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Una pittrice salentina alla Pro Biennale di Venezia

Elena Gollini: “Chiunque si accosti alla pittura di Monia rimane colpito e stupito dalla pulsione vibrante dei suoi racconti scenici”

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È senza dubbio un positivo traguardo raggiunto dalla pittrice salentina (è originaria di Taurisano e vive a Presicce-Acquarica) Monia Micaletto, quello di prendere parte all’evento espositivo di Pro Biennale, previsto dal 13 al 17 maggio presso Spoleto Pavilion a Venezia.


Questa manifestazione, che celebra l’arte contemporanea nazionale e internazionale, gode del supporto di esponenti esperti e personaggi noti (tra i quali il professor Vittorio Sgarbi, il professor Francesco Alberoni, la giornalista scrittrice Silvana Giacobini).


La Micaletto all’interno dell’allestimento della Pro Biennale partecipa con due opere pittoriche di incantevole fattezza (intitolate “Karim” e “Innocenza”) che ispirano da subito un afflato sostanziale comunicativo potente e un virtuosismo di orchestrazione formale altrettanto intenso.


Nell’osservare con attenta recettività percettiva queste due creazioni, si comprende come pur avendo dei soggetti figurali diversi e distinti, entrambe abbiano un filo conduttore che le unisce simbolicamente, un magico fil rouge connaturato ad esse e alla loro genetica costitutiva.

Infatti, la Micaletto conferisce sempre una particolare profondità visionaria, catturando quel quid unico e speciale che contraddistingue in modo esclusivo e peculiare, facendo emergere appieno la componente animista e spirituale e soffermandosi sull’aspetto e sul tratto interno, fondamentale per infondere quell’enfasi di umanità autentica. I quadri della Micaletto non si limitano mai ad una formula descrittiva in senso lato e fine a se stessa, ma hanno sempre a monte una radice di fondamento contenutistica di grande pregio. Aver raggiunto dei livelli di eccellente qualità nel racconto pittorico visivo, permette alla Micaletto di esplorare con accurata dovizia anche l’apparato insito e sotteso, che fa capo alla dimensione dell’ego, scavando e scandagliando l’elemento della psiche in ogni anfratto recondito.


In questa prospettiva di pensiero riflessivo,  Elena Gollini ha dichiarato: “Chiunque si accosta alla pittura di Monia rimane colpito e stupito dalla pulsione vibrante dei suoi racconti scenici e delle sue narrazioni coreografiche. Il modus pingendi di Monia è strettamente coeso con la sua identità di donna-artista, con la sua aspirazione a fare arte come missione-vocazione pura e incondizionata e al contempo con il desiderio di rendersi fautrice e portavoce di un’arte, che abbia anche una valenza socialmente utile e possa fungere da promotrice di messaggi da diffondere e divulgare senza filtri e senza maschere. Per Monia l’arte è in primis un medium per veicolare e condividere e si discosta da qualunque genere di massificazione e mercificazione, da qualsivoglia finzione e ambiguità. Ecco, perché le sue raffigurazioni di solenne eleganza poetica rispecchiano quell’innocenza naturale e spontanea, trasparente e inviolata, un’innocenza che riprende anche il titolo di un’opera e include in modo trasversale tutto il sentire e il pensiero genuino e non inquinato della forma mentis creativa di Monia”.


Le opere di Monia Micaletto nel mese di gennaio sono state esposte nella sede della Pro Loco di Tricase.





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Dialoghi sulla Giustizia e sulla Legalità a Patù

Ospiti Francesco Mandoi, già Procuratore Nazionale Antimafia Aggiunto, con un’esperienza trentennale nel contrasto alla criminalità organizzata, e Roberto Tanisi, già Presidente del Tribunale di Lecce e autore di numerose pubblicazioni sui temi del diritto e della giustizia

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Patù si prepara a ospitare un momento di confronto culturale di grande prestigio.

Domani, venerdì 12 dicembre, nella Sala Consiliare del Comune, si terrà l’incontro dal titolo “Dialoghi sulla Giustizia e sulla Legalità”.

La serata vedrà protagonisti due magistrati di spicco, la cui fama non si limita al contesto salentino.

Gli ospiti saranno Francesco Mandoi, già Procuratore Nazionale Antimafia Aggiunto, con un’esperienza trentennale nel contrasto alla criminalità organizzata, e Roberto Tanisi, già Presidente del Tribunale di Lecce e autore di numerose pubblicazioni sui temi del diritto e della giustizia.

Al centro dell’incontro ci saranno anche le loro ultime pubblicazioni.

Né eroe né guerriero, ricordi e sfide di un magistrato di Mandoi, edito da Besa con prefazione del giudice Nino Di Matteo, racconta le sfide e le esperienze di una carriera nella magistratura.

Il Sillabario minimo della giustizia di Tanisi, pubblicato da Chiriatti, offre una riflessione sintetica e originale sui principi e il funzionamento del diritto.

La serata si aprirà con i saluti del sindaco Gabriele Abaterusso e del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo SalveMorciano Patù, Gianni Sergi.

Nell’occasione, l’amministrazione comunale donerà una copia della Costituzione italiana a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno compiuto 18 anni, un gesto simbolico che lega l’evento alla formazione civica delle nuove generazioni.

La Libreria Idrusa di Alessano curerà il banchetto dei libri.

Coordinerà l’incontro  la giornalista Luana Prontera, che negli anni ha approfondito i temi legati alla legalità, all’antimafia sociale e alla comunicazione di prossimità.

