Connect with us

Approfondimenti

Salento oggi, il dibattito continua

Gli interventi di: Gaia Barletta, leccese, attivista queer e operaia culturale (presidente di 73100 Gaya, organizzazione che si occupa di diversity, equity ed inclusion); Mariella Piscopo di Taurisano, giornalista di viaggi, firma di reportage e guide, esperta di comunicazione food & travel; Paolo Insalata di Felloniche (Castrignano del Capo), presidente dell’associazione Lampus e organizzatore di concerti jazz; Mario Carparelli di Ugento, Docente di Storia della filosofia moderna dell’Università del Salento

Pubblicato

il

GAIA BARLETTA


Di Lecce. Attivista queer e operaia culturale. Presidente di 73100 Gaya, organizzazione che si occupa di diversity, equity ed inclusion


«Cambiamo prospettiva, diamoci identità mediterranea»


Gaia Barletta (foto © Alessia Rollo)


«Sono una di quelle salentine che ha deciso di restare e di provare a contribuire al cambiamento: sono attivista per i diritti delle persone lgbtqia+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans*, queer, intersex, asessuali +) e quest’attitudine nel tempo sta diventando il mio lavoro – intendo l’attivismo, non l’essere persona queer, quello fa parte della mia natura, così come l’essere salentina.


Essere salentina per me oggi significa rendermi conto di poter cambiare la prospettiva sulle cose, allargare l’orizzonte, connettermi con un’identità più ampia che è quella mediterranea. Non so ancora esattamente cosa significhi perché ha a che fare con la storia, anzi con tante storie, che sono quelle di tutte le persone e le popolazioni che nel tempo hanno attraversato -nel bene e nel male- il territorio nel quale siamo noi oggi e che hanno contribuito a formare la nostra identità, quella che rivendichiamo con orgoglio.


Quello che so è che ha a che fare con accoglienza, diversità, rispetto, che sono i valori fondamentali che mi muovono e che provo a diffondere nella mia sfera personale e in quella sociale e lavorativa, cercando di agire in modo da costruire ponti, non da alzare muri perché di certo non abbiamo bisogno di ulteriori conflitti.


Siamo in un momento storico cruciale, nel mezzo di trasformazioni importanti sotto tanti aspetti, primo fra tutti il clima e il Salento è al centro del Mediterraneo che cambia.


Forse è proprio questo il motivo per il quale credo valga la pena esplorare l’identità mediterranea: perché ha che fare con il mare e la sua profondità ma anche per provare a dare una prospettiva nuova alle persone più giovani e alle generazioni future».


Gaia Barletta


MARIELLA PISCOPO


Di Taurisano. Giornalista di viaggi, firma di infiniti reportage e guide, esperta di comunicazione food & travel


«Il Salento è un viaggio interiore, il nostro luogo dell’anima»


Mariella Piscopo


«Non è solo la nostra terra di nascita, il Salento è il nostro luogo dell’anima, un viaggio interiore alla scoperta del sé più autentico.


A partire dalle radici profondissime, come quelle degli ulivi millenari, che ci riportano a casa, anche dopo un lungo periodo, come è accaduto a me, dopo 15 anni di lontananza in giro per l’Italia e il mondo.


A partire dalla spiritualità legata ad antichi valori, che si ripete e rinsalda in ogni festa patronale, nelle processioni pasquali, nei rituali di ringraziamento delle tavole di San Giuseppe, nei canti di passione in griko.


A partire dal calore umano e da quel senso di comunità genuino, che ci fa aprire le porte di casa e aggiungere un posto a tavola per chiunque o a far salire in macchina il turista che ci chiede indicazioni per accompagnarlo direttamente a destinazione.


A partire dallo spirito del nostro territorio che è magico e misterioso, tra megaliti, torri, resti messapici, castelli medievali, cattedrali barocche, masserie fortificate, grotte preistoriche e cripte suggestive.


Un posto unico, dove due mari si incontrano e la luce è così avvolgente da lasciare senza parole.


