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Cronaca

Coronavirus: prima morte in Europa dopo il vaccino

“Nessun allarmismo” rassicurano le autorità “Non è provata alcuna correlazione”. Il caso è al vaglio dagli esperti

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Risale a ieri la segnalazione da parte delle autorità elvetiche del primo decesso in Europa dopo la vaccinazione contro il Covid-19.


A comunicarlo è Swissmedic, l’istituto svizzero per gli agenti terapeutici, in una nota stampa:


“Una persona di 91 anni, affetta da gravi patologie pregresse, è morta in una casa di cura nel cantone di Lucerna, pochi giorni dopo essersi sottoposta alla vaccinazione contro il Covid-19. Né l’anamnesi né il decorso acuto della malattia della vittima fanno pensare a una relazione causale diretta tra la vaccinazione contro il Covid-19 e il decesso. Secondo le informazioni dettagliate disponibili la causa naturale del decesso risiederebbe nelle patologie della vittima, come attestato anche dal certificato di morte.


Le indagini condotte dalle autorità sanitarie cantonali e da Swissmedic hanno dimostrato che, in base all’anamnesi e al decorso della malattia della vittima, l’esistenza di un nesso tra la morte e la vaccinazione contro il Covid-19 è altamente improbabile.


Finora non si sono manifestati effetti collaterali sconosciuti in relazione con le vaccinazioni contro il nuovo coronavirus. Al momento non vi è alcun indizio che il profilo rischio-beneficio del vaccino utilizzato si sia alterato”.


Cronaca

Volano gli schiaffi alla consegna delle lauree a Tricase

Aggredito 22enne addetto al controllo dei nominativi in lista per l’accesso alla cerimonia: carabinieri sul posto e ragazzo in pronto soccorso

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Doveva essere un giorno di festa, ma si è trasformato in una giornata da dimenticare. Questa mattina a Tricase, all’ingresso della sala del Polo didattico universitario del Cardinale Panico, sede Unisalento, si è verificata un’aggressione ai danni di un giovane addetto al controllo degli accessi durante le cerimonie di consegna degli attestati di laurea.

La vittima, un ragazzo di 22 anni originario di Tricase, era incaricato di verificare i nominativi delle persone autorizzate ad assistere alla cerimonia.

Secondo quanto ricostruito, un uomo proveniente da Scorrano, giunto sul posto in compagnia di una donna non inserita nella lista degli aventi diritto all’ingresso, ha reagito con violenza al rifiuto di accesso per quest’ultima.

Dapprima le minacce verbali, poi l’aggressione fisica: in pochi istanti la situazione è degenerata e sono volati schiaffi e spintoni. Provvidenziale l’intervento di alcuni presenti, che sono riusciti a bloccare l’uomo e mettere fine all’aggressione.

Il giovane è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Tricase, dove i medici gli hanno riscontrato contusioni guaribili in dieci giorni. Sul posto sono intervenute anche le forze dell’ordine per raccogliere testimonianze e ricostruire l’accaduto.

Una cerimonia pensata per celebrare un traguardo importante si è così macchiata di un gesto ingiustificabile.

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Cronaca

Viola le prescrizioni e minaccia il sindaco

 Arrestato dai carabinieri 52enne che già aveva minacciato il primo cittadino. Aveva il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento ma è tornato alla carica…

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Era sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con l’applicazione del braccialetto elettronico ma ha reiterato la condotta illecita fino ad essere arrestato dai Carabinieri.

È quanto avvenuto a Lequile, dove i Carabinieri della Stazione di San Pietro in Lama hanno arrestato in flagranza di reato un 52enne, già noto, poiché ritenuto responsabile della violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

Tale misura cautelare si era resa necessaria già nel giugno dello scorso anno, dopo la denuncia presentata dal sindaco di Lequile, Antonio Caiaffa, con la quale il primo cittadino aveva riferito di essere vittima di continue aggressioni verbali caratterizzate da minacce di morte che l’uomo gli avrebbe rivolto, per futili motivi, ovvero con la pretesa di ottenere un posto di lavoro.

