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Dante è stato ad Otranto?
È un’ipotesi caldeggiata da autorevoli studiosi di caratura internazionale e ripresa dal pittore orginario di San Cassiano, Donato Catamo. La mostra Versicolorati. Dante Pantaleone Virgilio. Storia, storie, leggende a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta terrà nel Castello Aragonese; inaugurazione sabato 11 dicembre
Ad Otranto del Castello Aragonese, la mostra “Versicolorati. Dante Pantaleone Virgilio. Storia, storie, leggende a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta”, curata da Donato Catamo, considerato fra i massimi esperti delle arti figurative contemporanee. La mostra sarà inaugurata sabato 11 dicembre (ore 16) e visitabile fino al 10 gennaio 2022.
Alla presentazione, coordinata da Valeria De Iaco e Giuseppe Massimiliano Monteduro, sarà presente il sindaco Pier Paolo Cariddi e interverranno Hervè Antonio Cavallera, Gianni Pellizzari, Vito Petracca, Gabriele Bernardi, Enzo Lazzari, Donato Maurizio Pedone.
Vito Petracca leggerà alcuni versi della Divina Commedia sulle immagini del pavimento musivo della cattedrale Ss. Annunziata di Otranto, sulle note musicali di Eleanna Greco.
Catamo ha dedicato cinque anni della sua vita in attività di ricerca e di traduzione in forme e colori dei contenuti dei versi della Divina Commedia che si intrecciano mirabilmente con i mosaici pavimentali del Duomo di Otranto, città prossima al suo luogo di origine, ovvero San Cassiano di Lecce, opera del monaco basiliano Fra’ Pantaleone da Otranto. E ha messo a confronto le due opere magne in cui riscontra più che analogie o similitudini, vere e proprie corrispondenze.
Tant’è che alcuni versi del padre della lingua italiana sembrano scritti proprio sulle immagini del pavimento della Cattedrale dell’Annunziata di Otranto. Dante è stato a Otranto? È un’ipotesi caldeggiata da autorevoli studiosi di caratura internazionale e ripresa dal pittore, che la fa propria e la rilancia con convinzione. Tutte le 85 opere in esposizione sono dominate dall’essenzialità dell’idea di base, grazie anche alla tecnica che l’artista predilige, ovvero il pastello ad olio.
Colori puri di partenza, ma che permettono grande libertà di lavorazione, cioè per sovrapposizione, successive fumature, possibilità di tirare il colore con le dita per fonderli, per produrre effetti di profondità e densità.
Sembra un’esecuzione abbastanza semplice, ma l’effetto è misterioso, pieno di fantasia cromatica, di fascino e di stupore che avvicinano alla sua natura di sognatore. Ecco, allora, Dante. Un rapporto di diretta inter-comunicazione fra il mondo iperuranio delle idee e quello onirico della Divina Commedia, ma mediato anche dalle suggestioni del mosaico della cattedrale idruntina.
«Siamo lieti di ospitare una mostra del maestro Donato Catamo, nostro conterraneo, artista stimato e conosciuto in tutto il territorio nazionale e non solo», sottolinea il sindaco Cariddi, “un’occasione per rinnovare e rinforzare ulteriormente lo stretto rapporto con la sua terra natia. Le sue opere riflettono il legame con Dante e le figure del mosaico della nostra Cattedrale che unisce antico e contemporaneo e che diventa percorso da seguire anche in futuro. Sono sicuro che saranno apprezzate dai visitatori del nostro Castello che rappresenta ormai il contenitore culturale principale della Città e che», conclude Cariddi, «negli anni ha ospitato prestigiose mostre ed eventi che hanno riscosso un notevole successo».
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Archivi della Memoria orale: tra tracce e narrazioni
Nel pomeriggio al Centro di Documentazione delle Musiche Popolari di Palazzo Marchesale a Melpignano, un convegno che invita a scoprire il valore profondo degli archivi e il loro ruolo nel custodire l’identità di un territorio
Un viaggio nel cuore pulsante della memoria del Mezzogiorno, tra storie, voci e visioni che continuano a trasformare il presente.
