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Attualità

“No alla sterilizzazione dei cani!”

“La loro fertilità è tutto!”. Dal gruppo facebook “Animalisti contro la sterilizzazione” per la Naturalizzazione d’Italia

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Il Gruppo spontaneo riunitosi su Facebook “in difesa degli ecosistemi contro in primis l’emergenza oggi rappresentata dal fenomeno  della “sterilizzazione seriale falso-animalista” di cani e gatti, e non solo, che sta dilagando in Italia negli ultimi mesi senza alcun freno e limite, e ciò preoccupantemente per la salvezza di queste due importantissime e antiche specie nella nostra terra, amiche da sempre dell’uomo“, interviene per “stigmatizzare quanto si sta muovendo in Italia in questi giorni” intorno al caso mediatico divampato sullo spiacevole accaduto di Sciacca, dove diversi cani che vivevano in stato di semilibertà sono stati avvelenati dall’ingestione di sostanze tossiche.


Riportiamo di seguito la loro posizione.


Quando cade o viene tagliato irresponsabilmente un albero, la prima cosa che ogni vero ecologista fa è recuperare un suo seme per far nascere una piantina e ripiantare lì poi un albero della medesima specie o più di uno.


Così ovviamente deve essere anche nel caso della tutela degli animali, ma stiamo osservando invece un proliferare di deplorevoli comunicati stampa, che da diverse parti giungono in questo momento al mondo dell’informazione in Italia, all’interno dei quali vediamo strumentalizzato il caso Sciacca per chiedere praticamente l’esecrabile olocausto degli ultimi cani semi selvatici rimasti nel sud Italia anziché chiedere esattamente il contrario, come ad esempio più gioiose cucciolate; un olocausto senza mezzi termini o scusanti possibili che la matematica e la biologia ci dicono coincidere con la sterilizzazione seriale di tutti gli individui di una specie quale in questo caso quella dei principali amici animali dell’uomo ovvero i Cani! Con perdita dei loro patrimoni genetici che son crogiuolo per nuove razze e biblioteche viventi per il recupero della antiche razze canine!


Chiediamo pertanto a tutti gli enti pubblici e privati, a tutti i cittadini, a tutte le persone amanti davvero della Natura, di prendere le distanze da questi subdoli tentativi di spingere nel verso della soluzione finale della sterilizzazione seriale” peraltro legata ad una iper-speculazione tutta da porta alla luce con l’occasione ed affermare invece l’importanza della tutela della fertilità dei Cani, (parte irrinunciabile per una loro piena salute come la buona veterinaria deve insegnare, la buona!), dei Cani del Sud Italia, di cui essi son patrimonio di cultura e natura, bene dell’umanità, presenza ambientale nel paesaggio di primo ordine, tanto quanto quella degli alberi o degli animali selvatici o degli altri animali domestici, risorse di biodiversità, bellezza e anche economia ecosostenibile della nostra terra, l’Italia storica, quella del Meridione!


I cittadini del Sud Italia devono essere fieri e orgogliosi di essere oggi Arca di Noè per Cani e Gatti rispetto a quanto di gravissimo sta accadendo a loro danno nel fenomeno della sterilizzazione seriale falso-animalista nella civiltà occidentale e che da qui sta contaminando anche altre civiltà umane oggi (nel verso di una inciviltà pertanto anti-naturalistica!); un attacco tanto dei cani e gatti semi-selvatici quanto di quelli di proprietà, attraverso campagne vergognose di propaganda pro sterilizzazione e tentativi viscidi di coercizione anche legislativa nel verso sempre della loro sterilizzazione chirurgica o chimica che sia. Difendere i Cani e Gatti del sud Italia è oggi anche una riaffermazione di identità, contro forze di bassa lega che cercan addirittura di gettar fango sulle genti del sud, pensate che aberrazione, perché a sud, culla di filosofia e civiltà, le cucciolate di Cani e Gatti son vissute come una festa e auspicate nelle famiglie come giusto che sia ora e sempre!


Ogni difesa della Vita non può prescindere dalla difesa della fertilità delle specie, ciò è lapallissiano!


I Cani semi selvatici che vivono nelle nostre campagne e intorno ai nostri centri urbani, quando non mordaci, sono una risorsa importantissima, una sorta di serbatorio dalla quale vengono anche i Cani adottati dalle famiglie e al quale serbatoio nuovi Cani, a volte anche nati nelle famiglie e scappati, possono contribuire, non pertanto qualcosa assolutamente da demonizzare a priori.  


