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Next Generation Salento II

I risultati del questionario che ha visto coinvolti 852 ragazzi e 63 imprese del territorio. Confartigianato Lecce: «Necessità di fare squadra. Il Salento deve diventare attrattivo per la prossima generazione e non solo dei salentini»

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Un passo in avanti verso il futuro attraverso la digitalizzazione e l’innovazione. È questo l’obiettivo di Next Generation Salento”, il progetto promosso da Confartigianato Imprese Lecce, con il patrocinio ed il contributo della Camera di Commercio di Lecce, pensato per il rilancio delle piccole e medie imprese salentine.


Il progetto “Next Generation Salento”, presentato  nella sede della Camera di Commercio alla presenza del segretario della Camera di Commercio di Lecce Francesco De Giorgio, del presidente di Confartigianato Lecce Luigi Derniolo, del segretario provinciale di Confartigianato Lecce Emanuela Aprile e del direttore di Nuovo Quotidiano di Puglia Rosario Tornesello, nasce dall’esigenza di mappare e analizzare la situazione delle MPMI e PMI locali negli ambiti dell’innovazione e della sostenibilità ambientale in rapporto agli investimenti sulle competenze di settore e trasversali sulle risorse umane.


Confartigianato Lecce ha condotto una indagine incentrata a conoscere meglio il tessuto produttivo locale e il mondo dell’istruzione e formazione professionale, nell’ottica di favorire il più possibile il matching tra le competenze acquisite dagli studenti/corsisti e le capacità loro richieste da parte delle imprese.


La mappatura dello stato dell’arte è stata ottenuta attraverso una progettazione partecipata mediante questionari compilati da 852 ragazzi degli istituti “I.I.S.S. A. De Viti De Marco” di Casarano, “I.I.S.S. Don Tonino Bello e Nino della Notte” di Tricase, Poggiardo e Alessano, “I.I.S.S. Enrico Fermi” di Lecce “I.I.S.S. Polo Tecnico del Mediterraneo Aldo Moro” di Santa Cesarea Terme, “I.I.S.S. Presta – Columella” di Lecce.


L’obiettivo era capire cosa gli studenti vorrebbero durante il loro percorso di studi e dopo, che tipo di lavoro vorrebbero fare nel futuro, le competenze in materia di digitalizzazione, il livello di innovazione, l’aspirazione all’auto imprenditorialità, la sensibilità verso i temi ambientali.


Il questionario è stato rivolto anche alle PMI del territorio di varie categorie – agroalimentare, artistico, benessere, commercio e servizi, comunicazione, edilizia, impianti e meccanica, legno e arredo, mobilità e trasporti, moda – con l’obiettivo di comprendere il livello di digitalizzazione e innovazione, il mercato di riferimento, la sensibilità verso la transazione ecologica, sostenibilità ed economia circolare, il livello di supporto che si ritiene necessario.


Al questionario hanno risposto 63 imprese del territorio.


Infine sono state compilate 12 interviste rivolte a docenti universitari, operatori economici, dirigenti del sindacato e di altre associazioni di categoria.


Cosa farai dopo aver conseguito il diploma?


Per quanto riguarda l’analisi rivolta ai giovani, tra le risposte più significative risultano quelle relative al “cosa farai dopo aver conseguito il diploma?”.


Il 35,3% degli intervistati non ha ancora deciso cosa fare dopo aver conseguito il diploma seguito dal 27,4% che vorrebbe proseguire negli studi universitari mentre il 13,3% cercherà un impiego da dipendente.


Indipendentemente dal tipo di futuro ipotizzato, il 69,1% degli intervistati si “vede” realizzato in un territorio diverso da quello di origine (69,1%) mentre solo i 30,9% crede di potersi realizzare nel proprio territorio.


Marcata la sensibilità verso i temi ambientali che ormai sono patrimonio diffuso delle nuove generazioni. Il 45,2% definisce il proprio livello di attenzione alto, il 17% molto alto e il 35,4% medio. Mentre, di contro, il 59,9% degli intervistati ritiene che le aziende riservino ai temi ambientali un’attenzione definita media e il 18,6% crede sia bassa.


Per il 32,8% degli imprenditori offerta formativa di scuola e formazione professionalizzante non adeguata


Per quanto riguarda l’analisi del tessuto imprenditoriale, le aziende intervistate hanno ammesso di non essere attrezzate a gestire il cambiamento, sia a livello personale, sia con le risorse umane attualmente a disposizione.


Ancora più incerto il “passaggio” ad una gestione circolare dei processi produttivi o, più genericamente, all’adozione di misure e correttivi in linea con una visione sostenibile dello sviluppo e delle proprie prassi.


Significativo il dato sulla preparazione e sulle competenze delle risorse umane. Il 50,8% delle imprese intervistate ritiene estremamente difficile reperire forza lavoro adeguata alle esigenze, solo il 9,8% non individua tale difficoltà.


