Attualità
Agricoltura: la PAC verso il 2020
Obiettivo di rafforzare le imprese e il sistema agricolo in vista della discussione che avverrà all’interno di ciascuno degli stati membri della Unione Europea.

“La Pac verso il 2020“: è stato questo il tema di un importante seminario organizzato in Puglia da “Agrinsieme”, il primo grande coordinamento tra le organizzazioni agricole italiane, che raggruppa la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), la Confagricoltura, l’Alleanza delle Cooperative Italiane del settore agroalimentare (Agci Agrital, ConfCooperative-Fedagri e LegaCoop Agroalimentare), e che ha apre in Puglia l’importante fase di confronto sulla Pac con l’obiettivo di rafforzare le imprese e il sistema agricolo in vista della discussione che avverrà all’interno di ciascuno degli stati membri della Unione Europea.
Così Raffaele Carrabba, coordinatore regionale di Agrinsieme: “Con quest’iniziativa rafforziamo anche in Puglia quella tanto necessaria unità del mondo agricolo. Lo facciamo con Agrinsieme, che rappresenta un coordinamento aperto tra la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), la Confagricoltura, l’Alleanza delle Cooperative Italiane del settore agroalimentare (Agci Agrital, ConfCooperative-Fedagri e LegaCoop Agroalimentare) per superare contrapposizioni anacronistiche, su un tema al quale dobbiamo dedicare la nostra massima attenzione: la riforma della Pac. Ad essa è legata la sopravvivenza di tante imprese agricole e cooperative agroalimentari. In questi giorni si sta avviando il confronto sulla Pac, sulle scelte nazionali che l’Italia deve portare a Bruxelles entro fine luglio. Sono scelte fondamentali che influenzeranno la vita delle imprese per i prossimi 7 anni, e devono avere l’obiettivo di rafforzare il sistema agricolo.
Noi chiediamo una Pac in cui gli aiuti vadano agli agricoltori orientati al mercato, che producono ricchezza, garantiscono occupazione e salvaguardano il paesaggio e il territorio. Noi chiediamo una Pac che semplifichi e in cui si riducano le differenze inique, una Pac che riservi attenzione ai giovani.
L’agricoltura produce lavoro, crea cibo e ricchezza per la collettività, affronta i problemi della sottonutrizione, della difesa del territorio e della tutela dell’ambiente. Per conservare l’agricoltura come bene comune la precondizione irrinunciabile è la garanzia di un reddito equo agli agricoltori.
Grazie a questa convinzione profonda, fondata su valori economici ma anche culturali e sociali, che abbiamo saputo trasmettere alle istituzioni e alle popolazioni europee, l’agricoltura ha ottenuto una Pac 2014-2020 che certamente non è il massimo di quanto il mondo agricolo auspicava, che però rappresenterà nei prossimi 7 anni la principale fonte di spesa pubblica per il settore. Un merito specifico va ad Agrinsieme che per la prima volta ha consentito all’agricoltura di presentarsi con una posizione comune al Parlamento europeo e alla Commissione Agricoltura che hanno saputo utilizzare al meglio il processo di codecisione previsto dal Trattato di Lisbona.
Non è poco se rispetto al budget europeo per il periodo di programmazione 2014-2020 di 960 miliardi, ben 363 miliardi vengono destinati alla PAC (pari al 38%), di cui 278 miliardi per il primo pilastro e 85 miliardi per il secondo. L’Italia riceverà complessivamente 41,5 miliardi di euro, 27 miliardi per i pagamenti diretti, 4 miliardi per l’OCM vino e l’OCM ortofrutticoli e 10,5 miliardi per lo sviluppo rurale.
