Appuntamenti
Calimera, cinque giorni per Antonio Montinaro
In occasione di quello che sarebbe stato il suo 60° compleanno una serie di eventi organizzati dall’Associazione Nomeni. Brizio e Donata Montinaro: “Ecco perchè non ci saremo”

L’8 settembre prossimo Antonio Montinaro (il primo a sinistra nella foto in alto, a destra il giudice Falcone) avrebbe compiuto sessanta anni. La vita, invece, fu bruscamente strappata al caposcorta del giudice Falcone a Palermo quel 23 maggio 1992. A trent’anni dalla Strage di Capaci, Calimera ricorda il poliziotto con testimonianze, musica, arte e teatro. Su iniziativa dell’Associazione guidata dalla sorella di Antonio, Matilde Montinaro, la Quarto Savona 15, (I resti della Fiat Croma, l’auto apripista su cui viaggiavano gli agenti della scorta, Una ruota in primo piano, il contachilometri fermo a 182.287 chilometri orari, i fili ammassati) è tornata in Salento.
Il programma, dopo l’accoglienza della teca con la Quarto Savona 15, avvenuta ieri, prevede per questo pomeriggio, dalle 18,30, in piazza del Sole, la presentazione della mostra di Toni Gentile “Sicilia 1992. Luci e memoria”. Fotoreporter e giornalista professionista, ha raccontato con le proprie immagini l’attacco stragista della mafia contro lo Stato, fotografando le stragi di Capaci e di via D’amelio. Sua l’iconica fotografia dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che sorridono vicini.
Poi “Itinerari di bellezza”, a cura dell’Associazione Collettivo MusicArte xon la presentazione ed esposizione del laboratorio di arte e fotografia. Progetto vincitore del bando “Bellezza e legalità”.
Infine, “Il suono della Memoria”: esecuzione di un brano originale ispirato al tema della memoria, realizzato e curato dal musicista Raffaele Casarano insieme ai ragazzi dell’Istituto scolastico musicale di Calimera.
Si proseguirà domani, mercoledì 7 settembre, sempre in piazza del Sole, dove alle 18, si terrà un Consiglio comunale monotematico.
Giovedì 8, piazza del Sole (ore 18) ospiterà la presentazione del progetto Conservare la memoria per costruire il futuro con Matilde Montinaro, sorella di Antonio Montinaro.
Previsti gli interventi di: Gianluca Tommasi, sindaco di Calimera; Giovanni Montinaro (figlio di Antonio Montinaro); Andrea Valentino, Questore di Lecce; Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia; Maria Luisa Pellizzari, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie.
A seguire: il brano “Parlando di Antonio” di “Imperfetto Prossimo”, con musica di Gianfranco Villanova e arrangiamento di Raffaele Casarano; “Le parole della Memoria”, letture a cura degli studenti dell’Istituto Comprensivo di Caprarica-Calimera-Martignano che hanno partecipato al laboratorio condotto dai formatori dell’associazione Libera contro le mafie; “La Memoria in scena”, esibizione teatrale dei ragazzi di messa alla prova del Tribunale dei Minori di Lecce, a cura della cooperativa Il Dado Gira; “I luoghi della Memoria”, presentazione del DVD, a cura di Paolo Caputo, ispirato ai luoghi in cui hanno vissuto le vittime di mafia Pugliesi; consegna del Premio Antonio Montinaro
Venerdì 9, in Piazza del Sole, dalle 20, la presentazione e messa in scena del musical “La giusta nota”, dedicato al giudice Giovanni Falcone, a cura della nuova associazione Salvatore Gira APS Galatone. Progetto vincitore del bando “Bellezza e legalità”.
Sabato 10, alle 17, la partenza della teca con saluti istituzionali.
Brizio e Donata, l’assenza che fa rumore
Farà un certo effetto l’assenza di Brizio, fratello di Antonio e della sorella maggiore Donata.
I motivi che hanno spinto Brizio e Donata a non partecipare alla manifestazione li spiega lo stesso Brizio motivando il suo diniego all’invito del Questore Andrea Valentino: «A causa di una complessa disarmonia familiare che ha portato nostra sorella Matilde a decidere di rompere qualsiasi rapporto con me e con la sorella maggiore Donata, dobbiamo declinare tale invito per evitare qualsiasi disagio che potrebbe derivare da prese di posizione esacerbate di Matilde come avvenuto, purtroppo, altre volte».
