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Attualità

TIM, una telefonata allunga la vita. Corre sul filo il disservizio

Il telefono, la tua voce o la tua croce? Un disservizio raccontato passo passo, durato 15 giorni fra telefonate, sms, attese al telefono…

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Premetto che in casa internet serve come il pane: 2 studenti Uni in periodo esami, due che lavorano in smart working. 


Detto questo: un forte temporale, il 24 agosto 2021, ha colpito e messo fuori uso i modem di diverse abitazioni della mia zona, compreso il mio della TIM. 


Segnatevi questa data,  da quel giorno inizia il gioco dell’oca. 


Chiamo il 187 (com’era il claim di anni fa? una telefonata allunga la vita, e la perdita di tempo, aggiungo io), faccio presente del problema e ricevo il primo messaggio SMS (che conservo) “prevediamo la risoluzione del disservizio entro il 27-08-2021”. 


A seguire:Stiamo lavorando alla tua segnalazione sarai contattato dalla nostra assistenza”. 


E ancora:Confermiamo l’apertura della segnalazione 0065888636,  proveremo a contattarti il 2021-08–26 12:30:00”. Nessuna chiamata! Passa quell’ora e tramonta la speranza di risolvere in tempi brevi.. Trascorre anche il 27 agosto e muore la vana speranza; il 28 richiamo, perdita di tempo stimata 2 ore ca, e ricevo un altro sms: “Ci scusiamo per il protrarsi del disservizio causato da problematiche complesse e ti confermiamo massimo impegno per la risoluzione…“.


Siamo al 30 agosto altra telefonata, altro giro, altra corsa, altro msg: “Abbiamo provveduto ad inoltrare ai nostri tecnici il tuo sollecito per velocizzare la risoluzione(?)“. Nulla neanche quel giorno.


Mercoledì 1° settembre, dopo una settimana senza internet assillo ancora il 187, altro sollecito, altro sms, ore 12,51: “Abbiamo provveduto ad inviare ai nostri tecnici…“.


Nel primo pomeriggio della stessa giornata, senza avviso, arriva in casa un tecnico e mi spiega che il ritardo è dovuto al fatto che sia in ferie la maggior parte dei tecnici, che lui è venuto da Gallipoli (55 km da casa mia), che vista l’insistenza e la delicatezza del mio problema (2 figli all’Uni e lo smart working)… ecc. ecc.,  mi conferma che il modem è da cambiare.


Lui non può farlo, mi apre un ticket per modem guasto, io dovrò solo chiamare il 187 per farmi rilasciare un codice, con quel numero vado in un negozio TIM e risolvo il problema. 


Grazie, rispondo. Tempi? 24 ore (era mercoledì 1 settembre 21).


Alle 16,32 mi arriva un messaggio, che mi avvisa:Abbiamo risolto il disservizio relativo alla tua linea ecc.”.


Gioco dell’oca, tiro i dadi e ritento con gli sgarbati del 187, spiego del tecnico, del guasto, del numerino per il cambio modem, ecc..


Mi risponde una signora saccente che non funziona così, che  mi deve rimandare un tecnico per verificare che il modem non funzioni, ecc. ecc..


Basito le ribadisco che il tecnico è già stato a casa e che mi ha suggerito quello che ho scritto.


Per tutta risposta mi chiude il telefono in faccia (!) e riparte il valzer degli sms: “Gentili cliente, i nostri tecnici stanno verificando quanto ci hai segnalato nella richiesta di assistenza… prevediamo la risoluzione del disservizio il 02-09-2021”.


Il 2 settembre, ore 09,30, dopo aver invano riprovato a contattare il servizio clienti, mi arriva un altro messaggio: “Ti informiamo che stiamo lavorando alla tua segnalazione e che potresti essere contattato dalla nostra assistenza…” .


E’ impossibile, lunare, pazzesco, ragiono, dopo il danno la beffa: sono passati 10 gg dalla data del disservizio, dieci giorni di danni causatimi dalla TIM  e sono al punto di partenza??


Penso sia difficile essere ubriachi già alle 9,30! Penso che, forse, a quell’ora le sinapsi dei centralinisti non siano ancora collegate, che non abbiano seguito o non abbiano saputo impartire agli ‘sbadati’ avventori del ‘call center’ tutte le regole del bon ton e, desumo, che non sappiamo o non vogliano sapere cosa sia l’asserto: “Il cliente ha sempre ragione!”.


Impensabile per una azienda nazionale che macina soldi come la pula, che ha un esercito di yes man, non riuscire a rispondere (è un eufemismo) al telefono educatamente e fornire un servizio degno di questo nome e risolverlo. E poi, tutto questo pagando!

Non me ne faccio una ragione: vado oltre, cercando di risolvere questo maledetto problema di internet, e così ricomincia, come gli innamorati, la giravolta dei messaggini.


