Attualità
Tricase: “Uniti battiamo la crisi”
Intervista a tutto campo con il sindaco Antonio Coppola: “Con i Consiglieri di minoranza. “Abbiamo individuato i problemi e studiato insieme la possibile
soluzione. è un fatto di grande valore nel periodo di drammaticità estrema che la nostra società vive”

Viviamo un’epoca difficile, forse paragonabile solo alla grande depressione post seconda guerra mondiale, in cui l’emergenza, anche quella alimentare, è continua e diffusa. Necessario, quindi, fare di necessità virtù. Tricase, in questo senso, sembra aver intrapreso la strada giusta. Non è certo diventato il paese dei balocchi, non vogliamo dipingere la realtà migliore di quel che è, ma arrivano segnali confortanti dalla politica locale: buonsenso, toni bassi, rapporto costruttivo ai limiti della collaborazione tra maggioranza e opposizione, testa bassa e lavorare tutti per il bene comune. Con pochi soldi ma tante idee e buona volontà. Certo i buoni propositi non bastano e dovranno essere supportati da risultati concreti, ma il nuovo corso promette bene. Lo stesso sindaco Antonio Coppola in un primo resoconto a poco meno di un anno dall’elezione sente il bisogno di esordire così: “Il clima generale che si respira è positivo, una maggioranza unita e compatta che lavora bene, condividendo problemi e propositi con un dialogo continuo, caratterizzato da una grande serenità che ci fa lavorare bene e risparmiare un sacco di tempo. Anche con l’opposizione, superate le scorie post elettorali, il dialogo è franco, nel rispetto dei ruoli ma sempre costruttivo. Noto con piacere la volontà di tutti di segnalare eventuali situazioni critiche e non nascondo che in più di un’occasione, proprio con Consiglieri di minoranza con esperienza specifica in determinati settori, abbiamo individuato i problemi e studiato insieme la possibile soluzione. Questo è un fatto di grande valore in un periodo di drammaticità estrema”. Parlare di “crisi” non è solo una moda, è necessario non nascondersi dietro un dito: “È una ferita profonda che forse va anche aldilà di quello che si possa immaginare”. Coppola è stato Sindaco anche in periodi meno difficili. È davvero cambiato tanto? “È un altro mondo! Oltre alla perdita del lavoro di quelle 2.500 persone che lavoravano per il Gruppo Adelchi, c’è una crisi generale nelle attività produttive (“ praticamente crollate”), nell’edilizia (“in stato di quasi paralisi”), nelle attività commerciali (“basta guardare la quantità di locali in affitto o in vendita”), il credito delle banche è prossimo allo zero ed è impossibile investire… Tranne pochi casi critici, l’emergenza che prima si doveva affrontare era per lo più temporanea; oggi è un fatto generalizzato di povertà visibile e percepibile”.
E a questo si aggiunga la difficoltà per i Servizi sociali di reperire fondi “che sono già al minimo. E ci hanno appena comunicato che ulteriori restrizioni riguarderanno gli Enti locali! Questo ovviamente renderà ancora più difficile il compito dei Servizi sociali che erogano quel poco che hanno solo per tamponare, non certo per risolvere, situazioni di estrema povertà e disagio. Le richieste di lavoro, aiuto e sussidio sono quotidiane e non possiamo certo immaginare di esaudirle con nostri fondi”.
E allora, come premettevamo, si fa di necessità virtù: “Stiamo cercando di inventare soluzioni, stimolarando le persone di qualunque livello, formazione, estrazione sociale a riunirsi in cooperativa. Il bisogno di lavorare e inventarsi un’occupazione è alto, se riuscissimo a coordinare le istanze, probabilmente riusciremmo a trovare qualche sbocco”. Ma come funzionerebbero queste cooperative? “Faccio un esempio: come avviene in altre parti d’Italia si può istituire il “Taxi Sociale”: un gruppo di persone che si organizza per occuparsi del trasporto di persone anziane, sole o impossibilitate a muoversi, che hanno difficoltà a fare la spesa, a comprare le medicine, a pagare la bolletta, ecc. Si offrirebbe un servizio ad un costo molto basso per l’utente, innescando un circuito che consentirebbe ad alcune persone di lavorare ed avere uno stipendio dignitoso. Allo stesso modo si potrebbe agevolare la viabilità sul territorio nei periodi di maggiore affollamento, soprattutto durante l’estate”.
