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Attualità

Tricase: “Uniti battiamo la crisi”

Intervista a tutto campo con il sindaco Antonio Coppola: “Con i Consiglieri di minoranza. “Abbiamo individuato i problemi e studiato insieme la possibile
soluzione. è un fatto di grande valore nel periodo di drammaticità estrema che la nostra società vive”

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Viviamo un’epoca difficile, forse paragonabile solo alla grande depressione post seconda guerra mondiale, in cui l’emergenza, anche quella alimentare, è continua e diffusa. Necessario, quindi, fare di necessità virtù. Tricase, in questo senso, sembra aver intrapreso la strada giusta. Non è certo diventato il paese dei balocchi, non vogliamo dipingere la realtà migliore di quel che è, ma arrivano segnali confortanti dalla politica locale: buonsenso, toni bassi, rapporto costruttivo ai limiti della collaborazione tra maggioranza e opposizione, testa bassa e lavorare tutti per il bene comune. Con pochi soldi ma tante idee e buona volontà. Certo i buoni propositi non bastano e dovranno essere supportati da risultati concreti, ma il nuovo corso promette bene. Lo stesso sindaco Antonio Coppola in un primo resoconto a poco meno di un anno dall’elezione sente il bisogno di esordire così: “Il clima generale che si respira è positivo, una maggioranza unita e compatta che lavora bene, condividendo problemi e propositi con un dialogo continuo, caratterizzato da una grande serenità che ci fa lavorare bene e risparmiare un sacco di tempo. Anche con l’opposizione, superate le scorie post elettorali, il dialogo è franco, nel rispetto dei ruoli ma sempre costruttivo. Noto con piacere la volontà di tutti di segnalare eventuali situazioni critiche e non nascondo che in più di un’occasione, proprio con Consiglieri di minoranza con esperienza specifica in determinati settori, abbiamo individuato i problemi e studiato insieme la possibile soluzione. Questo è un fatto di grande valore in un periodo di drammaticità estrema”. Parlare di “crisi” non è solo una moda, è necessario non nascondersi dietro un dito: “È una ferita profonda che forse va anche aldilà di quello che si possa immaginare”. Coppola è stato Sindaco anche in periodi meno difficili. È davvero cambiato tanto? “È un altro mondo! Oltre alla perdita del lavoro di quelle 2.500 persone che lavoravano per il Gruppo Adelchi, c’è una crisi generale nelle attività produttive (“ praticamente crollate”), nell’edilizia (“in stato di quasi paralisi”), nelle attività commerciali (“basta guardare la quantità di locali in affitto o in vendita”), il credito delle banche è prossimo allo zero ed è impossibile investire… Tranne pochi casi critici, l’emergenza che prima si doveva affrontare era per lo più temporanea; oggi è un fatto generalizzato di povertà visibile e percepibile”.

E a questo si aggiunga la difficoltà per i Servizi sociali di reperire fondi “che sono già al minimo. E ci hanno appena comunicato che ulteriori restrizioni riguarderanno gli Enti locali! Questo ovviamente renderà ancora più difficile il compito dei Servizi sociali che erogano quel poco che hanno solo per tamponare, non certo per risolvere, situazioni di estrema povertà e disagio. Le richieste di lavoro, aiuto e sussidio sono quotidiane e non possiamo certo immaginare di esaudirle con nostri fondi”.

E allora, come premettevamo, si fa di necessità virtù: “Stiamo cercando di inventare soluzioni, stimolarando le persone di qualunque livello, formazione, estrazione sociale a riunirsi in cooperativa. Il bisogno di lavorare e inventarsi un’occupazione è alto, se riuscissimo a coordinare le istanze, probabilmente riusciremmo a trovare qualche sbocco”. Ma come funzionerebbero queste cooperative? “Faccio un esempio: come avviene in altre parti d’Italia si può istituire il “Taxi Sociale”: un gruppo di persone che si organizza per occuparsi del trasporto di persone anziane, sole o impossibilitate a muoversi, che hanno difficoltà a fare la spesa, a comprare le medicine, a pagare la bolletta, ecc. Si offrirebbe un servizio ad un costo molto basso per l’utente, innescando un circuito che consentirebbe ad alcune persone di lavorare ed avere uno stipendio dignitoso. Allo stesso modo si potrebbe agevolare la viabilità sul territorio nei periodi di maggiore affollamento, soprattutto durante l’estate”.

