Attualità
Tricase: «Lucugnano non diventi… Antenna City»
Le opposizioni si mobilitano. Il Cantiere civico: «Basta con la proliferazione incontrollata delle antenne. È urgente un piano per regolamentarne la collocazione». “Tricase, che fare?” presenta un’interrogazione consiliare e chiede « quante e quali verifiche si sono svolte negli ultimi due anni sul territorio comunale in materia di controllo rispetto dei limiti di tollerabilità delle missioni
I lavori di installazione di una nuova antenna per “impianti di comunicazione elettronica” (5G Iliad) sono in corso da qualche giorno in Via dei Cipressi a Lucugnano, nei pressi del cimitero e vicinissimo alla Scuola Elementare e Media.
Questo impianto è il terzo che sorge nel giro di pochi mesi e non è improbabile che sia seguito a breve da altre installazioni.
La legge 259/03 (Il Codice delle comunicazioni elettroniche) e le modifiche intervenute con il D.Lgs n. 207/21 hanno aperto la strada, infatti, alla costruzione di ripetitori per telefonia con procedure semplificate, perché considerati infrastrutture primarie alla stessa stregua degli impianti pubblici idrici e fognari. Entro 90 gg dalla presentazione dell’istanza, se gli uffici Comunali e l’ARPA (Agenzia Regionale per l’Ambiente) non rilevano irregolarità nella tipologia e nell’ubicazione dell’impianto, la stessa si ritiene accolta con la modalità del “silenzio-assenso”.
Se ne parlerà certamente nel prossimo consiglio comunale.
Dal Cantiere civico i consiglieri di opposizione Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia si chiedono: «E chi deve occuparsi della tutela della salute dai rischi dell’eccessiva esposizione ai campi elettromagnetici prodotti dalle reti di comunicazione elettronica? L’abolizione della distanza minima di 70 m. dai centri abitati, prevista anche dal Decreto Gasparri del 2002 che pure aveva dato l’avvio alla liberalizzazione selvaggia delle antenne, sembrerebbe aver privato i Comuni della possibilità di provvedere alla tutela dei propri cittadini. Ma non è così. O, almeno, non del tutto», sostengono dal Cantiere, «gli Enti Locali possono ancora esercitare una funzione di controllo e indirizzo in base alla Legge n.36/2001. Questa non indica delle distanze da rispettare, ma piuttosto degli Obiettivi di Qualità da raggiungere, che si ottengono cercando di minimizzare i valori di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Gli obiettivi di qualità per aree densamente frequentate sono 6V/m per i campi e 100mW/mq per la densità di potenza. Ovviamente, per non superare questi limiti è opportuno posizionare i ripetitori a una distanza idonea da case, scuole, ospedali e aree pubbliche in generale. Questo
perché l’intensità del campo elettromagnetico decresce con il quadrato della distanza; quindi, più è lontano un ripetitore e più siamo al sicuro».
L’art.8 della Legge 36/2001 secondo i consiglieri di opposizione assegnerebbe, perciò, ai Comuni la facoltà di «adottare un Regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio…».
Il Piano per le antenne, quindi, non può vietare i ripetitori, ma li regolamenta garantendo la copertura da segnale in tutto il territorio.
Per il Cantiere civico «è urgente e improcrastinabile, dunque, l’adozione di un Regolamento Comunale per non lasciar proliferare le antenne in modo selvaggio. Di questa necessità ci faremo immediatamente promotori in Consiglio Comunale».
Il caso specifico di Lucugnano «merita un ulteriore considerazione. Questo territorio ospita già molte antenne. L’ultima installazione che ha preso avvio porterà alla realizzazione di un traliccio di 42 m., equivalente per altezza a un palazzo di circa 15 piani. La richiesta non è stata avanzata direttamente da un gestore nazionale, ma da una società privata di Modugno (BA). È presumibile, quindi, che diversi gestori troveranno ubicazione su quella antenna. Senza voler scadere nella “tecnofobia”, ovvero la paura cieca delle innovazioni tecnologiche, crediamo che soprattutto in questo caso sia necessario che gli Enti preposti (ARPA e Comune) attivino tutti i controlli, prima e dopo l’installazione, per fugare ogni dubbio sui rischi alla salute che possono derivare da un’esposizione eccessiva ai campi elettromagnetici. Noi, comunque, comprendiamo la preoccupazione dei cittadini più direttamente esposti e saremo al loro fianco nelle azioni di autotutela che si riterrà opportuno intraprendere».
