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Attualità

In provincia oltre 400mila immobili da adeguare alle nuove direttive Ue

Si tratta del 78% del totale degli immobili a destinazione residenziale nel Salento. Il 27% è di classe energetica F, «hanno impianti obsoleti, che solitamente risalgono agli anni Settanta-Ottanta, poco isolamento e un insieme di altri fattori che fanno trascorrere estati calde ed inverni rigidi, anche a causa dell’umidità»

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Aumenta la voglia di casa meno energivora per ridurre i consumi ma anche per adeguarsi alle future direttive Ue. La bozza di compromesso prevede che gli edifici raggiungano almeno la classe energetica «E» entro il 2030 e quella «D» entro il 2033.


A Lecce e provincia, ci sono 182.533 immobili in classe G, 140.930 in classe F e 79.566 in classe E. Vale a dire sono ben 403.029 i fabbricati che potrebbero essere interessati dalle direttive Ue. Rappresentano il 78 per cento del totale degli immobili a destinazione residenziale.


Ce ne sono in tutto 520.038 in categoria catastale A.


«Giova ricordare», sottolinea il data analyst Davide Stasi, «che la variazione dello stock di unità immobiliari nel Salento, come nel resto d’Italia, può dipendere da almeno tre fattori: nuove costruzioni; frazionamenti o fusioni di unità immobiliari esistenti; rettifiche dovute a censimento di unità immobiliari già esistenti, accertamenti, correzione di errori. Le classi energetiche più performanti – spiega Stasi – sono le A4, A3, A2, A1 alle quali si assegnano un valore molto alto, seguite poi dalle classi B, C, D, E, F e, per ultima, la classe G a cui viene attribuito il punteggio più basso. Dalle stime, tenendo anche conto degli attestati di prestazione energetica (Ape) presentati in tanti anni, si evince che il 35 per cento si trova in classe energetica G, la più bassa».


«Significa abitare in un appartamento che comporta inevitabilmente un notevole consumo di energia e bollette più onerose», rileva il data analyst,  «per fare un semplice paragone, uno stesso immobile di classe A che consuma 12 kilowattora (kWh) annui al metro quadro, in classe G comporterebbe un consumo annuo di ben 210 kilowattora (kWh) al metro quadro. Inoltre, la spesa non incide solo sul bilancio familiare ma anche sull’impatto ambientale. Ecco perché il Governo ha introdotto negli ultimi anni delle agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici».


Seguono gli immobili in classe energetica F.

Rappresentano il 27,1 per cento e «hanno impianti obsoleti, che solitamente risalgono agli anni Settanta-Ottanta, poco isolamento e un insieme di altri fattori che fanno trascorrere estati calde ed inverni rigidi, anche a causa dell’umidità».


Via via, decrescono le quote degli immobili: il 15,3 per cento si trova in «classe energetica E»; l’8,7 per cento si trova in «classe energetica D»; il 3,9 per cento si trova in «classe energetica C»; il 2 per cento si trova in «classe energetica B»; 1,5 per cento si trova in «classe energetica A 1»; 1,1 per cento si trova in «classe energetica A2»; 1,3 per cento si trova in «classe energetica A3» e il 4 si trova in «classe energetica A4».



«Siamo, dunque, ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030», fa notare Stasi, «per agevolare il processo di transizione energetica immobiliare e rispettare gli ambiziosi obiettivi comunitari, considerato che la gran parte del patrimonio immobiliare si colloca ancora nelle ultime tre classi energetiche, è necessario consolidare politiche governative attive orientate a rendere strutturali i bonus fiscali e agevolare l’accesso al Superbonus, eliminando i limiti attuali per la cessione del credito, ponendo fine, in tal modo, alla confusione generata dai continui interventi normativi. Iniziano sì a migliorare le prestazioni energetiche delle abitazioni, ma con un andamento troppo a rilento. Gli attestati di prestazione energetica (Ape) redatti per le case che si trovano nelle classi più basse o intermedie stanno progressivamente diminuendo, mentre stanno aumentando, ma sempre troppo lentamente, quelli delle classi energetiche superiori. Le misure di contenimento della pandemia e i vari lockdown hanno riportato d’attualità il tema della qualità della vita domestica, evidenziando i molteplici vantaggi se si vive in un’abitazione efficiente e confortevole. Gli ultimi due anni rappresentano un periodo di importanti novità per la riqualificazione energetica degli edifici: è stato introdotto, ad esempio, l’incentivo del Superbonus 110 per cento, ma non solo. La spinta verso la riqualificazione energetica degli edifici è stata una contromisura grazie alla quale il Governo è riuscito a contenere gli effetti della crisi economica sulle imprese edili, innescati dalla pandemia. Per diversi mesi, infatti, le principali attività inerenti al settore immobiliare erano ferme».


La certificazione energetica è richiesta in caso di compravendita, donazione di un immobile, locazione, pubblicazione di annunci di vendita o di affitto per poter determinare l’indice di prestazione energetica; edifici di nuova costruzione; ristrutturazioni quando i lavori interessano oltre il 25 per cento della superficie dell’involucro (pareti e tetti) dell’intero edificio; per usufruire del Superbonus e valutare il salto delle due classi; per l’Ecobonus e gli altri bonus legati all’efficientamento energetico; gli edifici pubblici ed aperti al pubblico, nonché per tutti i contratti nuovi o rinnovati per la gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici.