L’altra strada praticabile è quella dell’agricoltura di nicchia: “Abbiamo già avviato una forte collaborazione con gli agricoltori, le organizzazioni di categoria ed i giovani che intravedono un’opportunità di reddito minimo che non sia soltanto di sopravvivenza ma che consenta anche il mantenimento del nucleo familiare. Con un’organizzazione che va dalla produzione alla commercializzazione a km zero si può garantire un ritorno di occupazione per una fascia di popolazione”.
E questa non è solo un’idea buttata lì ma un progetto già avviato in collaborazione con la Confederazione Italiana degli Agricoltori: “Abbiamo messo a disposizione gli immobili comunali dell’ex mattatoio, abbandonati da tempo. C’è un grande capannone in ottimo stato di conservazione che diventerà il mercato del km zero con gli uffici a lato. Finora abbiamo lavorato con la CIA ma non escludo possano aggiungersi altre organizzazioni sindacali perché: mettendo insieme la produzione, la commercializzazione, la promozione del prodotto e la creazione di un marchio, potremmo agevolare anche il settore agrituristico e del turismo verde. Senza dimenticare il piccolo artigianato per il confezionamento, la promozione ecc. Si può creare un circuito virtuoso sulla produzione strettamente legata al territorio, senza più doverci illudere che possa arrivare in loco la grossa industria in grado di dare lavoro a tutti”.
A proposito di mercato, per evitare equivoci, il Sindaco precisa “che quello settimanale resterà nella Zona 167, le due cose sono distinte e separate”. Tornando al Km Zero, “ci si sta avvalendo della preziosa consulenza dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo, Istituto internazionale di promozione e ricerca, che ci dà supporto di tipo scientifico, per l’avvio della procedura per la creazione del marchio e l’individuazione di prodotti di origine protetta e/o controllata”.
La collaborazione con l’Istituto Agronomico prevede anche una partnership per un progetto per la pesca, la valorizzazione del mare e della costa: “Insieme alla Magna Grecia Mare che aveva già avviato i lavori, all’Università del Salento (“il prof. Ferdinando Boero da tempo sta studiando la situazione”) stiamo valutando la realizzazione di un centro studi a Tricase Porto che vorremo ubicare in una parte dei locali del Comune ora inutilizzati. Nel nostro specchio d’acqua abbiamo una barriera corallina (coralligeno) di enorme valore, che va studiata e valorizzata. Non solo, d’intesa col Parco, altra fonte possibile di lavoro, occupazione, reddito e gestione di un territorio di enorme valore, avremmo la possibilità di controllare gli otto km di costa e il tratto di mare fino a 20 miglia circa. L’idea è quella di mettere in atto un periodico blocco di qualunque attività di pesca su 4 km di costa per tre anni e, poi, degli altri 4 per gli anni successivi, favorendo un ripopolamento naturale e avviando il processo di pesca controllata con l’individuazione dell’itinerario del pescato. Per questo progetto abbiamo trovato anche grande disponibilità da parte degli operatori locali che potrebbero diventare i controllori del mare. Oggi i pescatori veri, a Tricase, sono appena una decina ma, accanto alla “protezione” della loro occupazione, si potrebbero aggiungere altri posti di lavoro. Esiste infatti un altro progetto, già in fase avanzata, sempre in collaborazione con Magna Grecia Mare e l’Istituto Agronomico, per un censimento delle abitazioni esistenti e non utilizzate, rientranti in determinati standard, per individuare le disponibilità di accoglienza durante tutto l’anno e per la realizzazione di un albergo diffuso”.