Chi vuole aiutare i Cani semi-domestici, che da taluni con fare dispregiativo, oggi da stigmatizzare, vengon bollati “randagi”, si impegni per la loro adozione, e ovviamente non previa sterilizzazione né con il meschino obbligo di sterilizzazione di cui si sente spesso, per non dire sempre, parlare.


Pertanto invitiamo tutti ad una forma di urgente non più procrastinabile disobbedienza civile consistente nel non adottare mai più Cani sterilizzati o con vincolo di sterilizzazione, contro la moda perversa, che si fonda anche su un ricatto sentimentale sulle brave persone, della sterilizzazione coatta che è qualcosa che lascia immaginare un processo speculativo di controllo commerciale monopolista non dissimile da quello delle multinazionali, che dopo aver tentato di requisire e vietare i segni tradizionali, trasmessi tra le genti come loro diritto di libertà naturalistica pluri-millenaria, impone sul mercato piante ibride brevettate e sterili in maniera tale che il contadino le debba ricomprare sempre dalla medesima multinazionale; multinazionali quelle che son anche le medesime multinazionali dei pesticidi, e quanto sta avvenendo con la sterilizzazione seriale di Cani e Gatti ha tutte le sembianze di un pesticidio esteso con altre scuse contro mammiferi domestici che erano e devono tornare ad esse i principali amici dell’uomo.


Auspichiamo una inchiesta parlamentare urgente nella futura legislazione italiana volta ad indagare su questo aberrante fenomeno e al fine di debellarlo in tempo; tutti siamo impegnati nel ricordo degli errori della Seconda Guerra Mondiale, perché non siano ripetuti, e non possiamo nel frattempo permettere che qualcosa di simile o addirittura di peggio accada come sta accadendo nei confronti dei nostri maggiori amici animali a cui abbiamo il dovere, come stiamo qui facendo, di dar voce in tempo, prima che sia troppo tardi e il danno materiale e culturale arrecato loro e a noi tutti rischi di divenire irreversibile.


Vogliamo stigmatizzare anche quanto sta accadendo a danno dei Gatti, la cui specie (Felis silvestris) è attestata in Italia, (vedi studi paleontologici per il Salento solo ad esempio), sin dal Pleistocene, intorno ai quali si è costituito in questi anni il fenomeno assurdo da aborrire con forza della loro reclusione nei lager “gattili” detti, che scimmiottano i canili, quando invece la presenza di sani Gatti integri allo stato libero è fondamentale per il contenimento del numero dei Ratti e dei Topi, anche essi importanti nell’ecosistema, ma il cui eccesso, quando mancano i loro predatori Gatti, porta poi all’uso di veleni rodenticidi da parte di privati e comuni, bocconi avvelenati che sono una delle principali cause di avvelenamento oggi proprio poi dei Cani e dei Gatti con l’assurdità del circolo vizioso verso la sterilizzazione degli ultimi Cani e degli ultimi Gatti rimasti in libertà che qui stiamo stigmatizzando con forza. La sterilizzazione coatta seriale, cioè l’estinzione de facto, presentata come la iper-folle panacea di tutti i mali del vivere! Difficile anche solo immaginare un pensiero più patologico, più malefico!


Ben è noto come la pratica della sterilizzazione deriva dal mondo zootecnico dove era tradizionalmente praticata per fare ingrassare animali destinati al macello, e non è un caso che Cani e Gatti sterilizzati, (che vengono ovviamente resi handicappati in tal modo, e per i quali quando la sterilizzazione è chirurgica la si può considerare una vera e propria vivisezione mutilante delle gonadi), tendono sovente ad ingrassare parecchio dopo l’intervento, e anche dal trauma subito e dagli scompensi ormonali conseguenti a quell’amputazione eunuchizzante ne hanno complicanze comportamentali oltre che somatiche. Esseri così ignobilmente devivificati! Pupazzizzati!

E l’intera pratica della sterilizzazione seriale verso qualsiasi specie che deve considerarsi una forma di biocidio e pesticidio quale è, e che va assolutamente aborrita; nessuna scusa può legittimare tanto orrore speculativo lontano da qualsiasi ecosostenibilità; un’offesa alla natura e alla vita e che intralcia quelli che sono i metodi di equilibrio propri della Natura, da sempre ricercare e favorire. Vivere è opportunità, e non lo si deve negare a priori a nessuno con la scusa di evitare i potenziali rischi! Sragionare in tal modo vorrebbe dire agire da  “volontari dell’Apocalisse”, non certo da naturalisti!


