News & Salento
San Cassiano: stop alla Centrale a Biomasse
Dopo i numerosi appelli ricevuti da cittadini e operatori commerciali di San Cassiano, Botrugno, Nociglia, Surano, Scorrano, Poggiardo, Supersano ed altri paesi limitrofi, animati dalle giustificabili paure per il progetto di centrale ad incenerimento di biomasse che il Comune di San Cassiano sta “caldeggiando e favorendo”, nella zona commerciale del paese, centrale termoelettrica prevista in un lotto adiacente alla Strada Statale 275 di fronte alla nota dolciumeria “Dolci Fantasie”, il presidente di Italia Nostra, Marcello Seclì, rassicura i cittadini sull’impegno dell’attivissima sua associazione per fermare il conto alla rovescia della devastazione. “Abbiamo già diffidato il Comune di San Cassiano”, fa sapere, “perché abbandoni il nefando progetto, che immetterebbe nocivi fumi in atmosfera 24 ore su 24, inquinando e acidificando l’aria con le emissioni di ossidi di azoto, nonché rilasciando pericolose e cancerogene micro-polveri e nano-polveri deleterie per la salute di tutti. Non solo, il progetto è la negazione totale del nascente Parco dei Paduli-Bosco Belvedere i cui natali sono stati segnati proprio dai tanti giovani che in San Cassiano sono convenuti da ogni parte del Salento e d’Europa, per chiedere alle amministrazioni locali di sancire la nascita del bellissimo parco. Da qui anche la richiesta alla Regione affinché la stessa SS275 nel tratto Maglie-Montesano sia realizzata con la filosofia della “strada parco” per la valorizzazione e riqualificazione paesaggistica del tratto Maglie-Montesano. Oggi quel progetto di centrale a biomasse di potenza poco inferiore al Mega Watt, di cui ancora non si è neppure fatto in tempo ad aprire il cantiere, per nostra fortuna, non può assolutamente più essere autorizzato. Il comma della Legge Regionale 31 del 2008 su cui si fondava tutto il suo iter autorizzativo è infatti decaduto con la sentenza di fine marzo della Corte Costituzionale, che lo ha dichiarato incostituzionale; una legge frode, la 31, causa di un danno gravissimo al territorio, all’economia turistica, alla salute dei cittadini, e all’erario statale, di cui gli amministratori regionali dovranno rendere conto! Una legge che aveva consentito di poter realizzare grosse centrali a biomasse fino ad 1MW, con semplice autocertificazione (DIA) presentata al comune, bypassando la più laboriosa autorizzazione regionale che offriva maggiori garanzie per la valutazione degli impatti ambientali di simili industrie. Industria intollerabile, quella sancassianese, poiché nutrendosi avidamente di cippi di legno avrebbe portato rapidamente al disboscamento dei nostri uliveti salentini, complici potature selvagge e la crisi del settore olivicolo, che non avrebbe più potuto risollevarsi con la logica antiecologista delle biomasse legnose; già stanno pagando questa follia delle biomasse le foreste della Calabria, non possiamo permettere simile destino ai nostri sacri alberi salentini! Inoltre queste centrali, come la tristemente famosa centrale di incenerimento di Maglie, chiamata Copersalento, che ha avvelenato con la diossina e non solo, un’area vastissima del Salento, San Cassiano incluso, possono divenire facilmente inceneritori di rifiuti urbani e/o speciali! Una bomba ecologica speculativa, un’ipoteca sul futuro dei cittadini, una fonte di bruttura e malattia, incubo per tutti, che si stava realizzando con una semplice autocertificazione! O tempora o mores!”.
Appuntamenti
Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta
Attualità
”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo
Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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