Cronaca
Traghetto in fiamme: 10 morti, crescono i dispersi
Ultimate le operazioni di soccorso in mare, preseguono quelle su terra ferma ai naufraghi appena recuperati, mentre si iniziano a cercare i responsabili della tragedia
Sono ancora ore tragiche quelle che trascorrono, dall’alba di ieri mattina, per equipaggio e passeggeri del Norman Atlantic, il traghetto che ha preso fuoco al largo delle coste di Otranto.
Nella giornata di ieri, si era registrata una vittima accertata, un uomo greco di 62 anni, ma un testimone aveva già sostenuto di aver visto almeno 4 morti. Ed infatti oggi, attorno dopo l’ora di pranzo, il bilancio delle vittime accertate è salito a quota 10.
Teodora Douli, 56enne greca, ha raccontato gli ultimi attimi accanto a suo marito (la prima vittima identificata) prima di perderlo: “Mi diceva ‘moriamo, sto morendo’, ho provato a salvarlo ma non ci sono riuscita”.
Le operazioni di soccorso, come da subito reso noto, hanno incontrato enormi difficoltà a causa delle condizioni atmosferiche e del mare in tempesta. Il trasbordo è stato comunque completato, ma per tanti, quasi tutti coloro che viaggiavano a bordo del Norman, quella di ieri è stata una giornata infernale. E inoltre, non si ha ancora un numero certo di dispersi. Sembrerebbero attualmente essere in 38 i mancanti all’appello.
In attesa di essere tratti in salvo, i passeggeri la notte scorsa si sono raccolti e stretti l’uno accanto all’altro sul ponte della nave, nel tentativo di combattere il freddo. Al gelo si è aggiunto anche il fumo dell’incendio che infatti ha causato numerose intossicazioni.
Oltre 60 naufraghi sono ricoverati negli ospedali del Salento, tra i nosocomi di Lecce, Tricase, Scorrano, Casarano e Galatina. A Brindisi sono giunti invece in tutto 16 feriti, 9 dei quali sono stati dimessi. Due adolescenti greche, trasportate in Italia per ricevere soccorso, sono state temporaneamente affidate a una famiglia brindisina in attesa che siano localizzati i parenti.
Una vera Odissea insomma il viaggio del Norman Atlantic con i camionisti a bordo del traghetto che accusano il sovraccarico della nave, sostenendo che ci fossero vari automezzi che trasportavano carichi di olio.
La Procura di Bari ha aperto un fascicolo per naufragio colposo. Andranno individuati la configurazione definitiva del reato, la competenza territoriale dell’autorità giudiziaria e il conseguente porto dove verrà trainato il traghetto. Ma già da adesso, ciò che alle vittime preme di più, è l’individuazione delle responsabilità di questa tragedia.
Cronaca
La GdF dona duecento capi contraffatti alla Caritas idruntina
Accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza…
I finanzieri i Lecce hanno donato, alla sede magliese della Caritas diocesana Idruntina, oltre 200 capi di abbigliamento e accessori, facenti parte di un sequestro di merce contraffatta ad opera dei militari della Compagnia di Maglie, in occasione dei servizi posti in essere durante le recenti tradizionali fiere di paese.
La competente Autorità Giudiziaria, valutata positiva l’iniziativa avanzata dalla Guardia di Finanza, e accertate le condizioni e la corretta custodia della merce che era destinata alla distruzione, ha autorizzato la devoluzione in beneficenza ai cittadini più bisognosi della comunità.
Al termine delle operazioni di consegna, avvenute presso la sede della Compagnia Guardia di Finanza di Maglie, il Presidente ha espresso parole di vivo apprezzamento e sincera gratitudine verso le Fiamme Gialle per l’importante iniziativa solidale.
L’attività si inserisce in un più ampio clima di solidarietà, esprimendo la forte vocazione sociale delle istituzioni e la volontà di essere vicini, con gesti concreti, ai cittadini più disagiati, anche attraverso il compimento di iniziative che rafforzano la coesione mediante la condivisione dei propri valori fondanti.
Cronaca
Caccia illegale nel parco, segnalazione ai carabinieri forestali
Presenti centinaia di bossoli. A rischio uno scrigno di biodiversità…
“Un tappeto di cartucce da caccia nel cuore del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”. Centinaia di bossoli. Una vergogna inaccettabile, non solo per l’inquinamento provocato ma perché è assolutamente vietato praticare la caccia all’interno di un parco o di un’area protetta”.
È la denuncia che arriva dal Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento, che ha mostrato sui social, tramite un video e delle fotografie, la massiccia presenza di bossoli all’interno del parco protetto, che lascia immaginare l’attività di caccia illegale all’interno dell’area. Non un luogo qualsiasi il litorale di Ugento, un vero e proprio scrigno di biodiversità.
“Il litorale di Ugento costituisce un complesso ecologico di grande interesse faunistico, in particolare come punto di transito e sosta sulle rotte migratorie, sia per quanto riguarda lo svernamento sia per la nidificazione degli uccelli acquatici – prosegue il commento del Coordinamento – pensiamo all’airone bianco maggiore, l’airone rosso, il germano reale, il martin pescatore, il cigno reale, e di notevole importanza conservazionistica la presenza della moretta tabaccata, specie inserita nella lista rossa delle specie in pericolo di estinzione.
Sono solo alcune delle specie presenti, che rendono questo luogo uno scrigno di biodiversità che dovrebbe essere inviolabile. Così, evidentemente, non è. Qui sono presenti uccelli protetti assolutamente non cacciabili e la notevole presenza, all’interno del parco, di cartucce di fucili da caccia evidenzia una condotta assolutamente illegale.
Ricordiamo, inoltre, che la presenza di bacini e aree umide espone a una forte contaminazione da piombo, sostanza altamente tossica, sia le acque e sia la fauna presente, con rischi di carattere ambientale e sanitario. Facciamo un appello alle istituzioni, al presidente del Parco – conclude il Coordinamento nella sua nota – e faremo una segnalazione ai Carabinieri Forestali, affinché aumentino i controlli all’interno di quest’area”.
Cronaca
Beccati con 400 ricci di mare nel cofano. Multati e segnalati
Gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea…
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Gallipoli ha messo a segno un nuovo intervento a tutela dell’ecosistema marino, intercettando un trasportatore abusivo in località Santa Caterina di Nardò.
I finanzieri hanno notato un’autovettura che, con manovre sospette, tentava di allontanarsi rapidamente dalla costa verso l’entroterra. Una volta fermato il veicolo e identificato il conducente, l’ispezione del bagagliaio ha confermato la presenza di circa 400 ricci di mare, in violazione della Legge Regionale che vieta tassativamente il prelievo, la detenzione e la commercializzazione di questa specie.
Il provvedimento mira a favorire il ripopolamento dei fondali, messi a dura prova dal prelievo indiscriminato, e a scongiurare il rischio di estinzione.
Per il responsabile è scattata una sanzione amministrativa di 2.000 euro, oltre alla segnalazione all’Autorità Marittima competente.
Fortunatamente, poiché gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea, garantendo così la sopravvivenza dei ricci
e il mantenimento dell’equilibrio biologico della zona.
Questa operazione rappresenta solo l’ultimo tassello di un più ampio piano di vigilanza attuato dal Servizio Navale della Guardia di Finanza. Dall’inizio dell’anno, i controlli hanno portato alla liberazione di oltre 3.000 ricci di mare, al sequestro di numerose attrezzature da pesca.
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