Attualità
Tricase, lavori in piazza: pacco, paccotto e contropaccotto
Continuano a far discutere i lavori in corso a Caprarica. Dopo la richiesta di bloccare i lavori dell’ingegner Morciano, la replica del sindaco: («Fa il gioco delle tre carte, vuol prendersi meriti che non sono i suoi») e la controreplica odierna del professionista tricasino
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di Giuseppe Cerfeda
Sgomberiamo subito il campo per non diventare il capro espiatorio di una contesa che si è improvvisamente (e pubblicamente) accesa dopo i soliti pissi pissi.
Nonostante il riferimento al film degli anni ’80 che riporta la nota truffa in tre atti del furbetto napoletano di una volta, qui non si parla assolutamente di raggiri ma pacco, paccotto e contropaccotto ben illustrano azione, reazione e controreazione che hanno acceso i riflettori su piazza Sant’Andrea a Caprarica.
Tutto è iniziato con la lettera protocollata da Andrea Morciano, ingegnere proprio residente nel rione di Caprarica, con la quale si chiedeva lo stop immediato ai lavori che stavano proseguendo in maniera differente da quanto concordato e annunciato.
Dopo qualche giorno è arrivata la replica del sindaco che ha accusato l’ingegnere di fare il “gioco delle tre carte” per prendersi i meriti di una soluzione già trovata.
A stretto giro di posta Morciano ha voluto mettere alcuni puntini sulle “i” e ci ha scritto per ribadire la “sua” verità (in fondo la lettera dell’ingegnere).
Ovviamente nell’ambito della dialettica e del contraddittorio può accadere che i toni si alzino, da una parte e dall’altra, ma poi si arriva ad un punto in cui è meglio fermarsi e ricomporre, per il bene di tutti, soprattutto quello della comunità.
La querelle, però, un merito, ce l’ha avuto. Ed è quello di informare tutti, attraverso i diversi punti di vista, su quanto accade in paese e su decisioni che, anche se non per dolo, spesso vengono prese nel chiuso delle stanze del palazzo.
Poi, a cose fatte, ritorna il pissi pissi per criticare a destra e manca.
LA CONTROREPLICA DI MORCIANO
Riceviamo & Pubblichiamo
«Caro Direttore (Non sono il direttore ma non adirò le vie legali per questo, NdA), mi tocca scriverle per rispondere alle diverse falsità con cui il sindaco, in una difesa disperata del suo operato e di quello della sua amministrazione, ormai allo sbando e che non sa più a quale Santo votarsi, prova a ridicolizzare la mia lettera, con la quale venivano evidenziati degli errori progettuali puntuali senza alcun chiacchiericcio di fondo.
Per farlo chiama in ballo il “gioco delle tre carte”, di cui egli stesso sembra essere molto esperto.
Di seguito quindi replicherò una ad una le dichiarazioni false e prive di fondatezza che sono state pubblicate.
- Rocco Martella, che si presta a questi giochini per i quali dovrebbe farsi un esame di coscienza, non è il Presidente del Comitato Festa – mentre scrivo, l’articolo de “il Gallo” è stato modificato, in quanto ho minacciato di querelare tutti i protagonisti (La correzione è stata apposta da chi scrive non certo per timore della minacciata querela ma solo per non generare confusione in chi ci legge con un errore commesso in buona fede, almeno per quel che ci riguarda, e fattoci notare dallo stesso ing. Morciano, NdA) –, bensì un semplice componente come tutti gli altri amici che ne fanno parte. Il presidente è don Salvatore Chiarello, che sarebbe opportuno lasciare fuori da queste beghe, e con il quale mi scuso personalmente a nome di chi, senza avvertimento né motivo alcuno, lo ha chiamato in causa in questa vicenda incresciosa a lui estranea. Il vice presidente (sindaco so di darle un dispiacere) è invece il sottoscritto, proprio l’ing. Morciano, (a meno che nel frattempo Martella, colto da una smania di onnipotenza, non mi abbia esautorato), che non è mai stato consultato sull’argomento per ovvie ragioni. Perché, come già scritto, la partecipazione, per il sindaco, è cosa di poco conto. Il sottoscritto, ribadisco se non fosse sufficientemente chiaro, non ha mai chiesto di essere consultato, ma ha chiesto un confronto pubblico, insostenibile da chi, dall’altra parte, è privo di argomentazioni.