Ne consegue che il 32,8% ritiene che l’offerta formativa di scuola e formazione professionalizzante non sia affatto adeguata, ed il 27,9% la giudica comunque poco adeguata. Il sistema scolastico e formativo risulta, quindi, ancora non rispondente rispetto alle aspettative e alle esigenze reali del mercato del lavoro.


«Leggendo le risposte fornite da scuole, imprenditori e associazioni al questionario sulla Next generation credo che le associazioni di categoria hanno davanti una occasione senza precedenti per dimostrare ancora il loro ruolo sociale», ha sottolineato il presidente di Confartigianato Lecce, Luigi Derniolo, «oggi più che mai la forza di una azienda e di un territorio è la conoscenza dei dati. I dati ci offrono un quadro in cui le richieste tra gli attori coinvolti possono essere diverse, ma si possono mettere insieme per trovare le risposte che possano aiutare il territorio. È necessario un gioco di squadra perché solo lavorando insieme si può rendere il nostro territorio competitivo».


«Il nostro obiettivo è stato quello di far incontrare i due mondi ovvero quello dell’istruzione e quello delle imprese», ha spiegato il segretario provinciale Emanuela Aprile, «dalle risposte dei giovani emerge un forte senso di disorientamento, un dato che deve farci riflettere. I ragazzi non hanno una idea chiara del mondo del lavoro. E la cosa più preoccupante è che i giovani non vedono il Salento come un territorio accogliente dove poter crescere e fare impresa. Anzi, la maggior parte di loro è orientato ad andare via. Ed è su questo che dobbiamo lavorare insieme. In questo Confartigianato Lecce sarà un soggetto operativo. Ci mettiamo a disposizione per proporre soluzioni auspicabili e iniziative utili così che il Salento possa diventare attrattivo per la prossima generazione di salentini e non».


«La sinergia tra gli attori in campo è importante», ha aggiunto Francesco De Giorgio, segretario generale della Camera di Commercio di Lecce, «l’obiettivo è accendere i riflettori su due obiettivi: sul digitale e sull’innovazione. Il mondo imprenditoriale deve spingere verso questi due traguardi che devono essere raggiunti grazie al contributo dei giovani. È importante che ognuno faccia la propria parte e in questo la Camera di Commercio non si tirerà indietro».


«Considero questi risultati come un punto di partenza», ha concluso il direttore di Nuovo Quotidiano di Puglia Rosario Tornesello, «oggi si compie un primo passo verso una lunga marcia che deve portare a una inversione di tendenza. Bisogna far dialogare giovani, imprese e famiglie. Cominciamo da qui. Il Salento deve essere percepito dai giovani come un territorio pieno di opportunità dove crescere e formarsi, ma anche un territorio dove ritornare per fare impresa».






Attualità

Khady Sene a Salve

Il coraggio di non arrendersi: trasformare le sfide in opportunità: la prima donna immigrata in Italia a ricoprire il ruolo di direttrice di una Caritas diocesana domattina farà visita a ragazzi e ragazze dell’Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù

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È donna, italiana, di origini senegalesi, Khady Sene, la nuova direttrice della Caritas diocesana di Foggia-Bovino, nominata dall’arcivescovo Giorgio Ferretti.

Domattina, alle 9,30, sarà ospite presso l’Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù (nell’aula magna della sede centrale di via Rosenberg), per incontrare gli studenti e testimoniare «il coraggio di non arrendersi, per trasformare le sfide in opportunità».

E lei di coraggio ne ha avuto tanto: arrivata in Italia a 20 anni ha dovuto fin da subito rimboccarsi le maniche, ricominciare a studiare, ripartendo dalle medie, fino a laurearsi in finanza e marketing.

Nel frattempo, per 10 anni, Khady si è impegnata come volontaria nelle mense e come operatrice sociale.

A soli 31 anni è oggi la prima donna immigrata in Italia a ricoprire il ruolo di direttrice dell’ente ecclesiastico.

Un esempio di donna che non si è arresa, che ha creduto in una missione: stare accanto agli ultimi.

E lo fa, Kadhy, in un luogo martoriato dal caporalato e dallo sfruttamento dei migranti nei campi.

«In un presente segnato da sofferenze e incertezze, è difficile immaginare un futuro luminoso. Tuttavia, anche in tempi come i nostri, essere contaminatori di pace diventa un dovere», ha dichiarato la nuova direttrice al magazine Vita.

«Mentre i “potenti” bombardano, c’è una collettività che lotta quotidianamente per dare voce a una comunità violata, che presta il proprio volto a una giusta causa, difendendo i diritti di tutti» ha ribadito Khady Sene, ricevendo il “Premio donna per la pace” dal Comune Monteleone di Puglia.