I due fratelli dopo aver ammesso che «se l’iniziativa non fosse stata organizzata dalla “Associazione Nomeni” avremmo certamente partecipato», ricordano: «Nel 2008, durante la commemorazione presso il giardino della memoria a Capaci, allora i rapporti erano più che buoni con Matilde, ero con lei quando si decise di costituire l’associazione. Mi attivai sia per la realizzazione del logo, donato dai miei amici e collaboratori grafici, sia per la elaborazione dello statuto associativo. Ero convinto che non fosse necessario precisare che nella costituenda associazione “Nomeni per Antonio Montinaro”, questo era il nome originario deciso, tutti i familiari avrebbero dovuto essere annoverati come soci fondatori. Ebbene dopo qualche giorno dalla inaugurazione pubblica a Calimera in presenza delle Istituzioni e di tutti noi fratelli compreso la mamma ancora in vita», continua nel suo racconto Brizio, «rimasi esterrefatto nel constatare che nella associazione “Nomeni per Antonio Montinaro” nessuno dei fratelli era stato annoverato come socio fondatore e persino mia madre ne fu esclusa. Non comprendemmo per quale motivo egotico e narcisista Matilde decise di fare tutto ciò. Paradossale, peraltro, il nome deriva dal termine “griko” che in italiano vuol dire “Insieme”».
«Da allora», secondo Brizio, «Matilde ha iniziato a comportarsi sempre più come se l’unica sorella di Antonio fosse lei. Ovviamente da allora tutto è cambiato fino a decidere negli anni, lei deliberatamente, di chiudere qualsiasi rapporto in modo definitivo sia con me che con la sorella maggiore Donata. Ancora adesso non comprendiamo cosa possa spingere nostra sorella a tali comportamenti».
«È quindi con vero rammarico ed imbarazzo», va al punto Brizio Montinaro, «che non possiamo presenziare alla manifestazione. Saremmo grati se gli organizzatori della manifestazione, che prevede di ospitare la teca contente i resti dell’autovettura della scorta denominata “Quarto Savona 15”, non operino come fecero nel 2017 sempre a Calimera simulando acusticamente l’esplosione alle 17,57.
Anche quel giorno non c’eravamo durante la manifestazione, ero sulla tomba di Antonio a Palermo, e quando alcuni amici ci riferirono di questa poco seria modalità di spettacolarizzare un evento così grave e traumatico, rimanemmo allibiti.
Persino affermare come dato storico, come da testimonianze di colleghi di Antonio, che la teca contiene i resti dell’auto nella forma attuale, derivante dal processo di compattazione di un mezzo meccanico fatto intervenire nella caserma Lungaro, dopo le indagini per la definitiva demolizione è stato oggetto di “lesa maestà” nei confronti di chi si interessa a portare in giro la teca per l’Italia.
Solo la rivolta dei colleghi di Antonio fece riposizionare l’auto, nello stato in cui si può vedere ora, presso la caserma Lungaro ed i colleghi avrebbero voluto che li rimanesse come memento».
«Ci scusiamo di aver precisato meglio il nostro diniego a partecipare alla manifestazione ma ormai negli ultimi anni che ci restano abbiamo l’obbligo morale di dire, anche se con garbo, ciò che approviamo e disapproviamo», concludono Brizio e Donata, «tale obbligo morale è imposto oltremodo al solo pensiero di quante vittime la nostra povera Patria ha visto perire in tantissime stragi».
Appuntamenti
Master in gastronomie territoriali sostenibili a Melpignano
Lo scopo è quello di formare figure professionali capaci di affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Inaugurazione domani (ore 17,30), presso l’Auditorium di Palazzo Marchesale

Tradizione come rigenerazione.
Si è soliti associare, anche nel settore agroalimentare, la tradizione al passato, l’innovazione al futuro.
Ma è un errore.
In realtà, la tradizione è proprio ciò che sostiene la vita e il suo impulso ad andare avanti, rigenerandosi continuamente.
Proprio per evitare di alimentare una retorica vuota del concetto di tradizione, è necessario non vederla come un passato da conservare ma, piuttosto, come il presente da cui sempre sgorga il futuro.
Questo il tema del dibattito che, nel pomeriggio di domani, venerdì 9 maggio, accompagnerà l’inaugurazione ufficiale del Master universitario di primo livello in “Gastronomie territoriali sostenibili e food policies” di Melpignano.
Un percorso unico sul territorio che forma i protagonisti del cambiamento nel mondo dell’alimentazione e della sostenibilità, nato da un’idea dell’amministrazione comunale di Melpignano e realizzato in collaborazione con l’Università del Salento, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Slow Food Italia e l’associazione Està.