- L’ufficio tecnico avrebbe fornito documentazione o informazioni sul progetto. (affermazione gravissima, passibile di denuncia, eventualità su cui farò opportune valutazioni). Premesso che il progetto sia di dominio pubblico, per eccesso di zelo la documentazione è stata richiesta per le vie ufficiali dal consigliere di opposizione, nonché capogruppo del Partito Democratico, Francesco Minonne, con istanza di accesso agli atti protocollata in data 18/06/2024, e documentazione trasmessa ufficialmente a Minonne il 25/06/2024 (atti richiedibili e verificabili tranquillamente presso gli uffici competenti). Come vede caro sindaco, non si ha necessariamente bisogno di veline se si è capaci di far bene il proprio lavoro, cosa che a lei riesce difficile.
- Io salvatore della patria. Mai pensato. Non ho queste pretese di onnipotenza. Semmai ho sicuramente la pretesa di liberare prima possibile il paese da questa amministrazione, che sta portando Tricase verso la deriva. Questo sì, e lo confermo.
- Avevano pensato già di modificare la pavimentazione; la cui soluzione era già stata pianificata e decisa dall’amministrazione. Quando mai?! Il sindaco, pur sapendo di mentire, non racconta la verità. Riassumo come sono andati i fatti, a onor del vero. Dopo aver visonato la documentazione, il caso ha voluto che incontrassi, in una conferenza dei servizi tenutasi circa due settimane fa, un rappresentante della Soprintendenza di cui non farò nome (ma se necessario mi rendo disponibile ad un confronto), alla presenza di altri soggetti coinvolti tra cui il sindaco di Tiggiano, responsabili tecnici e politici dei comuni di Corsano e Alessano, l’ing. Ferramosca per l’ufficio tecnico di Tricase, e anche l’assessore Piceci (onnipresente), dal momento che gli sono state assegnate infinite deleghe, o meglio dire non definite. In quell’occasione ho preannunciato all’assessore che avrei contestato il progetto, ed egli, come è solito fare insieme a tutto il resto della maggioranza, ha provato a scaricare ogni responsabilità sull’ufficio tecnico (non sui progettisti guarda caso. Chissà perché! Non sono forse loro ad aver redatto il progetto?) e sull’ex vice sindaco. In quell’occasione ho esposto il mio disappunto, anche in maniera brusca, perché la sua replica conteneva solo dichiarazioni infondate (l’assessore non ha perso tempo, ha ritenuto di dover riferire immediatamente l’accaduto, ma ahimè, anche i muri parlano). Ho avuto poi un confronto libero e franco con il funzionario della Soprintendenza, il quale, interrogato da me sull’adeguatezza o meno delle scelte effettuate, ha candidamente confidato che era l’unica soluzione possibile per il budget a disposizione. A proposito di economie, vorrei ricordare al sindaco e al consigliere Martella, e far presente ai cittadini di Caprarica, che la prima proposta progettuale, che prevedeva per la pavimentazione della Piazza e non solo un pacchetto costituito da strato di geogriglia e pavimentazione di Trani dello spessore di cm. 10, si basava su un impegno di spesa per la Piazza Sant’Andrea pari a circa un milione di euro. Lo so che nel delirio di onnipotenza alcuni dei nostri amministratori sono in grado di moltiplicare i pani ed i pesci, ma voglio vedere quale sarà la soluzione adottata per recuperare 700mila euro circa, visto che l’attuale intervento è di poco superiore a 300mila euro. Si spera solo che la toppa non sia peggio del buco! Toccherà vigilare sulla soluzione ed esser pronti a renderne conto, nel bene e nel male. Una raccomandazione però voglio farla, da esperto conoscitore delle tecniche costruttive: non provate a mettere cemento sotto qualunque forma! La soluzione dovrà essere identica a quella utilizzata per la Piazza Castello dei Trane a Tutino e per quella di San Nicola a Sant’Eufemia. Ogni altra soluzione sarebbe solo un palliativo per acquisire una finta ragione. Si accettano scommesse.
