Attualità
Tricase, rifiuti: controlli e sanzioni per chi sgarra
Dal 1° giugno arriva la tolleranza zero per l’errato conferimento. Pugno duro con chi abbandona furtivamente i rifiuti. Il sindaco Antonio De Donno: «Necessario cambio di passo»
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Il Comune di Tricase chiude il 2023 con una media del 67,58% di raccolta differenziata, con punte oltre il 70% in diversi mesi dell’anno.
Per guardare con rinnovata fiducia al futuro occorre, adesso, migliorare la qualità del rifiuto prodotto, facendo particolare attenzione alle regole di corretto conferimento che permettono di limitare al massimo la presenza di impurità, vale a dire di elementi estranei alla singola frazione al momento dell’arrivo ai diversi impianti di selezione.
Per questo motivo, a partire dal 1° giugno, partirà la tolleranza zero nei confronti degli errati conferimenti, con gli operatori ecologici di Gial Ambiente, l’azienda che si occupa del servizio di igiene urbana a Tricase, che apporranno un adesivo di non conformità nel caso di irregolarità al momento dell’esposizione dei rifiuti.
IL CORRETTO CONFERIMENTO
Ad esempio la carta (riviste, giornali, cartoni, contenitori in tetrapak del latte o dei succhi di frutta, ecc.) ed il vetro (vasetti, bottiglie prive del tappo, ecc…) vanno conferiti direttamente nel mastello senza alcun sacchetto.
L’organico (avanzi di cibo, scarti di frutta e verdura, lische di pesce, ecc.) va messo in buste biodegradabili e compostabili.
La plastica e metalli (flaconi di detersivi, bottiglie in plastica, polistirolo, ecc.) vanno conferiti in buste trasparenti o semitrasparenti.
Nei cosiddetti rifiuti non riciclabili o indifferenziati sono inclusi tutti quegli oggetti che non possono essere riciclati (cd/dvd, penne/evidenziatori, pannolini/pannoloni, gusci di molluschi e crostacei, ecc) e vanno conferiti con buste trasparenti o semitrasparenti.
Attenzione: è vietato l’uso di sacchi neri per qualsiasi tipo di rifiuto.
NEL CASO DI CONFERIMENTO NON CORRETTO
Qualora gli operatori ecologici dovessero riscontrare un non corretto conferimento applicheranno l’adesivo di non conformità ed il rifiuto non verrà ritirato.
In questo caso, l’utente dovrà rientrare il proprio rifiuto all’interno della propria abitazione, differenziare correttamente e conferire nuovamente le diverse frazioni rispettando il calendario di raccolta.
Contemporaneamente, il nucleo della Polizia Locale svolgerà una serie di controlli incrociati sul territorio: i cittadini che continueranno a reiterare errori di conferimento dei rifiuti verranno sanzionati secondo quanto previsto dalla normativa.
IL SINDACO: «C’È BISOGNO DELL’IMPEGNO DI TUTTI»
«È arrivato il momento di fare un ulteriore passo in avanti in materia di raccolta differenziata, non solo in termini di percentuale, ma anche di qualità del rifiuto che portiamo ai vari impianti di selezione o in discarica», spiega il sindaco Antonio De Donno, «c’è bisogno dell’impegno di tutti per migliorare nella cura dell’ambiente in cui viviamo da cui scaturiscono: un maggiore benessere psicofisico dell’individuo; un adeguato decoro urbano che si trasforma in crescita di attrattività della nostra città per i turisti; un beneficio economico per il singolo e per la collettività perché aumentare la percentuale di raccolta differenziata ci permette di evitare l’applicazione dell’ecotassa regionale, un ulteriore aggravio sulle tasche dei cittadini».
JUNKER, SVOLTA DIGITALE
Per aiutare ulteriormente l’utente a dirimere ogni dubbio sulla raccolta differenziata, il Comune di Tricase entra ufficialmente a far parte del circuito Junker, l’app per la raccolta differenziata che ogni giorno aiuta 3 milioni di italiani a gestire in modo corretto e sostenibile i propri rifiuti.
L’amministrazione comunale ha infatti deciso di dare una svolta digitale al sistema di raccolta dei rifiuti, adottando questa applicazione, il cui uso, per i cittadini di Tricase, sarà gratuito.
Una volta scaricata, l’app è in grado di riconoscere tutti gli imballaggi dal codice a barre e indicare in tempo reale come vanno conferite le singole parti.