Devono essere tagliati i fondi pubblici e privati a tutti gli operatori di sterilizzazione!


“Oggi stiamo riscontrando persino la seguente aberrazione: associazioni che laddove si registrano dei soprannumeri di selvaggina, anziché richiedere il virtuoso spostamento dei capi in sovrannumero altrove a ripopolare regioni dove troppa antropizzazione e pressione venatoria han ridotto o estinto quelle presenza, (vedi il caso di Cervi, Daini, Caprioli, Cinghiali, un tempo non lontano ben presenti in Salento ad esempio, e già presenti in Salento anche nel Pleistocene come ben attesta la paleontologia), insieme a politiche di rimboschimento, chiedono invece la loro sterilizzazione, che è una condanna alla malattia praticamente ed un’esecrabile speculazione a favore nei fatti, a parità di domanda di mercato, degli allevamenti intensivi persino, contro ciò che invece la terra italiana produce e può produrre spontaneamente anche in termini di mammiferi selvatici!


Associazioni falso-animaliste e falso-ecologiste pertanto de facto ad una analisi più seria e a 360°, come necessario quando si tratta di ecologia!


Stop a questa speculativa e psicopatologica macelleria gonadica anti-naturalistica cui stiamo assistendo con la complicità della mala politica in Italia!


I canili devono essere solo canili-bioparco con ampi spazi verdi, no ai canili lager di cemento e gabbiette; e prioritario il loro uso per la rieducazione di Cani mordaci. Il Cane deve tornare ad essere inserito nel ciclo delle risorse domestiche e del borgo come consumatore degli scarti alimentari per una riduzione dei rifiuti organici complessivi come era in passato. No all’attuale snaturazione in corso del Cane favorita da mode speculative, iconoclaste acriticamente o per interesse di ogni aspetto positivo sano e saggio del “mondo antico”. Un’iconoclastia luddista degenerata che mina l’intero antico ecosostenibile rapporto uomo-animale, nel verso de facto dell’estinzione anche di tante razze domestiche.


Da scoraggiare poi situazioni nelle quali dei soggetti creano delle colonie feline portando sempre cibo in un punto, raggruppando così i felini, viziandoli, al fine di giustificare poi la loro sterilizzazione!


E i quadri normativi odierni, laddove insufficienti o nefasti, vanno modificati in tali versi virtuosi!


Nella difesa della biodiversità non si possono fare sconti ed essa oggi più che mai in Italia deve essere difesa in toto, in tutto ciò che il territorio già ha in termini di specie selvatiche e di specie domestiche e nel caso delle specie selvatiche tanto delle specie autoctone tanto di quelle esotiche naturalizzatesi, che son anch’esse una testimonianza degli adattamenti della natura, e contro le quali ignobilmente anche si sta muovendo in Italia un’aberrante fenomeno di falsa-ecologia definibile come di “razzismo verde” che vede il tentativo a livello europeo e oggi governativo di tentare lo sterminio di circa 3000 specie che con grande irresponsabilità vengono bollate come specie aliene da eliminare, e demonizzate con ogni scusa ed il suo contrario, esattamente come sta accadendo contro i nostri Cani e i nostri Gatti; a rischio così Ibis sacri e Parrocchetti dal collare (già raffigurati in Italia nell’ arte romana), il Pesce siluro che è persino europeo, Anatre mandarine, Cigni neri, Cani procioni, Orsetti lavatori, ecc. ecc., per una mattanza speculativa senza pari, e anche per i quali associazioni falso-animaliste falso-ecologiste propongono la solita mattanza della sterilizzazione e delle reclusione, anziché il necessario cambio di paradigma a favore di una accettazione di quella che è comunque una presenza oggi voluta dalla Natura e da studiare con curiosità scientifica vera e aperta e non con spirito repressivo miope ecoterroristico, da “killer dei fichi d’India”, insieme a tante altre piante bollate come specie fuori luogo in Europa e a rischio di eradicazione come gli Alberi del paradiso (Ailanti, nome scientifico Ailanthus altissima), Agavi, Giacinto d’acqua, Loto sacro d’acqua asiatico (Nelumbo nucifera), ecc., per poi scoprire che già tante delle specie nella lista degli ecocidi speculativi son state paleointrodotte o che eran già qui in Europa nei loro generi nelle epoche geologiche passate (vedi solo ad esempio Ailanthus e Nelumbo)! Siamo di fronte ad una falsa-ecologia pseudo-scientifica dunque desertificatrice da stigmatizzare, fermare e allontanare da tutte le istituzioni, che produce caterve di studi dalle conclusioni spazzatura solo per legittimarsi questi rastrellamenti disdicevoli, dove anche la stessa biologia, e la grande teoria evoluzionistica vengono calpestate impudicamente!