A partire dalla campagna e dalla ricchezza dei suoi ortaggi, dalle tavole imbandite che meglio non si può, dai prodotti poveri sublimati in ricette di deliziosa semplicità, come le frise condite con olio, pomodorini e origano, che ogni salentino porta con sé

ovunque vada.


E il pesce, i crostacei, i molluschi con un sapore, che è difficile trovare altrove.


A partire dalla lentezza, dalla semplicità, dal silenzio della controra nei paesini che sembrano deserti, dal miraggio di fuga a portata di mano, come quando si percorre la litoranea Otranto-Leuca e tra il blu del cielo e il cristallo del mare si ammira l’azzurro in tutte le sue sfumature.


Senza parole, con gli occhi incantati e il volto pieno di stupore».


Mariella Piscopo


PAOLO INSALATA


Di Felloniche (Castrignano del Capo). Presidente Associazione Culturale Lampus e organizzatore di concerti jazz


«Uniti nelle disuguaglianze. Confidiamo nelle nuove generazioni»


Paolo Insalata


«Che hanno in comune un leucano con un foggiano?


Beh, salvo l’appartenenza alla stessa regione, direi ben poco, considerando il fatto che le due località sono distanti quanto lo sono Roma e Parma: mondi completamente diversi!


Tutto cambia lungo quei 400 km di distanza: paesaggi, tradizioni, cultura, cucina e financo i dialetti.


Se non fosse per l’avvento della lingua italiana, un andriese e un gallipolino, non si capirebbero mai!


Restringendo il confronto nella sola provincia di Lecce, con i suoi circa 300 paesi (tra comuni e frazioni), le differenze tra gli abitanti si assottigliano ma non si annullano, rimanendo spesso molto evidenti.


E allora, cosa accomuna i “salentini”?

Al primo posto vedo l’attaccamento alla propria terra e il vanto di sbandierare con fierezza la propria appartenenza al Salento.


Avendo vissuto per oltre trent’anni da Roma in su, ho conosciuto poche persone orgogliose della propria terra quanto i salentini.


Cercando altri elementi che ci accomunano, penso alla fede calcistica “pe lu Lecce”, alla passione per “piatti forti” della cucina locale (dal pasticciotto a ciciri e tria, sagne torte, fave e cicorie, ecc…), all’orgoglio di vivere in un paesaggio illuminato da una luce straordinaria che fa brillare una costa meravigliosa, al privilegio di vivere circondati dal barocco.


Un’altra nota caratteristica dei salentini è la loro capacità di inserirsi nel tessuto sociale dei luoghi lontani dal Salento in cui si trasferiscono per lavoro, non sentendosi mai pesci fuor d’acqua ma suscitando spesso espressioni di amicizia e simpatia nei locali.


La società è molto cambiata dal dopoguerra ad oggi e sono cambiati anche i “salentini” che con l’emigrazione per lavoro o studio, l’avvento della televisione e dei nuovi media, hanno perso i tratti tipici di una cultura prevalentemente contadina fatta di famiglie numerose, lavoro e dinamiche solidaristiche proprie delle piccole comunità.


Ogni famiglia salentina ha parenti più o meno vicini che hanno lasciato il Salento e che, quando ci tornano (se tornano), dopo l’università, o a fine carriera lavorativa o per le vacanze, non sono più i salentini che erano prima di allontanarsi dalla loro terra.


Non solo: spesso, essendo stati permeati da nuove esperienze che ne hanno modificato la personalità, non ci si ritrovano più!


Alla luce di queste considerazioni, si può ancora parlare di “identità salentina”?


Forse si, ma a mio parere si tratta di un’identità non basata sulle affinità ma sui contrasti e sulle disuguaglianze!


Questo crea un grosso problema: le differenze spesso dividono, suscitano sospetto e diffidenza e sono un freno enorme allo sviluppo e alla crescita di una comunità ingessata in un presente un po’ miope e statico, oggi poco propenso al cambiamento.


Oggi è, di massima, così, ma la mia sensazione è che le nuove generazioni daranno a breve una spallata alla mentalità arroccata nella difesa del proprio campanile rompendo il muro della diffidenza e aprendosi con coraggio al confronto e alla collaborazione, apprezzando il valore delle differenze, riconoscendone le potenzialità e non i limiti.