Questo pomeriggio, alle ore 17,30, il Palazzo Marchesale di Melpignano, che ospita il Centro di Documentazione delle Musiche Popolari, apre le sue porte a “Archivi della Memoria orale: tracce e narrazioni”, un convegno che invita a scoprire il valore profondo degli archivi e il loro ruolo nel custodire l’identità di un territorio.
Un’occasione unica per esplorare il prezioso Fondo Luigi Chiriatti e confrontarsi sulle sfide – umane, culturali e tecnologiche – che accompagnano la gestione degli archivi orali.
Dopo i saluti della sindaca Valentina Avantaggiato interverranno voci autorevoli del panorama archivistico e culturale nazionale.
Donato Pasculli, Direttore dell’Archivio di Stato di Lecce, offrirà una riflessione sul ruolo dell’archivistica pubblica nella tutela della memoria collettiva. Manuela Iannetti, direttrice di Archivissima, il più importante festival italiano dedicato agli archivi, porterà l’esperienza del racconto culturale attraverso nuovi linguaggi.
Giovanni Chiriatti, editore e anima di Kurumuny Edizioni, racconterà la visione che ha guidato la costruzione del Fondo Chiriatti.
Massimiliano Morabito, etnomusicologo e musicista, condividerà esperienze sul campo e prospettive di ricerca dopo aver dedicato un volume alla figura di Alan Lomax.
Chiara Marola, giornalista, musicista e direttrice del festival Scalero, offrirà uno sguardo interdisciplinare sul rapporto tra voce, territorio e contemporaneità.
A moderare, la giornalista Giorgia Salicandro, da anni impegnata nella divulgazione culturale nel Salento.
Il convegno rappresenta il secondo appuntamento del programma di attività nato attorno al Centro di Documentazione Musiche Popolari, inaugurato il 22 ottobre: un progetto visionario con cui Melpignano dà voce ai patrimoni materiali e immateriali del territorio. Grazie ai fondi PNRR (M1C3 – Investimento 2.1, Attrattività dei Borghi – Linea B), l’Amministrazione ha potuto acquisire e rendere pubblico l’immenso Archivio di Luigi Chiriatti, frutto di oltre cinquant’anni di ricerca e oggi consultabile sul portale centrodocumentazionemelpignano.it.
Più di 4 terabyte di registrazioni, fotografie, interviste e documenti etnografici, organizzati in otto grandi aree tematiche grazie al lavoro specialistico di Emanuela Candido (Imago Cooperativa Sociale di Lecce) e catalogati sulla piattaforma Archiui.
Ma il Centro è molto più di un archivio: è un luogo che si attraversa, uno spazio che vibra. Due installazioni immersive, nate da un progetto sostenuto dalla Regione Puglia e firmate dall’artista internazionale Massimiliano Siccardi e dall’architetta salentina Raffaela Zizzari, trasformano documenti e luoghi storici in esperienze emozionanti.
Una è dedicata all’Archivio Chiriatti; l’altra, site-specific, restituisce voce alle scritte dei detenuti delle antiche prigioni di Melpignano, trasformando un luogo di dolore in un potente esercizio di memoria condivisa. Il Centro diventa così una soglia: un ponte tra passato e futuro, un laboratorio in cui comunità, culture e narrazioni continuano a rigenerarsi.
Come ricorda la sindaca Avantaggiato: «Un archivio non è solo conservazione, è un corpo vivo che costruisce futuro». Melpignano dà a studiosi, appassionati e viaggiatori curiosi l’opportunità di ascoltare la voce dei suoi archivi.