Su Junker sono disponibili, tra l’altro, i calendari sempre aggiornati dei ritiri e le mappe dei punti di raccolta.
Tutte le informazioni sono geolocalizzate e disponibili in 12 lingue.
DUPLICE STRATEGIA
«Dopo la riduzione ad un solo giorno di ritiro del non riciclabile nel calendario di raccolta, a partire dal 2021, ora siamo chiamati ad una nuova svolta», sottolinea il presidente della Commissione Ambiente, Rocco Martella, «occorre migliorare la qualità dei rifiuti che portiamo in discarica o agli impianti di selezione al fine di ridurre i costi di smaltimento e realizzare una raccolta differenziata più pura.
Per raggiungere questo risultato ricorreremo ad una duplice strategia: da una parte l’informazione ai cittadini con affissioni statiche e l’introduzione dell’app Junker; dall’altra un’azione di controllo coordinata da parte degli operatori ecologici e della Polizia Locale per educare i responsabili di errati conferimenti che inficiano quanto di buono fatto dalla maggioranza della popolazione».
PIÙ ACCORTEZZA, PIÙ CONTRIBUTI
«Oggigiorno diventa di fondamentale importanza garantire un’alta qualità dei rifiuti prodotti sul territorio comunale che non può trascendere dal rispetto delle regole di corretto conferimento per ogni singola frazione», afferma il responsabile comunale Alessandro Macchia, «migliorando questo dato, e quindi anche le percentuali complessive di raccolta differenziata, possiamo garantire una maggiore tutela dell’ambiente ed ottenere maggiori contributi ambientali da parte dei Consorzi del CONAI per il recupero dei rifiuti di imballaggi (carta, plastica vetro, ecc.). Più riusciamo a recuperare tali frazioni e più riusciamo ad ottenere contributi dai suddetti Consorzi. Nell’anno 2023 il Comune di Tricase è riuscito ad incassare più di 300mila euro da tali contributi>>.
«PUGNO DURO CONTRO CHI ABBANDONA I RIFIUTI»
«Con un’adeguata campagna di comunicazione e di informazione puntiamo ad accrescere la consapevolezza del cittadino davanti alle problematiche ambientali e a ridurre fino ad eliminare gli abbandoni illeciti», sostiene la Comandante della Polizia Locale Anna Grazia Bello.
«Difatti da alcuni mesi», avverte, «l’abbandono dei rifiuti da parte dei privati cittadini è divenuto penalmente perseguibile», quindi, «pugno duro nei confronti dei responsabili di tale condotta».
«Ad oggi», ricorda infine la Comandante Bello, «sono stati elevati diversi verbali al fine di contrastare tale fenomeno sul territorio comunale anche con l’ausilio delle fototrappole in dotazione».
Attualità
Paolo De Castro per “Il Gallo”: “Agricoltura, cooperazione e geopolitica sono la nostra strategia di pace”
In esclusiva su Il Gallo l’intervento di Paolo De Castro, già membro del Parlamento europeo, a margine dell’evento Tricase MED 2025 – Mediterraneo: le rotte possibili.
Le giornate dedicate a “Accoglienza, Conoscenza, Cultura, Economia, Politica – Le cinque rotte del dialogo” hanno trasformato il Salento in una piattaforma di confronto internazionale, dove istituzioni, mondo accademico, realtà imprenditoriali e rappresentanti della cooperazione si sono confrontati sul futuro del Mediterraneo.
Tra gli interventi più attesi, quello di Paolo De Castro, presidente di Nomisma, voce autorevole delle politiche agroalimentari europee e figura di riferimento nella costruzione del dialogo mediterraneo.
Il suo contributo non è stato un semplice intervento tecnico, ma un discorso politico nel senso più alto e più pieno del termine. Un’analisi sul presente e un appello per il futuro, costruito attorno a un’immagine che ha la forza di un manifesto:
«Siamo condannati a stare insieme».
Parole pronunciate richiamando il pensiero di Monsignor Vincenzo Paglia e diventate, nel filo narrativo di De Castro, la chiave per interpretare il ruolo del Mediterraneo in questa fase storica.
Un’immagine semplice, ma potentissima: perché essere “condannati alla convivenza” significa riconoscere che l’operazione politica più urgente oggi non è dividere, ma tenere insieme. Popoli, economie, filiere, territori, storie, crisi, speranze.