Quando parliamo di Pac in Puglia dobbiamo avere presente che dal 2015 al 2020 sono in gioco ben 550 milioni di euro all’anno di pagamenti diretti alle nostre 250mila aziende e 1,6 miliardi in sette anni di finanziamento pubblico per le misure di investimento del Psr. Cioè complessivamente circa cinque miliardi di euro in sette anni! Però il nostro impegno non è concluso: la nuova Pac delega al Governo nazionale e alle Regioni importanti scelte. Pertanto la grande agricoltura pugliese deve saper giocare in modo intelligente un ruolo di primo piano, affinché le decisioni che saranno assunte a livello nazionale non la sfavoriscano.
Dopo i grandi sforzi compiuti per conservare praticamente intatto, in termini nominali, l’ammontare complessivo dei finanziamenti all’Italia, occorre oggi vigilare sulle scelte che verranno compiute a livello nazionale, in particolare per quanto riguarda la regionalizzazione, la convergenza e l’agricoltore attivo. Ci sono varie opzioni sul tavolo, che portano a risultati molto diversi. Sono scelte che riguardano il futuro dell’agricoltura della Puglia e la tenuta economica di importanti comparti del nostro settore, nei quali deteniamo primati produttivi e di qualità, a livello nazionale ed europeo. Le opzioni demandate dalla Pac allo stato membro non possono essere frutto di discussioni ristrette ed esclusivamente tecniche. L’agricoltura pugliese deve partecipare alle scelte ponendo tutto il peso della propria forza produttiva, tenendo ben chiaro che non può permettersi di perdere nemmeno un milione di euro. Diamo atto che la Regione Puglia, sostenuta dalle organizzazione agricole, nella trattativa nazionale tra le regioni, ha migliorato il budget del Psr di ben 25 milioni di euro rispetto alla precedente programmazione.
Per quanto riguarda i pagamenti diretti, abbiamo bisogno di esprimere a livello nazionale tutta la nostra forza negoziale, perché abbiamo fondati timori che con la regionalizzazione unica nazionale, come sembra si profili all’orizzonte, la Puglia rischia di perdere circa 50 milioni all’anno dal 2015 al 2020, cioè 300 milioni. Non diamo per scontato che questa sia l’unica opzione, perché è sempre percorribile la regionalizzazione amministrativa e territoriale, cioè la suddivisione tra le regioni del budget nazionale su base storica, che consentirebbe alla Puglia di mantenere intatto il budget attuale. Occorre anche utilizzare i principali strumenti a disposizione nella normativa Pac per creare equità tra e nei settori produttivi e tra tutti i produttori. La convergenza, la definizione di agricoltore attivo e la distribuzione della parte accoppiata dei pagamenti diretti devono perseguire questi obbiettivi. Dobbiamo, infine, vigilare sull’operato del Commissario Ciolos perché c’è il rischio che gli apparati burocratici di Bruxelles stravolgano la Pac, peggiorandola, con l’emanazione dei regolamenti applicativi. La nuova Pac assegna anche nuove responsabilità alle aziende agricole che hanno a disposizione strumenti più chiari per la concentrazione della produzione agricola attraverso la rivalutazione dello strumento delle Organizzazioni dei Produttori. È l’aggregazione la via maestra che dobbiamo percorrere nei prossimi anni per recuperare reddito agricolo e valore aggiunto alle nostri produzioni, superando i limiti di una struttura produttiva polverizzata che limita i processi di innovazione delle nostre imprese agricole e agroalimentari. In questo processo la cooperazione soprattutto (ma anche tutti gli altri strumenti di aggregazione) sono indispensabili. Riguardo la parte accoppiata degli aiuti, secondo noi la nuova Pac dovrebbe far tesoro degli errori della vecchia, evitando un modello di aiuto accoppiato troppo complicato da gestire nei controlli e nella documentazione ed usando le risorse in una logica di supportare produzioni strategiche per la qualità dell’agroalimentare. A riguardo della olivicoltura le regole contenute nel testo di base sui pagamenti diretti potrebbero consentire, soltanto se vi saranno ulteriori interenti (come l’accoppiato), di attenuare le carenze relative al reddito degli olivicoltori. Se ben utilizzate, di salvaguardare il patrimonio ambientale e il reddito delle aziende olivicole. Non dobbiamo ripetere gli errori dell’attuale programmazione: frammentazione degli interventi, difficoltà di spesa, scarsa progettualità, complicazione amministrativa, tempi di pagamento eccessivi. Non basta saper spendere per evitare il disimpegno, occorre spendere bene per rispondere alle esigenze del sistema dell’impresa e dei territori. È un fatto molto importante che questa azione politica la svolgiamo come Agrinsieme. Con Agrinsieme noi dimostriamo che vogliamo guardare avanti, superare le logiche della frammentazione, rafforzare il sistema delle imprese agricole ed agroalimentari. Agrinsieme non cancella le storie, le sensibilità, i valori di riferimento delle sue diverse componenti costitutive, ma intende integrarle, valorizzando la loro ricchezza, con senso di responsabilità e con un progetto forte e davvero orientato verso il futuro”.
