Casarano
«L’omertà è un tumore sociale»
Don Antonio Coluccia, il noto prete anti mafia orginario di Specchia: «Se tutti ci giriamo dall’altra parte, l’avranno vinta i clan che si incuneano e si manifestano con la violenza. Lo ribadisco: quanto è accaduto qui non è normale. Non è normale che l’abbiano fatto in pieno giorno davanti ai bambini e alle famiglie. Siamo anche stati fortunati perché nessun proiettile vagante ha colpito un bambino, un anziano, una persona. Questa è la verità, inutile che ce la raccontiamo diversamente»

di Giuseppe Cerfeda
Istituzioni, associazioni, scuole, società civile, giovani e cittadini si sono mobilitati “contro la criminalità e contro tutte le mafie”.
Una grande per la “Marcia per la Legalità” organizzata dal Comune di Casarano.
Nonostante il cielo plumbeo e l’imminente minaccia di pioggia, presso i giardini di William Ingrosso, in rappresentanza delle tante persone di Casarano (e non solo) che nulla vogliono avere a che fare con quella montagna di merda che è la mafia,» erano davvero in tanti.
Presente una rappresentanza dei sindaci dei comuni della provincia di Lecce, che hanno portato la loro solidarietà al primo cittadino di Casarano Ottavio De Nuzzo.
Come aveva promesso, era a Casarano anche il prete antimafia originario di Specchia, don Antonio Coluccia.
Il corteo, nutrito e silenzioso, è partito dai giardini William Ingrosso, riempiendo Casarano con la sua significativa presenza per giungere fino ai “portici”, proprio dove si è consumato il brutale agguato mortale di stampo mafioso che ha scosso l’intero Salento.
Il sindaco: «Non mi stancherò di dire che Casarano non è una città mafiosa, lo devo a tutti i cittadini onesti»
«La risposta dello Stato non si è fatta attendere, è arrivata immediata e forte» ha detto dal palco il sindaco di Casarano Ottavio De Nuzzo, che ha ringraziato «il Prefetto e tutti i sindaci della provincia che, chi con un messaggio, chi con una telefonata, sono stati particolarmente vicini e solidali verso la nostra comunità. Devo ringraziare anche Don Antonio Coluccia che è appena venuto a conoscenza dell’accaduto, mi ha chiamato mettendosi a disposizione».
«La forte solidarietà e la grande partecipazione a questa manifestazione», ha proseguito il primo cittadino, «dimostra che nessuno, giustamente, si sente indenne o escluso. Ecco, quanto è successo a Casarano, purtroppo, può succedere in qualunque comunità».
«L’evento criminoso si è verificato in pieno giorno, in pieno centro», ricorda de Nuzzo, «in questo luogo che è frequentato da mamme con bambini, da anziani, con una modalità sprezzante della vita umana, sotto gli occhi di tanti bambini, ragazzi, adulti che ancora sono sotto shock».
«Mi colpisce profondamente l’età dei protagonisti di questo avvenimento. Qualche domanda, come comunità e come educatori, ce la dovremmo porre. Tuttavia, da primo cittadino», conclude Ottavio De Nuzzo, «non mi stancherò di dire che Casarano non è una città mafiosa, lo devo a tutti i cittadini onesti».
Don Antonio Coluccia: «Noi non ci stiamo»
Un fiume in piena, come sempre, Don Antonio Coluccia.
Ha il suo bel da fare tra San Basilio e Tor Bella Monaca, a Roma, dove esercita il suo Ministero, non limitandosi certo a dir messa.
Si è precipitato lo stesso a Casarano: non poteva e non voleva far mancare la sua testimonianza.
In apertura don Antonio ha ringraziato il sindaco di Casarano per aver organizzato la manifestazione e tutti i presenti, soprattutto i sindaci che con la loro fascia tricolore «rappresentano lo stato di prossimità».
Il prete anti mafia ha letto uno striscione degli scout: «Tutti hanno il dovere, oltre al diritto, di concorrere al progresso della società in cui vivono».
Poi ricorda: «La storia è l’intelligenza del tempo. Noi dovremmo avere memoria operante, non possiamo dimenticare ciò che accade. Quello che si è consumato circa una settimana fa è l’arrivo, ma c’è sempre una partenza».