Un Mediterraneo che racconta il mondo: tensioni, conflitti, nuove fratture
“Viviamo in un mondo che si sta frantumando”, ha esordito De Castro. E la fotografia geopolitica non lascia margini di dubbio: 62 conflitti attivi, instabilità diffusa, polarizzazione delle potenze globali, e uno scenario internazionale in cui la sicurezza alimentare, energetica e climatica si intrecciano.
Il Mediterraneo, con la sua posizione cerniera, sente ogni vibrazione prima degli altri.
È un mare che collega e separa, un mare attraversato da scambi millenari e oggi esposto a:
tensioni regionali irrisolte,
crisi idriche sempre più profonde,
fratture socioeconomiche tra le sponde,
guerre che ridisegnano rotte e alleanze,
flussi migratori che raccontano più di qualsiasi statistica il fallimento di modelli di sviluppo.
Eppure il Mediterraneo resta anche un luogo di possibilità.
Una regione dove la storia ha dimostrato che la cooperazione non è un ideale, ma una necessità concreta.
L’agricoltura come chiave geopolitica: la pace nasce dalla terra
Il passaggio più sorprendente dell’intervento di De Castro è stato forse il più semplice:
la pace è anche – e soprattutto – un fatto agricolo. Non è un paradosso.
È la storia che lo insegna: dalla Mesopotamia alle carestie novecentesche, dalla geopolitica del grano alle crisi alimentari moderne, la relazione tra produzioni agricole e stabilità politica è sempre stata decisiva. De Castro lo ha spiegato con chiarezza:
«Il cibo ha sempre deciso la storia delle guerre. Parlare di Mediterraneo attraverso l’agricoltura è puro realismo geopolitico.»
L’agricoltura è una diplomazia silenziosa, ma efficace:
crea lavoro,
radica le persone ai territori,
produce relazioni sociali,
stabilizza comunità,
riduce le tensioni,
genera dignità.
È un’infrastruttura di pace, spesso invisibile, ma fondamentale. Per questo, secondo De Castro, rimettere la terra e il cibo al centro delle politiche mediterranee significa ragionare non solo da tecnici, ma da strateghi del presente.
Il ruolo del CIHEAM Bari: un presidio democratico nel cuore del Mediterraneo
De Castro ha dedicato un passaggio centrale a riconoscere il valore del CIHEAM Bari.
Lo ha definito “un presidio democratico del Mediterraneo”, evidenziando come questa istituzione svolga una funzione unica: formare competenze e costruire cooperazione reale.
Il CIHEAM non produce soltanto ricerca, ma genera una vera e propria classe dirigente tecnica del Mediterraneo:
agronomi formati in una prospettiva internazionale,
progetti di gestione idrica in contesti dove l’acqua è già una questione di sicurezza nazionale,
programmi di sviluppo rurale per Paesi MENA,
attività di lotta e contenimento delle fitopatie (come la Xylella, che ha sconvolto il paesaggio salentino),
innovazione varietale per fronteggiare il cambiamento climatico.
È una diplomazia dei fatti, non delle dichiarazioni. Ed è lì, in quella diplomazia concreta, che secondo De Castro nasce la possibilità di “tenere insieme ciò che il mondo tende a dividere”.
Dalle crisi alle opportunità: tre priorità per una nuova agenda mediterranea
Nella parte più programmatica del suo intervento, De Castro ha tracciato una vera e propria road map del futuro.
1. Adattamento climatico: la scienza come infrastruttura della pace
Il Mediterraneo è uno degli “hotspot climatici” più critici del pianeta.
Subisce un riscaldamento superiore alla media globale e vive fenomeni estremi sempre più frequenti.
Il messaggio è chiaro: nessun Paese può agire da solo. Serve un sistema integrato che unisca ricerca, trasferimento tecnologico, uso efficiente dell’acqua, agricoltura smart.
2. Sicurezza alimentare: senza mercati trasparenti non c’è stabilità sociale
Negli ultimi anni, i prezzi dei beni agricoli sono diventati un barometro del rischio geopolitico.
Ogni tensione internazionale ha immediate ripercussioni sulle filiere globali. De Castro insiste:
“La trasparenza dei mercati agricoli è una condizione di stabilità per le società mediterranee.”
Nomisma sta lavorando a:
osservatori permanenti sulle tendenze dei mercati,
sistemi di previsione degli shock,
indicatori di volatilità,
piattaforme informative per imprese e governi.
