Attualità
Il Salento va in… porto con 40 milioni
Cinque nuovi porti fra Gallipoli (progetto già esecutivo), Porto Cesareo, Santa Cesarea, Tricase e Racale-Taviano, per un investimento di quasi 40 milioni di Euro che frutterà in totale quasi 200mila posti in barca in più solo nella nostra provincia. Un ruolo da protagonista lo ricopre Italia Navigando, Società (quasi completamente pubblica, con una piccola percentuale in mano ai privati e comunque in via di estinzione) controllata da Invitalia, l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa S.p.A., che fa quindi capo allo Stato, Tesoro e Ministero dell’Economia. Costituita nel 2002 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di una rete nazionale di porti turistici, opera in partnership con Enti territoriali ed imprenditori privati; contribuisce allo sviluppo economico del Paese e delle infrastrutture; valorizza le potenzialità turistiche nei siti portuali e nei territori limitrofi.
Da un paio d’anni ne è presidente Ernesto Abaterusso, di Patù, che spiega: “Abbiamo il compito di creare in Italia, soprattutto nel centro sud, una rete di 50 porti turistici”. Cosa vuol dire rete? “Avere dei porti tutti di un livello qualitativo standard di eccellenza, con un’uniformità di gestione. Se il diportista, pur stando nell’altra parte del mondo, ha bisogno di notizie su un porto della provincia di Lecce, gli basta pigiare un pulsante per sapere quale posto di un determinato porto appartenente alla rete di Italia Navigando è libero ed in quale data. E non sembri una cosa da poco, perché nella stragrande maggioranza dei porti italiani oggi non solo è difficile reperire un posto barca in assoluto, ma è anche praticamente impossibile avere la garanzia che una volta nel porto ci sia il posto con annessi tutti i servizi di qualità”. Poi Abaterusso, con malcelato orgoglio, racconta come “sotto la mia amministrazione Italia Navigando è riuscita a sbloccare un contributo CIPE di 48 milioni di euro da suddividere fra 5 regioni. L’85% va a Sardegna, Campania, Sicilia e Puglia, quindi centro sud, il restante 15% al Friuli Venezia Giulia, dove stiamo curando due investimenti a Trieste e Monfalcone. I fondi sono stati sbloccati con la condizione che Italia Navigando, che è il soggetto attuatore, riuscisse ad elaborare accordi di programma tra la Regione interessata, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Italia Navigando ed Invitalia”. Dei fondi CIPE, però, alla Puglia vanno solo 5 milioni… “Nella nostra regione abbiamo realizzato il primo accordo di programma per uno stanziamento di 18,8 milioni complessivi, di cui 5 dai fondi CIPE, altri 7,4 da fondi regionali mentre Italia Navigando, da sola, mette 6,4 milioni. Tutti soldi che serviranno alla realizzazione dei tre porti immediatamente cantierabili, vale a dire Trani, Brindisi e Gallipoli. Per queste strutture siamo già in fase avanzata con le gare d’appalto perché la condizione necessaria e indispensabile è che noi facciamo le gare d’appalto e quindi impegniamo i soldi entro il 31 dicembre 2010. Nel dettaglio, andranno 4 mln di euro al porto di Trani, 2,8 a quello di Brindisi e addirittura 12 a quello di Gallipoli”.
Gallipoli: 12 milioni per 400 posti barca
A che punto siamo nella città ionica? “Stiamo procedendo alle gare d’appalto. Una volta assegnati i lavori si potrà iniziare perché abbiamo già avuto già dal Sindaco l’autorizzazione all’anticipata occupazione in attesa della conclusione delle procedure previste dal Codice della Navigazione”. Cosa ne verrà fuori? “Useremo una parte del Molo Foraneo e realizzeremo lo spazio oggi inutilizzato per la realizzazione di circa 400 posti barca con tutti i servizi”.
Questo per l’immediato, o per dirla come il presidente Abaterusso per “la parte esecutiva”. C’è poi la parte programmatica, che prevede una serie di interventi in tutta la Puglia con l’investimento di complessivi 73 mln di euro. Ed all’interno di questi progetti sono previsti, per la provincia di Lecce, interventi a Porto Cesareo, Santa Cesarea Terme, Tricase e Racale-Taviano.