L’altra strada praticabile è quella dell’agricoltura di nicchia: “Abbiamo già avviato una forte collaborazione con gli agricoltori, le organizzazioni di categoria ed i giovani che intravedono un’opportunità di reddito minimo che non sia soltanto di sopravvivenza ma che consenta anche il mantenimento del nucleo familiare. Con un’organizzazione che va dalla produzione alla commercializzazione a km zero si può garantire un ritorno di occupazione per una fascia di popolazione”.

E questa non è solo un’idea buttata lì ma un progetto già avviato in collaborazione con la Confederazione Italiana degli Agricoltori: “Abbiamo messo a disposizione gli immobili comunali dell’ex mattatoio, abbandonati da tempo. C’è un grande capannone in ottimo stato di conservazione che diventerà il mercato del km zero con gli uffici a lato. Finora abbiamo lavorato con la CIA ma non escludo possano aggiungersi altre organizzazioni sindacali perché: mettendo insieme la produzione, la commercializzazione, la promozione del prodotto e la creazione di un marchio, potremmo agevolare anche il settore agrituristico e del turismo verde. Senza dimenticare il piccolo artigianato per il confezionamento, la promozione ecc. Si può creare un circuito virtuoso sulla produzione strettamente legata al territorio, senza più doverci illudere che possa arrivare in loco la grossa industria in grado di dare lavoro a tutti”.

A proposito di mercato, per evitare equivoci, il Sindaco precisa “che quello settimanale resterà nella Zona 167, le due cose sono distinte e separate”. Tornando al Km Zero, “ci si sta avvalendo della preziosa consulenza dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo, Istituto internazionale di promozione e ricerca, che ci dà supporto di tipo scientifico, per l’avvio della procedura per la creazione del marchio e l’individuazione di prodotti di origine protetta e/o controllata”.

La collaborazione con l’Istituto Agronomico prevede anche una partnership per un progetto per la pesca, la valorizzazione del mare e della costa: “Insieme alla Magna Grecia Mare che aveva già avviato i lavori, all’Università del Salento (“il prof. Ferdinando Boero da tempo sta studiando la situazione”) stiamo valutando la realizzazione di un centro studi a Tricase Porto che vorremo ubicare in una parte dei locali del Comune ora inutilizzati. Nel nostro specchio d’acqua abbiamo una barriera corallina (coralligeno) di enorme valore, che va studiata e valorizzata. Non solo, d’intesa col Parco, altra fonte possibile di lavoro, occupazione, reddito e gestione di un territorio di enorme valore, avremmo la possibilità di controllare gli otto km di costa e il tratto di mare fino a 20 miglia circa. L’idea è quella di mettere in atto un periodico blocco di qualunque attività di pesca su 4 km di costa per tre anni e, poi, degli altri 4 per gli anni successivi, favorendo un ripopolamento naturale e avviando il processo di pesca controllata con l’individuazione dell’itinerario del pescato. Per questo progetto abbiamo trovato anche grande disponibilità da parte degli operatori locali che potrebbero diventare i controllori del mare. Oggi i pescatori veri, a Tricase, sono appena una decina ma, accanto alla “protezione” della loro occupazione, si potrebbero aggiungere altri posti di lavoro. Esiste infatti un altro progetto, già in fase avanzata, sempre in collaborazione con Magna Grecia Mare e l’Istituto Agronomico, per un censimento delle abitazioni esistenti e non utilizzate, rientranti in determinati standard, per individuare le disponibilità di accoglienza durante tutto l’anno e per la realizzazione di un albergo diffuso”.