Un’opportunità importante per i 25 partecipanti (laureati di ogni disciplina) che potranno partecipare alla seconda edizione del Master, senza alcun costo, grazie ai finanziamenti ottenuti con il bando Borghi vinto dal Comune di Melpignano insieme ai partner di progetto e si specializzeranno nel settore agroalimentare con un approccio sostenibile, acquisendo le competenze essenziali nella pianificazione e nel management dei sistemi alimentari, utilizzando strumenti di regolamentazione e gestione per creare attività di ristorazione pubblica a filiera corta e promuovendo la cultura gastronomica come leva per una ristorazione di qualità e un turismo sostenibile.
A partire dalle 17,30, presso l’Auditorium del Palazzo Marchesale di Melpignano, dopo i saluti della sindaca Valentina Avantaggiato, seguiranno quelli del rettore di Unisalento, prof. Fabio Pollice e del rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, prof. Nicola Perullo.
A partire dalle 18, poi, si alterneranno gli interventi del direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali di Unisalento, prof. Mariano Longo, del direttore del Master, prof. Angelo Salento, del rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Prof. Nicola Perullo: «Il concetto di ‘tradizione’ viene oggi spesso equivocato. Da una parte, la si intende come mera conservazione nostalgica, passatismo ideologico e immobilismo; dall’altra, la si intende come l’opposto dell’innovazione, della spinta all’evoluzione e al cambiamento. Entrambe queste concezioni della tradizione sono sbagliate, perché la tradizione è un processo dinamico. La tradizione è ciò che è stato trasmesso a noi dai predecessori, ma come in una staffetta: noi prendiamo da loro il testimone e lo portiamo avanti, e questo è il meccanismo alla base di ogni ricerca e di ogni innovazione».
Un’impostazione didattica di 296 ore che prevede attività in presenza il venerdì e il sabato. Il programma si articola in tre moduli fondamentali: il primo “Storia, Cultura e Paesaggi dell’Identità Gastronomica Italiana”; il secondo su “Prodotti e Filiere di Qualità” e il terzo sulla “Progettazione Territoriale e Food Policies”, con focus sulla sociologia del turismo sostenibile, i sistemi alimentari urbani e territoriali.
Offre 60 CFU e 1500 ore di formazione, alternando lezioni frontali, laboratori e seminari all’interno del Palazzo Marchesale di Melpignano, stage e viaggi didattici sul territorio con un project work finale. Un’opportunità formativa che garantisce un doppio riconoscimento accademico da parte di UniSalento e UNISG di Pollenzo.
«Si rafforza la collaborazione tra profondo Sud e profondo Nord per investire sulla formazione, sul cibo che è politica, trasformazione del territorio, costruzione di benessere diffuso, di tutela del paesaggio, di pianificazione e governance territoriale e lo si fa creando le migliori alleanze tra comuni ai margini del territorio con università di eccellenza sulla materia», afferma la sindaca di Melpignano Valentina Avantaggiato.
Ed è proprio questa la missione del Master: formare figure professionali capaci di affrontare le grandi sfide del nostro tempo.
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Appuntamenti
Attraversare i confini. Dialoghi sulla contemporaneità a Marina Serra
Dal 10 maggio, ogni sabato, dalle 18 alle 20, al Celacanto, cinque appuntamenti con esperti e docenti universitari per esplorare i nodi della contemporaneità

Attraversare i confini per superare i recinti di carattere individuale e culturale e riconoscersi appartenenti a un’unica “comunità di destino”: la comunità umana.
È questo il senso profondo e la finalità del percorso “dialoghi sulla contemporaneità“: fornire ai partecipanti una comprensione delle dinamiche e delle implicazioni culturali, socio-economiche e politico-istituzionali che contraddistinguono il contesto globale, nazionale e locale.
Allo stesso tempo si vuole favorire la conoscenza, il dialogo e il confronto tra i partecipanti per educarsi a immaginare insieme soluzioni condivise alle dinamiche sociali e politiche.
E si vuole incoraggiare l’impegno nelle pratiche di cittadinanza del territorio.
Dal 10 maggio al 7 giugno, cinque appuntamenti con esperti e docenti universitari per esplorare i nodi della contemporaneità: Mediterraneo e identità culturali, nuovi nazionalismi, razzismo e suprematismo, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla percezione della realtà, fino al linguaggio bellico e alle guerre reali.
Un percorso aperto a tutti, volto a rafforzare la consapevolezza democratica e la capacità di leggere la complessità del presente con spirito critico e passione civile.
