Cronaca
Capi falsi: chiuso il cerchio con il sesto arresto
(27 novembre) – Militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Lecce hanno arrestato il 42enne di Veglie, Tonio Malerba: va ad aggiungersi ai cinque già arrestati nei giorni scorsi e facenti parte di un’associazione a delinquere dedita all’introduzione ed alla commercializzazione nel territorio dello Stato di ingenti quantità di capi ed accessori di abbigliamento riportanti marchi di note “griffe” abilmente contraffatti. Tonio Malerba, che si trova ai domiciliari, non era stato arrestato solo perché si trovava ancora in Romania.
In un’altra operazione, a finire nel mirino dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce è stato un autotrasportatore 40enne di Minervino, che ha sottratto a tassazione, ai fini delle imposte dirette, base imponibile per oltre 970mila euro ed ha evaso Iva per oltre 131mila euro.
Cronaca
Sgominata violenta baby gang
Fermati nove ragazzi tutti minorenni. Si aggiravano nei pressi dei lidi gallipolini, accerchiavano la vittima e la costringevano a consegnare denaro ed eventuali oggetti preziosi. Le rapine sono state accompagnate da veri e propri pestaggi di gruppo

Gli agenti del Commissariato di Gallipoli, visti i reiterati episodi di violenza verificatisi nelle serate del 21 e 22 giugno, allorquando un gruppo di ragazzi, con stesso modus operandi, perpetravano delle rapine, aggirandosi nelle zone dei lidi e, scelta la vittima, la accerchiavano costringendola a consegnare denaro ed eventuali oggetti preziosi indossati.
Le rapine sono state accompagnate da veri e propri pestaggi di gruppo.
La Polizia ha per questo potenziato il controllo del territorio lungo il litorale, noto per i locali e la vita notturna.
Sono stati disposti servizi specifici sia per scongiurare ulteriori accadimenti, sia per individuare gli autori delle rapine e garantirli alla giustizia.
Il Dirigente ed il personale del Commissariato di Gallipoli, dopo l’’immediata denuncia sporta dalle vittime, hanno iniziato un’intensa e ininterrotta attività d’indagine grazie alla quale sono riusciti a ricostruire i fatti ed acquisire la descrizione dettagliata dei responsabili, che componevano una vera e propria baby gang.
Sono state inoltre acquisite immagini dei filmati di videosorveglianza reperiti nella zona interessata che hanno consentito, grazie al confronto con la descrizione resa dai testimoni, l’individuazione, proprio nei pressi della zona dove si erano svolti i fatti, di nove ragazzi, responsabili di una rapina.
Tutti molto giovani; si tratta di un 15enne, di tre 17enni, di tre 16enni e due 19enni.
Con l’ausilio della radiomobile dell’Arma dei Carabinieri, i nove sono stati accompagnati in Commissariato per gli accertamenti di rito.
Qui sono stati riconosciuti dalle vittime e i poliziotti hanno dato vita alla perquisizione domiciliare presso le abitazioni di due degli aggressori che sono stati visti impossessarsi dei beni dei rapinati.
A seguito della perquisizione, effettivamente sono stati rinvenuti gli indumenti descritti dalle vittime. Non è stata, però, ritrovata la refurtiva consistente in una collana, una banconota da 50 euro e occhiali da sole.
I responsabili sono stati denunciati a piede libero data la trascorsa flagranza del reato di rapina in concorso e a tre di loro è stato immediatamente notificato il foglio di via obbligatorio che vieta di fare ritorno a Gallipoli per due anni (sono residenti a Grosseto).
È ancora al vaglio la posizione dei 5 gallipolini per i quali si valuta l’applicazione di ulteriori misure di prevenzione.
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Cronaca
Due arresti per spaccio
I carabinieri hanno fermato un diciottenne di Palmariggi, che in casa oltre alla droga custodiva anche delle bombe carta, e un 36enne di Melissano