Porto Cesareo: 17 milioni e 650 nuovi posto
Già presentato il progetto per complessivi 17 milioni di Euro che prevede 650 posti barca. “La struttura”, spiega Abaterusso, “è stata prevista nell’unica area che al momento della redazione del progetto non era sottoposta a vincolo. Di recente, però, la locale Amministrazione ha sottoposto a vincolo tutta la fascia costiera ricadente nel territorio di Porto Cesareo. Siamo in perfetta sintonia con l’Amministrazione, dalla quale tra l’altro siamo stati contattati per la realizzazione della nuova struttura portuale. Noi intanto abbiamo presentato l’istanza con il relativo progetto e le somme sono già stanziate. Se ci diranno che alla luce del nuovo Regolamento Comunale non si potrà procedere, valuteremo le opportune modifiche”.
Soluzione da 5 milioni per Santa Cesarea Terme
Realizzato uno studio di massima per un intervento di minimo 5 milioni di euro nella zona di Porto Miggiano. “Un intervento”, dice il presidente di Italia Navigando, “che non sia altamente impattante per la conformazione di quell’area. Ed è un po’ lo stile che contraddistingue i nostri interventi: più che costruire nuovi porti, cioè, tendiamo a riqualificare le strutture esistenti aumentando, dove possibile, i posti barca senza però alterare l’ambiente con colate di cemento e quant’altro”.
Un porto per Racale e Taviano
Ancora in fase di studio invece quel che riguarda la struttura portuale per la marina di Racale e per quella di Taviano. “Stiamo studiando una soluzione su sollecitazione dell’Amministrazione regionale, che evidentemente ha ricevuto richieste in tal senso da quella comunale. Siamo sinceramente ancora in alto mare”, ammette Abaterusso, “perché solo adesso abbiamo potuto cominciare a studiare la realtà tra Racale e Mancaversa. Penso che alla fine, senza avere un impatto ambientale significativo, potremo realizzare una struttura che ospiti 200-250 posti barca”.
Tricase: il nuovo porto da 5 milioni di euro
Sono già a disposizione 5,5 milioni di euro per la realizzazione di un progetto che prevede un allargamento dell’attuale braccio e quindi dello specchio d’acqua; la messa in sicurezza del porto; l’intervento sui servizi per cui alcuni lavori sono già iniziati.
“Italia Navigando in questo caso”, illustra Abaterusso, “ha un ruolo di coordinamento e si è resa promotrice del progetto presentato dal Comune. Alla fine dei lavori ci sarà una bellissima realtà di 450 posti barca, peraltro in sicurezza a differenza di come è stato fino ad oggi”. A Tricase il progetto è già stato presentato al pubblico (e si era in campagna elettorale…) e non sono certo mancate le polemiche. “Qualcuno dal centrodestra”, svela Abaterusso, “ha già preannunciato in proposito un’interrogazione parlamentare. Io posso dire che in quell’occasione il sottoscritto era stato invitato ad un dibattito sulla portualità turistica. Sapevo che ci sarebbero stati sia il sindaco di Tricase, Antonio Musarò, che l’allora vice presidente della Regione, Loredana Capone. Quindi un’iniziativa assolutamente bipartisan. Una volta lì, però, ho trovato solo la Capone; in mancanza del Sindaco ho chiesto agli Assessori presenti di partecipare comunque alla riunione, ma hanno rifiutato…”.
In soldoni cosa porteranno questi quasi 2mila nuovi posti barca all’economia salentina? “Comprese anche le altre regioni, avremo realizzato quasi 6mila posti barca in più, la maggior parte al centro sud, dando linfa all’industria della nautica, frenata proprio per la carenza dei posti barca, e creando nuovi posti di lavoro. Cito una frase del Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che all’inaugurazione del porto di Fiumicino (“del quale Italia Navigando è socia al 30%”) ha detto che per ogni posto barca in più ci sono quattro nuovi posti di lavoro. Il conto è presto fatto: 6mila posti barca, 34mila nuovi occupati…”.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Donne vittime di violenza, una casa per ripartire
La proposta della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e vicesindaca di Poggiardo Antonella Pappadà: «Una casa sicura è il primo passo verso la libertà»

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Destinare le case popolari alle donne vittime di violenza.
È la proposta di Antonella Pappadà, Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e vicesindaca di Poggiardo, che lancia la misura “Una Casa per Ripartire”, un progetto innovativo per garantire alle donne e ai loro figli un vero percorso di autonomia abitativa e di rinascita personale.
«Una casa non è solo un tetto», spiega Antonella Pappadà, «è il simbolo della libertà riconquistata. La fuoriuscita dalla violenza da parte delle donne e la riconquista dell’autonomia, passa anche attraverso la sicurezza di un alloggio. Con questa misura vogliamo colmare proprio quel vuoto, accompagnandole verso una nuova vita».