Con un pizzico di fiducia e grazie all’insediamento sempre crescente dei “nuovi salentini” provenienti dalle più disparate latitudini, prontissimi ad apportare linfa nuova al Salento, il futuro che intravedo per il Salento è decisamente più che florido e creativo!».


Paolo Insalata


MARIO CARPARELLI


Di Ugento. Docente di Storia della filosofia moderna all’Università del Salento. È il più giovane esponente della tradizione storiografica salentina su Giulio Cesare Vanini


«Scommettere sul Salento è stato il mio modo di amarlo»


Mario Carparelli (foto Adnkronos)


«Potrà sembrare banale, ma per me essere salentini, oggi, dovrebbe significare, prima di tutto, non essere provinciali.


Purtroppo, nelle opposte fazioni – quella degli esaltatori e quella dei denigratori “a prescindere” del Salento – c’è un fondo di provincialismo. E, aggiungerei, anche di “riduzionismo”.


Intendo dire che sia gli uni che gli altri, tanto gli “apocalittici” quanto gli “integrati”, riducono il Salento a pochi elementi distintivi e identificativi, se non a vere e proprie caricature.


Al contrario e per fortuna, il Salento è una terra ricca e dalle molteplici anime, che custodisce tante storie straordinarie, piccole e grandi, antiche e moderne.


Io sono stato battezzato da don Tonino Bello e sono uno studioso di Giulio Cesare Vanini. Quanti territori possono permettersi il lusso di vantare tra le proprie radici due simili giganti?


Eppure, quanti salentini possono affermare di conoscere veramente e profondamente queste due straordinarie figure?


Ecco, l’orgoglio e l’amore per il Salento devono poggiare sulla cultura e sulla consapevolezza, non sulla semplice appartenenza. Oggi più che mai.


Da questo punto di vista, ritengo che i turisti e i sempre più numerosi “salentini d’adozione” ci abbiano molto aiutato: ci hanno aperto gli occhi, ci hanno insegnato a vedere ciò che non riuscivamo più a vedere, a sorprenderci e a meravigliarci nuovamente di ciò che davamo ormai per scontato.


È così che, anche grazie a loro, abbiamo riscoperto il Salento. Ho studiato filosofia a Firenze e, durante gli anni dell’università,

ho vissuto anche a Milano.


Non ho mai, però, nutrito dubbi sul fatto che sarei tornato. Che la mia casa e il mio futuro fossero qui. Scommettere sul Salento è stato il mio modo di amare il Salento.


E lo è ancora oggi.


Ai tanti ragazzi che, per professione, ho il privilegio di incontrare sul mio cammino, quando mi chiedono un consiglio su cosa fare “da grandi” non smetto mai di ripetere: non abbiate paura di scommettere sulla vostra terra.


Lo credo fermamente.


Ci sono tanti settori con margini di crescita e miglioramento enormi, a partire dalla sostenibilità e dalla cultura.


A patto di uscire alla logica degli “oceani rossi”, provando invece a immaginare e creare “oceani blu” come il nostro mare, tanto per citare il capolavoro di W. Chan Kim e Renée Mauborgne».


Mario Carparelli


Per leggere gli interventi precedenti clicca qui e qui


Approfondimenti

Fermata la Banda dell’Audi

Massiccia presenza dei carabinieri sul territorio. Lotta ai reati predatori e sequestro di armi clandestine. Tre arresti nelle ultime ore

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Carabinieri in azione in tutto il Salento.

Tre arresti in poche ore nella lotta ai furti in abitazione, reati predatori e traffico di armi clandestine.

MAGLIE, CALIMERA E VEGLIE

È di queste ultime ore la notizia delle tre importanti operazioni portate a termine dai Carabinieri delle Stazioni di Maglie, coadiuvati dai militari del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia, e di quelle di Calimera e di Veglie, finalizzate al contrasto dei reati predatori, fenomeno ormai sempre più diffuso che desta forte allarme sociale soprattutto nei centri abitati più piccoli e nelle aree periferiche cittadine.