«Noi siamo il popolo, i cittadini, la prima istituzione della Costituzione. Ed ecco perché i sindaci son venuti con la fascia tricolore. Io, da prete vivo tra Vangelo e Costituzione. Permettetemi di dire che non esiste un Vangelo senza rischio, nè rischio senza Vangelo. Nel 2016 in questa città si sono fatti sentire con una violenza inaudita. Non si può permettere, in uno Stato civile che persone, con armi da guerra in pugno, possano mettere fine alla vita di una persona. Al di là di chi sia la vittima, se appartiene ad un clan o meno, non possiamo legittimare l’uso delle armi. Quello che dobbiamo dire con forza è che non si può uccidere! Un mese dopo, in questo territorio ci fu un tentato omicidio ai danni di un’altra persona che si è salvata; ma ha riportato una seria invalidità. Nel maggio del 2017 avevano programmato l’uccisione di un’altro casaranese. Fortunatamente ciò non è avvenuto. Nel 2019, altro episodio criminoso, ancora l’uso di armi da guerra. Quando sono nelle piazze di spaccio a Roma e mi dicono “infame” e di tutti i colori, nella logica della non violenza, e del “porgi l’altra guancia” rispondo loro, “Ave Maria”. Beh, qui, insomma… A quella persona si sono affiancati con la macchina e gli hanno sparato per uccidere, non è normale. Attenzione a non farci prendere dall’assuefazione. Non possiamo normalizzare tutto ciò. Quanto avvenuto è grave per tutto il territorio».
Poi, siccome don Antonio non le manda certo a dire, tuona: «Mi assumo la responsabilità di quello che dico. Anche al sindaco ricordo quando già si avvertiva che forse qualcosa non andava e i ragazzi di questo territorio, e parlo della Consulta giovanile insieme al presidio di Libera, facevano sentire la loro voce e avvisavano dei pericoli. C’eravamo anche ieri e l’altro ieri qui, in questa piazza, facendo attività, dimostrando che noi non abbassiamo la testa dinanzi a queste persone che utilizzano la violenza, la prepotenza, che vorrebbero assoggettare questo territorio. Non abbiamo abbassato la testa, siamo venuti qui e abbiamo cercato di occupare gli spazi, perché questi spazi appartengono alla bandiera, appartengono alla fascia tricolore, al sindaco, al comune, appartengono alla gente.
Purtroppo, quando il denaro perde la sua funzione di strumento per affermare il bene comune e diventa fine, vuol dire che il potere è altrove. Forse qui volevano fare “alta finanza” ed ecco perché si sono “scontrati”. L’Arma dei Carabinieri ha dato una risposta, ha dimostrato che lo Stato esiste. Purtroppo, però, una risposta l’hanno dato anche gli altri, ammazzando un ragazzo. E quell’altro ragazzo che ha premuto quel grilletto, in fondo, chi è? No, non possiamo legittimare quanto avvenuto. Siamo gente di paese, ci conosciamo tutti, siamo tutti figli di persone semplici, siamo tutti di questa amata terra che si chiama Salento. Una terra che già ha subito le violenze, una terra già provata. Non possiamo tornare indietro a quando una grossa famiglia malavitosa come la Sacra Corona Unita si era imposta sui territori. La memoria ci deve sempre aiutare: non lontano da qui arrivarono ad uccidere una giovane donna e la sua bambina con una violenza inaudita. Avete dimenticato che cosa hanno fatto alla piccola Angelica Pirtoli? Il suo carnefice l’ha presa per un piedino e l’ha sbattuta su un muro, quattro, cinque volte!»
«Ci girano le palle!»
Quinto comandamento: non uccidere. Don Antonio si rivolge all’assassino di sabato 3 marzo e a chiunque si arroga il diritto di togliere la vita ad un altro essere umano: «Chi sei tu per decidere di interrompere una vita? Nessuno, va ribadito nessuno, ha il diritto di uccidere. E noi abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di custodire la vita».
La droga e l’ultima retata dei carabinieri «confermano, laddove ce ne fosse bisogno, che c’è chi vuole assoggettare questo territorio».
