Attualità
Otranto, casa popolare al sindaco: rigettato ricorso
Il deputato Leonardo Donno (M5S): «. Quella casa popolare spetta di diritto a qualcun altro e invece, da anni, è tenuta indebitamente in ostaggio. Ora la Liberi»
«Il 18 gennaio scorso il Tribunale Civile di Lecce ha rigettato il ricorso d’urgenza presentato dal sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, per ottenere la sospensione o la revoca del provvedimento di decadenza del diritto all’alloggio di edilizia residenziale popolare di via Idrusa, in cui da anni vive una sua parente. Adesso non ci sono più scuse: quell’alloggio deve essere sgomberato, come già sarebbe dovuto accadere entro il 7 novembre dello scorso anno. Quella casa popolare spetta di diritto a qualcun altro e invece, da anni, è tenuta indebitamente in ostaggio».
Così il deputato salentino del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, torna sul caso da lui sollevato mesi fa, dopo una richiesta di accesso agli atti avanzata ad ArcaSud Salento per avere un quadro completo sugli alloggi popolari occupati senza titolo in tutto il Salento e, di conseguenza, sottratti a chi ne avrebbe realmente bisogno.
Proprio in quell’occasione è emerso lo strano caso di Otranto. Qui, tra le case popolari occupate da persone che non ne hanno mai avuto il diritto o nel tempo lo hanno perso, figurava l’attuale sindaco, Pierpaolo Cariddi.
Donno, che da circa tre anni conduce una battaglia in provincia di Lecce per il ripristino della legalità e della giustizia sociale sul fronte delle assegnazioni degli alloggi popolari, riepiloga la vicenda per chiedere che giustizia sia fatta, a tutela dei cittadini bisognosi e troppo spesso parcheggiati per anni in graduatorie che non scorrono.

L’on. Leonardo Donno
«A gennaio dello scorso anno», ricorda Donno, «denunciai pubblicamente che tra i provvedimenti di decadenza dall’assegnazione di alloggi popolari ArcaSud, fino ad allora inevasi, ce n’era uno che chiamava in causa direttamente un sindaco: quello di Otranto, Pierpaolo Cariddi.
Evincerlo fu semplice, dacché le graduatorie di assegnazione sono pubbliche. Se un alloggio assegnato anni fa ad un soggetto (in questo caso Cariddi) non risulta riassegnato, significa che è ancora nella sua disponibilità. Dopo i dovuti accertamenti – dacché il sindaco si difese dicendo di essere promissario acquirente nel lontano ’99 di quell’alloggio, risultato poi occupato dalla figlia – l’ufficio Affari Generali del Comune di Otranto ha intimato lo sgombero di quell’immobile, così come Arca Sud aveva richiesto vanamente sin dal 2017. ArcaSud ha anche sottolineato che non sussistono gli estremi legali perché il primo cittadino possa riscattare l’alloggio in questione. 6 mesi di tempo per sgomberarlo: fu questa, dunque, la decisione finale. Termine ultimo: il 7 novembre. Cariddi, mi preme ricordarlo», precisa il deputato, «da anni aveva comunque perso il diritto di godere di un alloggio popolare, avendo una fonte reddituale non corrispondente ai criteri di assegnazione di un alloggio residenziale pubblico. Da qui i motivi che mi hanno spinto a presentare un esposto in Procura sulla vicenda. All’esposto seguì poi il ricorso al Tar del Sindaco contro il provvedimento dell’ufficio Affari Generali del suo stesso comune, che lo obbligava a lasciare l’immobile entro 180 giorni. In vista della Camera di Consiglio, il sindaco ha comunicato ufficialmente di voler rinunciare al suo ricorso, tant’è che i giudici lo hanno dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse».
Il 18 gennaio scorso il Tribunale Civile di Lecce ha rigettato il ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. presentato da Cariddi, volto ad ottenere la sospensione o la revoca del provvedimento di decadenza in questione: «Per questo», incalza Donno, «ci aspettiamo di assistere allo sgombero immediato, che avrebbe dovuto realizzarsi ben quattro anni fa!».
Motivo per cui il deputato, con una lettera indirizzata al Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio, al Comune e al Comando di Polizia Locale idruntini, chiede «di essere informato circa la tempistica relativa alla procedura di sgombero dell’immobile ed eventuale procedura di riassegnazione mediante apposita graduatoria».
«Quando ho avviato questa battaglia sulle occupazioni abusive nel Leccese», commenta Donno, «i numeri emersi tra occupazioni abusive e procedimenti di decadenza inevasi in tutto il Salento erano allarmanti, e sono rimasti allarmanti, tant’è che lo scorso anno le occupazioni abusive e le decadenze sono nuovamente aumentate. Era ed è necessario fare chiarezza, ripristinare trasparenza, legalità e giustizia. Bisogna farlo utilizzando, come è giusto che sia, un unico criterio per tutti, senza se e senza ma».