Attualità
La Xylella è arrivata fin sul Gargano!
Il balzo più a Nord degli ultimi 12 anni. Quarantasette olivi infetti a Cagnano Varano, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano. In provincia di Foggia 34mila aziende olivicole, il 15% del totale in Puglia Cia Puglia: “Fatto gravissimo, serve nuovo piano di contrasto”

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Mai, in questi 12 anni di diffusione della piaga Xylella, il batterio che distrugge gli olivi era arrivato così a nord della Puglia.
Per la prima volta, e in un colpo solo, l’insetto vettore che provoca il disseccamento delle piante ha raggiunto la provincia di Foggia e, per ora, il punto più a nord della regione.
L’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia ha trovato 47 olivi colpiti da Xylella nell’agro di Cagnano Varano, comune garganico, parte integrante del Parco Nazionale del Gargano.
«È un fatto gravissimo e senza precedenti», commenta Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale e presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani, «siamo molto preoccupati. L’arrivo del batterio in questa parte del territorio pugliese, finora totalmente indenne, sembra segnalare un’accelerazione nella diffusione del batterio. Appena qualche giorno fa, avevamo denunciato la situazione sempre più preoccupante della diffusione della Xylella alle porte di Bari, ora ce la ritroviamo in provincia di Foggia. Significa che, nonostante l’efficienza e l’impegno che la Regione Puglia sta dimostrando in questi anni, occorre fare meglio e di più, soprattutto dalle amministrazioni comunali per quanto compete loro, ma innanzitutto occorre che Governo nazionale e Unione Europea tornino a occuparsi della questione con un nuovo piano di contenimento e contrasto per quanto riguarda i territori ancora parzialmente o per nulla intaccati, e di reimpianti e ripristino del potenziale produttivo laddove, come nel Salento, la Xylella ha già distrutto milioni di piante di olivo».
COMMISSARIO STRAORDINARIO
«Quanto sta accadendo», rilanciato Gennaro Sicolo, «conferma una volta di più la necessità che il Governo nomini un Commissario straordinario, che abbia a disposizione le risorse e il potere per mettere in atto celermente una serie di azioni, che vanno dal rafforzamento dei progetti della ricerca scientifica, per trovare una soluzione finalmente definitiva al problema, all’attuazione di nuove e più efficaci misure di intervento, anche con l’impiego delle nuove tecnologie, per l’individuazione precoce dei nuovi focolai e il contenimento degli stessi. Noi lo diciamo da anni, ormai. Serve un Commissario straordinario che porti velocità nelle decisioni, immediatezza negli interventi e maggiori risorse, e che riesca a ottenere anche dall’Unione Europea quelle risorse, quell’attenzione e quella collaborazione necessaria a dare una svolta alla lotta contro la Xylella».
NUMERI E QUALITÀ DELL’OLIVICOLTURA IN CAPITANATA
In provincia di Foggia, sono oltre 34mila le aziende che producono olive da olio.