Il parroco, citando le parole di Papa Francesco, si rivolge ai giovani: «Voi non avete prezzo. Non siete all’asta, non lasciatevi sedurre, comprare. Innamoratevi della libertà. Non quella promessa dalla droga e dai soldi facili. Quella non è libertà, e assoggettamento, si diventa schiavi di quelle persone. Non ho visto mai un drogato felice, ho visto persone che si sono rovinate, che non vivono più».
«La droga», prosegue nella sua analisi don Antonio, «in questi territori non è la conseguenza. È la causa! E sia chiaro: nel Salento non ci sono territori immuni. Ovunque, causa la presenza della droga, vi sono criticità e problemi. Ma ce la possiamo fare. Don Tonino Bello diceva che la speranza va organizzata e con l’aiuto di tutti. Dobbiamo stare insieme. Ecco, se mi posso permettere, anche a Casarano. Abbiamo bisogno che la società civile, le istituzioni, le forze dell’ordine, le associazioni ed anche i nostri sacerdoti facciano fronte comune. Dobbiamo stare insieme, perché il bene comune appartiene a tutti e va difeso insieme».
Dopo una breve pausa, don Antonio Coluccia affonda la lama: «L’omertà non è un’attitudine cristiana. L’omertà e un tumore sociale. Se tutti ci giriamo dall’altra parte, l’avranno vinta i clan che si incuneano e si manifestano con la violenza. Lo ribadisco: quanto è accaduto qui non è normale. Non è normale che l’abbiano fatto in pieno giorno, davanti ai bambini e alle famiglie. Siamo anche stati fortunati perché nessun proiettile vagante ha colpito un bambino, un anziano, una persona. Questa è la verità, inutile che ce la raccontiamo diversamente».
Don Antonio è una furia: «Mi girano le palle… non èaccettabile accadano cose come queste».
Poi cita Martin Luther King: “Se non siamo responsabili per quello che abbiamo trovato, lo diventeremo se non faremo nulla per cambiarlo”.
Guardando i sindaci presenti, ricorda Francesco Fasano, anni 22. «A Melissano i clan si contenevano il territorio. Questo ragazzo è stato messo in ginocchio, è stato sparato in testa e poi gli sono passati sopra con la macchina. Se tutto questo è normale, allora vuol dire che abbiamo normalizzato la violenza e gli omicidi. Invece no, ci dobbiamo ribellare! E agire, in nome della Costituzione e del Vangelo».
«Dopo 12 anni se ne sono accorti tutti»
In coda riportiamo anche una nota della giornalista d’inchiesta Marilù Mastrogiovanniche da vent’anni si occupa della sacra corona unita pugliese.
«La marcia è un segnale che lascia ben sperare: decine di sindaci del Salento hanno aderito alla manifestazione per la legalità.
È importante infatti che le azioni degli amministratori locali siano indipendenti e mai piegate a logiche e pressioni mafiose.
Così come indipendente e libera deve essere la stampa, per formare un’opinione pubblica consapevole anche del pericolo che tutta la comunità corre, se si abbassa la guardia.
Tuttavia, lo dicono le statistiche, le querele temerarie arrivano ai giornalisti soprattutto dagli amministratori locali, che mal tollerano chi nell’interesse pubblico dà notizie scomode, pagando altissimi costi personali».
«Il sequestro del mio giornale, i manifesti contro di me, le decine di querele, archiviate o concluse con una sentenza di assoluzione, le misure di protezione, il trasferimento ad altra città», ricorda Mastrogiovanni, «sono il prezzo che personalmente ho dovuto pagare. Nei processi ancora in corso mi si contesta di aver scritto che a Casarano c’è la mafia».
«Oggi», conclude, «dopo 12 anni e diversi omicidi, tentati omicidi, arresti e retate, incendi, minacce, pressioni, se ne sono accorti tutti».
