Attualità
L’Homo Sapiens diventi Eco Sapiens, salviamo la Terra
In occasione della Giornata Mondiale della Terra e pochi giorni dopo il dramma vissuto dall’Emilia Romagna alcune riflessioni sullo stato di salute del nostro pianeta
Giornata Mondiale della Terra 2023
Le cronache di questi giorni sull’alluvione in Emilia Romagna, hanno riacceso la discussione sull’importante tema dei cambiamenti climatici.
Sull’impatto ambientale soprattutto nelle aree cosiddette a forte rischio di dissesto idrogeologico.
Con i suoi effetti devastanti e tragici.
Il tributo che si paga è sempre più alto.
Non soltanto col pesante dazio pagato in vite umane, con distruzione e morte, anche con il sacrificio della gente, nuclei familiari costretti a rimboccarsi le maniche, a ricominciare da capo la loro vita.
Costretti a ricostruire le loro attività lavorative: aziende, agricoltura, artigianato. Filiere, alcune delle quali eccellenze nel mondo e che, da sole, in Emilia Romagna, costituiscono una fetta importante del Pil italiano.
I drammatici eventi, scaturiti dall’alluvione, hanno ripercussioni drammatiche sull’economia!
Soltanto un preventivo progetto di ricostruzione coi criteri suggeriti dagli esperti, e con la politica di cui parla Papa Francesco “la più alta delle virtù” si potrà salvaguardia l’ambiente ed esorcizzare il ripetersi di tali violenti accadimenti.
Come tutti gli anni, anche quest’anno, dal 1970, quando l’O.N.U. l’ha istituita per la prima volta, è stata celebrata la “Giornata Mondiale della Terra”.
Nel 1970 tuttavia, la popolazione del pianeta era di circa tre miliardi di persone, non otto come oggigiorno.
Era l’inizio dei cosiddetti “Anni di Piombo”. Erano gli anni dei Mondiali del Messico, quelli della favolosa Italia – Germania 4-3 e della sconfitta con il Brasile in finale.
Erano anche gli anni in cui preminenti e autorevoli scienziati presagivano drastici cambiamenti, legati prevalentemente a quella che definivano “esplosione demografica”.
Previsione che nel corso dei decenni avrebbe influito non poco sul nostro Pianeta e sulla sostenibilità.
Naturalmente non tutto potevano prevedere.
Né intuire che l’uomo, coi suoi progressi, sarebbe andato oltre ogni immaginazione e ad una velocità davvero inaspettata.
L’Homo Sapiens nella sua affannosa corsa contro il tempo ha però trascurato con molta sciatteria il vero patrimonio… Quello per cui noi siamo soltanto dei temporanei fruitori: la Terra.
L’istituzione della Giornata Mondiale della Terra era stata da poco anticipata idealmente dai cosiddetti “Figli dei Fiori” che già predicavano, tra l’altro, il rispetto della natura e dell’ecologia nel loro insieme.
In pochi decenni l’uomo ha prodotto col suo operato un problema dalle dimensioni spropositate: l’impoverimento della natura e dell’ambiente. Con un tale inquinamento, che mai forse, si sarebbe pensato.
I recenti dati sull’ambiente e sulla Terra, si riferiscono all’ultimo rapporto pubblicato dall’ONU 2021/2022, dal Comitato Scientifico relativo al Clima.
Il comitato, composto da migliaia di scienziati ha delineato scenari drastici se non si invertirà la rotta per contenere le emissioni di anidride carbonica e gli altri gas inquinanti. L’Homo sapiens dovrà diventare anche “ecosapiens”.
Un nuovo neologismo per sottolineare quanto urgente sia ormai la cura del nostro pianet. Si cura, pùerchè la Terra è malata!
Gli esperti climatologi, ecologisti, naturalisti e ambientalisti suggeriscono alcuni comportamenti da adottare sin da subito.
A cominciare dalla transizione energetica.
La produzione di energia è una delle prime cause dell’inquinamento.
A tal proposito vi sono le cosiddette fonti rinnovabili. Incominciano con l’eolico il quale seppure apostrofato come “ecomostro” per via del fatto che deturperebbe paesaggisticamente, non emette alcun agente inquinante.
L’energia solare, che in Europa quest’anno ha fatto registrare un notevole aumento d’impianti.
L’energia idroelettrica di cui si parla poco per la verità […] in quanto sembra abbia riflessi negativi di tipo idrogeologico.
Poi si parla del nucleare. Per cui vi è una sorta di prevenzione, acuita dagli episodi drammatici che nel passato si sono verificati.
Ma chiaramente non c’erano ancora i sistemi di sicurezza di cui oggi il nucleare dispone.
Sistemi di sicurezza che sono supportati dall’Intelligenza Artificiale ormai quasi “senziente”.
Forse si tratterrebbe di rimuovere qualche pregiudizio!
Vi sono Nazioni che credono fermamente al nucleare senza alcuna prevenzione, investendo convintamene.
La Cina per esempio è prima al mondo, poi la Russia e l’America.
In Europa, tra i primi a crederci sono stati la Germania, la Francia ed i Paesi Bassi.
Il fotovoltaico, dicono gli esperti, è un altro supporto di energia pulita che peraltro riduce in modo consistente i costi economici.
Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’aria che respiriamo supera i limiti di sostanze tossiche.
Soprattutto nelle grandi metropoli.
Gli esperti asseriscono che la deforestazione e il nostro cibo influiscono sensibilmente sullo stato dell’inquinamento del Pianeta: si parla in questi ultimi tempi del cosiddetto novel food. Cioè quegli alimenti che sostituiscono i derivati di animali. Alimenti a base di insetti, latte e carni coltivati in laboratorio. Oppure a base di alimenti a base vegetale come cereali, legumi ed altro. Oggi nel mondo vi sono già due miliardi di persone che si nutrono d’insetti. In Europa tuttavia non esiste ancora una regolamentazione a tale riguardo. Questo genere di alimentazione ridurrebbe fortemente l’impatto ambientale. E, infine, ma non per importanza, in quanto occupa i primi posti, vi è la moda.
Il consumismo abnorme e spropositato della moda ha generato montagne di abiti smessi.
Gigantesche colonne di indumenti la cui realizzazione rappresenta un impatto ambientale altissimo.
Non a caso sembra che il mercato dell’usato stia evolvendosi a dismisura: soltanto il riutilizzo, il riciclo e la condivisione ridurrebbero le emissioni di CO2.
In ultima analisi, l’emergenza climatica dipende soltanto da noi.
Che i nostri comportamenti, atteggiamenti siano finalizzati più all’essere che all’apparire.
Non è un fatto ideologico. Non è ambientalismo radical chic, e neppure un “nuovo paganesimo” cui aderire per compiacere taluni.
Il problema è ormai acclarato da tesi scientifiche incontrovertibili e da segnare in rosso sulla prima pagina dell’agenda dei potenti del mondo.
“La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva”. Lo affermava Albert Einstein e si era ai primi del Novecento…
Alberto Scalfari
Attualità
La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento
In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…
Riceviamo e Pubblichiamo
Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce
In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.
Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.
La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.
Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.
L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.
Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.
Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.
È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.
L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.
Attualità
Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…
Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.
Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.
La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.
La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.
Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.
A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.
A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il 4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.
Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
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