Nonostante il conseguente braccialetto elettronico,

l’uomo non ha desistito dalle sue condotte illecite, fino alla serata di ieri, quando, in violazione agli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria, si è recato nuovamente nei pressi del municipio di Lequile dove era il sindaco.

Senza alcuna esitazione si è rivolto proprio verso il primo cittadino a cui ha rivolto ripetutamente frasi ingiuriose e minacciose fino all’arrivo dei Carabinieri che, allertati da alcuni cittadini presenti, si sono recati sul posto.

Una celere e tempestiva attività info-investigativa condotta dagli uomini dell’Arma ha permesso una prima ricostruzione dei fatti e quindi di bloccare l’uomo prima che tentasse la fuga.

Al termine delle attività, il 52enne è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la propria abitazione dove ora è stato sottoposto alla misura cautela personale degli arresti domiciliari.

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Castrignano del Capo

Stringe la gola all’arbitro, inibito dirigente del Capo di Leuca

È accaduto al termine della gara valida per il campionato “Allievi” contro il Lecce Soccer Academy. Provocato momentaneo blocco del respiro al direttore di gara. Necessario l’intervento dei carabinieri

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Lo sport scuola e palestra di vita, così si dice.

E così dovrebbe essere, soprattutto in campo dilettantistico e, a maggior ragione, nei settori giovanili.

Evidentemente, però, qualcosa non quadra.

Perché è anche vero che lo sport, il calcio in questo caso, è lo specchio della società che viviamo, dove rispetto, fairplay e lealtà vengono spesso e volentieri sopraffatti da prepotenza e violenza.

Come accaduto al termine della partita del campionato allievi tra Capo di Leuca e Lecce Soccer Academy di dove chi è chiamato a dare l’esempio ha clamorosamente toppato.

Apprendiamo dal Comunicato Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio Lega Nazionale Dilettanti – Comitato Regionale Puglia che al Capo di Leuca è stata comminata un’ammenda di 300 euro e che al dirigente Rocco Villarosa, è stato inibito fino al 7 maggio 2028.

Perché a fine gara, come si legge nel comunicato della Federazione, in seguito all’espulsione di un calciatore della Capo di Leuca (il che non giustifica certo quanto avverrà), mentre il direttore di gara si dirigeva verso il suo spogliatoio, è stato avvicinato in modo minaccioso da un uomo che indossava la divisa della squadra locale e proferiva al suo indirizzo espressioni irriguardose.

Due altri dirigenti hanno provato a bloccarlo ma colui che si scoprirà in seguito essere un dirigente del Capo di Leuca, si lanciava contro il direttore di gara, afferrandolo per il collo e premendo con forza, sino a provocargli un momentaneo blocco del respiro.

Nonostante l’intervento di altri tre dirigenti, continuava nella sua condotta, impedendo che il direttore di gara chiudesse la porta dello spogliatoio.

In aiuto dell’arbitro è giunto un dirigente accompagnatore del Lecce Soccer, fino all’arrivo dei carabinieri che hanno identificato il dirigente aggressore che, nel frattempo, continuava a inveire contro il povero arbitro.

La punizione della Lega è arrivata ma non è questo il punto.

Come faranno allenatori, dirigenti e quant’altro a parlare di rispetto e comportamento esemplare a quei ragazzi che hanno visto un loro dirigente comportarsi così?

Inibizione fino al 7 maggio 2028?

In tutta sincerità ci saremmo aspettata una punizione ben più severa perché, chi non è un portatore sano di educazione, rispetto e lealtà, non può certo promuovere lo sport e tutti i suoi valori né, tantomeno, avere in carico l’educazione non solo sportiva dei più giovani.

Infine, per inciso e senza mnimizzare, si può anche sbagliare e chiedere scusa. E, in questo caso, sarebbe il minimo…

Giuseppe Cerfeda

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