Attualità
Il mercato degli smartphone in Italia è tornato a crescere nel 2025
I modelli pieghevoli, inizialmente una nicchia, sono divenuti uno dei simboli della ripresa del mercato. La loro diffusione, benché ancora limitata nei volumi, testimonia la capacità dell’industria…

Dopo due anni di contrazione, il mercato degli smartphone in Italia ha mostrato nel 2025 segnali di ripresa. L’espansione dei dispositivi con funzioni avanzate di intelligenza artificiale e la crescente domanda di sostituzione hanno favorito una leggera ma significativa inversione di tendenza. La crescita globale dell’1% delle spedizioni, che ha portato a 1,24 miliardi di unità, si è riflessa anche nel contesto nazionale, sostenuto dall’aumento del valore medio dei prodotti e da una rinnovata attenzione dei consumatori verso l’innovazione, il design e la durata nel tempo.
Un parallelismo tra tecnologia mobile e modelli digitali indipendenti
La spinta verso modelli più flessibili di consumo digitale richiama l’autonomia promossa in altri settori, come quello dei servizi online regolati in modo indipendente, esempio osservabile in perché scegliere i casino senza AAMS, dove trasparenza, pagamenti immediati e gestione sicura dei flussi di denaro dimostrano come la fiducia utenti–piattaforma dipenda dall’efficienza dell’interfaccia.
In entrambe le realtà, sia nel gaming sia nella tecnologia mobile, l’esperienza d’uso, la chiarezza nei processi KYC e la velocità delle transazioni sono diventate fondamentali per fidelizzare il pubblico. Le aziende di smartphone stanno infatti adattando strategie simili, puntando su ecosistemi più fluidi e su protocolli di sicurezza nativi che richiamano pratiche tipiche dei sistemi di pagamento digitali autonomi.
Le dinamiche di crescita del mercato italiano
In Italia la ripresa del settore è stata favorita da diversi fattori. Il primo è la sostituzione dei dispositivi più datati, spinta dall’obsolescenza tecnologica e da incentivi di operatori e rivenditori che hanno reso più conveniente il passaggio a modelli recenti. A ciò si aggiunge la diffusione più ampia di contratti rateali, che permette alle famiglie di accedere a smartphone di fascia medio-alta senza affrontare il costo pieno al momento dell’acquisto.
Il secondo elemento riguarda le funzionalità legate all’intelligenza artificiale, percepite come un passo concreto verso una nuova generazione di assistenti digitali. Dai suggerimenti fotografici automatici alla gestione energetica ottimizzata, questa tecnologia ha accresciuto la percezione di valore del prodotto. Anche le imprese locali dell’elettronica hanno beneficiato dell’incremento nella richiesta di componentistica per dispositivi con capacità di calcolo più avanzate.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale e dell’ecosistema iOS
L’anno 2025 è stato segnato dal consolidamento dell’intelligenza artificiale generativa come strumento quotidiano. Gli utenti italiani hanno sperimentato modelli linguistici e funzioni predittive non solo sullo smartphone, ma integrati attraverso un ecosistema di dispositivi interoperabili. L’espansione di iOS sul mercato locale ha amplificato la competizione nella fascia premium, dove le vendite hanno registrato la maggiore crescita di valore.
I marchi Android, per contro, hanno risposto con un rafforzamento delle interfacce basate sul cloud e con servizi modulari che favoriscono la personalizzazione. L’adozione di soluzioni AI ha attratto segmenti di consumatori più attenti alla produttività e alla gestione automatizzata dei dati, ampliando il bacino d’utenza oltre la tradizionale sfera dell’intrattenimento.
Dispositivi pieghevoli e nuove forme di design
I modelli pieghevoli, inizialmente una nicchia, sono divenuti uno dei simboli della ripresa del mercato. La loro diffusione, benché ancora limitata nei volumi, testimonia la capacità dell’industria di proporre innovazioni tangibili percepite dal pubblico. La disponibilità di formati flessibili ha stimolato la concorrenza, spingendo i produttori a investire in materiali più resistenti e meccanismi di chiusura ingegneristicamente più affidabili.
Molti utenti considerano questi dispositivi un’alternativa ergonomica ai tablet per l’uso professionale, con beneficio diretto sulla domanda aziendale. L’incremento del prezzo medio di vendita, cresciuto del 5% su base annua, è dovuto in larga parte a questi modelli che uniscono design distintivo e specifiche tecniche elevate, in un equilibrio tra innovazione percepita e funzionalità concreta.