La Cattedrale nel deserto


Sempre in tema di lavoro altro aspetto, su cui Coppola insiste è quello della Zona Industriale, “una cattedrale nel deserto resa ancora più triste dalla chiusura della fabbrica Adelchi oggi in vendita all’asta. Ci sono fognatura nera e bianca, impianto di trattamento dell’acqua, impianto di sollevamento… tutti inattivi! Un panificatore è costretto a prendere l’acqua da Casarano: manda ogni giorno un camion cisterna per prendere l’acqua e poter produrre il pane. In una zona industriale! Questa è un’anomalia che grida vendetta, assolutamente priva di senso. Abbiamo parlato a lungo di questo con Angelo Tondo, responsabile dell’ASI che ha mostrato grande disponibilità. Entro la fine dell’anno dovremmo sbloccare la situazione: per la fognatura mancano appena 200 metri di collegamento, per l’acquedotto manca solo il collaudo… cose folli! I fondi ci sono e abbiamo la possibilità di completare l’opera in tempi brevi. Non credo si possa sperare di avere nuove grandi industrie, ma sicuramente potremmo favorire l’insediamento di piccole aziende in grado comunque di dare decine di opportunità di occupazione”. L’idea forte del sindaco Coppola resta quella di un centro di trattamento per l’umido: “Abbiamo una raccolta porta a porta dei rifiuti che raggiunge livelli buoni per la zona ma insufficienti per pensare ad uno sviluppo serio del territorio. Possiamo pensare di incrementare l’attuale 30% con un trattamento serio dell’umido per la creazione del compost. Ridurremmo fortemente i costi nostri e dei Comuni (“e quindi dei cittadini”), guadagnandoci con un ritorno occupazionale e la produzione di compost ed energia. Tutto in piena sicurezza per i cittadini. Per quest’ipotesi abbiamo già contatti con imprenditori interessati”.

Impianti balneari


Il TAR ha detto no ad un ricorso per la realizzazione di un impianto balneare a Marina Serra. Cosi il Sindaco: “Sentenza in controtendenza rispetto ad altre che acconsentivano a quei progetti di impianti balneari presentati pur in assenza di un Piano territoriale del Parco “Costa Otranto-S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. Vedremo cosa deciderà il Consiglio di Stato”. In generale, sugli stabilimenti, il sindaco Coppola si dice “favorevole, ma è opportuno si facciano in quei tratti di costa oggi inaccessibili per la balneazione. Inutile realizzarli dove la gente già può tranquillamente fare il bagno: non incrementerebbero l’offerta e si farebbe anche un danno perché si costringerebbe a pagare chi oggi può usufruire gratis del mare”. Inoltre il Sindaco vuole “imporre a chi realizza un impianto balneare di trovare una soluzione per i parcheggi nella zona interessata”.


Rete idrica e fognaria sulla litoranea


All’Acquedotto Pugliese è stato finanziato il tratto di acquedotto e fognatura per la zone di litoranea di Tricase Porto (verso Andrano) e Marina Serra. In passato finanziamenti simili sono stati “dirottati” su altri scopi, eludendo una legge europea addirittura del secolo scorso. Al Sindaco abbiamo chiesto un impegno formale affinché non accada di nuovo: “I lavori dovrebbero essere completati entro il 2015. Una quota parte di quei finanziamenti è per il completamento della rete idrica e fognaria all’interno delle zone abitate (eccetto quelle di espansione), dei centri storici; la parte più cospicua è, invece, per Tricase Porto e Marina Serra. Mi hanno inviato una bozza informale del progetto al quale abbiamo dato parere favorevole”, svela Coppola, “e quei tratti sono compresi. Sono ottimista e confido in Gioacchino Maselli, nuovo Amministratore unico dell’Acquedotto pugliese, persona preparata e validissima. Quei lavori vanno assolutamente portati a compimento, perché lo prevede la legge e, soprattutto, per avere un turismo decoroso. Non poter contare su acqua e fogna nel 2013 è decisamente triste”. Impegno preso.


Strade o percorsi di guerra?