All’attenzione dei militari anche il contrasto al traffico di armi clandestine.

L’operazione ha permesso di sventare un furto in abitazione e contestualmente di arrestare uno dei malviventi; un pregiudicato armato.

Il tutto è avvenuto nella scorsa notte quando, durante uno specifico e mirato servizio nel centro abitato di Maglie, quando il portone di un garage spalancato ha richiamato l’attenzione dei militari della locale Stazione.

Gli investigatori si sono prontamente avvicinati all’abitazione per controllare, quando sono stati sorpresi da un’improvvisa fuga di tre persone che, con volto travisato da passamontagna e muniti di torce, vistisi scoperti, erano fuoriusciti dalla rimessa dandosi precipitosamente alla fuga e abbandonando una vettura di grossa cilindrata, un’Audi Q5 con targhe svizzere.

Da ulteriori accertamenti, il veicolo è risultato rubato solo pochi giorni fa a Salve in occasione di un altro furto in abitazione.

Ne è scaturito un lungo inseguimento a piedi per le vie vicine, al termine del quale uno dei tre fuggitivi è stato raggiunto, bloccato e quindi arrestato dai militari nella flagranza di reato.

Si tratta di un 38enne di Taurisano, Pasquale Stifani, già noto alle cronache sia per reati specifici che per altri reati anche di tipo associativo.

 

Nell’immediatezza, gli investigatori hanno proceduto anche ad una perquisizione personale dell’uomo che è stato trovato in possesso di una pistola, fortunatamente ad aria compressa.

Il prosieguo delle operazioni, estese anche al veicolo in uso ai tre ha confermato l’intento criminale. Infatti, al suo interno sono stati rinvenuti monili in oro, oggetti in rame antico e attrezzi da scasso come cesoie, cacciaviti e un flex.

Durante le concitate fasi del controllo, uno dei militari ha riportato lesioni personali che fortunatamente sono state giudicate guaribili in pochi giorni.

Gli investigatori stanno ora conducendo ulteriori ed approfondite indagini volte all’individuazione degli altri due complici.

Al termine delle operazioni, l’uomo è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

TENTATO FURTO AL DISTRIBUTORE DI CALIMERA

A Calimera invece, ad essere preso di mira è stato un distributore di carburante.

Solo il celere e tempestivo intervento dei Carabinieri della Compagnia di Lecce ha impedito che il furto fosse portato a compimento.

È stato qui infatti che gli uomini dell’Arma, alle prime luci dell’alba, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 45enne magliese, già conosciuto dagli investigatori per numerosi episodi di furto e reati contro il patrimonio.

Ad allertare i militari sono stati alcuni passanti che hanno contattato il Numero Unico d’Emergenza 112 segnalando la presenza di una utilitaria, un’Alfa Romeo Mito di colore scuro, priva di targhe, presso un distributore di carburante situato lungo la S.P. 29 Calimera – Melendugno.

Immediato e tempestivo l’arrivo dei militari che hanno subito individuato la vettura segnalata.

Gli investigatori, nel corso del controllo, hanno scorto un uomo accovacciato sul sedile all’interno del mezzo.

Sentitosi ormai braccato l’uomo si è prima disfatto di un flex a batteria, lanciandolo dietro un muretto (che i militari hanno rinvenuto immediatamente dopo), per poi mettersi alla guida e darsi precipitosamente alla fuga verso Melendugno. l’inseguimento è proseguito fino alla marina di Torre dell’Orso dove l’uomo è stato bloccato.

Approfonditi i controlli e proceduto a perquisizione, i militari hanno rinvenuto all’interno dell’abitacolo arnesi da scasso.

Il flex recuperato, invece, è risultato essere compatibile con i danni riscontrati all’accettatore automatico di banconote presente presso il distributore, fortunatamente ancora integro nel contenuto.

Nella circostanza l’uomo viaggiava con la convivente che è stata segnalata alla competente autorità giudiziaria.

Al termine delle operazioni, l’uomo è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Questa la risposta dei carabinieri del Comando Provinciale di Lecce ad un fenomeno allarmante sul nostro territorio.