Distribuzione geografica e confronto con i mercati esteri
La crescita italiana del 2025 si inserisce in un contesto internazionale non uniforme. Gli Stati Uniti, il Medio Oriente e l’Africa hanno trainato la domanda globale, mentre la Cina ha registrato un rallentamento dovuto alla saturazione del mercato interno e alle tensioni su forniture e componenti. In Europa occidentale la ripresa ha avuto un profilo moderato, con l’Italia fra i Paesi più reattivi alla nuova offerta di prodotti.
La maggiore sensibilità dei consumatori verso la privacy dei dati e la sostenibilità ambientale ha contribuito a orientare le scelte di acquisto. Le aziende attive sul territorio hanno risposto introducendo programmi di riciclo e servizi di aggiornamento software esteso, elementi sempre più considerati decisivi nella valutazione complessiva di uno smartphone. La maturità del mercato ha quindi favorito un equilibrio fra innovazione e responsabilità ambientale, ridefinendo il posizionamento competitivo delle marche presenti.
Prospettive per i prossimi anni
Le previsioni per il biennio successivo indicano una prosecuzione della crescita moderata, ma sostenuta da innovazioni che andranno oltre l’hardware. L’AI integrata in tempo reale, la connettività satellitare e i servizi di realtà aumentata applicata sono destinati a spostare il valore commerciale verso l’esperienza d’uso complessiva. Gli operatori italiani del settore delle telecomunicazioni stanno già investendo in reti di nuova generazione, mentre i produttori si concentrano sulla compatibilità con gli standard europei in materia di sicurezza e interoperabilità.
Questa evoluzione potrebbe rendere l’Italia un laboratorio per sperimentare modelli di consumo tecnologico più consapevoli e orientati alla durata. In tale contesto, il concetto di smartphone come piattaforma centrale della vita digitale continuerà a rafforzarsi, integrando progressivamente servizi bancari, identità elettronica e strumenti di lavoro remoto, delineando un ecosistema sempre più integrato e personalizzato per l’utente.
Attualità
Lavoro: il report settimanale, 662 posizioni aperte nel Leccese
Arpal Puglia: mercato del lavoro dinamico, per un totale di 270 offerte lavorative nell’Ambito di Lecce. A Specchia si cercano due “operatori” (un operaio polifunzionale e un operaio addetto alle affissioni); per candidarsi basta la licenza media. le tappe della settimana del Camper del Lavoro

Il 37° Report settimanale di ARPAL Puglia disegna un mercato del lavoro dinamico, per un totale di 270 offerte lavorative e 662 posizioni aperte nell’Ambito di Lecce.
Il settore che si conferma con il maggior numero di opportunità lavorative è quello delle costruzioni con 132 posti di lavoro disponibili.
Seguono quello sanitario e dei servizi alla persona, per cui si ricercano 103 lavoratori; il settore della riparazione veicoli e trasporti con 99 posizioni; il turismo che offre 76 posti di lavoro.
Nel settore pedagogico sono disponibili 53 posti, in quello amministrativo e informatico 48, nel commercio 34, nel tessile-abbigliamento-calzaturiero (TAC) sono 28 i posti a disposizione.
Nel settore metalmeccanico le posizioni aperte sono 22, nel comparto bellezza e benessere sono 19, nell’agroalimentare sono 15.
Chiudono l’elenco il settore pulizie e multiservizi con nove opportunità, il comparto telecomunicazioni con cinque.
Per il Collocamento Mirato, sono ben diciotto le posizioni riservate agli iscritti alle categorie protette art.18 e due quelle riservate a persone con disabilità.
Il report segnala, inoltre, sedici tirocini formativi attivi e una serie di proposte di lavoro e formazione all’estero, promosse attraverso la rete Eures che sostiene la mobilità professionale a livello europeo.
A proposito di Eures, è in programma martedì 18 novembre presso il Centro per l’Impiego di Lecce un recruiting day con Club Med per la ricerca di figure professionali nel settore ho.re.ca (Hotellerie, Restaurant, Café) da inserire nelle diverse strutture in Italia e in Europa.