Nella Zona 167, a lavori appena completati, compaiono transenne a delimitare potenziali pericoli: “Premetto che l’asfalto per il quale abbiamo ricevuto tante critiche è stato realizzato solo per un primo tratto per motivi di sicurezza. Quest’inverno ho bloccato personalmente i lavori per procrastinarli ad un periodo più caldo ed evitare di spendere soldi per un manto stradale che si sbriciolasse dopo poco tempo. Sempre nella 167 si è scoperto che un tratto di fognatura pluviale, realizzato negli anni ’80, era in contropendenza e conservava residui nelle tubazioni. Per questo abbiamo deciso di risolvere il problema alla radice: verrà rimossa e ripristinata la vecchia tubazione per poi risistemare la parte superiore. Il tutto ad un costo tutt’altro che eccessivo e per i quali rientreremo sicuramente nella cifra già finanziata senza nessun aggravio”. Il Sindaco poi aggiunge che “abbiamo messo in Bilancio una disponibilità di 170mila euro per la manutenzione delle strade di tutta Tricase”. Coppola, poi, avverte: “Non è un caso che ovunque si effettuino lavori per i servizi pubblici, l’asfalto si distrugga in poco tempo. Il tratto interessato dai lavori va rifatto per intero ed a regola d’arte”. E non risparmia il proprio “disappunto per la richiesta dell’Acquedotto che, per rifare il tratto di strada interessato dai lavori, ha manifestato l’intenzione di richiedere 180 euro in più agli utenti che si allacciano”. A proposito di strada disastrata, via Duca degli Abruzzi (nota come via Pasanisi) a Tricase Porto è anche pericolosa per l’incolumità di chi vi transita. Coppola dice: “Esiste una disputa perenne tra noi e la Provincia sulla paternità di quella strada e su chi dovrebbe effettuare i lavori (“Secondo me tocca a loro”). Le radici degli alberi hanno distrutto il manto stradale. Sono sempre molto perplesso quando si tratta di sradicare degli alberi ma in alcuni casi, come in via Pasanisi, in viale stazione e Piazzetta dei Mandorli è doveroso. Si può sempre poi pensare di sostituire quei pini con altre piante”. Gli alberi sono stati tolti da Piazza dei Caduti ma i lavori sembrano bloccati. “A lavori in corso ci siamo accorti che potevamo ulteriormente migliorare quella piazza e la viabilità; ci siamo fermati solo il tempo necessario per i dovuti accorgimenti: i lavori riprenderanno presto”.


E poi, in breve…


Quella con il sindaco Coppola è stata una lunga chiacchierata. Qualche anno fa si sarebbe parlato soprattutto di grandi opere (“scordiamocele”), polemiche tra fazioni in Consiglio comunale, ecc. Oggi, segno del tempo che viviamo, si è discusso soprattutto di opportunità di lavoro. A margine si sono toccati anche altri argomenti: la politica (“I partiti devono riprendersi un ruolo di primo piano ricominciando dal basso: non si può decidere tutto nelle segreterie provinciali!”), il Porto (“Il famoso finanziamento di circa cinque milioni tanto sbandierato era solo ipotizzato sulla carta, concretamente non c’è mai stato. Non realizzeremo megastrutture, metteremo in sicurezza quello che c’è”), i conti (“Sono in ordine, in perfetta linea con il patto di stabilità tanto da consentirci di ridurre l’IMU sulla prima casa da 0,45 a 0,40 per mille e di regolamentare la tassa sui rifiuti, agevolando chi non utilizza la casa tutto l’anno, le persone sole, ecc.”), l’energia alternativa (“Laddove non vi erano vincoli, abbiamo fornito gli edifici comunali di pannelli fotovoltaici per l’autosostentamento energetico”) i parcheggi (“Il nuovo bando prevederà che chi partecipa proponga e metta in atto soluzioni valide per zone di sosta nuove ed alternative sia nel centro che nelle marine”), il Piano Urbanistico Generale (“Oggi è indispensabile anche per ridare slancio al settore dell’edilizia: siamo a buon punto”), la Chiesa dei Diavoli, (“Ci sarà una rilevante modifica dello spiazzo esterno che non rispetta la storia: quello era il mercato di San Vito non il giardino di una villa! Così come andranno cambiati i corpi illuminanti esteticamente non confacenti alla struttura e che soprattutto provocano uno spreco di energia elettrica oggi non tollerabile”).


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Ospedale di Scorrano: Il Tuo Sorriso, il Nostro Ricordo

Al Reparto di Psichiatria del “Veris Delli Ponti” la cerimonia di donazione nove televisori, un amplificatore stereo e un biliardino da parte dell’Associazione di Martano

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Si è svolta questa mattina, presso il Reparto di Psichiatria (SPDC) dell’Ospedale “Veris Delli Ponti” di Scorrano, la cerimonia ufficiale di donazione promossa dall’Associazione di Volontariato Il Tuo Sorriso, il Nostro Ricordo di Martano.

L’associazione ha consegnato al reparto nove televisori, un amplificatore stereo e un biliardino, strumenti pensati per migliorare il benessere psico-fisico delle persone ricoverate per favorire momenti di svago, socializzazione e quotidianità all’interno del percorso terapeutico.

Il valore complessivo dei materiali donati è pari a tremila euro, raccolti durante gli eventi estivi conclusi con il Memorial dello scorso 21 agosto.

Questa iniziativa rientra nella missione dell’associazione, nata per preservare il ricordo di Simone e Francesca e trasformarlo in azioni concrete a favore del territorio e delle realtà sociosanitarie locali.