LA PROPOSTA
La misura “Una Casa per Ripartire” prevede la destinazione di una quota fissa di alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) alle donne vittime di violenza, individuate di concerto con i centri antiviolenza e i Servizi Sociali Territoriali.
In particolare, il piano include: Riserva del 5% degli alloggi popolari per le donne in uscita dai percorsi di protezione; Iter di assegnazione semplificato, con tempi massimi di 60 giorni; Fondo regionale “Casa Donna” per spese di arredo, utenze e sostegno ai primi mesi di autonomia; Percorsi di reinserimento lavorativo e formativo, in collaborazione con le politiche attive regionali.
PROGETTO DI RETE
La proposta punta a una sinergia tra Regione Puglia, Comuni, ARCA e Centri antiviolenza, per creare un sistema stabile che unisca casa, sicurezza e autonomia.
«Non basta offrire rifugio temporaneo», spiega Pappadà, «serve una rete che accompagni le donne verso una vera indipendenza, insieme ai loro figli. L’autonomia abitativa è la chiave per uscire definitivamente dalla violenza».
Appuntamenti
EXPO2000, Premio Miggiano al medico del Papa
Il prof. Luigi Carbone miggianese, dal 1° agosto scorso è a capo della direzione di sanità e igiene del governatorato dello stato della Città del Vaticano ha fatto parte dell’equipe di specialisti che si è occupata della salute di Papa Francesco

Entra nel vivo l’edizione 2025 di “Expo 2000. Industria Artigianato Agricoltura e Turismo del Salento”.
Primo giorno “intero” quello di oggi e stand aperti dal mattino per la campionaria regionale, tra le più importanti del Meridione d’Italia, organizzata dal Comune di Miggiano, patrocinata da Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Anci, Confindustria Lecce, Camera di Commercio di Lecce, Coldiretti Lecce e Confartigianato Imprese e aperta al pubblico sino a domenica prossima.
Sull’ormai noto motto “Miggiano è Fiera di avervi in fiera”, si offre la grande area espositiva, oltre 40mila quadrati tra Quartiere fieristico permanente, due tensostrutture alle quali si aggiunge quest’anno una zona riqualificata e rigenerata alle spalle del Municipio che ospita il Quartiere del Gusto.
Accanto agli stand commerciali, dedicati ad arredamento e proposte per la casa, artigianato del mobile, manifatture artigianali e industriali, energie rinnovabili, macchine agricole e florovivaismo, enogastronomia, promozione turistica e del territorio, presenti al solito anche quelli riservati alle istituzioni e al terzo settore.
Tra gli altri, Aeronautica Militare, Esercito Italiano, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza graditi ritorni a “Expo 2000” dopo qualche anno di assenza, le forze armate e di polizia porteranno in fiera le loro attività e specialità, e per l’associazionismo Acli, Lega del Filo d’Oro, Opi, Unitelma Salento, Istituti Scolastici del territorio.
Particolare interesse per la gente già nella serata di apertura di “Expo 2000” hanno avuto proprio le esposizioni di Forze Armate e di Polizia, che presentano a Miggiano le loro attività e novità.
Successo anche per il rinnovato Quartiere del Gusto che ospita gli stand dei prodotti tipici dell’arte gastronomica pugliese e di Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e di altre regioni italiane.
L’INAUGURAZIONE
Tornando alla inaugurazione di ieri, in apertura il saluto del sindaco di Miggiano Michele Sperti che dinanzi ai colleghi del territorio ha rimarcato ancore una volta l’operosità silenziosa e spesso solitaria delle istituzioni locali e delle amministrazioni comunali.
«L’auspicio è che il prossimo governatore della Regione Puglia dimostri nuova e attenta vicinanza all’impegno dei primi cittadini che ogni giorno lavorano per il bene delle loro comunità. E alla nuova amministrazione regionale Miggiano chiede un aiuto sostanziale a livello economico per garantire un futuro roseo alla nostra kermesse, un impegno finanziario serio da mettere a disposizione degli espositori e dell’intero indotto che si muove attorno a “Expo 2000”. Tanti sono statti gli interventi di ampliamento e ammodernamento portati a compimento negli ultimi anni. La prossima edizione vedrà la realizzazione di un Centro direzionale da 3.500 metri quadrati che sostituirà le due tensostrutture attuali, un intervento reso possibile dal lavoro della amministrazione comunale che è stata capace di intercettare i fondi necessari alla realizzazione di un’opera che darà nuovo slancio alla campionaria. L’impegno economico regionale non può più mancare e anzi deve divenire strategico».
