Attualità
La costellazione dell’Entroterra Idruntino
Il nuovo logo dell’Unione dei Comuni dopo che Maglie si è aggiunto a Bagnolo del Salento, Cannole, Cursi e Palmariggi
Il nuovo logo è caratterizzato da una costellazione tracciata dai comuni che costituiscono l’unione Entroterra Idruntino. Una linea che collega come un filo di Arianna i differenti comuni sul territorio creando una costellazione. Il percorso che li collega genera un disegno unico ed irripetibile e definisce il territorio in maniera inequivocabile.
Una nuova carta d’identità dell’Unione Entroterra Idruntino in linea con le esigenze contemporanee ed un’occasione per rifare il look, necessaria dopo l’ingresso di Maglie in aggiunta a Bagnolo del Salento, Cannole, Cursi e Palmariggi, originari dell’Unione dei Comuni.
Un marchio riconoscibile, una linea essenziale ed efficace, frutto di ricerca e di attenzione ai dettagli ed ai valori che rappresentano i cinque comuni, fortemente radicati nel territorio dal tratto distintivo ed unico.
Un’idea attraente facilmente identificativa che anche nei colori sintetizza e racconta la storia, l’arte, la natura, il paesaggio, la territorialità e la vera essenza dei cinque Comuni nel cuore del Salento.
Il logo è stato sviluppato partendo dallo studio della disposizione dei Comuni sul territorio salentino, che a livello grafico definisce «una costellazione unica ed irripetibile, come esclusiva ed irripetibile è l’Unione dei Comuni Entroterra Idruntino».
In questa costellazione le particolarità di ogni singolo Comune si annullano per dare vita ad una nuova identità, la costellazione. Essa è inserita all’interno di uno scudo leggero privo di corona, definito dai colori identitari che richiamano gli stemmi dei singoli Comuni.
Il logo è la sintesi e la filosofia dei cinque comuni nel cuore della provincia di Lecce e dell’entroterra di Otranto a cui deve il nome proprio per la vicinanza alla costa idruntina.
Ad ideare il marchio è stato Luigi Partipilo, art director & designer, fondatore di Freejungle, magliese, figlio di questa terra, che lavora da dieci anni nella consulenza strategica di brand. Si occupa di design ed insieme ai colleghi di Freejungle supporta le aziende nella definizione della propria identità e a comunicarla.
«Realizzare questo logo», spiega emozionato Partipilo, «è stato prima di tutto un onore, sia per me che per i miei colleghi perché siamo cittadini di Maglie e di questo territorio. Mi piace definirmi un sognatore che ama aiutare gli altri a realizzare i propri sogni e sono contento di concorrere con la nostra professionalità al miglioramento dell’immagine dell’unione dei nostri Comuni. È stata un’esperienza meravigliosa dare il nostro contributo per la crescita della nostra comunità. Lo abbiamo fatto con le caratteristiche identitarie per le quali il nostro studio è conosciuto in Italia e nel mondo, ovvero creatività estrema applicata al rispetto dei valori del brand che curiamo».
La Freejungle è ideatrice di diverse campagne internazionali di marketing e di comunicazione nei settori dell’arte, della ristorazione, dell’ingegneria, dell’abbigliamento ed in molti altri settori strategici.
«Abbiamo deciso di rifare il logo», spiega il presidente dell’Unione Antonio Melcore, «perché con l’incremento del numero dei componenti dell’Unione il vecchio non era più rappresentativo. Il logo scelto è semplice ed efficace, si legge in bianco e nero e a colori, questi ultimi riprendono e rappresentano anche il nostro paesaggio. La costellazione identifica il territorio, la vicinanza e la connessione tra i vari comuni, è molto intuitivo e siamo contenti che a realizzarlo sia stato un artista e designer, figlio della nostra terra, conosciuto anche all’estero. Ci auguriamo che il nuovo logo possa essere un veicolo riconoscibile ed importante per la promozione dei territori che compongono l’Unione Entroterra Idruntino».
Attualità
Regionali, alle 12 l’affluenza si attesta, in calo dalle ultime lezioni, all8,53%
Quattro i candidati presidente della Regione, con da 13 liste per un totale di 580 candidati (con le candidature multiple) e si contenderanno i 50 posti nel Consiglio regionale della Puglia per la prossima legislatura…
Tra oggi e domani, si vota fino alle 15 di lunedì 24 novembre, potremo recarci al seggio per scegliere chi dovrà essere il futuro Presidente della regione Puglia e i relativi candidati.
Quattro i candidati presidente della Regione, con da 13 liste per un totale di 580 candidati (con le candidature multiple) e si contenderanno i 50 posti nel Consiglio regionale della Puglia per la prossima legislatura.
Il centrosinistra candida Antonio Decaro presidente, ed ha presentato sei liste: sono Pd, Movimento 5S, Avs e le liste civiche «Per», «Decaro presidente» e «Popolari per Decaro» per un totale di 294 candidati.
Il centrodestra con Luigi Lobuono candidato presidente, sostenuto da cinque liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega (con Udc e Socialisti) e Noi Moderati, più La Puglia con noi (solo nelle circoscrizioni di Taranto, Lecce e Bat) con 215 candidati in totale.
«Alleanza Civica per la Puglia» sostiene il candidato governatore Sabino Marco Mangano (sostenuto anche da Marziani di Puglia e Netx Italia) con 36 candidati.
La lista di Puglia pacifista popolare (con Partito comunista italiano, Potere al popolo e Risorgimento socialista) sostiene la candidatura a presidente di Ada Donno, con 35 candidati.
Attualità
“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”
La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero
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“Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.
Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.
Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.
La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.
Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.
Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.
Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.
E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.
Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.
Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.
Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.
Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.
Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.
Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.
L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.
Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.
Enrico Giuranno
Francesca Sodero
Attualità
“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival
Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca
La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.
Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).
Protagonisti della vicenda sono: Dominique Sanda, Celeste Casciaro, Ninni Bruschetta, Ignazio Oliva, Karolina Porcari, Johanna Orsini, Francesca Ziggiotti, Dora Sztarenki, Josef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.
Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.
Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.
In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.
L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.
Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.
Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.
“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.
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