- Stavamo solo aspettando di vedere i campioni definitivi dei basoli e di confrontarci con i progettisti e con la Sovrintendenza. Purtroppo, il Sindaco è sfortunato. Il destino ha voluto che i campioni siano stati visonati già molti giorni prima, guarda caso proprio in concomitanza con la conferenza dei servizi di cui sopra, giorno in cui i campioni presentati non avevano soddisfatto e si aspettava che l’impresa ne fornisse di ulteriori e similari. Improvvisamente ed in maniera miracolosa, i campioni di cemento si sono trasformati in campioni di basolo. Circostanze sfortunate, ma anche di questo ho discusso con il rappresentante della soprintendenza.
- Il sindaco, quando non sa cosa rispondere, la butta in caciara. Mi piacerebbe sapere perché, invece di scrivere falsità, non abbia risposto puntualmente ai quesiti posti sul traffico e la viabilità, indicando quali strategie, insieme al suo team, intende intraprendere per risolvere i problemi legati a questi aspetti. Di sicuro le risposte sono pronte, solo che si sta aspettando forse che passi l’estate.
- Sul divenire dei progetti esecutivi? Il sindaco, che si avventura su argomenti che non conosce, (è un vezzo di molti componenti di questa amministrazione) dovrebbe spiegarci come un progetto definitivo posto a base di gara, divenuto esecutivo salvo piccole modifiche perché anche l’impresa appaltatrice non ha potuto apportare chissà quali variazioni, stante la coperta cortissima, oggi possa essere modificato senza colpo ferire. Potrei intravedere dei margini che possono inficiare la gara tanto da chiamare in causa le procedure dell’ANAC. Ma non mi avventuro oltre, per non sbagliare.
Quindi è tutto già stato deciso dall’amministrazione e oggi qualcuno cerca di prendersene il merito. Mi dispiace per lei sindaco, ma dopo la mia lettera ha dovuto ingranare la retromarcia e fare inversione a U. Capisco che possa darle fastidio, ma tant’è. Risponderà ai cittadini a tempo debito. Infine, per completezza, e per dimostrare ulteriormente, se ancora non fosse chiaro che il sindaco naviga a vista e non conosce il progetto, faccio presente ai lettori che si sta pensando ad una nuova soluzione per la pavimentazione, ma nel computo del progetto non è previsto neanche un nuovo palo e corpo illuminante, quindi la piazza rimarrà con l’illuminazione esistente, ovvero al buio. Sicuramente replicherà che ci hanno pensato la notte appena trascorsa. Inoltre, chiedo al sindaco, all’amministrazione e alla Comandante della Polizia Municipale, con quale criterio compaiono cartelli di divieto sulle strade limitrofe al cantiere, senza alcuna comunicazione ai residenti. Non sarà forse perché i residenti di Caprarica sono meno importanti di quelli che abitano nel centro storico del paese, per i quali il nuovo piano traffico è stato fatto passare quasi come messaggio pubblicitario sulle principali reti televisive? Non mi dite che avete pubblicato sui canali social, perché se così fosse quello è uno strumento, ma non il primo e nemmeno l’unico. Tornate con i piedi per terra».
Ing. Andrea Morciano
Attualità
La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento
In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…
Riceviamo e Pubblichiamo
Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce
In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.
Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.
La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.
Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.
L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.
Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.
Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.
È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.
L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.
Attualità
Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…
Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.
Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.
La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.
La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.
Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.
A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.
A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il 4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.
Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
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