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Attualità

Provincia: il bilancio di Ciardo

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Intervento di Biagio Ciardo, capogruppo del PdL in Consiglio Provinciale: “A circa 4 mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Provinciale guidata dal Presidente Antonio Gabellone è possibile fare un sunto di quelle che sono state le principali attività svolte e le numerosissime emergenze che la maggioranza di centrodestra ha dovuto affrontare. Tra i primi atti abbiamo mantenuto l’impegno con i salentini circa la riduzione dei costi della politica.


In un periodo di crisi economica che stringe il quotidiano dei cittadini come un nodo scorsoio, abbiamo sottoposto la Provincia ad una “dieta dimagrante”, a partire dalla riduzione dei costi dello staff presidenziale per giungere alla diminuzione delle indennità dei consiglieri e della Giunta. A questa consistente sforbiciata si sono aggiunti altri provvedimenti, resisi, peraltro, necessari dalla pesantissima eredità finanziaria lasciataci in dono dalla passata gestione. Dopo l’attenta analisi del bilancio ci si è resi conto che quello che veniva descritto come un Ente in ottima salute, aveva invece contratto circa 17 milioni di debiti. Davanti alla cruda realtà dei numeri abbiamo predisposto una riduzione dei costi di gestione e nominato un gruppo di lavoro per il contenimento delle spese. Quest’attività di verifica, controllo e risanamento della finanza provinciale non ha, d’altro canto, impedito di affrontare  molti dei problemi sul tappeto.  Prima ancora dell’insediamento del Consiglio Provinciale, il Presidente Gabellone ha dovuto mettere mano, con oculatezza e decisione, all’emergenza rifiuti.


In quell’occasione, così come nella recente crisi della discarica di Cavallino, si è inteso coinvolgere tutti gli attori istituzionali e le forze sociali per evitare che oltre 2mila tonnellate di rifiuti finissero sulle strade. L’esito di quell’operazione è stato un successo per il Salento e per la sua immagine. L’azione in campo ambientale d’altronde non si è limitata a questo. E’ sufficiente guardare all’attività di pressione nei confronti dell’Enel per essere inclusi nel tavolo istituzionale sul futuro di Cerano per avere l’idea dell’impegno della Provincia di Lecce in questo settore. La stessa azione sinergica è stata realizzata nella programmazione turistica. Si è cercato di combinare i segni identitari delle municipalità e dei singoli territori con un disegno complessivo che fosse attrattivo per il flusso turistico. Quello del turismo è un treno che non intendiamo perdere e che abbiamo le carte in regola per intercettare. Sappiamo bene, però, che lo sviluppo rischia di rimanere un sogno vacuo se non si mette mano alla dotazione infrastrutturale ed è per questo motivo che molte delle economie realizzate sono state impiegate nel varo di importanti provvedimenti.


Proprio in questa prospettiva abbiamo rilanciato la sinergia con le Province di Brindisi e Taranto affinché l’idea del Grande Salento non sia uno slogan stucchevole, ma rappresenti un progetto dai contenuti pregnanti che permetta di inserirci nei traffici commerciali del Mediterraneo svolgendo un ruolo da protagonisti. Infine, tutta l’intera maggioranza a Palazzo dei Celestini, in primis il Presidente Gabellone, è stata costantemente attenta a tutti i tavoli di trattativa istituiti per affrontare le emergenze occupazionali esplose nel Salento, in omaggio a quanto dichiarato in sede di discussione delle linee programmatiche. In pratica, armonizzare e mettere a sistema le volontà che nel territorio ci sono: Comuni, Camera di Commercio, Organizzazioni Territoriali, Università. In tal modo non intendiamo più che l’Ente Provincia sia  la semplice somma dei nostri cento campanili, ma, diventi il terminale delle esigenze e delle soluzioni delle varie articolazioni della società salentina. A tal proposito cito a titolo d’esempio la partecipazione personale del Presidente della Provincia a tutti i tentativi di concertazione a più voci volti alla soluzione della Crisi Adelchi.

Non potevamo essere indifferenti al grido di dolore proveniente dal Capo di Leuca e che coinvolgeva circa 300 famiglie con il loro carico di ansie ed angosce per una prospettiva lavorativa sempre più flebile ed incerta. La Provincia, anche in questo caso, ha svolto appieno la propria parte cercando di far dialogare tutti gli attori direttamente interessati. Appunto, coordinare, promuovere, armonizzare, stimolare, superando persino le stesse competenze. Ecco il nuovo ruolo che prende forma e discontinuità dal passato. Siamo, però, consapevoli che non basta più salvare l’esistente, ma è necessario trovare presto altri sbocchi occupazionali. Ecco perché stiamo attuando al meglio la delega in materia di formazione professionale impiegando oltre 11 milioni di euro per approntare dei percorsi formativi che permettano di creare profili professionali utili ad intercettare le istanze del mercato del lavoro. In questo primissimo scorcio di consiliatura, che vede il centrodestra per la prima volta alla guida della Provincia, il gruppo del Popolo della Libertà che mi onoro di presiedere ha sempre svolto un ruolo di supporto all’azione amministrativa e di rafforzamento della maggioranza, senza mai far mancare il proprio contributo propositivo.


Di certo non sarebbe corretto descrivere tutto come fossimo nel paese delle meraviglie, ma abbiamo la volontà di continuare la nostra azione cercando di amministrare l’esistente programmando il futuro, senza mai dimenticare il rapporto con i salentini e con le loro esigenze ed aspettative”.


Attualità

“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”

La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero

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Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.

Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.

Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.

La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.

Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.

Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.

Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.

E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.

Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.

Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.

Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.

Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.

Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.

Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.

L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.

Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.

Enrico Giuranno

Francesca Sodero

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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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Questo non è amore

Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.

Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.

Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.

Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.

Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».

Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».

Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.

L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.

Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.

In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.

Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.

Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.

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Michelle Hunziker, testimianial della campagna “… questo non è amore”

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