Arriviamo a venerdì 3 settembre, ore 13:39, ne ricevo un altro: “E’stato risolto il disservizio della tua linea relativo alla tua segnalazione (??!!). Verifica nelle prox 24 ore il funzionamento…”. 


E attimi dopo un altro: “A seguito della tua verifica, i nostri tecnici hanno ripreso in carico la tua segnalazione di assistenza e stanno intervenendo per ripristinare il corretto funzionamento del disservizio…”.  


La mano destra non sa cosa fa la sinistra!


E a seguire: ore 17,10, dopo l’ennesima mia telefonata al 187: “Ti informiamo che stiamo chiudendo la segnalazione. Verifica il funzionamento dei tuoi apparati (che non sono riuscito ad avere!)…).


E due secondi dopo ancora: “A seguito della tua verifica, ti informiamo che i tecnici hanno ripreso in carico la Tua segnalazione di assistenza…”.


Mi vergogno per loro, ma non è finita, sono seguite altre telefonate, altre cornette attaccate in faccia non appena spiegavo alle zelanti signorine quanto era accaduto, che non avevo risolto nulla e che ero al punto di partenza.


E così 14 giorni dopo l’interruzione del servizio, lunedì 6 settembre, ore 18,32, ricevo l’ultimo tombale sms: “Gentile cliente ti informiamo che i nostri tecnici stanno verificando quanto ci hai segnalato nella richiesta di assistenza di cui sopra…, prevediamo la risoluzione del tuo disservizio entro il 07-09’-2021, salvo complessità (!?)”.


Una gabbia di matti! Stento a crederci anch’io che mi sia successa una cosa simile, non so se i signori del call center, svogliati, mal pagati, scocciati, accaldati, lavorino senza aria condizionata!


Non so se queste zelanti aziende nazionali, che quotidianamente ci perseguitano con telefonate indesiderate ed inopportune ai cellulari e ci propinano offerte non richieste, si rendano conto del disgusto che monta nei consumatori nei confronti del loro marchio; non so se scientemente tutta questa guerra al ribasso provochi una tale concorrenza che è meglio (più conveniente) distruggere quanto appena acquisito, facendo pagare delle penali agli ignari sottoscrittori, che tenerseli buoni e cari il più possibile.


Quello che so, e che voglio condividere con quanta più gente possibile (considerata la mia posizione di direttore di un giornale locale), con quanti non hanno una vetrina, una bacheca dove affiggere tutte le proprie lagnanze, se non quella del numero 187 (campa cavallo!), è che questi signori vanno messi alla gogna per il disservizio che offrono, vanno banditi, denunciati, smascherati, spernacchiati (anche se serve a poco), nella speranza che il coro sollevato dalle proteste scalfisca, almeno un poco, questo muro di gomma, si assumano le loro responsabilità e ci offrano un servizio (pagato) degno di questo nome.


Ah, dimenticavo: il 7 settembre, ore, 09:21, dopo una telefonata al 187 per disdire il contratto, ho cambiato gestore telefonico.


Il 9 settembre, ora di pranzo, ricevo una telefonata dalla centrale della Telecom. Una signora, con fare garbato, mi chiede come mai questa disdetta repentina dopo poco più di un mese? Mi informa (per caso), sempre con un tono di voce latte e miele, che ho sottoscritto un contratto per 24 mesi, con una tariffa che dovrò rispettare e pagare.


Spiego, cercando di trattenere la rabbia ed il disgusto di cui sopra, alla paziente e dolce signora, le mie vicissitudini.


Dopo avermi ascoltato senza profferire parola, laconica arriva la risposta: “Mi vergogno per loro, la capisco, Le chiedo scusa a nome dell’azienda; ha tutte le ragioni, ma mi raccomando ora si faccia assistere da una associazione dei consumatori e, le suggerisco di chiedere i danni”. 


Parola profetiche? messaggio subliminale? Vedremo, io vorrei solo ricevere un adeguato servizio, all’altezza di quello che queste multinazionali decantano in ogni informazione che ci arriva, spesso indesiderata, e che ci offrono.


Spero solo, e mi auguro, che il prossimo gestore telefonico non sia un copia incolla del primo. Nel caso vi terrò informati.


Luigi Zito 


Attualità

Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro

Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

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di Antonio Memmi

Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti. 

Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.

In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!

I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.

L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi. 

Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.

Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.

Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.

Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.

L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.

E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.

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Attualità

I carabinieri portano la magia del Natale in reparto

L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale…

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Un gesto che scalda i cuori in pieno periodo natalizio: i Carabinieri di Lecce hanno portato la magia delle feste nel Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Vito Fazzi”, donando giocattoli e materiale didattico ai bambini ricoverati. 