Invitiamo tutti ad aderire anche al nostro gruppo spontaneo in questo momento così difficile per la vita animale, e non solo, in Italia, e non certo a causa di fenomeni naturali o di repentini stravolgimenti climatici come si cerca di dirottare l’attenzione, ma proprio a causa dell’uomo e oggi tanto più paradossalmente delle speculazioni che si stanno muovendo sotto la menzogna della Falsa-Ecologia (vedi la maxi frode della strumentalizzata Xylella fastidiosa o delle mega pale eoliche industriali falso-green in Puglia solo ad esempio), con persino oggi la correlata minaccia dei nostri boschi visti da speculatori falso-green collusi con la peggiore mala-politica soltanto come risorse da predare!


Un processo degenerativo questo assolutamente da fermare e invertire nel verso della naturalizzazione, con politiche statali di reintroduzione delle specie scomparse a causa dell’uomo, non invece la desertificazione con biocidi di ciò che c’è già, (come vorrebbero invece certi odierni “professionisti del biocidio falso-ecologista”), e che costituisce comunque una ricchezza di cultura, ambiente, suggestioni naturalistiche ed economia, nel verso del rimboschimento, del restauro dei paesaggi storico-naturali del Belpaese nel buon principio del “come era e dove era” con la ricerca sempre in ogni scorcio del pittoresco, favorendo una agricoltura e un allevamento nelle filosofia di un vero biologico, e dove l’uomo si inserisce con equilibrio nella Natura per uno sfruttamento responsabile delle risorse senza mai estinguerle, (ma al contrario!), come invece stava accadendo con la follia della sterilizzazione seriale dei gani e dei gatti e non solo!”.


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Centrosinistra tricasino spaccato: la posizione di “Tricase, che fare?”

La presidente Sonia Sabato: “Avevamo fermamente ribadito la necessità delle primarie. Avevamo chiesto più ampia e democratica partecipazione”

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Era primavera, lo scorso mese di aprile, quando il centrosinistra di Tricase si annunciava definitivamente riunito con queste parole: “Insieme per un percorso collettivo. Pronti a raccogliere la sfida del futuro”.

Firmatari di questo patto d’unità erano il PD cittadino, Cantiere Civico, Alleanza Verdi-Sinistra Tricase e Tricase, che fare?.

Otto mesi dopo, il fronte non è più lo stesso. Manca all’appello “Tricase, che fare?”, gruppo politico presieduto da Sonia Sabato e rappresentato in consiglio comunale da Giovanni Carità, Armando Ciardo ed Antonio Luigi Baglivo.

Proprio queste quattro firme oggi diffondono un comunicato per chiarire la loro posizione all’interno del valzer di centrosinistra. Lo fanno nel weekend caldo del PD che, dopo l’annuncio da parte del circolo cittadino della candidatura di Vincenzo Chiuri a sindaco per le prossime amministrative, ha registrato le dimissioni dal partito del consigliere comunale Minonne e le critiche dapprima del consigliere regionale Stefano Minerva (cui poi lo stesso Partito Democratico ha risposto) e poi di un altro potenziale candidato: Andrea Morciano.

Ecco quindi la nota a firma della presidente Sonia Sabato. Un intervento col quale “Tricase, che fare?” prende la parola proprio per far chiarezza su questo percorso di riunificazione del centrosinstra tricasino azzoppato, ed oggi finito sotto i riflettori.

La nota

Sollecitati ad intervenire sulle ultime vicende politiche che interessano la nostra città, crediamo necessario solo chiarire che per il nostro modo di intendere e praticare la politica, non riteniamo opportuno e, soprattutto, corretto entrare nel merito delle personali e libere scelte di alcune componenti del centrosinistra cittadino. Chi ha deciso di percorrere una strada lo ha fatto liberamente, come altrettanto liberamente noi abbiamo scelto di non condividerla. 