Alla cerimonia erano presenti i direttori sanitari, i dirigenti medici e i rappresentanti istituzionali, tra cui il sindaco di Martano e presidente della Provincia di Lecce Fabio Tarantino, e il sindaco di Scorrano Mario Pendinelli, che hanno espresso profonda gratitudine verso l’associazione e verso i giovani che ne fanno parte.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto dalla caposala Adriana Cocciolo, prezioso “anello di congiunzione” tra il reparto e i ragazzi dell’associazione.

Tra le autorità presenti, il Direttore Sanitario Aziendale ASL Lecce Dott.ssa Maria Nacci, il Direttore del Dipartimento Salute Mentale ASL Lecce Dott. Serafino De Giorgi, il Direttore del Dipartimento Reti Ospedaliere dell’ASL Lecce, Dott. Osvaldo Maiorano, il Direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura del Presidio Ospedaliero di Scorrano Dott. Francesco Macri.

A più voci è stato sottolineato come la scelta di destinare la donazione proprio al reparto di Psichiatria rappresenti un gesto di grande sensibilità e attenzione: «Prendersi cura del benessere psico-fisico di chi vive momenti di fragilità è fondamentale. Che questa attenzione provenga da giovani del territorio rende il gesto ancora più ammirevole e significativo.”

L’associazione ha ricevuto una targa ricordo, donata dal reparto come segno di riconoscenza per l’impegno profuso nel sostenere la salute mentale e i bisogni della comunità.

La cerimonia è stata arricchita da un vivace momento musicale curato dai Vasapiedi con Damiano Mulino, che ha contribuito a creare un clima di partecipazione e vicinanza emotiva.

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Attualità

I Riti della Terra e del Cibo a Uggiano La Chiesa

Rassegna di antropologia visuale “Luoghi e Visioni”. Domani, in occasione della Festa di Santa Lucia, dalle 17 la rassegna di cinema antropologico promossa da Salento Km0 dedicata al valore simbolico e sociale del cibo

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In occasione della Festa di Santa Lucia, ricorrenza che da sempre intreccia devozione e pratiche alimentari, Salento Km0 propone una nuova edizione della rassegna di cinema antropologico dedicata all’esplorazione del cibo come espressione culturale, simbolica e comunitaria.

Domani, presso la Sala Consiliare “Sandro Pertini” in via Garibaldi a Uggiano, un articolato programma di attività, incontri e proiezioni.

Si inizierà alle 17 con “Vita e morte in un chicco di grano”, laboratorio partecipativo condotto da Francesca Casaluci, dedicato al grano cotto (o Cuccìa di Santa Lucia, vedi foto in alto in evidenza), piatto rituale diffuso in diverse aree del Mediterraneo e tradizionalmente preparato in onore della santa siracusana. L’esperienza collettiva offrirà l’occasione per riflettere sul cibo come gesto simbolico e pratica comunitaria, capace di andare oltre la sua dimensione materiale.
La partecipazione al laboratorio è gratuita (su prenotazione al 3286594611).

A seguire, “Il giorno più corto che ci sia”: dialogo con Rosa Parisi, docente di Antropologia presso l’Università del Salento, accompagnato dalla proiezione di due documenti audiovisivi di rilevante valore storico e etnologico: La cena di San Giuseppe di Giuseppe Ferrara (1963), testimonianza della tradizione siciliana di offrire un pranzo a poveri e orfani in onore di San Giuseppe, con pani votivi e pietanze rituali; uno spezzone di La Festa, la Farina, la Forca (1979) di Sergio Spina per la Rai, realizzato con la partecipazione di Rina Durante e del Canzoniere Grecanico Salentino.

La serata continuerà per le strade del paese dove, al termine della processione dedicata a Santa Lucia, sarà acceso il tradizionale falò simbolo di purificazione, accompagnato da spettacoli circensi e dal profumo degli stand gastronomici.

La rassegna si inserisce nel progetto Casamassella – Borgo delle Tessitrici, finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito del Bando PNRR Borghi 2023–2026, e realizzata in collaborazione con il laboratorio di antropologia visuale “Luoghi e Visioni” di Meditfilm.

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La Dolcezza del Natale

Che dolce mangiamo? Il panettone resta il re delle feste di fine anno senza trascurare la tradizione: Purceddrhuzzi, Cartellate, Mustazzoli, Pasta di mandorla, Cupeta e Pitteddhe. Chiediamolo ai nostri passticceri loro: Quali sono i dolci natalizi più richiesti dai clienti? Come mantenete viva la tradizione salentina? Come scegliere un buon panettone? Quali le novità del Natale 2025?