Anche i consiglieri di “Tricase, che fare?”, Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, si sono mobilitati per la vicenda di Lucugnano e fanno sapere che «già da tempo hanno presentato interrogazione in consiglio comunale. L’antenna in questione», evidenziano, «sarebbe la terza, in ordine cronologico, ad insistere sul territorio della frazione ed insisterebbe su un’area urbanizzata dove sono presenti anche strutture pubbliche ad utilizzo collettivo».
“Tricase, che fare?” considerato «l’aumento ed il proliferare di antenne sul territorio comunale senza alcuna pianificazione ed il regolamento comunale in materia di campi elettromagnetici prodotti da sistemi telecomunicazioni e radiotelevisivi», chiede di «conoscere l’iter che ha portato al permesso autorizzativo per l’istallazione della stessa di conoscere quante e quali verifiche si sono svolte negli ultimi due anni sul territorio comunale in materia di controllo rispetto dei limiti di tollerabilità delle missioni; di conoscere le reali intenzioni di codesta amministrazione comunale in materia e come la stessa intende affrontare la il caso specifico».
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Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”
Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.
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Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”
Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo
“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.
Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon
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Presentato il calendario della Polizia locale contro la violenza di genere
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela…
Lo speciale calendario della Polizia Locale di Nardò per il 2026 è dedicato al tema del contrasto alla violenza di genere.
Ogni mese, attraverso gli scatti di Giacomo Fracella, racconta un valore, un gesto, un simbolo di rispetto e di tutela. Ci sono, tra le altre cose, un paio di scarpette rosse sul suolo di piazza Salandra, una foto di gruppo delle agenti del Comando di via Crispi, la panchina rossa.
Dietro queste immagini c’è il lavoro quotidiano della Polizia Locale, che con dedizione e sensibilità opera per garantire sicurezza e dignità ai cittadini e ovviamente anche a tutte le donne.
Questa mattina il comandante Cosimo Tarantino ha presentato il calendario nella sede di via Crispi, consegnando una copia al consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione e all’assessora con delega alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni. Presenti anche la consigliera Daniela Bove e la vice comandante Simona Bonsegna.
“Questo calendario – ha detto il comandante Cosimo Tarantino – è un messaggio di coraggio e speranza. Pensiamo che ognuno di noi debba fare la propria parte nel contrasto alla violenza di genere, la Polizia Locale ha ritenuto quest’anno di utilizzare il calendario come importante veicolo divulgativo per sensibilizzare tutti. È importante non abbassare mai la guardia”.
“Questo è un tema che interessa singoli, famiglie e istituzioni – ha aggiunto il consigliere delegato alla Polizia Locale Gabriele Mangione – e ognuno deve affrontarlo nei limiti del proprio ruolo e delle proprie possibilità. Questo calendario è uno strumento istituzionale, ma stavolta anche un segno tangibile di vicinanza nei confronti dei cittadini e di tutte le donne”.
“Ringrazio il Corpo di Polizia Locale – ha detto ancora l’assessora alle Pari Opportunità Sara D’Ostuni – per questa iniziativa di estrema sensibilità e responsabilità. Avere a casa questo calendario ci ricorda ogni giorno che il contrasto alla violenza di genere non può e non deve essere una battaglia episodica, ma costante e generalizzata”.
Dalla prima edizione del calendario della Polizia Locale di Nardò sono passati ormai 24 anni, dedicata all’epoca alla sicurezza stradale e arricchita dai disegni sul tema degli studenti delle scuole primarie. Questa edizione, invece, arriva nell’anno (il 2026) che celebra i 160 anni della Polizia Locale italiana.
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