Rappresentano circa il 15% del totale delle imprese olivicole pugliesi.
Le cultivar prevalenti in Capitanata sono Ogliarola Garganica, Coratina, Peranzana e Ogliarola dei Monti Dauni.
Il settore olivicolo e la produzione di olio extravergine d’oliva sono molto cresciuti nell’area olivicola più a nord della Regione, sia dal punto di vista qualitativo che tecnologico.
I nuovi processi produttivi hanno migliorato sia la qualità del prodotto sia la sua sostenibilità dal punto di vista ambientale ed economico.
Sono numerose le imprese olivicole in cui il ricambio generazionale ha permesso a ragazze e ragazzi di entrare da protagonisti nelle aziende di famiglia, apportando una serie di importanti innovazioni anche nel marketing e nella conquista di nuovi mercati.
Appuntamenti
Presicce – Acquarica: Legalità e sicurezza sui luoghi di lavoro
Confronto tra Rizzo, Bisanti, Vadrucci, Minerva, Blasi, Abaterusso e Moscara. In provincia di Lecce si sono registrati oltre 11mila infortuni sul lavoro nei primi otto mesi dell’anno (5 mortali). Incontro organizzato da Cgil e Confartigianato. Appuntamento domani, alle 18,30, nel Palazzo Ducale di Presicce

A Presicce – Acquarica si parla di “Legalità e sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Appuntamento al Palazzo Ducale di Presicce domani, giovedì 9 ottobre, alle ore 18,30.
Il confronto su un tema sempre attuale è organizzato da Cgil Lecce e Confartigianato Lecce, con il patrocinio del Comune di Presicce-Acquarica e la collaborazione di AccogliSalento.
Nei primi 8 mesi del 2025 (ultima rilevazione ufficiale di Inail) in provincia di Lecce si sono registrati 11.191 incidenti sul lavoro, 5 dei quali purtroppo sono stati mortali
Il bilancio è però parziale ed in continuo aggiornamento.
Solo pochi giorni fa, infatti, si è registrata l’ultima tragedia in provincia di Lecce, con la morte di Antonio Marsano, operaio edile di 58 anni, di Matino, caduto da tre metri per il crollo di un solaio, mentre lavorava a Corsano per la realizzazione di una vasca di raccolta delle acque reflue.
Domani pomeriggio, dopo i saluti del sindaco di Presicce-Acquarica Paolo Rizzo e l’introduzione di Andrea Bisanti, in programma gli interventi di: Salvatore Vadrucci, vicesegretario di Confartigianato Imprese Lecce; Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce; Sergio Blasi, consigliere regionale; Gabriele Abaterusso, presidente dell’Unione dei Comuni del Capo di Leuca.
Le conclusioni saranno affidate a Tommaso Moscara, segretario generale della Cgil Lecce.
Modererà il dibattito il referente della Camera del Lavoro comunale di Presicce-Acquarica, Tommaso Pizzolante.
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Attualità
“Ghiaccio” a Spongano, il nuovo singolo di Riccardo Marti
Su tutte le piattaforme il brano del cantautore salentino che anticipa l’imminente uscita dell’album

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È disponibile su tutte le piattaforme “Ghiaccio” il nuovo singolo del cantautore salentino Riccardo Marti.
Il brano è cantato in featuring con Giancarlo Bonadei.
Sul brano da lui scritto e composto il cantautore di Spongano racconta: «A volte l’amore scalda. A volte congela. Nasce da qui “Ghiaccio”. L’ho scritta pensando a tutte quelle storie che iniziano come un sogno e finiscono lasciandoci addosso silenzi e domande. Non è una dedica è un’emozione che molti conoscono».
Intanto Riccardo Marti ha già annunciato via social l’imminente uscita del nuovo album: «Ho quasi completato il mio nuovo album. Dopo mesi di grande dedizione manca solo l’ultima traccia su otto in totale. Sarà un disco bellissimo».
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