È un lavoro che può diventare – se integrato a livello mediterraneo – una vera infrastruttura di prevenzione.
3. Migrazioni e sviluppo rurale: un futuro che radica le persone ai territori
“Le persone non fuggono quando hanno futuro”, ha ricordato De Castro.
E il futuro, nel Mediterraneo, passa anche da:
investimenti nell’agricoltura,
valorizzazione delle filiere locali,
formazione tecnica,
sostegno ai giovani agricoltori,
infrastrutture rurali,
opportunità economiche nelle aree fragili.
Non è solo sviluppo. È prevenzione dei conflitti. È politica estera nel suo volto più pragmatico.
Costruire una governance comune: tre assi strategici
Per consolidare questo percorso, De Castro propone una nuova architettura di governance mediterranea, basata su tre pilastri.
1. Una piattaforma mediterranea per ricerca e formazione
Un ecosistema integrato, costruito attorno a CIHEAM e alle università della regione, capace di generare competenze condivise.
2. Un quadro comune su qualità, tracciabilità e indicazioni geografiche
Per mercati più equi, per tutelare produttori e consumatori, per rafforzare la competitività delle filiere agroalimentari mediterranee.
3. Una diplomazia economica del cibo
Una forma nuova di cooperazione regionale, che coinvolge:
imprese agricole,
istituzioni pubbliche,
enti di ricerca,
organizzazioni internazionali,
società civile.
Il cibo diventa così non solo risultato produttivo, ma strumento diplomatico, costruzione di fiducia, architettura di convivenza.
Governare insieme ciò che il mondo tende a separare
L’intervento di De Castro è stato, in fondo, un invito alla responsabilità collettiva. Non un esercizio retorico, ma una mappa politica per affrontare il presente.
“Un unico pianeta, un’unica mensa” non è un sogno: è la condizione reale in cui viviamo.
La globalizzazione, nonostante i suoi limiti, lega in modo irreversibile i destini delle comunità del Mediterraneo. L’agricoltura, troppo a lungo confinata nei margini delle agende politiche, torna invece al centro come strategia di pace.
E così, in un mondo che costruisce muri, De Castro offre una prospettiva diversa: non siamo condannati al conflitto, ma alla convivenza. Ed è proprio in quella convivenza – da costruire, gestire e proteggere – che risiede la possibilità di una nuova stagione mediterranea.
Attualità
Maria De Giovanni a Bruxelles per la Giornata Internazionale della Disabalità
Abbracci, talento e amore al Parlamento Europeo con la testimonianza di vita personale della giornalista e scrittrice nostra conterranea
È stata una testimonianza che ha lasciato il segno quella di Maria De Giovanni, protagonista al Parlamento Europeo durante la Giornata Internazionale della Disabilità. Invitata dall’europarlamentare Chiara Gemma, Maria ha portato nella sede di Bruxelles una voce autentica, intensa, capace di toccare il cuore di chi l’ha ascoltata. Definita da molti “un talento umano raro”, Maria è riconosciuta come una vera pioniera della terapia dell’abbraccio, un approccio che affonda le radici nella sua storia personale e nella sua straordinaria capacità di trasformare il dolore in cura e vicinanza.
