Cronaca
SCU: arrestato boss latitante
Dopo 3 settimane di fuga e nascondigli manette per Sergio Notaro, capo dell’omonimo clan e affiliato al Clan De Tommasi
È durata 3 settimane la latitanza di Sergio Notaro, capo dell’omonimo clan operante a Squinzano affiliato al Clan De Tommasi della frangia leccese della Sacra Corona Unita.
Il boss, come si ricorderà, era riuscito a sfuggire alla cattura dell’11 novembre scorso, quando i Carabinieri del Comando provinciale di Lecce, unitamente a quelli del ROS diedero esecuzione a 26 ordini di carcerazione in carcere per 416 bis, traffico internazionale di stupefacenti, estorsione, usura, abusivo esercizio dell’attività finanziaria. Già dalla stessa mattina dell’operazione era stato predisposto l’articolato dispositivo di ricerca dislocato sul territorio per captare ogni utile informazione finalizzata alla cattura di uno dei personaggi chiave dell’intera vicenda processuale che ha portato alla disarticolazione del clan De Tommasi e degli affiliati Pellegrino e Notaro. La rocambolesca, quanto sobria fuga di Notaro (allontanatosi dal tetto della sua abitazione per poi dileguarsi lungo il percorso della ferrovia che costeggia la sua proprietà) non aveva demoralizzato i Carabinieri, convinti che il fuggitivo fosse rimasto in zone a lui familiari. Da quell’11 novembre, dunque, è iniziata una fitta rete di servizi di osservazione, pedinamenti e verifiche che ha interessato le persone “storicamente” vicine a Notaro.
È probabile che questi avesse previsto da tempo questa eventualità, e le modalità della sua fuga ne sono state in certo senso una conferma, poiché era stato predisposto un efficace sistema di compartimenti stagni, ognuno indipendente dall’altro, che avrebbe dovuto garantire l’impermeabilità delle notizie ad eventuali interventi delle forze dell’ordine. Pazienza, metodo ed esperienza investigativa di molti dei veterani del Nucleo Investigativo di Lecce, però, alla lunga hanno pagato. La svolta quando, finalmente, si è avuta conferma delle autovetture che venivano utilizzate per i vari trasbordi degli addetti alla logistica del latitante.
Tra l’altro la zona d’interesse nella quale si accentravano le attenzioni degli investigatori, all’immediato confine con la provincia di Brindisi, è da sempre un punto di riferimento costante per i fuggitivi leccesi, spesso protagonisti di traffici e rapporti “a cavallo” delle due province come dimostrato in decenni di vicende processuali.
I Carabinieri hanno deciso di intervenire a Cellino San Marco, letteralmente presidiata da uomini in borghese che in una frazione di secondo hanno circondato la villetta che ospitava il fuggitivo, irrompendo dalla porta principale, quasi abbattuta nella veemenza dell’intervento.
Notaro, resosi subito conto della situazione e di non avere vie di fuga, non ha opposto resistenza. Dopo le formalità di rito e la notifica dell’ordine di carcerazione dei PM Capoccia e Cataldi della DDA, è stato associato alla casa Circondariale di Borgo San Nicola, dove nei prossimi giorni sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia dal GIP Carlo Cazzella.
Cronaca
Beccati con 400 ricci di mare nel cofano. Multati e segnalati
Gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea…
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Gallipoli ha messo a segno un nuovo intervento a tutela dell’ecosistema marino, intercettando un trasportatore abusivo in località Santa Caterina di Nardò.
I finanzieri hanno notato un’autovettura che, con manovre sospette, tentava di allontanarsi rapidamente dalla costa verso l’entroterra. Una volta fermato il veicolo e identificato il conducente, l’ispezione del bagagliaio ha confermato la presenza di circa 400 ricci di mare, in violazione della Legge Regionale che vieta tassativamente il prelievo, la detenzione e la commercializzazione di questa specie.
Il provvedimento mira a favorire il ripopolamento dei fondali, messi a dura prova dal prelievo indiscriminato, e a scongiurare il rischio di estinzione.
Per il responsabile è scattata una sanzione amministrativa di 2.000 euro, oltre alla segnalazione all’Autorità Marittima competente.
Fortunatamente, poiché gli esemplari erano ancora in stato vitale, i finanzieri hanno provveduto a reimmetterli immediatamente in mare in un’area idonea, garantendo così la sopravvivenza dei ricci
e il mantenimento dell’equilibrio biologico della zona.
Questa operazione rappresenta solo l’ultimo tassello di un più ampio piano di vigilanza attuato dal Servizio Navale della Guardia di Finanza. Dall’inizio dell’anno, i controlli hanno portato alla liberazione di oltre 3.000 ricci di mare, al sequestro di numerose attrezzature da pesca.
Cronaca
Era una carrozzeria e autolavaggio ma smerciava mitili in pessime condizioni
Il personale ASL fatto intervenire sul posto ne ha accertato il cattivo stato di conservazione a causa del contatto con le pedane insudiciate da cui l’inidoneità al consumo umano…
Segue senza sosta l’attività di controllo da parte delle forze di polizia presenti sul territorio ed in particolare nella città bella.
Nella mattinata di ieri, è stata portata a termine una operazione congiunta tra la Capitaneria di Porto di Gallipoli ed il Commissariato Polizia che, partendo da una attenta attività info-investigativa di osservazione e appostamenti, ha portato ad individuare un’attività di distribuzione al dettaglio di prodotti ittici, da parte di una ditta multiservizi che spaziava, con unica partita iva, da autocarrozzeria ad autofficina e autolavaggio.
Gli uomini in divisa hanno proceduto pertanto a controllare i locali della suindicata attività individuando, posizionate in un vano attiguo all’autocarrozzeria ove erano stoccati diversi mezzi e pezzi di ricambio (tutti al vaglio di accertamenti circa la loro provenienza) due celle frigo, installate abusivamente ed in pessime condizioni igienico sanitarie al cui interno, appoggiate a terra su una sudicia pedana, 25 kg di mitili contenuti in 6 retini.
Il personale ASL fatto intervenire sul posto ne ha accertato il cattivo stato di conservazione a causa del contatto con le pedane insudiciate da cui l’inidoneità al consumo umano.
Il titolare dell’attività è stato pertanto deferito all’A.G. sia per le violazioni di carattere igienico sanitario ma anche per diverse irregolarità relative all’attività di autolavaggio e autocarrozzeria.
Il prodotto ittico rinvenuto e le celle utilizzate per la loro conservazione sono state poste sotto sequestro e, poiché i mitili risultavano essere ancora vivi, sono stati rigettati a mare.
Cronaca
Auto in fiamme nella zona Draghi a Tricase
Tragedia sfiorata in zona molto popolata, auto va a fuoco…
Un’auto, una Ford che viaggia a gas e benzina, questa mattina è andata a fuoco nella zona Draghi a Tricase.
Dopo lo spavento l’autista è riuscito prontamente a mettersi in salvo ed a chiamare i pompieri.
Gli stessi sono prontamente accorsi e hanno spento l’incendio e messo in sicurezza la zona.
Questi i video di quanto accaduto:
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