La Cattedrale nel deserto
Sempre in tema di lavoro altro aspetto, su cui Coppola insiste è quello della Zona Industriale, “una cattedrale nel deserto resa ancora più triste dalla chiusura della fabbrica Adelchi oggi in vendita all’asta. Ci sono fognatura nera e bianca, impianto di trattamento dell’acqua, impianto di sollevamento… tutti inattivi! Un panificatore è costretto a prendere l’acqua da Casarano: manda ogni giorno un camion cisterna per prendere l’acqua e poter produrre il pane. In una zona industriale! Questa è un’anomalia che grida vendetta, assolutamente priva di senso. Abbiamo parlato a lungo di questo con Angelo Tondo, responsabile dell’ASI che ha mostrato grande disponibilità. Entro la fine dell’anno dovremmo sbloccare la situazione: per la fognatura mancano appena 200 metri di collegamento, per l’acquedotto manca solo il collaudo… cose folli! I fondi ci sono e abbiamo la possibilità di completare l’opera in tempi brevi. Non credo si possa sperare di avere nuove grandi industrie, ma sicuramente potremmo favorire l’insediamento di piccole aziende in grado comunque di dare decine di opportunità di occupazione”. L’idea forte del sindaco Coppola resta quella di un centro di trattamento per l’umido: “Abbiamo una raccolta porta a porta dei rifiuti che raggiunge livelli buoni per la zona ma insufficienti per pensare ad uno sviluppo serio del territorio. Possiamo pensare di incrementare l’attuale 30% con un trattamento serio dell’umido per la creazione del compost. Ridurremmo fortemente i costi nostri e dei Comuni (“e quindi dei cittadini”), guadagnandoci con un ritorno occupazionale e la produzione di compost ed energia. Tutto in piena sicurezza per i cittadini. Per quest’ipotesi abbiamo già contatti con imprenditori interessati”.
Impianti balneari
Il TAR ha detto no ad un ricorso per la realizzazione di un impianto balneare a Marina Serra. Cosi il Sindaco: “Sentenza in controtendenza rispetto ad altre che acconsentivano a quei progetti di impianti balneari presentati pur in assenza di un Piano territoriale del Parco “Costa Otranto-S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. Vedremo cosa deciderà il Consiglio di Stato”. In generale, sugli stabilimenti, il sindaco Coppola si dice “favorevole, ma è opportuno si facciano in quei tratti di costa oggi inaccessibili per la balneazione. Inutile realizzarli dove la gente già può tranquillamente fare il bagno: non incrementerebbero l’offerta e si farebbe anche un danno perché si costringerebbe a pagare chi oggi può usufruire gratis del mare”. Inoltre il Sindaco vuole “imporre a chi realizza un impianto balneare di trovare una soluzione per i parcheggi nella zona interessata”.
Rete idrica e fognaria sulla litoranea
All’Acquedotto Pugliese è stato finanziato il tratto di acquedotto e fognatura per la zone di litoranea di Tricase Porto (verso Andrano) e Marina Serra. In passato finanziamenti simili sono stati “dirottati” su altri scopi, eludendo una legge europea addirittura del secolo scorso. Al Sindaco abbiamo chiesto un impegno formale affinché non accada di nuovo: “I lavori dovrebbero essere completati entro il 2015. Una quota parte di quei finanziamenti è per il completamento della rete idrica e fognaria all’interno delle zone abitate (eccetto quelle di espansione), dei centri storici; la parte più cospicua è, invece, per Tricase Porto e Marina Serra. Mi hanno inviato una bozza informale del progetto al quale abbiamo dato parere favorevole”, svela Coppola, “e quei tratti sono compresi. Sono ottimista e confido in Gioacchino Maselli, nuovo Amministratore unico dell’Acquedotto pugliese, persona preparata e validissima. Quei lavori vanno assolutamente portati a compimento, perché lo prevede la legge e, soprattutto, per avere un turismo decoroso. Non poter contare su acqua e fogna nel 2013 è decisamente triste”. Impegno preso.
Strade o percorsi di guerra?