Continuano in tutta la provincia le operazioni di controllo del territorio dei carabinieri per prevenire situazioni di degrado legate al traffico di stupefacenti.
A PALMARIGGI
Altri due spacciatori sono stati scoperti e arrestati.
Il primo pusher arrestato è un incensurato 18enne di Palmariggi.
L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Maglie al comando del Maggiore Francesco Zaccaria che, dopo aver monitorato per alcuni giorni le abitudini del ragazzo, sono entrati in azione e si sono presentati a casa sua per una perquisizione.
Gli uomini dell’Arma hanno trovato nascosti nel bauletto dello scooter in uso al 18enne circa 10 grammi di cocaina e 5 grammi di marijuana, nonché alcuni bilancini di precisione e varie bustine di cellophane.
Anche nella camera da letto del giovane i carabinieri hanno trovato altro materiale per pesare e confezionare le dosi da spacciare, nonché 250 euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio.
La vera sorpresa è arrivata quando i militari dell’Arma sono entrati nel ripostiglio vicino la cucina, dove hanno trovato 17 petardoni non classificati, definiti comunemente bombe carta per la loro forma cilindrica e per l’elevata pericolosità, insieme a 300 artifizi pirotecnici regolari, alcuni in cattivo stato di conservazione e comunque tenuti in modo scorretto.
Vista la pericolosità del materiale rinvenuto, sono prontamente intervenuti gli artificieri antisabotaggio dei Comandi Provinciale Carabinieri di Lecce e di Taranto, che hanno sequestrato il materiale pirotecnico e, dopo la campionatura, hanno avviato la procedura per l’immediata distruzione.
Trattandosi di un incensurato, il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Lecce, nel convalidare l’arresto, ha disposto la sua immediata liberazione, rinviando il processo a data da destinarsi.
A MELISSANO
La seconda indagine antidroga è stata invece portata a termine a Melissano, dove i carabinieri della locale Stazione hanno arrestato in flagranza di reato un 36enne del posto, già noto alle Forze dell’Ordine.
Fermato in via Castello mentre circolava con un monopattino elettrico.
Durante il controllo, i militari gli hanno trovato addosso un contenitore con dentro circa 10 grammi di cocaina.
Invece, a casa sua, è stata recuperata una modica quantità di marijuana insieme a tutto il necessario per confezionare e pesare le dosi.
Dopo aver illustrato i dettagli al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Lecce, il 36enne è stato arrestato con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, poi sono stati disposti i domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.
I controlli delle pattuglie dell’Arma si intensificheranno nei prossimi week-end in tutto il territorio, inserendosi in un più ampio piano di prevenzione e sicurezza urbana, messo in campo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce in vista dell’estate.
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Cronaca
Sindaci indagati: concluse indagini su presunto intreccio affari-politica

Nel Salento è emerso un presunto intreccio tra politica e affari che ha portato alla luce una rete di favoritismi e corruzione all’interno di tre amministrazioni comunali: Maglie, Sanarica e Ruffano. L’inchiesta, avviata nei mesi scorsi e giunta ora alla conclusione delle indagini preliminari, coinvolge ben 25 persone tra politici, funzionari pubblici e imprenditori.
Secondo quanto emerso, al centro dell’indagine ci sarebbero accordi illeciti tra alcuni imprenditori locali – in particolare i fratelli Castrignanò – e diversi amministratori pubblici. L’obiettivo sarebbe stato quello di pilotare appalti e assegnazioni di lavori pubblici, in cambio di favori personali, come ristrutturazioni gratuite, forniture floreali, pranzi elettorali, bottiglie di prosecco, e persino sostegno durante le campagne elettorali.
Tre sindaci risultano tra gli indagati principali: Ernesto Toma, primo cittadino di Maglie, Salvatore Sales di Sanarica, e Antonio Rocco Cavallo di Ruffano. Quest’ultimo ha già rassegnato le dimissioni dopo essere finito in carcere. Toma e il suo vice, Marco Sticchi, invece, sono tornati in libertà e hanno ripreso le loro funzioni in Comune.
Le accuse vanno dalla corruzione all’abuso d’ufficio, passando per la turbativa d’asta e la creazione di un’associazione per delinquere finalizzata al controllo delle gare d’appalto pubbliche. Le indagini hanno rivelato episodi piuttosto concreti, come l’uso di fondi pubblici per pagare materiali edilizi per lavori privati, o bandi costruiti su misura per imprese “amiche”.
Adesso si attende la decisione della procura: con la chiusura dell’indagine, è probabile che si proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. Gli avvocati dei principali imputati si dichiarano tranquilli e pronti a dimostrare l’estraneità ai fatti, ma l’impianto accusatorio appare complesso e ben documentato.
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