Per la prima volta nella scaletta della cerimonia di inaugurazione l’intervento di una rappresentante delle imprese espositrici.
A sottolineare la fondamentale importanza della campionaria le parole di una imprenditrice da sempre presente a “Expo 2000” e che ha ribadito come la politica debba correre accanto a una manifestazione irrinunciabile per il tessuto imprenditoriale del territorio e del Mezzogiorno.
Il taglio del nastro è stato affidato quest’anno al presidente della Camera di Commercio di Lecce Mario Vadrucci, a quello di Confindustria Lecce Valentino Nicoli; e ancora ai presidenti di Confartigianato Lecce Luigi Derniolo e di Coldiretti Lecce Costantino Carparelli.
IL PREMIO MIGGIANO
La serata di inaugurazione è continuata poi con la cerimonia di consegna del “Premio Miggiano”. Quest’anno a ricevere il riconoscimento al professore Luigi Carbone, miggianese, dal 1° agosto scorso a capo della direzione di sanità e igiene del governatorato dello stato della Città del Vaticano dopo la nomina firmata da Papa Leone XIV.
Già vicedirettore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato Vaticano e direttore del Pronto Soccorso del “Gemelli Isola”, l’ex nosocomio romano Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, il professore Carbone ha fatto parte dell’equipe di specialisti che si è occupata della salute di Papa Francesco.
«Ricevere oggi il “Premio Miggiano” è per me un onore profondo», la riflessione del professore Luigi Carbone, «e, al tempo stesso, un’emozione autentica. Un riconoscimento che non considero un punto di arrivo, ma uno stimolo a continuare con la stessa passione e responsabilità»
IN AGENDA
Questa sera, intanto, primi appuntamenti musicali all’interno dell’area espositiva.
Alle ore 21 il Quartiere del Gusto ospiterà il Music Festival con Manuele Arghirò e Seba, dj set per fare esplodere l’energia e le note delle hit del momento per una serata di grande divertimento.
Alle 21,30, Piazza Mercato Coperto ospiterà La Serata Salentina, grande protagonista la musica tradizionale del sud Salento. Sul palco Giacomo Casciaro, Michele Costantini, Edoardo Baglivo
Gli stand di “Expo 2000” saranno aperti ai visitatori tutti i giorni sino a domenica 19 ottobre dalle 9,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 23.
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Attualità
Pizzica e furlana, radici comuni
Con il concerto dell’Orchestra popolare in Friuli-Venezia Giulia prendono il via le attività del progetto di ricerca e studio di Fondazione La Notte della Taranta e Fondazione Aquileia

Ricercare le matrici comuni di due tra le più antiche danze popolari italiane, la pizzica pizzica e la furlana, danza dei Furlani: è l’obiettivo del progetto di ricerca Dal Salento ad Aquileia, a cura della Fondazione La Notte della Taranta, in collaborazione con la Fondazione Aquileia.
Le attività prenderanno il via sabato 18 ottobre alle 18,30 ad Aquileia, in provincia di Udine, con un concerto gratuito dell’Orchestra Popolare La Notte della Taranta nello spazio coperto del Terminal Unesco.
Il concerto, organizzato in collaborazione con il Comune di Aquileia, sarà preceduto da un tavolo delle delegazioni a Palazzo Brunner-Segré che vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni partner – Regione Puglia, Regione Friuli-Venezia Giulia, Unione dei Gruppi Folcloristici del Friuli-Venezia Giulia, studiosi ed esperti del patrimonio coreutico e musicale.
L’incontro sarà un’occasione di confronto e approfondimento con gli interventi dei membri del comitato scientifico, delle due Regioni promotrici, delle due Fondazioni e dei ricercatori coinvolti.
La furlana è una danza vivace di origine friulana, attestata sin dal Cinquecento, nata nella tradizione popolare e poi entrata anche nella musica colta barocca, diffondendosi in tutta Europa. Ancora oggi accompagna momenti di festa e rievocazione. La pizzica, danza popolare salentina dalle radici antiche, originariamente legata a riti terapeutici e comunitari, si è trasformata nel tempo in una delle più forti espressioni identitarie del Salento.
