Attualità
Fotovoltaico: la Provincia contro gli impianti
(24 febbraio) – “Occorre dare ai Comuni un segnale forte sulla necessità di pianificare gli insediamenti degli impianti fotovoltaici e di limitarne la diffusione incontrollata”, ha dichiarato il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, “ma la materia andava meglio regolamentata dalla Regione. E’ vero che la legge regionale attribuisce ai Comuni il potere di decidere sulle aree da destinare ad insediamenti di questo tipo, ma diverso sarebbe stato se la legge avesse stabilito che la realizzazione degli impianti fotovoltaici poteva essere autorizzata a condizione che i Comuni fossero dotati di una pianificazione del territorio in tal senso”.
A conclusione del lungo e appassionato dibattito svoltosi nell’aula consiliare di Palazzo dei Celestini, sulla deliberazione avente per oggetto “La realizzazione di impianti da fonti energetiche alternative. Impianti fotovoltaici. Indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale”, il presidente Gabellone non si è limitato a sottolineare l’importanza del provvedimento, approvato all’unanimità. “E’ alto il grido di dolore per il mancato il mancato trasferimento alle Province delle deleghe su questa materia da parte della Regione”, ha aggiunto il presidente Gabellone, “sono le Province le vere conoscitrici del proprio territorio, dei suoi aspetti naturali e paesaggistici, spesso molto diversi nella stessa regione. E dovrebbero essere questi enti territoriali a pianificare ed individuare le aree da destinare a questo tipo di impianti, magari facendo convergere in essere gli interessi ed i bisogni di più Comuni. Le Province, invece, non hanno strumenti decisionali, ma avvertono l’obbligo morale e porre all’attenzione della Regione ed alla sensibilità dei Sindaci, che il problema c’è e va affrontato tenendo conto dei rischi di devastazione del territorio, da evitare nell’interesse delle Comunità che ritengono, a ragione, che le peculiarità naturali e paesaggistiche vadano salvaguardate come strumenti di sviluppo e di crescita e non colpevolmente sacrificate ad interessi di pochi”.
Gli interventi di numerosi consiglieri di maggioranza su questo argomento, sono serviti ad analizzarlo in tutti i suoi aspetti. Sono stati rilevati, soprattutto, i rischi di inquinamento paesaggistico che deriverebbero da una istallazione incontrollata di impianti fotovoltaici e la necessità dell’intervento dei Comuni per impedire delle iniziative speculative da parte di privati a spese dei beni pubblici. Il Consiglio Provinciale, quindi, accogliendo gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione, ha approvato la deliberazione all’unanimità. Con essa la Provincia di Lecce sollecita le Amministrazioni Comunali: a formare strumenti di pianificazione urbanistica o a redigere varianti agli strumenti in vigore che disciplinino l’istallazione ed impianti fotovoltaici in zona agricola; a porre in essere ogni iniziativa possibile per sospendere l’istruttoria delle istanze interessate nelle more della redazione a approvazione degli strumenti di pianificazione e dei regolamenti; ad assoggettare le Aziende al pagamento dell’ICI ai Comuni; a richiedere una fideiussione bancaria o assicurativa per lo smaltimento dell’impianto una volta dismesso. Alla Regione Puglia, chiede, invece, di emanare un’apposita norma per la riduzione delle produzione di energia elettrica da fonti convenzionali presso gli impianti esistenti (la Centrale a carbone di Cerano) in regione, contestualmente ed in misura pari alle nuove autorizzazioni alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Demanda, infine, al Servizio Rifiuti Scarichi, Emissioni e politiche energetiche dell’Ente la divulgazione del provvedimento ai Comuni e l’attività di monitoraggio delle azioni intraprese dagli stessi in tal senso.
Gli altri argomenti all’o.d.g.
Il Consiglio Provinciale dopo aver preso atto della dichiarazione di indipendenza dal gruppo Consiliare ‘U.D.C.’ da parte del consigliere Cosimo Damiano Frasca e della sua confluenza nel Gruppo consiliare Misto, ha esaminato alcune delle interrogazioni all’Ordine del giorno dei lavori. A quella presentata dal consigliere Gianfranco Coppola (I.D.V.) “Per la salvaguardia dei livelli occupazionali della ‘Salento Energia’ “ ha risposto l’assessore ai servizi finanziari, programmazione economica e società partecipate, Silvano Macculi. “Il servizio di controllo delle caldaie”, ha dichiarato l’assessore Silvano Macculi, “ha creato una criticità finanziaria superiore ai 5 milioni euro. Ci siamo trovati tra le mani una patata bollente, ma abbiamo preso di petto la situazione garantendo ai lavoratori gli stipendi di novembre, dicembre, gennaio e la tredicesima, che non erano avevano copertura finanziaria. Il piano finanziario completamente errato ha creato serie difficoltà al punto che avremmo dovuto mettere in liquidazione la società che non garantiva gli stipendi ai suoi 67 dipendenti. Dal 1° febbraio, per sei mesi, invece, i lavoratori potranno godere della cassa integrazione. Abbiamo scelto questa via e non la mobilità per non recidere il cordone ombelicale con la stessa ‘Salento Energia’. Nell’ambito della riorganizzazione delle società partecipate dalla Provincia cercheremo di andare incontro alle esigenze dei lavoratori che preferiscono la ricollocazione nelle ‘partecipate’, compatibilmente con il bilancio dell’ente. Lavoreremo insieme per trovare una soluzione definitiva per fornire servizi efficienti ed efficaci con i lavoratori giusti per ogni tipo di servizio”.