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I dolci tipici natalizi della provincia di Lecce sono i Purceddrhuzzi (palline fritte e ricoperte di miele) e le Cartellate (intrecci di pasta fritta a forma di rosa, spesso con vincotto), accompagnati da Mustazzoli (biscotti speziati alle mandorle, foto a destra), Pasta di mandorla, Cupeta (croccante di mandorle) e Pitteddhe (crostatine alla marmellata), che riflettono una tradizione popolare con ingredienti semplici come miele e mandorle, influenzati dalla storia bizantina.

I GRANDI CLASSICI  DEL NATALE SALENTINO

I Purceddrhuzzi: sono piccoli gnocchetti di pasta fritta, profumati all’anice, ricoperti di miele caldo, decorati con codette colorate, cannella, mandorle o pinoli.

Le Cartellate o Carteddhrate sono strisce di pasta frolla intrecciate a formare una rosa (o simbolo religioso), fritte e immerse nel miele o nel vincotto, secondo la tradizione.

I Mustazzoli: biscotti speziati (cannella, chiodi di garofano, cacao) e aromatici, a base di farina, mandorle, zucchero e vino bianco, spesso a forma di parallelepipedo o a «S».

Pasta di Mandorla: Biscotti morbidi a base di mandorle, zucchero e albumi, che assumono varie forme.

La Cupeta: è un croccante simile al torrone, fatto con mandorle, zucchero caramellato, vaniglia e scorza di limone, tipico anche delle feste patronali.

Le Pitteddhe: crostatine di pasta frolla ripiena di marmellata (uva o fichi), arricchite con mandorle tritate o vino cotto, un dolce povero ma gustoso.

Non sono propriamente classificabili tra i dolci (anche se qualcuno forza la mano) ma in Salento, in tutte le stagioni, figurarsi a Natale, non possono mancare da tavola le tradizionali pittule. Per i visitatori ancora poco avvezzi alla nostra cucina: si tratta di una sorta di frittelle salate, spesso servite calde a Natale come accompagnamento salato, a volte anche con uva sultanina per una nota agrodolce. Provare per credere!

IL PASTICIOTTO – MORCIANO DI LEUCA

Salvatore Salerno de Il Pasticciotto di Morciano di Leuca riferisce che i dolci natalizi più richiesti «sono le cartellate, panettoni di vari gusti, tronco in pasta di mandorle».

Riguardo alle Cartellate aggiunge che «sono una tradizione di famiglia. Sin da piccolo ogni anno aspettavo questo momento da condividere con i miei parenti».

La tradizione nella pasticceria morcianese è importante e da rispettare: «Cerchiamo di mantenere viva la tradizione dei dolci salentini rispettando le ricette originali e usando prodotti di alta qualità».

Anche se ha non ha origini nostrane, ovviamente il Panettone, anche alle nostre latitudini, è il dolce più gettonato del periodo.

Il consiglio di Salvatore «per scegliere un buon panettone è quello di affidarsi a piccole botteghe artigianali, che producono il panettone con la garanzia di freschezza e qualità».

Ed è anche un dolce su cui sbizzarrirsi, sempre nel rispetto della tradizione.

Quest’anno, a Il Pasticciotto, «come novità, oltre agli otto gusti già proposti gli anni passati, ci sarà il panettone con impasto al caffè e gocce di cioccolato bianco».

DOLCEMENTE – TRICASE

Anche ad Andrea Ferraro di Dolcemente (Tricase) abbiamo chiesto quali sono i dolci natalizi più richiesti dai clienti: «Il panettone senza ombra di dubbio, ma anche i dolci tradizionali come tronchetti in pasta di mandorle e per i più golosi anche soggetti in cioccolato».

Come mantenete viva la tradizione dei dolci natalizi salentini nella vostra pasticceria?

«Facendo trovare ai nostri clienti già dai primi giorni di dicembre una vasta scelta di prodotti proprio legati alla nostra tradizione»

Come scegliere un buon panettone e/o pandoro?

«Noi consigliamo vivamente di acquistare il panettone o il pandoro solo presso artigiani che curano la qualità, i quali senza ombra di dubbio usano ingredienti genuini e rispettano tutti i criteri di produzione».

Per quest’anno presenterete delle novità?

«Oltre alla soggettistica in cioccolato che ogni anno porta sempre tante nuove proposte, quest’anno abbiamo presentato il nostro nuovo panettone ispirato alla iconica torta foresta nera”. Un panettone con impasto al cioccolato fondente e amarene semicandite… assolutamente da provare!».

FORNO CASCIARO – TIGGIANO

Al Forno Casciaro di Tiggiano, «i dolci più richiesti  sono le nostre paste secche, ricche di mandorla, i Mustazzoli che con i loro aromi conquistano sempre i clienti, e poi ancora purcedduzzi, cartellate e l’immancabile panettone».

Panettone che anche quest’anno è valso a Gabriele Ricchiuto il riconoscimento di Panettone d’Autore, il premio nazionale assegnato da una giuria di maestri lievitisti a Brescia.

«Per tenere vivo lo spirito natalizio, della condivisione e del coinvolgimento», riferisce Gabriele, «organizziamo spesso delle degustazioni in panetteria per creare un ambiente cordiale e armonioso».

Al Forno Casciaro si possono ritrovare sapori antichi anche perché «dietro i nostri dolci natalizi c’è una grande sinergia fatta di dedizione, passione e cura, quella stessa cura con la quale i nostri nonni ci donavano i frutti del loro lavoro in un incarto semplice ma ricco d’amore. Per questo molti sono attratti dai profumi che ricordano i dolci fatti in casa di una volta».

Per guidare la clientela a scegliere bene il proprio panettone il Forno Casciaro dispiega «diverse proposte partendo da un gusto più delicato e fruttato, come quello delle fragoline, fino a gusti più decisi e intensi come quello rum e cioccolato. Abbiamo poi favorito l’incontro tra la tradizione salentina e il grande lievitato con il Panettone al Mostacciolo».

Per concludere con la novità del Natale 2025: «Abbiamo il Panettone alla Birra, realizzato in collaborazione con un birrificio artigianale, creando una struttura estremamente soffice e particolare tutta da assaporare».

«Se volete scoprire tutti gli altri gusti seguiteci sui social, oppure», conclude con un invito Gabriele Ricchiuto, «venite direttamente in panetteria, vi aspettiamo».

PASTICCERIA FABRIZIO NAPOLI – TORRE SAN GIOVANNI

Il dolce più richiesto per le feste, presso la Pasticceria Fabrizio Napoli, a Torre San Giovanni, resta «senza dubbio il panettone».

Secondo Fabrizio Napoli, «un buon panettone si riconosce tagliandolo a metà. Dalle alveature si può capire se è stato fatto con un buon lievito madre, mentre dal profumo e dalla morbidezza possiamo capire la qualità degli ingredienti che sono stati usati per produrre quel panettone».

«Come dolce tradizionale», precisa, infine, il pasticciere, «sono molto richiesti i purciaddhuzzi: grazie alla semplicità degli ingredienti (farina, olio, vino, miele), alla tecnica della frittura e al dolcificante naturale, incarnano la tradizione contadina e domestica del Salento».

LE MILLE VOGLIE – SPECCHIA

Anche da Millevoglie a Specchia, quello natalizio è un periodo che dà un gran daffare.

Giuseppe Zippo confida che «i dolci Natalizi più richiesti sono il panettone, i mustazzoli e i tronchetti di pasta di mandorle».

Sul dolce principe di Natale vale la pena ricordare come tuto ebbe inizio: il panettone nacque come sfida di un giovanissimo Giuseppe.

Alla prima infornata, quasi 25 anni fa fece giusto una decina di panettoni e da lì non si è più fermato.

Dal 2016 sono piovuti i primi riconoscimenti, diventati negli anni un’abitudine per il pasticciere di Specchia che anticipa: «La novità del 2025 è il panettone Gioia dedicato a mia figlia, la secondogenita. Trattasi di un panettone con impasto al fondente e lamponi, glassa al cioccolato bianco e perline di lamponi».

Giuseppe aggiunge: «Manteniamo viva la tradizione cercando di far conoscere sempre più il nostro panettone, partecipando ad eventi e degustazioni gratuite. Un buon panettone lo fanno gli ingredienti, la scadenza breve (massimo 40 giorni), l’artigianalità e (ahimè) il prezzo. Ingredienti e materie prime eccellenti, un processo attento, lento e artigianale darà certamente vita ad un prodotto di alto livello».

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