Gli ultimi due episodi, infatti, confermano la recrudescenza dei reati predatori spesso portati avanti da soggetti esperti, organizzati e recidivi

I carabinieri, con una presenza costante sul territorio, un’intensa attività di pattugliamento notturno e grazie al massiccio rafforzamento dei servizi che l’Arma ha attuato sul territorio per tutto il periodo estivo, stanno raccogliendo il frutto di un’azione repressiva e preventiva contro furti in abitazione, tentativi di rapina e danneggiamenti.

Non solo lotta ai reati predatori ma anche contrasto alla diffusione di armi illegalmente detenute.

RECUPERATE ARMI A VEGLIE

Infatti, quale risultato di un’operazione finalizzata al monitoraggio ed al contrasto della diffusione di armi illegali sul territorio, proprio ieri i Carabinieri della Stazione di Veglie hanno arrestato un operaio di 39 anni, già noto alle cronache, poiché ritenuto responsabile di detenzione abusiva di armi clandestine.

Sequestrati fucili con matricola abrasa e relativi munizionamenti.

In tale contesto, già da tempo, i Carabinieri monitoravano i possessori di armi al fine di contrastare violazioni in materia di armi.

L’uomo è finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori che hanno deciso di approfondire i controlli ed hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare.

I sospetti degli investigatori si sono dimostrati subito fondati.

Nel corso delle operazioni, infatti, i militari hanno rinvenuto fucili da caccia con relative munizioni che l’uomo deteneva illegalmente e ben occultati all’interno di alcuni pensili nella propria abitazione.

Le armi sequestrate

In particolare, è stato sequestrato un fucile semiautomatico calibro 12 con matricola abrasa, dettaglio che ha immediatamente destato ulteriormente l’attenzione degli inquirenti per un possibile collegamento con il traffico illecito di armi. Gli investigatori hanno anche rinvenuto un secondo fucile sovrapposto, anch’esso calibro 12 e illegalmente detenuto, oltre a 35 cartucce di vario tipo.

Il possesso di un’arma con matricola abrasa non rappresenta solo un reato formale, ma spesso è l’indizio di un circuito criminale più ampio.

Armi di questo tipo vengono solitamente utilizzate per eludere ogni forma di tracciabilità e sono frequentemente impiegate in contesti legati alla criminalità organizzata, ai furti, o per scopi intimidatori.

La rimozione della matricola è infatti una pratica tipica del mercato nero delle armi e rappresenta ancor di più una minaccia concreta alla sicurezza pubblica.

Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e sarà messo a disposizione dell’autorità giudiziaria del capoluogo salentino anche per ulteriori accertamenti balistici.

Le indagini, intanto, proseguono per accertare la provenienza delle armi e verificare eventuali legami con altri soggetti o reti criminali attive nel territorio.

Al termine delle operazioni l’uomo è stato arrestato e, disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce.

Continua a Leggere

Approfondimenti

Dopo 15 anni torna Santa Fumìa

La Chiesa di Santa Eufemia, o Santa Fumìa come gli specchiesi la chiamano, è un piccolo luogo sacro, di origine bizantina, di circa 150 metri quadrati, situata nelle campagne tra Specchia e Miggiano….

Pubblicato

il

Sono trascorsi più di 15 anni, da quando il rione specchiese di Santa Eufemia si è vestito a festa l’ultima volta per onorare la martire cristiana.

Nella serata di sabato 12 luglio ritorna La Festa di Santa Fumìa, evento organizzato, con il patrocinio del Comune, dall’associazione Santa Eufemia che ha ritenuto necessario ritornare alle radici della storia del luogo sacro simbolico con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e spirituale del territorio.

La Chiesa di Santa Eufemia, o Santa Fumìa come gli specchiesi la chiamano, è un piccolo luogo sacro, di origine bizantina, di circa 150 metri quadrati, situata nelle campagne tra Specchia e Miggiano.

Come il culto della santa sia arrivato in Occidente e perché a Specchia, i libri di storia locale non lo riportano.