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Fam(m)i d’Amore
Due facce della stessa medaglia: anoressia e bulimia. Da un’idea di Vincenza De Rinaldis, “Borgo in Scena” presenta la prima assoluta. Domani, dalle 19, all’auditorium del Museo Castromediano di Lecce
Due giovani donne, si incontrano in uno spazio sospeso tra realtà e memoria.
Ognuna racconta la propria storia, il proprio rapporto con il cibo e con lo specchio, la propria “fame” d’amore e di riconoscimento.
Una cerca il controllo negando il cibo, l’altra tenta di riempire un vuoto interiore attraverso di esso: due facce della stessa medaglia — anoressia e bulimia.
Attraverso parole, gesti e immagini evocative, le due protagoniste danno voce a un disagio profondo ma anche alla possibilità di cambiamento.
Nel dialogo emergono la fragilità dell’adolescenza, la ricerca d’identità, il bisogno di ascolto e la speranza che nasce quando si impara a guardarsi con occhi nuovi.
Lo spettacolo, a cura della compagnia Finibus Terrae Teatro, in programma domani, venerdì 12 dicembre (sipario alle 19) presso l’auditorium del Museo Castromediano di Lecce, non si limita a raccontare il dolore, ma apre alla consapevolezza e alla rinascita: l’amore più importante, quello che salva, è l’amore per sé stessi.
Drammaturgia di Francesca Danese; in scena Vincenza De Rinaldis e Francesca Danese; regia di Fabio Rubino.
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Racale accende l’Albero della Sicurezza
Dall’inizio del 2025, ogni 6 ore muore un lavoratore. Sabato 13 dicembre l’inaugurazione dell’installazione artistica con caschi da cantiere per sensibilizzare bambini, ragazzi e adulti sulla tematica degli infortuni sul lavoro
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Un messaggio di speranza e un monito potente contro la piaga degli infortuni e delle morti sul lavoro.
Sabato 13 dicembre, in piazza San Sebastiano, a Racale, l’inaugurazione dell’Albero della Sicurezza, un’installazione artistica unica nel suo genere per fare memoria delle vittime del lavoro e per mantenere i riflettori puntati sull’orrendo dramma.
Lo dimostrano i dati: dall’inizio del 2025, ogni 6 ore (e qualche minuto) muore un lavoratore.
Da gennaio a settembre le morti sul lavoro in Italia sono state 784, con 575 in occasione di lavoro e 209 in itinere.
L’opera è stata ideata e realizzata dal Maestro Francesco Sbolzani, il quale ha utilizzato decine di caschi da cantiere per comporre un albero che, pur celebrando le festività, alza il velo su un tema di stretta attualità e di cruciale importanza sociale: la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’evento, patrocinato dal Comune di Racale è promosso e organizzato congiuntamente dalle Associazioni di Azione Cattolica delle Parrocchie di Racale e dal MLAC (Movimento Lavoratori di Azione Cattolica) della Diocesi di Nardò-Gallipoli, in una significativa sinergia con l’associazione ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) di Lecce.
L’installazione artistica intende stimolare una riflessione profonda sul valore della vita e sul diritto inalienabile di ogni lavoratore a svolgere le proprie mansioni in un ambiente sicuro e protetto.
L’inaugurazione si terrà, dunque, in piazza San Sebastiano, presso gli spazi esterni della Parrocchia di S. Giorgio Martire, a partire dalle ore 19,30, e sarà preceduta da un breve momento di confronto e di riflessione sul tema della sicurezza.
Interverranno Rino Stefani, esperto di medicina del Lavoro e Alberto Stefani, specializzato in Sicurezza sul Lavoro, condividendo alcune esperienze e prospettive.
Inoltre, in preparazione all’evento e per approfondire la discussione, è stato diffuso online un breve questionario anonimo i cui risultati saranno spunto di analisi durante la serata.
L’invito a partecipare da parte degli organizzatori è particolarmente rivolto ai lavoratori, alle aziende e alle istituzioni del territorio
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