Il dialogo si snoderà tra le esperienze dei magistrati e le questioni del presente, mettendo in luce oltre al contenuto dei libri anche le esperienze e i percorsi umani e sociali che li attraversano.

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Archivi della Memoria orale: tra tracce e narrazioni

Nel pomeriggio al Centro di Documentazione delle Musiche Popolari di Palazzo Marchesale a Melpignano, un convegno che invita a scoprire il valore profondo degli archivi e il loro ruolo nel custodire l’identità di un territorio

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Un viaggio nel cuore pulsante della memoria del Mezzogiorno, tra storie, voci e visioni che continuano a trasformare il presente.

Questo pomeriggio, alle ore 17,30, il Palazzo Marchesale di Melpignano, che ospita il Centro di Documentazione delle Musiche Popolari, apre le sue porte a “Archivi della Memoria orale: tracce e narrazioni”, un convegno che invita a scoprire il valore profondo degli archivi e il loro ruolo nel custodire l’identità di un territorio.

Un’occasione unica per esplorare il prezioso Fondo Luigi Chiriatti e confrontarsi sulle sfide – umane, culturali e tecnologiche – che accompagnano la gestione degli archivi orali.

Dopo i saluti della sindaca Valentina Avantaggiato interverranno voci autorevoli del panorama archivistico e culturale nazionale.

Donato Pasculli, Direttore dell’Archivio di Stato di Lecce, offrirà una riflessione sul ruolo dell’archivistica pubblica nella tutela della memoria collettiva. Manuela Iannetti, direttrice di Archivissima, il più importante festival italiano dedicato agli archivi, porterà l’esperienza del racconto culturale attraverso nuovi linguaggi.

Giovanni Chiriatti, editore e anima di Kurumuny Edizioni, racconterà la visione che ha guidato la costruzione del Fondo Chiriatti.

Massimiliano Morabito, etnomusicologo e musicista, condividerà esperienze sul campo e prospettive di ricerca dopo aver dedicato un volume alla figura di Alan Lomax.

Chiara Marola, giornalista, musicista e direttrice del festival Scalero, offrirà uno sguardo interdisciplinare sul rapporto tra voce, territorio e contemporaneità.

A moderare, la giornalista Giorgia Salicandro, da anni impegnata nella divulgazione culturale nel Salento.

Il convegno rappresenta il secondo appuntamento del programma di attività nato attorno al Centro di Documentazione Musiche Popolari, inaugurato il 22 ottobre: un progetto visionario con cui Melpignano dà voce ai patrimoni materiali e immateriali del territorio. Grazie ai fondi PNRR (M1C3 – Investimento 2.1, Attrattività dei Borghi – Linea B), l’Amministrazione ha potuto acquisire e rendere pubblico l’immenso Archivio di Luigi Chiriatti, frutto di oltre cinquant’anni di ricerca e oggi consultabile sul portale centrodocumentazionemelpignano.it.

Più di 4 terabyte di registrazioni, fotografie, interviste e documenti etnografici, organizzati in otto grandi aree tematiche grazie al lavoro specialistico di Emanuela Candido (Imago Cooperativa Sociale di Lecce) e catalogati sulla piattaforma Archiui.

Ma il Centro è molto più di un archivio: è un luogo che si attraversa, uno spazio che vibra. Due installazioni immersive, nate da un progetto sostenuto dalla Regione Puglia e firmate dall’artista internazionale Massimiliano Siccardi e dall’architetta salentina Raffaela Zizzari, trasformano documenti e luoghi storici in esperienze emozionanti.

Una è dedicata all’Archivio Chiriatti; l’altra, site-specific, restituisce voce alle scritte dei detenuti delle antiche prigioni di Melpignano, trasformando un luogo di dolore in un potente esercizio di memoria condivisa. Il Centro diventa così una soglia: un ponte tra passato e futuro, un laboratorio in cui comunità, culture e narrazioni continuano a rigenerarsi.

Come ricorda la sindaca Avantaggiato: «Un archivio non è solo conservazione, è un corpo vivo che costruisce futuro». Melpignano dà a studiosi, appassionati e viaggiatori curiosi l’opportunità di ascoltare la voce dei suoi archivi.

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Fam(m)i d’Amore

Due facce della stessa medaglia: anoressia e bulimia. Da un’idea di Vincenza De Rinaldis, “Borgo in Scena” presenta la prima assoluta. Domani, dalle 19, all’auditorium del Museo Castromediano di Lecce

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Due giovani donne, si incontrano in uno spazio sospeso tra realtà e memoria.

Ognuna racconta la propria storia, il proprio rapporto con il cibo e con lo specchio, la propria “fame” d’amore e di riconoscimento.

Una cerca il controllo negando il cibo, l’altra tenta di riempire un vuoto interiore attraverso di esso: due facce della stessa medaglia — anoressia e bulimia.

Attraverso parole, gesti e immagini evocative, le due protagoniste danno voce a un disagio profondo ma anche alla possibilità di cambiamento.

Nel dialogo emergono la fragilità dell’adolescenza, la ricerca d’identità, il bisogno di ascolto e la speranza che nasce quando si impara a guardarsi con occhi nuovi.

Lo spettacolo, a cura della compagnia Finibus Terrae Teatro, in programma domani, venerdì 12 dicembre (sipario alle 19) presso l’auditorium del Museo Castromediano di Lecce, non si limita a raccontare il dolore, ma apre alla consapevolezza e alla rinascita: l’amore più importante, quello che salva, è l’amore per sé stessi.

Drammaturgia di Francesca Danese; in scena Vincenza De Rinaldis e Francesca Danese; regia di Fabio Rubino.

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