L’iniziativa ha coinvolto in particolare i piccoli pazienti dei reparti di Oncologia, Chirurgia, Reumatologia, Immunologia e Pediatria Generale, dove opera con dedizione Suor Alessandra Notaro.

Grazie alla preziosa collaborazione della dott.ssa Roberta Tornese e della direzione sanitaria, l’evento è stato accolto con grande entusiasmo da grandi e piccini. 

Presenti i responsabili dei reparti – tra cui la dott.ssa Assunta Tornesello, la dott.ssa Lucia Russo e la dott.ssa Adele Civino, oltre ad una folta rappresentanza di operatori sanitari.

I militari, in veste di Babbo Natale, hanno testimoniato l’attenzione costante dell’Arma verso i più piccoli, augurando a ciascun bambino di vincere la propria battaglia contro la malattia. Questo impegno va oltre le attività istituzionali di tutela e sicurezza, rafforzando il legame con il territorio attraverso gesti di prossimità verso le fasce più fragili.

Dal Comando dei Carabinieri si sottolinea come la sinergia tra Arma e personale sanitario trasformi l’ospedale in un luogo di speranza e solidarietà autentica, dimostrando il valore della vicinanza umana nelle azioni quotidiane.

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Aradeo

Serie di misure della Polizia: tra fogli di via, truffa nei confronti di anziani e rissa

Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso…

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Le attività di controllo del territorio della Polizia di Stato nella trascorsa settimana hanno dato luogo all’emissione di diverse misure di prevenzione 

I report dei controlli dell’ultima settimana della Polizia vedono l’emissione di diverse misure di prevenzione tra le quali: due ammonimenti del Questore, uno nei confronti di un 38enne e l’altro di un 34enne, entrambi per atti persecutori nei confronti delle rispettive ex-compagne;

Tre fogli di via obbligatori: uno per truffa aggravata e continuata in concorso in danno di anziani nei confronti di un 42 enne di Napoli che vieta di fare ritorno nel comune di Aradeo per tre anni; 

un altro di 3 anni nei confronti di un 44enne originario di Napoli per truffa aggravata in concorso che fingendosi un appartenente all’Arma dei Carabinieri, tentava insieme a un complice, una truffa in danno di anziani a Cursi; 

il terzo foglio di via vieta l’ingresso ad Uggiano la Chiesa per due anni ad un 23enne di Scorrano che, alla guida di un’auto sprovvisto di patente, non si fermava all’alt dei Carabinieri innescando una fuga che creava pericolo tra gli abitanti del predetto paese. 

Due Daspo: uno di tre anni nei confronti di un 47enne di Bagnolo del Salento e uno di due anni per un 17enne di Carovigno (Br) a seguito dei fatti occorsi durante l’incontro di calcio “Polis Bagnolo Vs Città di Carovigno” il 16 novembre u.s. disputatosi presso lo stadio comunale di Otranto, dove alcuni tifosi delle opposte tifoserie hanno dato luogo ad un pericoloso lancio di oggetti in cui una bottiglia in vetro si è infranta in direzione delle forze dell’ordine.

Inoltre è stato notificata un Dacur  per i fatti occorsi in un bar di Aradeo il 15 novembre u.s. quando nel locale si è verificata una violenta rissa tra alcuni avventori, scaturita da futili motivi riconducibili all’abuso di sostanze alcoliche. 

Durante l’alterco, uno dei soggetti coinvolti ha estratto un coltello colpendo al fianco sinistro un altro avventore, provocando una ferita con abbondante perdita di sangue.

Sono state allertate le forze di Polizia e sul posto sono arrivati gli agenti del Commissariato di Galatina e i Carabinieri di Aradeo che hanno riscontrato evidenti segni della colluttazione, mentre il ferito veniva trasportato d’urgenza presso il pronto soccorso.

Tutti i soggetti coinvolti risultano gravati da precedenti di polizia, incluso l’autore dell’accoltellamento, un 49enne del posto, deferito in stato di libertà per lesioni personali e porto illegale d’arma.

L’episodio, avvenuto in orario preserale in un locale aperto al pubblico, ha generato particolare allarme sociale, determinando una concreta minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica, per tali motivi l’autore dell’aggressione è stato colpito dalla misura di prevenzione del Dacur, che vieta al responsabile la frequentazione dell’esercizio commerciale teatro dei fatti, nonché di altri bar e locali pubblici situati nel centro abitato di Aradeo.

La Divisione Anticrimine della Questura di Lecce ha avviato una specifica istruttoria finalizzata all’adozione di ulteriori misure di prevenzione nei confronti di altri soggetti coinvolti nella rissa. 

Parallelamente, la Squadra Amministrativa della Questura ha avviato il procedimento per la sospensione, per dieci giorni, della licenza a carico del titolare del locale.

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