Nella Zona 167, a lavori appena completati, compaiono transenne a delimitare potenziali pericoli: “Premetto che l’asfalto per il quale abbiamo ricevuto tante critiche è stato realizzato solo per un primo tratto per motivi di sicurezza. Quest’inverno ho bloccato personalmente i lavori per procrastinarli ad un periodo più caldo ed evitare di spendere soldi per un manto stradale che si sbriciolasse dopo poco tempo. Sempre nella 167 si è scoperto che un tratto di fognatura pluviale, realizzato negli anni ’80, era in contropendenza e conservava residui nelle tubazioni. Per questo abbiamo deciso di risolvere il problema alla radice: verrà rimossa e ripristinata la vecchia tubazione per poi risistemare la parte superiore. Il tutto ad un costo tutt’altro che eccessivo e per i quali rientreremo sicuramente nella cifra già finanziata senza nessun aggravio”. Il Sindaco poi aggiunge che “abbiamo messo in Bilancio una disponibilità di 170mila euro per la manutenzione delle strade di tutta Tricase”. Coppola, poi, avverte: “Non è un caso che ovunque si effettuino lavori per i servizi pubblici, l’asfalto si distrugga in poco tempo. Il tratto interessato dai lavori va rifatto per intero ed a regola d’arte”. E non risparmia il proprio “disappunto per la richiesta dell’Acquedotto che, per rifare il tratto di strada interessato dai lavori, ha manifestato l’intenzione di richiedere 180 euro in più agli utenti che si allacciano”. A proposito di strada disastrata, via Duca degli Abruzzi (nota come via Pasanisi) a Tricase Porto è anche pericolosa per l’incolumità di chi vi transita. Coppola dice: “Esiste una disputa perenne tra noi e la Provincia sulla paternità di quella strada e su chi dovrebbe effettuare i lavori (“Secondo me tocca a loro”). Le radici degli alberi hanno distrutto il manto stradale. Sono sempre molto perplesso quando si tratta di sradicare degli alberi ma in alcuni casi, come in via Pasanisi, in viale stazione e Piazzetta dei Mandorli è doveroso. Si può sempre poi pensare di sostituire quei pini con altre piante”. Gli alberi sono stati tolti da Piazza dei Caduti ma i lavori sembrano bloccati. “A lavori in corso ci siamo accorti che potevamo ulteriormente migliorare quella piazza e la viabilità; ci siamo fermati solo il tempo necessario per i dovuti accorgimenti: i lavori riprenderanno presto”.
E poi, in breve…
Quella con il sindaco Coppola è stata una lunga chiacchierata. Qualche anno fa si sarebbe parlato soprattutto di grandi opere (“scordiamocele”), polemiche tra fazioni in Consiglio comunale, ecc. Oggi, segno del tempo che viviamo, si è discusso soprattutto di opportunità di lavoro. A margine si sono toccati anche altri argomenti: la politica (“I partiti devono riprendersi un ruolo di primo piano ricominciando dal basso: non si può decidere tutto nelle segreterie provinciali!”), il Porto (“Il famoso finanziamento di circa cinque milioni tanto sbandierato era solo ipotizzato sulla carta, concretamente non c’è mai stato. Non realizzeremo megastrutture, metteremo in sicurezza quello che c’è”), i conti (“Sono in ordine, in perfetta linea con il patto di stabilità tanto da consentirci di ridurre l’IMU sulla prima casa da 0,45 a 0,40 per mille e di regolamentare la tassa sui rifiuti, agevolando chi non utilizza la casa tutto l’anno, le persone sole, ecc.”), l’energia alternativa (“Laddove non vi erano vincoli, abbiamo fornito gli edifici comunali di pannelli fotovoltaici per l’autosostentamento energetico”) i parcheggi (“Il nuovo bando prevederà che chi partecipa proponga e metta in atto soluzioni valide per zone di sosta nuove ed alternative sia nel centro che nelle marine”), il Piano Urbanistico Generale (“Oggi è indispensabile anche per ridare slancio al settore dell’edilizia: siamo a buon punto”), la Chiesa dei Diavoli, (“Ci sarà una rilevante modifica dello spiazzo esterno che non rispetta la storia: quello era il mercato di San Vito non il giardino di una villa! Così come andranno cambiati i corpi illuminanti esteticamente non confacenti alla struttura e che soprattutto provocano uno spreco di energia elettrica oggi non tollerabile”).