«Viviamo un momento storico in cui avvertiamo che il mondo può diventare qualcosa di diverso dalla realtà fin qui conosciuta, ma quello che ci domina è l’incertezza rispetto alla direzione che prenderà e l’impotenza ad agire su di essa» ha dichiarato Carmine Zocco, ideatore della rassegna.
Dalla sua esperienza come professore di tante giovani generazioni, è proprio ai giovani che guarda: «La sensazione di sentirci impreparati e disarmati non riguarda soltanto le grandi minacce epocali come le pandemie e l’irruzione prepotente di scenari di guerra nel cuore e alle porte dell’Europa. Si riscontra in modo sempre più diffuso tra i giovani un nuovo elemento di tormento: “l’angoscia climatica”. Gli stessi attivisti di Nuova Generazione ammettono di essere “angosciati per il futuro”. E l’angoscia li priva del futuro, avvertito come “una minaccia e non come una promessa” (M. Benasayag)».
Angoscia e democrazia sono incompatibili.
La democrazia può progredire in modo sano e forte all’interno di un’atmosfera di riconciliazione e di dialogo. Chi assolutizza la propria opinione e non porge ascolto agli altri apre la strada al fanatismo e ai fondamentalismi.
L’angoscia è uno strumento di dominio molto diffuso. Rende ubbidienti e ricattabili.
In un clima dominato dall’angoscia le persone non si fidano più di esprimere liberamente la loro opinione, e questo avviene proprio per il timore di essere repressi.
Perché, come scrive Byung-Chul Han, 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐠𝐨𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐝𝐢𝐨.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
Mediterraneo, crocevia di culture
10 maggio – Prof. Franco Chiarello già Docente dell’Università di Bari su La scomparsa della realtà nell’era dei social media e dell’AI
17 maggio – Prof. Luigi Spedicato di Unisalento su Diversi/Uguali: razzismo e suprematismo
24 maggio – Prof. Fabio Ciracì di Unisalento su
L’Europa e i nuovi nazionalismi
17 maggio – Prof. Daniele Stasi dell’Università di Foggia su “Parole armate” e guerre reali
7 giugno – Prof.ssa Alessandra Beccarisi dell’Università di Foggia
Per tutti gli incontri l’ingresso è libero.
Organizzazione a cura di Cantiere Civico e Liquilab, con la collaborazione di Osservatorio Civico.
Appuntamenti
Lavoro, formazione, territorio: a Gallipoli il cantiere delle opportunità per il Salento

Il cambiamento non si attende: si costruisce. È con questa convinzione che prende il via “Opportunit@’ in Movimento”, un percorso di co-progettazione nato per affrontare con strumenti concreti le sfide sociali ed economiche del Salento. Una terra ricca di potenzialità, ma segnata da un’elevata disoccupazione giovanile, dalla frammentazione delle politiche di sviluppo e da un’economia troppo dipendente dalla stagionalità turistica.
Promossa da Mediterranea – Associazione per lo Sviluppo Locale apsin collaborazione con Destinazione Salento – Associazione di Operatori Turistici, con il patrocinio della Provincia di Lecce, l’iniziativa si inserisce nel progetto “Opportunit@’ – Interconnessioni per lo sviluppo di una comunità educante”. Il primo appuntamento si terrà venerdì 9 maggio 2025 alle ore 15:00, presso l’I.I.S.S. “A. Vespucci” di Gallipoli: un tavolo di co-progettazione aperto a enti pubblici, imprese, scuole, università, associazioni di categoria e realtà del terzo settore. L’obiettivo è quello di attivare una collaborazione strutturata tra i diversi attori del territorio per dar vita a politiche del lavoro realmente generative, capaci di trattenere i giovani, innovare l’economia e costruire sviluppo a partire dalla partecipazione.
Interverranno: Sebastiano Leo, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro; Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce; Paola Apollonio, dirigente scolastico I.I.S.S. “A. Vespucci”.
Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati preliminari dell’Indagine sull’inserimento lavorativo dei giovani nel settore turistico e sulla destagionalizzazione del lavoro in Salento, realizzata in collaborazione con le imprese locali. Uno strumento essenziale per leggere il presente e progettare il futuro con consapevolezza. Il tavolo si chiuderà con la redazione di un documento di sintesi e la prima bozza del “Patto per il Lavoro – Area Metropolitana Salento”, da proporre a decisori pubblici e istituzioni. Un patto che vuole essere più di un documento: un impegno collettivo a creare nuove opportunità di lavoro, a promuovere l’equità sociale e a costruire un futuro più giusto e sostenibile per il territorio
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