La nostra storia è sotto gli occhi di tutti, eletti per stare all’opposizione lì siamo rimasti, con coerenza e trasparenza, da sempre distanti da vincoli clientelari, ingerenze esterne e trasformismi vari.

Che sarebbe stato necessario passare dallo strumento delle primarie è stato dal nostro gruppo fermamente e costantemente ribadito. Come da sempre abbiamo chiesto di lavorare ad una più ampia e democratica partecipazione. 

Ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci rattrista, apprendere dalla stampa che anche altri, solo oggi, siano del nostro stesso parere. Preso atto di questo, ribadiamo per la premessa fatta, che noi mai entreremo nelle vicende interne di altri partiti o rappresentanze. Chi compie una scelta è libero di farla e di portarla avanti in piena coscienza, ma anche nella piena assunzione di responsabilità.

Auspichiamo, per quello che può servire, che nell’agire di tutte le parti politiche ci sia sempre l’obbiettivo finale di un impegno sano, lungimirante e coraggioso per il futuro della nostra città e del nostro territorio.

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Elezioni a Tricase, Andrea Morciano: “Perché non fare le Primarie”?

“Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo”

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Continua il dibattito (ottimismo) intorno alla candidatura del centro sinistra o parte di esso.

Così, dopo l’ufficialità da parte del circolo cittadino del Partito Democratico, sinistra italiana e Cantiere civico della candidatura di Vincenzo Chiuri vengono fuori tutti i contrasti interni e i diversi malumori evidentemente covati e mai risolti.

Sulla vicenda ora interviene anche colui che da tempo era indicato come candidato “in pectore“: Andrea Morciano.

Di seguito il suo intervento sull’intera.

“Leggere un comunicato attraverso il quale una parte della coalizione di centrosinistra di Tricase – orfana, ad oggi, del sostegno dell’Associazione Tricase, che fare? (che conta il Gruppo consiliare più numeroso in Consiglio comunale con Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo, NdR) – ufficializza la candidatura a sindaco del dott. Vincenzo Chiuri, vantando un percorso partecipato di confronto e di valutazione di un progetto politico condiviso, lascia estremamente titubanti, non di certo per valutazioni legate alla figura del candidato, ma per le modalità con cui è stata effettuata e comunicata la scelta.

Sostenere che ci siano stati tavoli di confronto tra tutte le forze e associazioni di centrosinistra non corrisponde al vero, dal momento che numerosi cittadini appartenenti alle stesse aree politiche non sono stati mai invitati al dibattito sulla valutazione di un ipotetico candidato sindaco né tantomeno sono stati coinvolti in questioni più ampie su programmi elettorali e nuovi visioni sul futuro della città.

E questo posso sostenerlo a ragion veduta dal momento che, avendo negli scorsi mesi dichiarato in maniera trasparente la mia disponibilità a guidare un progetto politico alternativo all’amministrazione uscente, gli amici e i concittadini che si stanno impegnando insieme a me nella costruzione dal basso di un nuovo progetto politico, si muovono esattamente nella stessa zona politica rivendicata dalle forze sostenitrici del dott. Chiuri, essendo alcuni tesserati PD, altri provenienti dalle associazioni di centrosinistra tra cui lo stesso Cantiere Civico.

È evidente che il comunicato escluda a priori il loro parere visto che la proposta, oltre che giungere dai pochi rappresentanti delle parti, non è stata nemmeno condivisa.

A sostegno di ciò anche il comunicato del consigliere in quota PD Francesco Minonne.

È evidente che il Centro Sinistra unito di cui si parla è, oggi, pura utopia.

Sono state effettuate scelte azzardate, partite da prese di posizione personali in direzione contraria più che verso un obiettivo di bene comune, e questo potrebbe portare ad ulteriori frammentazioni, rovinando ancor di più la situazione già abbondantemente minata del nostro paese.

Non sarebbe allora stato meglio giungere ad una selezione del candidato usando uno strumento più democratico come le primarie, mettendo davvero in gioco tutte le forze afferenti all’area politica in questione?

Noi abbiamo sempre sostenuto di poter partecipare senza remore alle primarie aperte, e ancora oggi siamo disponibili a farlo.