Attualità
Elezioni a Tricase, giochi fatti? Ancora no
Certe le candidature dell’uscente Antonio De Donno e di Vincenzo Errico (Tricase Insieme). Fratelli d’Italia insiste con Claudio Pispero. Situazione fluida nel centrosinistra. I possibili scenari

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di Giuseppe Cerfeda
In attesa della definizione delle candidature per le elezioni regionali, proseguono a Tricase incontri e trattative per l’appuntamento, cruciale, con le comunali della prossima primavera.
Premessa d’obbligo: le consultazioni regionali, sia la vittoria finale, quindi il nuovo governatore, che i risultati dei singoli candidati consiglieri, potrebbero in qualche modo influenzare le scelte per candidature e liste anche in sede cittadina.
Partiamo intanto dalle certezze, con le candidature già annunciate dai diretti interessati.
IL SINDACO USCENTE
Sarà sicuramente della partita il sindaco uscente Antonio De Donno.
Dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci (e quindi l’impasse che ne è conseguita per il movimento politico CON), resta da verificare quale sarà lo schieramento che sosterrà la ricandidatura del primo cittadino uscente.
Detto che si tratterà comunque di liste civiche, tra le ipotesi in ballo c’è anche quella del sostegno di parte del centrodestra.
FRATELLI D’ITALIA
Non solo gli amministratori uscenti vicini a quell’area politica ma anche coloro che gravitano nel mondo di Forza Italia non escludono affatto taòepossibilità.
Non pare dello stesso parere Fratelli d’Italia che, invece, continua a lavorare, sempre con un occhio alle regionali, alla candidatura di Claudio Pispero.
Dal circolo del partito della Meloni, comunque, non pongono veti assoluti a eventuali evoluzioni e, quindi, a una coalizione di centrodestra che si presenti unita alle elezioni.
Danno, però, zero chance all’eventualità di sostenere il sindaco uscente.
CHE SUCCEDE NEL CENTROSINISTRA?
Situazione in evoluzione anche nel centrosinistra.
Gli ultimi sviluppi indicano come possibile candidato l’oncologo Vincenzo Chiuri (proposto dal Partito Democratico e scelto da una rosa che comprendeva anche Anna Maria Girasoli, proposta da Sinistra italiana, e Dario Martina dal Cantiere civico).
L’obiettivo Campo Largo è stato annunciato da mesi (soprattutto dai Dem), insieme alla volontà di presentarsi uniti ai nastri di partenza.
Sulla questione candidato e unità, al momento, però, le bocche restano cucite, anche perché gli equilibri sembrerebbero fragili.
Da quel che siamo riusciti a sapere, ci sarebbe già una bozza di accordo tra PD, Cantiere civico e Sinistra italiana.
Chi ancora, invece, appare perplesso (eufemismo) è “Tricase, che fare?”.
Il movimento fondato da Giovanni Carità è fermo sulla posizione che prevede le Primarie per la scelta del candidato.
Ma il PD, partito che le ha sdoganate, da quell’orecchio pare non sentirci.
Incontri e dialoghi continuano ma, soprattutto sul versante “Tricase, che fare?”, sono molto pessimisti sulla buona riuscita delle trattative.
Resta, invece, da capire cosa faranno coloro che da tempo sono stati indicati (e hanno dato la loro disponibilità) come candidati.
Cosa farà, ad esempio, Andrea Morciano?
Secondo i soliti bene informati l’ingegnere sarebbe sponsorizzato dall’ex segretario provinciale del PD Ippazio Morciano e dal gruppo che a Tricase ne fa riferimento.
All’interno della coalizione di centrosinistra, al momento, però, non non ci sarebbe una convergenza totale rispetto alla sua candidatura.
FANTAPOLITICA?
C’è anche chi, fedele al motto di andreottiana memoria («A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina»), ipotizza uno scenario (quasi) da fantapolitica.