«Come sempre», aggiunge il deputato salentino, «il fine della mia battaglia non è assolutamente quello di infierire sui cittadini in difficoltà, che certamente devono essere aiutati e supportati. Gli approfondimenti che il sottoscritto ha condotto e intende continuare a condurre sono finalizzati proprio alla tutela dei più fragili, di chi subisce ingiustizie in silenzio e attende il suo turno per anni, parcheggiato in una graduatoria che non sempre è garanzia di legalità e giustizia. Nelle prossime settimane – annuncia – intraprenderò ulteriori iniziative in tutti i Comuni coinvolti in questo fenomeno, non c’è più tempo da perdere. Chiedo il supporto e il sostegno di tutti, soprattutto di chi rappresenta le Istituzioni ad ogni livello. Sono convinto che, in tutto questo, il ruolo delle Istituzioni debba essere nitido, trasparente e ben definito. E un Sindaco, che io sappia, è un’Istituzione, almeno fino a prova contraria. Ed è chiamato a dare il buon esempio e a farsi garante, prima di ogni altra cosa, del principio di giustizia sociale. Adesso», conclude Leonardo Donno, «ne attendiamo la prova concreta».
Attualità
Questo non è amore
Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “…questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.
Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.
Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.
Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.
Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.
Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».
Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».
Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.
L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.
Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.
In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.
Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.
Attualità
Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria
Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»
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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.
Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.
Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.
Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.
L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.
«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»
L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.
Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.
Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.
Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.
La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.
«“Ruote nella Storia” è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».
- L’Alfa Romeo Giulia tra i muretti a secco
- La chiesa di San Domenico fa da sfondo a Ruote nella Storia
- Un momento della manifestazione svoltasi a Tricase
La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.
I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico
Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.
L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.
Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.
Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.
La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.
Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.
Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.
- La Balilla
- L’Aurelia
Attualità
Medicina Generale, un nuovo ambulatorio diurno per Matino
Il Comune di Matino ha attivato un ulteriore ambulatorio diurno di Medicina Generale presso la sede della Continuità Assistenziale, sita in via Crispi.
L’attivazione dell’ambulatorio si si è resa necessaria nelle more della consegna della Casa di Comunità di Matino (foto in basso), attualmente in fase di completamento, e garantisce un servizio di prossimità essenziale per l’intera popolazione dell’AFT 1 (Casarano–Matino–Parabita–Collepasso).
GIORNI E ORARI
Mese di novembre l’ambulatorio è accessibile il martedì, giovedì e venerdì, dalle 10 alle 18.
Dal dicembre sarà aperto il martedì, giovedì e venerdì, dalle 10,30 alle 14,30 (4 ore giornaliere).
In aggiunta: un turno prefestivo, festivo o notturno, secondo programmazione aziendale, nell’ambito degli obblighi previsti per i medici del Ruolo Unico.
ATTIVITÀ
Le attività garantite presso l’Ambulatorio diurno sono le seguenti:
assistenza a tutti gli assistiti dell’AFT 1 (Casarano–Matino–Parabita–Collepasso);
visite occasionali e consulti clinici;
assistenza a turisti, studenti fuori sede, cittadini non residenti;
gestione dei bisogni assistenziali riferibili ai codici bianchi che altrimenti si rivolgerebbero al Pronto Soccorso;
supporto alle richieste provenienti dal numero armonizzato 116117 per cure non urgenti;
attività di counselling, promozione della salute e adesione ai programmi di prevenzione;
attività di vaccinoprofilassi;
presa in carico e monitoraggio dei pazienti fragili e dei malati cronici, con l’obiettivo di ridurre accessi impropri al Pronto Soccorso e rischio di ospedalizzazione.
L’ambulatorio sarà, inoltre, collegato alla piattaforma informatica dell’AFT per garantire il coordinamento operativo con tutti i medici della rete territoriale.
«ORA LA CASA DI COMUNITÀ»
«L’attivazione di un altro ambulatorio di medicina generale», dichiara il sindaco Giorgio Salvatore Toma, «rappresenta un passo fondamentale nel potenziamento dei servizi sanitari di prossimità a Matino».
«In attesa della consegna della Casa di Comunità, i cui lavori procedono alacremente», prosegue il primo cittadino, «questo servizio garantirà ai cittadini un punto di riferimento stabile e professionale, capace di rispondere ai bisogni quotidiani di salute, con particolare attenzione ai più fragili».
«Ringrazio la ASL, il Distretto sociosanitario e tutti i professionisti coinvolti per la collaborazione e per l’impegno dimostrato nel rafforzare l’assistenza territoriale», conclude il sindaco Toma, «si tratta di un risultato importante che testimonia la volontà comune di costruire una sanità più vicina, efficace e umana»
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