La prenotazione dei colloqui è obbligatoria (per maggiori info, si può consultare la sezione Eures nel report).
DUE OPERATORI PER SPECCHIA
Dal 17 al 21 novembre, invece, ci si potrà candidare all’ avviso pubblico per l’avviamento numerico di due unità lavorative con profilo di “operatore” per il Comune di Specchia.
Possono candidarsi anche persone con il titolo di studio della licenza media.
Le figure da selezionare svolgeranno le funzioni di operaio polifunzionale e operaio addetto alle affissioni.
Il contratto offerto è a tempo indeterminato e part time (18 ore settimanali).
Cliccando qui è possibile visionare l’avviso e scaricare i moduli di domanda.
Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.
Si consiglia di consultare costantemente il profilo Linkedin di Arpal Puglia (tutte le offerte sono riportate nella sezione “Lavoro”), la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia“, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego
Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16,30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.
Per consultare integralmente il 37° Report di Arpal Puglia clicca qui
IL CAMPER DEL LAVORO: LE TAPPE DELLA SETTIMANA
Il Camper del Lavoro di ARPAL Puglia prosegue il suo percorso.
Da oggi al 23 ottobre farà tappa a Veglie, Gagliano del Capo (Arigliano), Porto Cesareo, Patù, Zollino, Presicce–Acquarica, Castrignano de’ Greci, Castrignano del Capo e Giuliano (frazione di Castrignano del Capo).
L’iniziativa mira a portare i servizi dei Centri per l’Impiego direttamente sul territorio, rendendo le politiche attive del lavoro accessibili anche nelle aree più periferiche. Realizzato in collaborazione con Cefas, Consorzio Mestieri Puglia e Sale della Terra, il progetto offre un supporto concreto e personalizzato a cittadini e imprese.
Tra i servizi disponibili: orientamento professionale, assistenza nella redazione e aggiornamento del CV, consulenza su offerte di lavoro e percorsi formativi, accesso ai servizi digitali e informazioni utili per chi assume.
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Casarano
Battuta d’arresto
Occasione persa: Casarano sconfitto al “Capozza”dal Foggia. Vito Di Bari ammette le defaillance e suon ala carica: “Gli uomini si vedono nei momenti di difficoltà e nelle sconfitte”

CASARANO-FOGGIA 0-2
Reti: pt 30′ Morelli, st 14′ Sylla
di Giuseppe Lagna
Consolarsi con la “classica partita storta” (che peraltro corrisponde al vero), non stempera la delusione per quello che poteva essere e, invece, non è stato.
Nell’anticipo di sabato, coinciso con la violazione del Capozza e le sconfitte di Crotone e Salernitana, il Casarano si è giocato il secondo posto, insieme al Catania, a un punto dal duo di testa (Benevento e Salernitana) e ben quattro di distacco al Crotone.
Visto, però, che la storia non si fa con i se e con i ma, non resta altro che ammettere “errori ed omissioni” commessi contro la ragnatela ordita dai Satanelli e farne tesoro per il prosieguo del campionato.
A qualcuno è apparsa una riedizione di Caravaggio a dimensioni ridotte, per via delle leggerezze in occasione dei due gol subiti e per una sorta di frenesia, causa di imprecisioni sotto la porta avversaria.
In sala stampa il tecnico delle Serpi, Vito Di Bari, non ha esitato ad autodefinire se stesso e la squadra come“polli”, aggiungendo, però, che “gli uomini si vedono nei momenti di difficoltà e nelle sconfitte” e concludendo così: “Dobbiamo riprendere a far bene già contro il Siracusa, in una partita anch’essa difficile, ma che prepareremo bene, come abbiamo preparato le altre“.
Superfluo aggiungere che i tifosi rossoazzurri hanno salutato con i soliti calorosi cori il rientro dei calciatori al termine dell’incontro, consci dell’impegno profuso, nonostante l’inaspettata battuta d’arresto.
Ammirevole, infine, il comportamento delle due tifoserie contrapposte, in particolar modo nel silenzio iniziale in memoria dei quattro giovani tifosi del Foggia tragicamente periti nel corso dello scorso torneo, al ritorno da Potenza.
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