Secondo tale ipotesi, potrebbe accadere che Chiuri, che ha dato la propria disponibilità solo nell’eventualità di Campo Largo, non confortato dall’auspicata unità di intenti, faccia un passo indietro.
E a quel punto? A quel punto, stretti nei tempi e nelle possibilità, Dem, Cantiere civico e Sinistra italiana potrebbero (dovrebbero?) sostenere Andrea Morciano. Solo fantapolitica? Chissà…
Da noi interpellato, Andrea Morciano ha confermato «la volontà di candidarmi».
Poi ha chiarito: «Non voglio essere fonte di divisione per chicchessia. Centrosinistra? Certo, è la mia comfort zone, l’area a cui appartengo. Vedremo… Di certo sarò contro l’attuale amministrazione».
TRICASE INSIEME
«Confermatissima» la candidatura di Vincenzo Errico a capo del movimento civico “Tricase Insieme”, mentre si sono perse le tracce di Fernando Dell’Abate che, come raccontano le solite gole profonde, in tempi non sospetti, avrebbe avanzato la propria candidatura, trovando la strada sbarrata nel centrosinistra, l’area a cui, da ex socialista, storicamente appartiene.
Approfondimenti
“Per grazia ricevuta”: Piemontese, assessore sanità Puglia, crea d’emblée 2mila posti di lavoro
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager…

di Luigi Zito
Quello che non succede in 5 anni, a volte, si sa, può accadere a pochi giorni dalle elezioni: siano esse comunali (alzi la mano chi non si fatto dare “una liccata di asfalto”, davanti casa poco prima del voto); provinciali, quando Presidente o Assessori, come la Madonna, si appalesano in città e chiedono una “citazione” nelle urne: e giù a concedere, promettere, santificare e beatificare, tutta Grazia sprecata o mal riposta, perché sanno che non è deificata, ma solo vanagloria.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle elezioni.
Quello che supera il livello di indignazione e tracima nella vergogna assoluta, ai limiti della sconcezza, e chiede vendetta, è quanto sta accadendo per le nostre elezioni regionali.
Nonostante cinque aziende sanitarie da 17 giorni siano senza direttore generale e non si veda alba, la Regione si prepara a lanciare tre concorsoni: due dei quali saranno gestiti proprio da Asl senza un manager.
Mille posti ciascuno per infermieri e Oss, mentre la terza procedura darà il via alla mobilità intraregionale per permettere spostamenti tra le varie aziende.
Ricapitolando: 2mila posti di lavoro creati d’emblée, come infermieri e Oss, dei quali un terzo (circa 700) saranno su Foggia, città del Vicepresidente e assessore alla Sanità e Benessere animale, Sport per tutti, Raffaele Piemontese, prodigo di carità e col vizio delle buone azioni.
Questi concorsi erano attesi almeno da maggio, ora una circolare del dipartimento Salute conferma che la pubblicazione è «imminente», e dunque la scadenza delle domande potrebbe arrivare proprio a ridosso della tornata elettorale del 23 e 24 novembre prossimi, anche se le prove si svolgeranno non prima di aprile-maggio.
Quando si dice avere una “faccia di tolla”, ma qualcun altro asserirà che “in politica la menzogna è una componente imprescindibile”.
Come possiamo difenderci: quando nel segreto dell’urna dovremo apporre quella “citazione”, per non ricevere un’altra villania del genere, dobbiamo saper distinguere il “grano dalla pula”, il bianco dal nero, le “facce di tolla” da quelle linde, correte, sincere e leali.
Ricordiamocene.