«Ringrazio la Regione Puglia, l’assessore Fabiano Amati, la Regione Friuli-Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia per il sostegno che ha reso possibile l’avvio di questo progetto», dichiara il Presidente della Fondazione La Notte della Taranta Massimo Bray, «la nostra Fondazione ha il compito di promuovere la ricerca, lo studio e la valorizzazione della musica popolare, costruendo collaborazioni con istituzioni che condividono la stessa missione di tutela del patrimonio culturale. Dal Salento ad Aquileia interpreta pienamente questa visione, mettendo in dialogo due danze antiche e vitali come la pizzica pizzica e la furlana che, pur nascendo in contesti diversi raccontano entrambe storie di comunità, identità e memoria condivisa. Un ringraziamento speciale va al Comitato scientifico della Fondazione, presieduto da Daniela Castaldo con il contributo del consulente artistico Sandro Cappelletto: un organo di altissimo profilo che garantisce rigore e qualità alle nostre attività di ricerca e valorizzazione».
L’Orchestra popolare La Notte della Taranta proporrà ad Aquileia i brani della tradizione salentina, con gli arrangiamenti dei Maestri concertatori che negli anni hanno diretto il Concertone La Notte della Taranta, che da ventotto anni si tiene ad agosto a Melpignano, nel Salento. Dal repertorio firmato da Ludovico Einaudi sarà interpretata Mamma la rondinella, in cui la tradizione incontra le atmosfere minimali del compositore torinese; dalla direzione di Carmen Consoli, Fimmine fimmine e Su picculina, autentici manifesti di forza e identità femminile; dalla direzione di Dardust, gli stornelli Rirollalà e L’acqua de la funtana nel particolare arrangiamento elettronico composto dal Maestro concertatore dell’edizione 2022. Non mancheranno i ritmi travolgenti delle pizziche di Ostuni, Aradeo e San Vito, che rappresentano l’anima corale dell’Orchestra Popolare.
In programma anche il classico Pizzicarella, nell’arrangiamento tratto dall’ultima edizione del Concertone diretto da David Krakauer che ha riletto un chiave klezmer i brani della tradizione salentina.
Chiuderà il concerto Kalìnifta, nella versione del 2021, che riunisce in un unico canto comunità, memoria e festa.
L’Orchestra Popolare La Notte della Taranta è formata da musicisti e interpreti della musica tradizionale del Salento è diretta ad ogni edizione da un diverso Maestro concertatore scelto tra i più autorevoli compositori e musicisti del panorama mondiale, chiamato a reinterpretare il repertorio della pizzica facendolo dialogare con le sonorità della musica contemporanea. Il lavoro del Maestro concertatore culmina con l’esibizione sul palco del Concertone di Melpignano, tappa principale del Festival che in estate anima le piazze dei paesi del Salento con concerti, danze e iniziative culturali legate alla tradizione musicale.
Sul palcoscenico del Terminal Unesco saliranno i musicisti Alessandro Monteduro (percussioni), Giuseppe Astore (violino), Nico Berardi (fiati), Carlo De Pascali (tamburello), Mario Esposito (basso), Roberto Gemma (fisarmonica), Giuseppe Grassi (mandola, mandolino), Gianluca Longo (mandola), Antonio Marra (batteria), Gioele Nuzzo (tamburello e didgeridoo), Attilio Turrisi (chitarra battente), Consuelo Alfieri, Salvatore Galeanda, Ninfa Giannuzzi, Stefania Morciano (voci e tamburello).
E ancora i danzatori Fabrizio Nigro, Serena Pellegrino, Eliana Bologna, Emilia Lo Gaglio, Giorgia Monaco, Arianna Sicuso.
Il progetto Dal Salento ad Aquileia si concentra sui punti di contatto tra le due danze non solo per mettere in dialogo due patrimoni coreutico-musicali, ma anche per interrogare le loro funzioni sociali, il loro ruolo identitario e la capacità di entrambe di trasformarsi nel tempo senza perdere vitalità. In questo senso, la ricerca non è un semplice esercizio comparativo, ma un modo per rafforzare la memoria collettiva, costruire ponti culturali tra comunità e sviluppare modelli innovativi di tutela e valorizzazione del patrimonio immateriale nei luoghi in cui è nato e continua a vivere.
Il progetto si articola in diverse fasi: l’istituzione di un Comitato scientifico; l’attivazione di iniziative destinate a giovani ricercatori, una finanziata dalla Fondazione La Notte della Taranta; l’organizzazione di due convegni di studi: il primo in Puglia, previsto a gennaio, e il secondo in Friuli-Venezia Giulia; la pubblicazione di una monografia scientifica, a cura della Fondazione Aquileia, che raccoglierà gli esiti della ricerca.