Il dirigente scolastico Istituto comprensivo di Salve Morciano Patù accoglie la nuova direttrice Caritas: «Siamo convinti che l’incontro con Kadhy Sene rappresenti un momento prezioso per offrire ai nostri studenti una prospettiva diretta sulle sfide del territorio e sull’importanza di essere un aiuto concreto nella comunità. L’obiettivo è quello di consolidare il messaggio di forza, resilienza e responsabilità sociale. Ascoltare la sua testimonianza significa educare al cuore della cittadinanza attiva: comprendere le realtà di fragilità e imparare che, a tutte le età, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte per un mondo più giusto e inclusivo. L’appuntamento di domani», conclude Gianni Sergi, «si pone in stretta continuità con l’iniziativa tenutasi là scorsa settimana che ha celebrato figure femminili di forte impatto sociale e civile».

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Gagliano del Capo: piante d’ulivo gratis

Distribuzione gratuita di piante resistenti alla Xylella Fastidiosa per il recupero del paesaggio agrario olivicolo. Chi sono i destinatari e cosa fare per usufruirne

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«Salviamo il nostro paesaggio olivicolo. Reimpianta o crea nuovi oliveti con piante resistenti»: il Comune di Gagliano del Capo promuove un progetto per il recupero e la valorizzazione del paesaggio olivicolo. Distribuirà gratuitamente piante d’ulivo resistenti alla Xylella Fastidiosa.

Ne beneficeranno i proprietari di terreni agricoli nel territorio comunale.

Per reimpianti: terreni con piante compromesse dalla Xylella.

Per nuovi impianti: terreni agricoli non vincolati dal PPTR Puglia.

È prevista la distribuzione da 20 a 50 piante gratuite per ogni richiedente che riceverà: piante certificate esenti da Xylella fastidiosa; Cultivar resistenti (Leccino o Favolosa); piante di 18-24 mesi, pronte per l’impianto; targa identificativa comunale da affiggere sul fondo.

Per partecipare bisognerà compilare il modulo di domanda, allegare documenti richiesti (identità, visura catastale, foto/PPTR) e presenta la domanda entro il 30 dicembre alle 12.

La domanda potrà essere presentata: a mano presso Ufficio Protocollo Comunale (in piazzetta del Gesù) il lunedi, mercoledì e venerdì  dalle 9 alle 12 (solo il martedì dalle 16,30 alle 18,30); via PEC, indirizzando all mail a protocollo.gaglianodelcapo@pec.rupar.puglia.it; per posta, indirizzando la missiva a Comune di Gagliano del Capo, Piazzetta del Gesù 73034 Gagliano del Capo (LE).

La consegna delle piante sarà effettuata dal 20 febbraio al 15 marzo 2026; obbligatorio affiggere sul fondo la targa comunale  (sanzione € 50,00 se non affissa); messa a dimora entro 2 mesi dalla consegna (controlli comunali dopo 60 giorni dalla consegna)

Informazioni e modulistica su www.comune.gaglianodelcapo.le.it (Sezione: Amministrazione Trasparente); telefono 0833798311; mail ambiente@comune.gaglianodelcapo.le.it

L’iniziativa, promossa dal consigliere con delega all’agricoltura Mario Profico, è finanziata dal Comune di Gagliano del Capo con una dotazione finanziaria di 8mila euro.

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Tricase e Lecce fra i migliori ospedali, secondo l’Agenas

Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse. Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti…

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Su 1117 ospedali pubblici e privati, valutati su 6 aeree cliniche, 15 hanno raggiunto dei risultati e livello “alto” e “molto alto” ed è migliorata, secondo l’Agenas (agenzia nazionale servizi sanitari), l’assistenza negli ospedali italiani nel 2024.

Migliorano certo, ma evidenziano anche una forte discrepanza fra Nord e Sud.

Dal 2012, AGENAS sviluppa il Pne, finalizzato alla valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

Tale osservatorio, il Pne, regolamenta gli standard relativi all’assistenza ospedaliera e, per tale valutazione, quest’anno ha utilizzato 218 indicatori: 189 per l’assistenza ospedaliera (67 di esito/processo, 101 di volume e 21 di ospedalizzazione); 29 per l’assistenza territoriale, valutata in termini di evitata ospedalizzazione, esiti a lungo termine e accessi impropri al Pronto Soccorso.

Sono stati analizzati separatamente otto ambiti clinici: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologico, gravidanza e parto e classificati gli standard di qualità in alto/molto alto, medio, basso/molto basso.

Per il meridione è sconfortante notare come ci sia un “deserto” di nosocomi che raggiungono valutazioni basse o molto basse.

Fra le altre, però, vogliamo evidenziare le due strutture in provincia uscite a pieni voti.

La prima, fra le strutture citate in ambito cardiocircolatorio, per gli interventi su valvole cardiache, spicca come un livello molto alto, la Casa di Cura Città di Lecce.

La seconda, con un’altra importante valutazione fra gli ospedali salentini, come migliore ospedale per i tumori rientra, con un livello molto alto, l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase.

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