Approfondimenti
L’ambasciatore Cristina: “Ho conosciuto Putin e il Dalai Lama, che esperienze”
«Il Salento, è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate a Tricase, per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere”…

Cristina Funes-Noppen è ambasciatore onorario del Belgio (lei stessa preferisce l’appellativo di ambasciatore a quello di ambasciatrice essendo quest’ultimo usato per indicare la moglie dell’ambasciatore, NdR), e da un po’ di tempo vive buona parte dell’anno in Salento, a Tricase, dove ha comprato un’antica dimora, quasi attaccata alla chiesa matrice, adattandola ai suoi bisogni,
Figlia di ambasciatore ha seguito le orme paterne e dopo gli studi accademici a carattere diplomatico ha percorso la sua carriera come ambasciatore del Belgio in numerosi Paesi nei vari continenti tra cui Zambia, Kenya, India, Tailandia, Marocco, Austria e Argentina, senza dimenticare che in tutte le sue destinazioni, come ambasciatore residente, copriva anche larghe giurisdizioni riguardanti altri vari Paesi.
È stata anche coordinatore di tre direzioni al ministero degli affari esteri: Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite e Disarmo.
Ha ricoperto inoltre le funzioni di rappresentante permanente presso l’O.N.U e di commissario speciale per la cooperazione e lo sviluppo.
Dopo aver seguito le orme paterne in ambito professionale, l’ambasciatore segue ancora oggi le inclinazioni della madre, Maria Noppen De Matteis, pittrice e “star mondiale del surrealismo anche se poco conosciuta in Puglia” (bari.repubblica.it > cronaca 2022/12/19 news).
Nata nel 1921 nel castello baronale dei Sauli di Tiggiano, cui apparteneva la madre, dove le è stato allestito un museo permanente delle sue opere, Maria Noppen De Matteis, verso la fine degli anni ’50 e i primi ’60, d’estate villeggiava col marito e la figlia Cristina a Tricase-Porto, nella casa di Angelico Ferrarese, posta in una splendida posizione panoramica e vicina al villino di Gaetano Sauli, suo parente.
La giovanissima Cristina (Cri-Cri per le amiche e gli amici) era bionda, solare, molto bella, vivace, dal sorriso incantevole che “faceva girare la testa” ai giovanissimi rampolli delle famiglie-bene di Tricase-Porto in quel periodo caratterizzato dalla spensieratezza e dalla gioia di vivere.
La vena artistica di Cristina Funes-Noppen ne fa un personaggio veramente eclettico e sorprendente perché, oltre a dipingere, ella scrive con successo, in francese, romanzi e saggi storico-letterari dai quali traspare la sua speciale cultura maturata a diretto contatto con i popoli delle nazioni dove ha esercitato il ruolo diplomatico.
Gli ultimi suoi due romanzi, editi nel 2023 e nel 2025, si intitolano “Ils étaient six” e l’altro “Équivoques”. Il primo, narra la vicenda dei criminali nazisti che alla fine della II guerra mondiale si nascosero in Argentina.
La trama si svolge a sud delle Ande, in piena cultura “quechua” e consente al lettore, in filigrana, di seguire l’evoluzione politica dell’Argentina negli anni 1945-1983.
L’ultimo, contiene quattro romanzi gialli che danno informazioni su diversi Paesi, Kenia, India, Thailandia e un dialogo spiritoso sulla morte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Perché il Salento e Tricase?
«Il Salento è la terra di mia nonna, è la terra dove venivo d’estate per le vacanze, dove avevo dei carissimi amici che sfortunatamente non ci sono più – ma ci sono i miei cugini, è la terra dei miei antenati alla quale mi sento di appartenere malgrado le mie molte peregrinazioni nel mondo, è infine la terra dove mi sento a casa. Nonostante la mia nazionalità belga sono rimasta profondamente salentina».
È soddisfatta della sua scelta? Ombre e luci?
«Se consideriamo il tipo di vita che si ha qui rispetto a quello di altri Paesi, occorre riconoscere che qui la qualità della vita è più umana. E poi, il patrimonio naturalistico, architettonico, storico, e culturale, nell’insieme, è di alta qualità e ampiamente godibile».
«HO CONOSCIUTO PUTIN»
Tra i diversi Capi di Stato o di governo da lei conosciuti, come racconta nel suo libro Chroniques impertinentes… ancora in carica tra gli altri vi è Vladimir Putin.