La mozione urgente presentata dai consiglieri provinciali Adriana Poli Bortone, Paolo Cairo e Severo Martini, in merito ai tagli dei finanziamenti nei confronti delle Università Meridionali, in particolare dell’Università del Salento, ha ricevuto una risposta, ritenuta soddisfacente, da parte dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione ed ai Rapporti con l’Università, Marcella Rucco, la quale ha assicurato “…la piena disponibilità a sviluppare, nell’apposita Commissione Consiliare, confronti ed intese per approfondimenti tematici necessari per valutare la possibilità di individuare meccanismi correttivi da proporre nelle sedi competenti”.
Attualità
Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”
La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”
Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.
Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.
Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.
Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.
Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.
La nota
Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla.
La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.
Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione.
Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.
Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.
Attualità
Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?
“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”
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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.
Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.
Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.
Di seguito il suo intervento sull’intera.
“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.
Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.
E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.
È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.
A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.
È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.
Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.
Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?
Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.
A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.
Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.
Andrea Morciano
Attualità
Elezioni a Tricase, il PD insiste: “Strada tracciata”
I Dem tricasini: “In completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”
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Difficile districarsi tra correnti interne, ingerenze “esterne“ e polemiche al contorno.
Fatto sta che arriva la nuova presa di posizione da parte del Circolo cittadino del Partito democratico. E questo avviene dopo l’annuncio del candidato sindaco Vincenzo Chiuri e le conseguenti dimissioni dal PD del consigliere comunale Francesco Minonne e la “bacchettata” ai dem tricasini da parte dell’ex presidente della provincia e ora consigliere regionale del PD Stefano Minerva.
“Prendiamo atto delle due note inviate alla stampa, a distanza di poche ore l’una dall’altra, da parte del consigliere comunale Francesco Minonne e da parte del consigliere regionale Stefano Minerva”, la premessa dal Circolo cittadino dei Democratici, “Desta molto stupore la nota di Minonne, il quale, sin dalla passata primavera, in diverse circostanze, aveva già avuto modo di chiarire la propria posizione a tutti gli iscritti del partito, dichiarando una certa vicinanza ad un probabile candidato, verso il quale lo lega un forte legame di amicizia, autoescludendosi da qualsiasi percorso politico intrapreso da parte del PD cittadino unitamente alle altre componenti tricasine del centro sinistra.
Pertanto, riteniamo del tutto incomprensibile e strumentale aver presentato una nota stampa, immediatamente dopo la pubblicazione del nostro comunicato. Il consigliere” prosegue la nota, “sottolinea una mancata condivisione, dal momento che la sua posizione era ormai nota a tutti gli iscritti del partito e “praticata” alla luce del sole.
Per questa nuova esperienza politica, non ci resta che augurare al Consigliere Minonne di trovare il tempo, che finora non ha avuto e che ha penalizzato il partito in seno all’assise consiliare, per espletare al meglio le funzioni”.
Poi i Dem passano alla nota del consigliere Minerva: “Ribadiamo quanto già detto nel comunicato stampa: da due anni a questa parte abbiamo portato avanti un processo di confronto approfondito, che ha permesso di giungere ad una sintesi ampia e credibile – prima nel Partito Democratico e poi con gli alleati di Coalizione – attorno a un progetto politico condiviso con lealtà e senso di responsabilità, non solo in grado di superare le divisioni del passato, ma anche di offrire una visione chiara ed unitaria per il futuro della nostra Città”.
@Se il consigliere Minerva avesse letto la nota stampa nella sua interezza” aggiungono, “non gli sarebbe sfuggito l’appello alla coesione e all’unità del centrosinistra tricasino, lontano dalle frammentazioni e personalismi del passato e, soprattutto, tenendo a bada le incursioni di chi, come già accaduto, vuol “dirigere” la comunità democratica di un paese che non gli appartiene”.
“Apprezziamo il suo invito a tenere sempre aperta la porta del campo progressista”, si legge ancora, “ma riteniamo riduttivo il richiamo a documenti di coalizione dello scorso aprile, perché a distanza di sei mesi, la vita politica di Tricase è naturalmente proseguita in completa autonomia, come in completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”.
“A Tricase c’è un partito vivo, partecipato e coeso”, insistono dal circolo tricasino, “così come viva e partecipata è la coalizione che si è formata e che continua a riscontrare l’adesione di persone, movimenti e associazioni interessate al progetto. La strada è tracciata, e di questo ne siamo davvero orgogliosi”, concludono i Dem tricasini, “vi aspettiamo giovedì 11 dicembre alle ore 19, presso le Scuderie di Palazzo Gallone”.
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