Nell’emiciclo europeo, dove politici, esperti e rappresentanti delle istituzioni si sono riuniti per riflettere sul tema della disabilità, le sue parole hanno attraversato la sala con una delicatezza potente. Maria ha raccontato il suo percorso, fatto di sfide, di resilienza e di quella forza silenziosa che nasce solo da un’esperienza vissuta sulla pelle. Uno dei momenti più intensi del suo intervento è stato quello dedicato alla figlia Aurora, che lo scorso ottobre si è laureata discutendo una tesi proprio sulla storia della madre. Con emozione palpabile, Maria ha condiviso quanto quel traguardo rappresenti per lei un’eredità morale e affettiva: “Sentire mia figlia raccontare il mio cammino con voce nuova — ha detto — è il dono più prezioso. In quel momento ho capito che il mio dolore, la mia lotta, hanno generato qualcosa che potrà andare avanti oltre me.” Il pubblico ha risposto con un applauso lungo e sentito, quasi un abbraccio collettivo a una donna che ha fatto dell’abbraccio la sua forma più pura di cura. La giornata è stata resa ancor più significativa dalla presenza del giornalista di Rai 1, Mario Acampa, che ha intervistato Maria dando ulteriore voce e spazio alla sua esperienza come Donna impegnata nel sociale che per la sua tenacia e concretezza nel fare ha ricevuto molti riconoscimenti. Commendatore, Presidente della Onlus Sunrise Il mare di tutti , Scrittrice della trilogia sulle orme della sclerosi multipla, con l’uscita del suo ultimo libro La pienezza nella vita , è impegnata quotidianamente nella divulgazione della conoscenza sulla sclerosi multipla, lo fa nelle scuole e nelle università . L’intervista, densa di domande profonde e sguardi autentici, ha permesso di cogliere sfumature preziose della sua storia e del suo impegno quotidiano. Acampa ha saputo valorizzare la dimensione umana della testimonianza, restituendo al pubblico non solo un racconto, ma un incontro. L’europarlamentare Chiara Gemma ha espresso gratitudine per la presenza di Maria e per il suo contributo: “La storia di Maria ci ricorda che ogni intervento politico deve avere al centro l’essere umano. Le sue parole oggi sono state un faro per tutti noi.” Maria ha lasciato il Parlamento Europeo così come vi era entrata: con un sorriso gentile, la sua discrezione elegante e la certezza che anche un semplice abbraccio può cambiare il mondo. E a Bruxelles, almeno per un giorno, lo ha cambiato davvero.
Attualità
Minerva tira le orecchie al PD di Tricase: “Scelta di Chiuri errore politico”
“Il candidato è persona stimata, ma il metodo con cui è stato scelto, senza un vero confronto, desta perplessità. Così non si crea alternativa forte e credibile per produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”
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Il PD di Tricase ha annunciato in queste ore il suo candidato sindaco per le amministrative 2026, nella persona di Vincenzo Chiuri. A seguito dell’annuncio giunge in Redazione l’intervento di Stefano Minerva che, fresco di elezione nel consiglio regionale della Puglia proprio col Partito Democratico, esprime perplessità per l’accaduto.
Decisione questa che aveva già creato maretta in Città, con le dimissioni dal Partito Democratico del consigliere Minonne (leggi qui).
La nota di Minerva
“Apprendo dalla stampa che il circolo del PD di Tricase ha già individuato il prossimo candidato sindaco del centrosinistra, un professionista affermato e una persona di indiscutibile valore.
Tuttavia, ciò che desta perplessità non è il nome, ma il metodo. Assumere una decisione così rilevante senza un vero confronto e con l’intero campo del centrosinistra non è solo poco democratico: è un errore politico.
Anche alla luce della condivisa posizione espressa in un documento presentato alla città ad aprile in cui si stabiliva il percorso e il metodo che lasciava aperta la porta a tutte quelle forze politiche, realtà sociali, gruppi e movimenti alternativi alla attuale amministrazione De Donno.
Ritengo che non si possa tornare indietro da li.
Se l’obiettivo è vincere le prossime elezioni e aprire una nuova pagina per Tricase, allora dobbiamo insistere sulla costruzione di una coalizione inclusiva frutto di un percorso condiviso, trasparente, capace di tenere insieme tutte le energie progressiste della città. Per questo chiedo alla segreteria provinciale del Partito Democratico di convocare al più presto un tavolo di coalizione che riunisca tutte le forze politiche e civiche che si riconoscono nel progetto di Antonio Decaro.
Vincezo Chiuri è persona stimata e la sua candidatura arricchisce il valore complessivo del centrosinistra. Ma il centrosinistra deve restare unito, in un percorso già avviato nei mesi scorsi e che deve continuare nel segno di un progetto di rilancio della città. Serve spirito costruttivo e lungimiranza per tenere innanzitutto insieme il perimetro della coalizione e poi provare ad allargare a tutte le forze che possono riconoscersi nell’alternativa. Tricase ha bisogno di partecipazione, di unità delle forze responsabili. Non è sufficiente oggi mettere sul tavolo una candidatura assolutamente condivisibile. Oggi serve arrivare ad una candidatura condivisa. Questo deve essere il nostro orizzonte. Un orizzonte che va preservato anche ricorrendo, se necessario, a strumenti partecipativi dal basso che sono un tratto distintivo della storia del nostro partito. Solo così potremo offrire ai cittadini l’alternativa forte e credibile in grado di produrre un cambiamento radicale e necessario per la città”.
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