Attualità

Desertificazione bancaria, a rischio inclusione e economia locale 

Nella provincia di Lecce 15 paesi sono totalmente sprovvisti di servizio bancario e altri 13 con il solo ATM. Antonio Perrone (Segretario Territoriale CISL Lecce): «Basta proclami, le banche dimostrino nei fatti il loro ruolo sociale. Subito un tavolo di coordinamento in Prefettura»

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La desertificazione bancaria, ovvero la progressiva chiusura degli sportelli e la riduzione dei servizi bancari in vaste aree geografiche, è ormai una criticità nazionale che minaccia l’accesso ai servizi finanziari essenziali e l’inclusione sociale, con forti ripercussioni sull’economia locale.

A lanciare l’allarme è Antonio Perrone, Segretario Territoriale della CISL di Lecce, sulla base di dati recenti che evidenziano una situazione allarmante.

​I NUMERI DELLA CRISI

​I dati sono fin troppo chiari: ben 3.386 Comuni in Italia sono totalmente sprovvisti di uno sportello bancario. Tra i centri con più di 5mila abitanti, 96 non hanno sportelli.

La situazione è particolarmente grave in Puglia, che a marzo 2025 contava 76 centri senza sportelli.

Nella sola provincia di Lecce, si registrano 15 paesi totalmente sprovvisti di servizio bancario e altri 13 con il solo ATM.

​«Non comprendiamo i tanti proclami e i tanti annunci di molti istituti di credito che dichiarano di voler essere banche presenti fisicamente sui territori, quando poi di fatto li stanno abbandonando», dichiara Perrone, «il fenomeno, generato prevalentemente dai grandi player bancari, e solo in parte compensato dalle banche di credito cooperativo, provoca l’esclusione finanziaria e la limitazione dei servizi bancari per intere comunità, impoverendo l’economia locale».

​ALIBI PRETESTUOSI

​Le motivazioni addotte dagli Istituti di Credito – dalla digitalizzazione alla riduzione dei costi, dalle fusioni ai rischi di credito – spesso appaiono come alibi pretestuosi di fronte agli utili registrati negli ultimi anni (dati ABI), che dimostrano la grande proficuità dell’attività di intermediazione creditizia.

​Per contrastare efficacemente la desertificazione, la CISL Lecce propone un approccio integrato che vada oltre le semplici dichiarazioni di intenti.

​AZIONE IMMEDIATA PER IL SALENTO

La priorità per la provincia di Lecce è la costituzione di un tavolo di coordinamento, con la regia del Prefetto, che riunisca ​BCC, banche (locali e nazionali), corpi intermedi, sindaci dei Comuni sprovvisti di presidi bancari.

​«È nostro dovere», insiste il Segretario Territoriale della CISL di Lecce, «ricercare soluzioni condivise per garantire i servizi essenziali. Il tavolo avrà il compito di analizzare la situazione e avviare una sperimentazione concreta».

LE PROPOSTE

Le misure proposte dalla Cisl: ​presenza concordata («Chiedere alle banche di concordare tra loro l’insediamento di uno sportello in ciascun comune carente»); immobili comunali I sindaci metteranno a disposizione gli immobili di proprietà comunale e sottoscriveranno con la banca convenzioni per i servizi finanziari come tesoreria, c/c in convenzione, ecc.»); strategie di contrasto nazionali e territoriali Oltre all’intervento locale, sono necessarie politiche di ampio respiro come: incentivi fiscali per le banche che mantengono o aprono filiali in aree a rischio; sviluppo di reti flessibili come filiali mobili e pop-up banking; collaborazioni con enti locali per sviluppare l’economia e la domanda di servizi bancari; promozione dell’educazione finanziaria in collaborazione con i Comuni».

​ APPELLO ALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE

​«Le banche utilizzano i bilanci sociali per vantare il loro ruolo di supporto alle comunità. È giunto il momento di dimostrare tale impegno nei fatti. L’innovazione digitale e la moneta elettronica non possono prescindere dalla necessaria presenza fisica delle banche sui territori» conclude Antonio Perrone, «in questo contesto storico, le Banche hanno l’opportunità di dimostrare di essere un interlocutore credibile, promotore di progresso, civiltà e inclusione sociale».

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Attualità

Tricase, acque bianche: in arrivo un milione e mezzo di euro

Il fondo regionale servirà per la realizzazione di nuovi tronchi di fogna bianca nel rione di Caprarica utili per la mitigazione del rischio idrogeologico. Il sindaco Antonio De Donno: «Ricadute positive per tutta la città»

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Il Comune di Tricase è tra i beneficiari dei fondi regionali destinati agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e potenziamento della rete pluviale urbana.

Il sindaco Antonio De Donno

«Grazie al recupero di un finanziamento», fa sapere il sindaco Antonio De Donno, «Tricase riceverà 1,5 milioni di euro per la realizzazione di nuovi tronchi di fogna bianca nell’abitato del rione di Caprarica».

Per il primo cittadino si tratta di «un importante risultato per tutta la città perché i lavori avranno una ricaduta positiva sulla rete pluviale nel suo complesso, agendo positivamente su situazioni di criticità come quelle palesatesi, anche con conseguenze drastiche negli ultimi anni, in quartieri come i “Lavari».

Così come avvenne nell’ottobre del 2022 (foto in evidenza in alto).

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Attualità

UniSalento: la rettrice presenta la sua squadra

Domani Maria Antonietta Aiello ufficializzerà la squadra di governo per il mandato rettorale 2025-2031

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Tutto pronto per la presentazione della squadra di governo della rettrice Maria Antonietta Aiello per il mandato rettorale 2025-2031.

Si terrà domani, mercoledì 5 novembre, alle ore 11, nell’aula Y1 dell’edificio “Angelo Rizzo” di Ecotekne.

La presentazione sarà trasmessa anche in streaming si Youtube (clicca qui).

La professoressa Maria Antonietta Aiello è stata eletta 4 mesi fa al secondo turno e sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.

Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sul colei che era prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione.

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