A nome del folto gruppo di concittadini con cui stiamo condividendo da tempo una forte volontà di lavorare per un concreto cambiamento ribadisco che la Città di Tricase merita un vero percorso partecipato ed allargato ad un sempre maggiore numero di interlocutori, liberi nelle scelte e inclini al confronto, avendo come obiettivo comune un’idea di una Tricase rinnovata e non di una semplicistica costruzione tenuta in piedi dalla volontà di pochi e travestita da una finta aura di democrazia.

Rimbocchiamoci le maniche e raccogliamo le idee, a breve le comunicazioni sui prossimi incontri a cui chiederemo massima partecipazione”.

Andrea Morciano

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Elezioni a Tricase, il PD insiste: “Strada tracciata”

I Dem tricasini: “In completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”

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Difficile districarsi tra correnti interne, ingerenze “esterne“ e polemiche al contorno.

Fatto sta che arriva la nuova presa di posizione da parte del Circolo cittadino del Partito democratico. E questo avviene dopo l’annuncio del candidato sindaco Vincenzo Chiuri e le conseguenti dimissioni dal PD del consigliere comunale Francesco Minonne e la “bacchettata” ai dem tricasini da parte dell’ex presidente della provincia e ora consigliere regionale del PD Stefano Minerva.

“Prendiamo atto delle due note inviate alla stampa, a distanza di poche ore l’una dall’altra, da parte del consigliere comunale Francesco Minonne e da parte del consigliere regionale Stefano Minerva”, la premessa dal Circolo cittadino dei Democratici, “Desta molto stupore la nota di Minonne, il quale, sin dalla passata primavera, in diverse circostanze, aveva già avuto modo di chiarire la propria posizione a tutti gli iscritti del partito, dichiarando una certa vicinanza ad un probabile candidato, verso il quale lo lega un forte legame di amicizia, autoescludendosi da qualsiasi percorso politico intrapreso da parte del PD cittadino unitamente alle altre componenti tricasine del centro sinistra.

Pertanto, riteniamo del tutto incomprensibile e strumentale aver presentato una nota stampa, immediatamente dopo la pubblicazione del nostro comunicato. Il consigliere” prosegue la nota, “sottolinea una mancata condivisione, dal momento che la sua posizione era ormai nota a tutti gli iscritti del partito e “praticata” alla luce del sole.

Per questa nuova esperienza politica, non ci resta che augurare al Consigliere Minonne di trovare il tempo, che finora non ha avuto e che ha penalizzato il partito in seno all’assise consiliare, per espletare al meglio le funzioni”.

Poi i Dem passano alla nota del consigliere Minerva: “Ribadiamo quanto già detto nel comunicato stampa: da due anni a questa parte abbiamo portato avanti un processo di confronto approfondito, che ha permesso di giungere ad una sintesi ampia e credibile – prima nel Partito Democratico e poi con gli alleati di Coalizione – attorno a un progetto politico condiviso con lealtà e senso di responsabilità, non solo in grado di superare le divisioni del passato, ma anche di offrire una visione chiara ed unitaria per il futuro della nostra Città”.

@Se il consigliere Minerva avesse letto la nota stampa nella sua interezza” aggiungono, “non gli sarebbe sfuggito l’appello alla coesione e all’unità del centrosinistra tricasino, lontano dalle frammentazioni e personalismi del passato e, soprattutto, tenendo a bada le incursioni di chi, come già accaduto, vuol “dirigere” la comunità democratica di un paese che non gli appartiene”.

“Apprezziamo il suo invito a tenere sempre aperta la porta del campo progressista”, si legge ancora, “ma riteniamo riduttivo il richiamo a documenti di coalizione dello scorso aprile, perché a distanza di sei mesi, la vita politica di Tricase è naturalmente proseguita in completa autonomia, come in completa autonomia e condivisione è stato elaborato il documento contenente le caratteristiche del candidato sindaco, e senza che vi fosse necessità di ricorrere alla convocazione di tavoli provinciali”.

“A Tricase c’è un partito vivo, partecipato e coeso”, insistono dal circolo tricasino, “così come viva e partecipata è la coalizione che si è formata e che continua a riscontrare l’adesione di persone, movimenti e associazioni interessate al progetto. La strada è tracciata, e di questo ne siamo davvero orgogliosi”, concludono i Dem tricasini, “vi aspettiamo giovedì 11 dicembre alle ore 19, presso le Scuderie di Palazzo Gallone”.

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