Nell’anno in corso del Giubileo, questo luogo sacro assume un significato storico, in quanto è poco distante dall’antica Via dei Pellegrini, l’itinerario che i fedeli dei secoli scorsi percorrevano per raggiungere il Santuario di S. Maria di Leuca, oppure in senso contrario, la città santa di Roma, eleggendo la chiesetta a luogo di riposo spirituale e fisico, come testimoniato dagli oggetti antichi ritrovati intorno.

Il programma della serata prevede, alle 19, la celebrazione della santa messa, presieduta da don Antonio Riva, parroco di Specchia. Alle 20, il “Kids Diy!” Creative workshop, a cura di Cicciopasticcio, laboratorio artistico-espressivo per i più piccoli.

Dalle bancarelle collocate nel parchetto della Chiesa di Santa Eufemia, sarà possibile acquistare dei manufatti artigianali e gustare dei prodotti tipici agroalimen-tari dallo stand gastronomico.

Alle 21,30, il concerto di Io te e Puccia, gruppo musicale coordinato dal cuore e dalla mente di Puccia (voce e fisarmonica degli Après La Classe), con Manu Pagliara e Mike Minerva (chitarra e basso dei Bundamove), Gabriele Blandini (tromba di Manu Chao e Bundamove), Gianmarco Serra (batterista degli Après La Classe) ed Edo Zimba (tamburellista degli Zimbaria, e figlio del grande Pino).
L’evento si svolgerà in un clima di rispetto, sobrietà e attenzione al valore del luogo,con l’obiettivo di trasmettere «senso di comunità, radicamento e bellezza» e il rispetto dell’ambiente.
Continua a Leggere

Approfondimenti

A Tricase “PROXIMA”: il cibo racconta il territorio

Domani, presso l’ex Mattatoio comunale di Tricase, oggi sede del Laboratorio di Comunità

Pubblicato

il

Sabato 5 luglio, l’ex Mattatoio comunale di Tricase – oggi sede del Laboratorio di Comunità (in foto durante un precedente Open day) – apre le sue porte per ospitare “PROXIMA – Diffondiamo produzioni di prossimità”, un evento dedicato al cibo sano, locale e accessibile, organizzato nell’ambito del progetto europeo FOOD4HEALTH.

Promosso dal Laboratorio di Comunità di Tricase, in collaborazione con il Comune di Tricase e il CIHEAM Bari, PROXIMA non sarà un semplice open day, ma un’occasione concreta per riflettere – e assaporare – il legame profondo tra alimentazione, territorio, sostenibilità e comunità.

Il programma si apre alle 18:30 con un talk pubblico dedicato alle politiche del cibo, che vedrà la partecipazione di esperti, amministratori locali, rappresentanti di reti e associazioni del territorio. Un confronto aperto su salute, produzione etica, scelte alimentari consapevoli e promozione delle economie locali.

Dalle 19:00, spazio al gusto e alla scoperta:
Mercato agricolo e artigianale con i produttori locali
Mostra pomologica dedicata alla biodiversità
Visite guidate ai laboratori del centro rigenerato

A seguire, dalle 20:00, si terranno laboratori tematici e show cooking, pensati per adulti e bambini, con momenti esperienziali e didattici.

La serata si concluderà alle 21:00 con le degustazioni a base di prodotti locali e a km zero, seguite dall’esibizione del cantautore P40, per chiudere in musica un evento che unisce cultura, cibo e partecipazione.

“Un momento di festa, ma anche di consapevolezza – spiegano gli organizzatori – per far conoscere un luogo rinato e un modello di sviluppo possibile, che parte dalle persone, dalle reti e dai territori”.

L’iniziativa è aperta a tutti: cittadini, famiglie, produttori, curiosi e appassionati di buon cibo. Un invito a scoprire, attraverso il gusto e il dialogo, le potenzialità di una comunità che crede nell’innovazione sociale e nella prossimità come valore.

📍 Info utili
🗓️ Sabato 5 luglio, dalle ore 18:30
📌 Laboratorio di Comunità – Ex Mattatoio, via Marina Serra 53, Tricase
🎟️ Ingresso libero

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti