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Adelchi: “Ora basta!”

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(14 ottobre) – Clamoroso comunicato, nella mattinata odierna, dell’imprenditore calzaturiero Adelchi Sergio, che ha denunciato aggressioni verbali e fisiche alla sua persona. “Il sottoscritto Sergio Adelchi, in relazione agli eventi occorsi nella serata di ieri 12 ottobre 2009, quando è stato fatto oggetto di una violentissima aggressione verbale nei pressi del Circolo Cittadino in Tricase e successivamente è stato letteralmente assediato in casa da un gruppo di persone che hanno ripetutamente turbato la sua quiete familiare con invettive e continui trilli del citofono, deve necessariamente trarre le dovute conclusioni”.


Questa la testuale prima parte del comunicato emesso dall’imprenditore calzaturieri tricasino Adelchi Sergio, nella mattinata del 14 ottobre, con data 13 ottobre, inviato, oltre che alla stampa, al Governatore Nichi Vendola, al vice presidente della Regione, Loredana Capone, all’assessore regionale Michele Losappio, al presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ed al Prefetto di Lecce, Mario Tafaro. Nell’attesa del nuovo Tavolo in Regione, lunedì 19 ottobre, è dunque giunta questa presa di posizione di Adelchi, della quale riportiamo integralmente la restante parte.


“Se nonostante la totale e piena disponibilità, più volte esplicitamente e fattivamente manifestata”, prosegue Adelchi Sergio, “a ricercare assieme agli interlocutori istituzionali e sindacali soluzioni per affrontare l’attuale emergenza occupazionale; se nonostante la tangibile dimostrazione di senso di responsabilità e di buona volontà in occasione degli incontri di lunedì 05.10.2009 presso la Provincia di Lecce e di mercoledì 07.10.2009 presso la Regione Puglia, dove il sottoscritto ha sempre assecondato le perorazioni delle Istituzioni ed ha espressamente accolto le proposte istituzionali formulate nelle rispettive sedi, si deve registrare una plateale mortificazione dell’onore e del decoro del sottoscritto come uomo e come imprenditore ed una gravissima violazione delle più elementari norme del vivere civile, è necessario che si prenda definitivamente atto del fallimento di ogni tentativo di concentrazione.


Questo clima di violenta intimidazione fa venire meno le condizioni minime perché si possano serenamente e costruttivamente mettere in campo energie e risorse per una difficilissima impresa di ristrutturazione. La necessità  di evitare di esporre a rischi se stesso e la propria famiglia induce poi il sottoscritto a meditare sulla eventuale formalizzazione delle dimissioni di ogni incarico direttivo nelle aziende del c.d. “cluster Adelchi”. Fatti di analoga gravità erano già accaduti il 30.03.2008 e ciò nonostante, ignorando i beceri insulti, i macabri vaticini di morte con sofferenza e addirittura le sfide allo scontro fisico, il sottoscritto ha continuato ad essere parte attiva nella concentrazione volta al mantenimento dell’attività produttiva ed ha condiviso con le OO. SS. Soluzioni che avevano questo come unico obiettivo, anche a costo di produrre perdite. Ma ora la misura è colma!!! L’episodio di ieri ha avuto i connotati della “caccia all’uomo”, della spedizione punitiva e, pertanto, è assolutamente inaccettabile.


Sarebbe quindi irresponsabile non trarne le dovute dolorose conseguenze. Il sottoscritto”, conclude Adelchi, “avendo fortemente creduto nella concreta possibilità di un riposizionamento del settore calzaturiero salentino, ennesimo esempio di riscatto di gente volenterosa e caparbia, per primo è fortemente amareggiato per il bruttissimo epilogo di questa vicenda”.


Le reazioni: Gabellone


Abbiamo immediatamente colto la reazione del presidente della Provincia, Gabellone: “Non posso che prendere assolutamente le distanze da questi atti di inciviltà denunciati dal signor Adelchi Sergio. E’ giusto fare di tutto nella lotta per garantirsi un posto di lavoro, ma non si po’ certamente arrivare a simili situazioni. Tutto questo rende naturalmente più difficile la nostra azione, che sin qui è stata sempre mirata a rasserenare il clima con l’obiettivo di creare le condizioni ideali nell’ambito di un percorso invece molto complesso, com’è ben noto. Quanto accaduto non dà certamente un apporto positivo per un esito favorevole della vertenza”.

Le reazioni: Nuccio


Per Tommaso Nuccio, operaio e sindacalista della Conflavoratori, “deve continuare a prevalere il buon senso. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e purtroppo il grado di esasperazione ha raggiunto altissimi livelli. Posso perciò dire che anche noi, e da anni, siamo fisicamente toccati in maniera forte da questa vicenda. E dunque, ripeto che occorre usare il buon senso, andando oltre certe situazioni e continuare a pensare al raggiungimento di una soluzione che rappresenti il bene di tutti”.


Una soluzione che potrebbe esserci lunedì 19 ottobre a Bari, nella sede della Regione Puglia, quando è fissato un altro incontro fra gli operai, i sindacati, le istituzioni e i rappresentanti dell’azienda (ma a questo punto bisognerà capire le intenzioni di Adelchi), per tornare a discutere sul verbale di accordo siglato lo scorso 7 ottobre, sempre in Regione. “Stavolta chiederemo garanzie davvero serie in merito al progetto presentato da Adelchi”, dichiara ancora Tommaso Nuccio, “d’altronde, visti i precedenti impegni assunti dall’imprenditore e mai rispettati, non vogliamo più essere presi in giro”. Il 7 ottobre Adelchi ha garantito l’immediato reintegro di 10 operai, il riavvio della produzione con l’attivazione di una manovia e poi, entro il 30 novembre, il rientro in fabbrica di 45 altri lavoratori, con il sistema della turnazione. Ma per gli operai questa proposta “non sta né in cielo né in terra” ed il 19 ottobre naturalmente ne presenteranno una loro: “Vogliamo che vengano subito riattivate almeno due catene nella fabbrica CRC”, spiega ancora Nuccio, “ciò significa il ritorno al lavoro di almeno 90-100 di noi”.


Le reazioni: Buccoliero


“La violenza fisica o verbale, in nessun caso, si è rivelata risolutiva. Semmai, ha peggiorato le situazioni, allontanando la possibilità di una soluzione condivisa e duratura”. È quanto dichiara il consigliere della Regione Puglia, Antonio Buccoliero. “Sulla vertenza Adelchi di Tricase”, prosegue, “urge trovare un punto di mediazione  che permetta, da un lato, di conservare i posti di lavoro e, dall’altro, di rilanciare un nuovo piano industriale, che dia certezza e credibilità per il futuro. Ognuno, senza timori o scuse,  deve potere recitare il proprio ruolo con responsabilità e maturità: dall’azienda, alla politica, ai sindacati fino agli stessi operai. Tutto questo deve nascere e svolgersi in un clima di reale mediazione, senza alzata di toni o attuando una perniciosa caccia alle streghe, ma nella consapevolezza che ognuno, per ciò che gli compete e in un momento di oggettiva difficoltà economica, è responsabilmente impegnato, affinchè si possa giungere ad un appianamento delle difficoltà e ad una soluzione che sia il più possibile condivisa. Le alzate di barricate, lo scambio di accuse o, peggio ancora, le intimidazioni e le violenze non solo allontanano una possibile soluzione, ma compromettono il domani di tutto un territorio, perchè sulle chiusure e sulla violenza non si possono gettare basi solide. In gioco c’è il futuro di tanti operai e delle loro famiglie: una ragione più che sufficiente, perchè non si lasci spazio a fratture o violente contrapposizioni, che non dimostrerebbero il giusto e doveroso rispetto per la sofferenza di tante persone La situazione è estremamente critica”, conclude Buccoliero, “ed è proprio in casi come questi che deve prevalere il buonsenso di tutti gli attori chiamati in causa”.


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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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Ruote nella Storia a Tricase, l’eleganza della memoria

Tra storia, mare e motori, al volante di oltre cinquanta auto d’epoca, la tappa nel Salento del viaggio di ACI e ACI Storico alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia. Il Presidente di Automobile Club  Lecce Francesco Saverio Sticchi Damiani: «Questa edizione sarà ricordata a lungo». Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: «Evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie anche allo spot girato da Helen Mirren e Taylor Hackford»

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Le protagoniste assolute della tappa salentina di Ruote nella Storia sono state le oltre cinquanta eleganti vetture d’epoca che, nel fine settimana scorso, hanno trasformato Tricase in un museo a cielo aperto.

Il pubblico ha potuto ammirare quasi sessant’anni di storia dell’automobile.

Esemplari rari come la Fiat Topolino del 1952 e la Ford F1 del 1950, la raffinata Lancia Aurelia B24 del 1957 insieme alle intramontabili icone degli anni Sessanta e Settanta, dalla Fiat 500 F alla Lancia Fulvia, dalla Fiat X1/9 alle Alfa Romeo Giulia Super e GT 2000.

Gli anni successivi hanno portato in strada modelli come la Citroen Charleston, la Lancia Beta Montecarlo, la Spider Alfa Romeo degli anni Novanta e la Porsche Carrera 4 911 del 2001.

L’edizione organizzata dall’Automobile Club Lecce ha proposto anche un omaggio speciale alla storica casa Lancia, alla quale è stato dedicato un riconoscimento assegnato durante la cerimonia finale dal Lancia Club Italia.

«Questa edizione di Ruote la Storia è partita con il botto, con due premi Oscar, Helen Mirren e Taylor Hackford testimonial ufficiali», ha evidenziato Francesco Saverio Sticchi Damiani, Presidente AC Lecce, «un ringraziamento particolare va alla disponibilità del Comune di Tricase, e in particolare del sindaco Antonio De Donno, che ci ha aiutato a organizzare una tappa di “Ruote nella Storia” veramente unica. Quest’anno, per quanto riguarda la prova di avviamento alla regolarità abbiamo organizzato le due specialità di regolarità a media e con i pressostati. Abbiamo avuto 53 bellissime macchine e mi sento di dire che questa edizione sarà ricordata a lungo»

L’iniziativa, che rientra nel progetto nazionale di ACI Storico e Automobile Club d’Italia, è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Tricase ed è cofinanziata da Coesione Italia 21-27 Puglia, Unione Europea, Repubblica Italiana, Regione Puglia e Pugliapromozione.

Alla riuscita della manifestazione hanno contribuito anche SARA Assicurazioni, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Salento, GAL Capo di Santa Maria di Leuca.

Il primo momento della manifestazione si è svolto di sabato pomeriggio nel centro di Tricase, con l’accoglienza all’interno di Palazzo Gallone, dove i presenti hanno potuto osservare un’antica carrozza ottocentesca della famiglia Antonaci dell’Abate, affiancata da una selezione di auto d’epoca esposte anche in piazza Pisanelli.

Nelle sale del GAL Capo di Leuca è stata allestita una mostra documentaria del Museo di Storia Patria di Tricase, dedicata al rapporto tra la comunità e la cultura dei motori.

La serata si è poi conclusa con un incontro divulgativo dedicato al tema della mobilità responsabile e del turismo legato al motorismo storico.

«“Ruote nella Storia è un evento che non si limita a celebrare il motorismo storico, ma diventa una narrazione collettiva del territorio, della Puglia più autentica», ha evidenziato il sindaco di Tricase Antonio De Donno, «qui a Tricase, nel più bel salotto del Salento, ha sancito un legame indissolubile fra la città e chi ha cura di gioielli del passato che tramandano valori di passioni, lavoro e maestria italiani. Grazie alla famiglia Sticchi Damiani, a Francesco e al presidente Angelo, che rappresentano un pezzo di storia dell’automotive nazionale ed internazionale. Un evento che ha portato Tricase in tutta Italia grazie allo spot girato per la promozione nazionale da Helen Mirren e Taylor Hackford, che non finiremo mai di ringraziare».

La domenica si è aperta presto in piazza Pisanelli, dove le vetture hanno fatto il loro ingresso per il raduno ufficiale.

I partecipanti hanno condiviso una colazione con degustazione del tradizionale pasticciotto, offerta dal Comune, prima di iniziare una passeggiata guidata nel centro storico

Successivamente la carovana ha attraversato il territorio in un percorso panoramico che ha toccato Andrano, Marina Serra e Tricase Porto, un paesaggio incantevole fatto di ulivi secolari, muretti a secco e masserie, fino a raggiungere la Quercia Vallonea, uno dei simboli naturalistici più imponenti del Salento.

L’itinerario ha ospitato due prove di avviamento alla regolarità: la prova a media denominata Vallonea, e la prova cronometrata Marina Serra.

Vincitore assoluto il leccese Flavio Greco, insieme a Maria Carla Fornari dominatore anche della prova a media a bordo della Fiat X 1/9 del 1973 di proprietà; sul podio anche Giuseppe Peschiulli, di Casarano, con Rossella Borgia su un’Alfa Romeo Giulia Spider del 1973 leader anche nella prova a tubi, e il barese Raffaele Tiberino con Luciana Pagliara su Alfa Romeo GT 2000 del 1973.

Il pranzo conviviale al ristorante Bellavista ha chiuso la manifestazione, con la consegna dei premi alle vetture più meritevoli e del Premio Speciale Lancia, assegnato alla Fulvia berlina del 1971 di Giovanni Tasco.

La targa del Lancia Club Italia ufficiale è stata consegnata da Pietro Iaquinta alla Beta Coupé del 1980 di Giuseppe Piscopo.

Una giuria di esperti ha conferito il premio Eleganza alla Aston Martin DB7 Volante, anno 1997, di proprietà di Livio Cesare Ziani, mentre la coppa per la storicità è stata assegnata alla Alfa Romeo Giulia Spider del 1964, guidata da Emilio Ampolo e Silvana Fuso.

Il premio simpatia, votato direttamente dai partecipanti, è stato conferito alla mitica Autobianchi “Bianchina” del 1963 di Emanuele Sergi.

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