Le attività di studio e ricerca – che uniranno storia, musicologia ed etnografia – saranno accompagnate da attività partecipative e momenti pubblici di condivisione, con l’obiettivo di offrire strumenti concreti per la tutela e la trasmissione del patrimonio culturale immateriale nei territori in cui nasce e si rinnova.
Il progetto beneficia del sostegno della Regione Puglia e della Regione Friuli-Venezia Giulia ed è realizzato dalla Fondazione La Notte della Taranta in collaborazione con la Fondazione Aquileia e l’Unione dei gruppi folcloristici del Friuli-Venezia Giulia.
«Tutto nasce da incontri o inciampi», dichiara l’assessore al Bilancio, Ragioneria, Finanze, Affari Generali della Regione Puglia, Fabiano Amati, «per me questa storia è nata dall’incontro con Gabriele Pelizzari, con l’opera di Gilberto Pressacco e le sue indagini sulla notte della Chiesa di Aquileia e i terapeuti. Risultato? Una grande sorpresa, un’ipotesi con tanti indizi da valere una prova: la pizzica pizzica e la furlana potrebbero essere strettamente legate, almeno nelle origini. E allora, l’idea di mettere assieme Puglia e Friuli, fecondata con un finanziamento del Consiglio regionale e un patto sottoscritto attorno alla meraviglia del pavimento musivo della Basilica patriarcale di Aquileia. La Puglia si presenta all’appuntamento con la Fondazione La Notte della Taranta, la sua storia, la sua esperienza e quel pizzico di glamour conquistato negli anni e oggi rinnovato dalla gestione di Massimo Bray e dei suoi collaboratori. È il massimo degli ingredienti che potevamo mettere — non ne disponiamo di più — e li abbiamo messi; lo abbiamo fatto per stringere un’alleanza che sa di ricerca con una regione, il Friuli, così lontana sulla geografia, ma così vicina nella storia».
«Il progetto Dal Salento ad Aquileia rappresenta un’importante opportunità per approfondire le radici comuni e le specificità di due danze che, pur nate in territori lontani, condividono una vitalità e un ruolo identitario fondamentali per le comunità che le custodiscono», sottolinea il vicepresidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Mario Anzil, «attraverso la collaborazione tra istituzioni, studiosi e comunità locali, il progetto si configura come un modello di tutela e trasmissione del patrimonio immateriale che mette in luce le funzioni sociali, il ruolo identitario e la capacità di rinnovamento di queste espressioni tradizionali e che guarda al futuro, rafforzando la memoria collettiva e promuovendo il dialogo tra territori e culture diverse. La Regione conferma con questo impegno la propria attenzione verso la conservazione e la promozione delle tradizioni culturali come elementi fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale del nostro territorio.»
«Siamo onorati di ospitare ad Aquileia questo concerto che rappresenta l’avvio ufficiale di un progetto culturale ambizioso. Con questa serata – dichiara il Presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo – prende infatti il via un percorso di ricerca e confronto che parte da Aquileia – luogo simbolo da sempre di incontro tra culture e popoli – e che mette in dialogo patrimoni immateriali, comunità e territori, indagando le radici comuni tra la pizzica e la furlana».
«L’obiettivo di questo progetto condiviso è di esplorare le comuni matrici cristiane delle nostre comunità, che proprio da Aquileia si sono estese sul territorio fino a giungere al Salento, creando di fatto un ponte tra identità coreutiche affini, pur nelle loro differenze», aggiunge l’assessore alle Finanze della Regione Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, «riteniamo che valorizzare una tradizione antichissima, come quella che ha portato allo sviluppo della furlana e della taranta, radicata profondamente nella nostra storia, abbia un forte valore educativo e sia veicolo essenziale per rafforzare il nostro comune senso di appartenenza e di identità. Coniugare le profonde radici culturali che ci contraddistinguono, alla memoria e al tempo stesso all’innovazione e alla coesione sociale significa investire nel domani e proporre ai giovani modelli virtuosi da analizzare, comprendere e sviluppare: la furlana e la taranta assieme diventano così espressioni di quel profondo senso di tradizione e cultura antica trasformato in elemento vitale e moderno. Il connubio della Taranta sia un motore per promuovere e diffondere esperienze ed espressioni artistiche e della tradizione, rispetto e identità, concetti fondamentali per la crescita sana delle nostre comunità».
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