«Ho conosciuto Vladimir Putin nel 2001 quando è venuto in visita ufficiale in Belgio. Io ero all’epoca commissario speciale e pertanto fui invitata alla cena di gala. Non ci siamo parlati molto, però mi diede l’impressione che ci teneva ad avere buoni rapporti con l’Europa. Non mi sembrò nemmeno che terrorizzasse i suoi collaboratori.
Di fianco a me era seduto il suo consigliere per le questioni nucleari che aveva abusato della “divina bottiglia”, come dicono i francesi, e pertanto cantava in francese durante tutta la cena suscitando l’ilarità dei commensali, compreso Putin.
Cantando a squarciagola, non dava certo l’impressione di temere il suo presidente, il che non succede normalmente nelle cene ufficiali di gala e tanto meno di fronte a quello che è supposto essere un dittatore sanguinario.
Nella mia carriera ho incontrato vari dittatori e posso assicurare che davanti a loro nessuno dei collaboratori al seguito si sarebbe permesso di cantare».
GLI OSTAGGI
Due aneddoti, uno triste e l’altro lieto, nei suoi ricordi di ambasciatore.
«Il primo, andato a buon fine, riguarda due ostaggi di Medici senza Frontiere presi dall’armata di liberazione del Sud Sudan e liberati dopo una trattativa durata 20 giorni in cui i guerriglieri vollero trattare solo con me, al telefono, di notte.
Non ci chiesero nessun riscatto come invece per ripicca accadde dieci giorni dopo, con un altro ostaggio francese, la cui trattativa durò tre mesi e si chiuse con l’esborso di un’ingente somma di denaro. Questo mi fu precisato, ridendo, dal mio collega francese che pretese che era tutta colpa mia se la SPLA si era rifatta sul suo governo! L’aneddoto triste riguarda invece due belgi, un ragazzo che lavorava per le Nazioni Unite e sua moglie.
Erano spariti da 5 anni e i due miei predecessori non erano riusciti ad avere notizie certe.
I genitori speravano e le autorità pretendevano che fossero ancora vivi. È una storia romanzesca che si svolse in Thailandia e in Cambogia. Da quello che finalmente sono riuscita a scoprire seppi che erano stati uccisi dai Khmer Rossi, forse con la complicità dell’esercito thailandese e eventualmente con risvolti riguardanti il traffico di opere d’arte.
Testardamente impegnata, dopo molte peripezie, e dopo aver insistentemente discusso con i due re, Shianouk e Bhumipol, fui messa in contatto con il capo dell’esercito thailandese e con i Khmer Rossi che mi consegnarono le spoglie che io affidai alle famiglie, le quali ebbero almeno la consolazione di sapere cos’era successo ai loro figli e di potere seppellirne i corpi».
IL DALAI LAMA EMETTE UNA ENERGIA POSITIVA
La persona che più ha lasciato traccia nel suo animo durante la lunga carriera diplomatica?
«È stato di certo il Dalai Lama: una persona assolutamente fuori dal comune che emette un’energia positiva straordinaria e trasmette alle persone che incontra una carica di felicità. E ho il privilegio di avere ancora dei contatti sporadici con questo sant’ uomo, grazie al quale la cultura tibetana continua a sopravvivere malgrado l’occupazione della Cina che fa di tutto per eradicarla.
Perciò il Dalai Lama ha deciso che dopo la sua morte non si reincarnerà nel Tibet per evitare che i Cinesi arrestino la sua reincarnazione (che potrebbe essere anche una bambina) e la sostituiscano con una di loro scelta come fecero con il Panchen Lama (figura importante nel buddhismo tibetano). Il Panchen Lama che si era reincarnato nel Tibet. fu arrestato quando aveva solo 6 anni nel 1995, rimpiazzato con un ragazzino che conveniva alle autorità cinesi e nessuno sa, da allora, dove si trovi il vero Panchen Lama».
Chroniques impertinentes
“…Un libro che si caratterizza per una libertà di spirito, un tono a volte mordace, esotico e cosmopolita. Un libro istruttivo, politicamente scorretto…ma così giusto! Un libro prezioso che deve essere letto da coloro che s’interessano alla diplomazia e agli affari di questo mondo”.
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