzzi (dal 24 novembre al 13 gennaio, su Novoli), Vernole (dal 25 novembre al 13 aprile, su Castrì di Lecce).
A queste chiusure, che attraversano il periodo natalizio o lo sfiorano, si aggiungono anche quelle di Tiggiano (fino al 17 novembre, su Alessano), Sogliano (fino al 26 novembre, su Cutrofiano).
DANNI A COMUNITÀ, ANZIANI E LAVORATORI
Le comunità servite dagli uffici chiusi (tranne dove è stato attivato l’ufficio mobile nel container) per utilizzare i servizi postali e per i prelievi dagli Atm dovranno spostarsi, perciò, in altri comuni.
Dal canto loro le comunità che ospiteranno il carico derivante dalle chiusure dovranno sicuramente fronteggiare rallentamenti ed attese finora sconosciute.
Come evidenziano i segretari generali Tommaso Moscara (Cgil Lecce), Monia Rosato (Slc Cgil Lecce) e Fernanda Cosi (Spi Cgil Lecce), «L’impatto sarà forte soprattutto sulla popolazione più anziana, a lungo sensibilizzata a rivolgersi agli sportelli per evitare scippi e furti, e che ora devono fare i conti con un’oggettiva difficoltà a spostarsi da un comune all’altro. Il tutto avviene nell’ambito dell’accordo Polis, firmato da Slp Cisl, ConfsalCom, UglCom e Failp Cisal, ma non sottoscritto da Slc Cgil e UilPost. Soprattutto avviene senza tenere in alcuna considerazione i disagi causati a cittadini e dipendenti, quando di norma Poste Italiane dovrebbe prevedere l’installazione di appositi container che suppliscono alla chiusura temporanea dell’ufficio».
«Siamo consapevoli che il completamento del progetto Polis serva a migliorare i servizi nelle piccole comunità», spiegano i segretari generali territoriali di Cgil, Slc e Spi. «esprimiamo, però, dissenso su una programmazione dei lavori calata piramidalmente dalla Direzione Lavori di Poste Italiane. Un modus operandi che viola la normativa e che non tiene il polso della situazione locale, soprattutto in un periodo di per sé critico come quello prenatalizio, in cui è facilmente prevedibile un vero e proprio assalto dei cittadini per le scadenze di fine anno, per gli invii dei pacchi postali o ancora per il pagamento delle mensilità e delle tredicesime ai pensionati. Il tutto aggravato dalle limitazioni sull’uso degli Atm per disposizioni di ordine pubblico. Chiediamo al prefetto l’apertura di un tavolo alla presenza delle organizzazioni sindacali e si fa appello ai sindaci di pretendere l’installazione di un ufficio mobile».
CONSEGUENZE SUL LAVORO
«Da non sottovalutare inoltre le ripercussioni sul benessere del personale, come sottolinea Monia Rosato: «La nuova organizzazione del lavoro crea una serie di conseguenze di carattere logistico e di trasporto. Questa situazione rende precaria la condizione lavorativa dei lavoratori postali interessati. Oltre a subire le crescenti pressioni commerciali dall’azienda, nelle prossime settimane saranno sottoposti anche ad un evidente e pesante carico di lavoro aggiuntivo, allo stress lavorativo costante, alla mobilità sul territorio e ad una flessibilità operativa dovuta alla mancanza di spazi»
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