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Attualità

Dove le istituzioni non arrivano: “Portiamo Sonia lontano dalla guerra”

La raccolta fondi di Antonio, da Maglie, per salvare la famiglia di una bimba di 10 anni che aspettava di poter venire a studiare in Italia

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Ad una settimana dall’inizio della guerra in Ucraina, mentre le bombe seminano morte tra Kiev ed Odessa, tra Kharkiv e Mariupol, la sensazione di impotenza di fronte all’orrore inizia a farsi spazio nell’animo di chi, a distanza di migliaia di chilometri, segue gli sviluppi di un conflitto il cui epilogo è ancora ben lontano dall’essere scritto.


A questa sensazione si sta ribellando con forza una famiglia salentina. Una famiglia che, in realtà, potremmo già definire felicemente italo-ucraina: quella di Antonio Pizzileo e di sua moglie Tonia, due esercenti di Maglie (lui originario di Casarano) che, da un paio d’anni e dopo un lungo iter conoscitivo di quasi dieci, hanno adottato due bambini provenienti dal sud dell’Ucraina.


Oggi i loro due figli sono dei giovani uomini (di 18 e 21 anni) e loro, Antonio e Tonia, sono impegnati senza sosta nel tentativo di portar via dal terreno di guerra un’altra famiglia ucraina, rimasta bloccata tra soldati e carri armati invasori.


Lo stanno facendo con le loro forze e con quelle di quanti, in queste ore, stanno rispondendo positivamente al loro appello. E sono riusciti, in pochissimo tempo, a raccogliere alcune migliaia di euro per la loro causa.


Abbiamo deciso quindi di farci raccontare da Antonio la loro missione, partendo dal come hanno conosciuto la famiglia che vorrebbero far fuggire dai bombardamenti.


Prima dell’escalation che ha portato all’inizio del conflitto, abbiamo avviato la procedura per una nuova adozione. Abbiamo conosciuto così Sonia, una bimba ucraina di 10 anni con 6 sorelle ed un fratellino. A differenza dei nostri due figli che erano in orfanotrofio, però, Sonia vive con i suoi genitori. Questo elemento ci ha spinti a proporre una via alternativa all’adozione classica, che non la costringesse a separarsi dalla sua famiglia: abbiamo avviato una sorta di adozione a distanza, ospitandola periodicamente a casa nostra. Per lei ora il Salento è una seconda casa. È nato un bellissimo rapporto, anche con i suoi genitori che, qualche tempo fa, ci hanno espresso un desiderio, tanto loro quanto della bambina: quello di aiutarla a studiare in Italia. Stavamo iniziando a costruire questo futuro, quando è scoppiata la guerra”.


Dove si trova ora Sonia?


È bloccata con sua madre ed i suoi fratelli nella loro casa di Ivankiv, un piccolo centro tra Kiev e Chernobyl. Siamo in contatto con la più grande delle sue sorelle, che periodicamente riesce a telefonarci per aggiornarci sulla loro situazione. Purtroppo, essendo in tanti e con molti bimbi, non possono spostarsi. Mettersi in marcia a piedi, al freddo e percorrendo chilometri senza sapere dove andare, li esporrebbe a troppi pericoli. A pochi passi da loro, quotidianamente, vedono passare soldati armati e sentono spesso sparare”.


Come state cercando di aiutarli?


Ci siamo attivati da subito cercando supporto nei canali istituzionali. Abbiamo più volte scritto e telefonato ad associazioni, Farnesina ed anche ambasciata ucraina, ma non abbiamo ricevuto risposta da nessuno. Questa impreparazione delle istituzioni ed assenza delle onlus e delle associazioni ci ha lasciati attoniti. Ancor più al netto delle avvisaglie che lasciavano presagire, già per tempo, l’inizio del conflitto. Ai tanti proclami sentiti sin qui, son corrisposte pochissime azioni. Trovo incredibile che a distanza di una settimana non sia ancora stato aperto un corridoio umanitario. E che non si riesca nemmeno a comunicare con i tanti che cercano disperatamente, da altri Paesi, come facciamo noi, di aiutare ed accogliere in casa propria queste famiglie”.

E’ qui che avete capito di dover trovare una soluzione alternativa.


“Sì. Ed in un primo momento l’abbiamo cercata chiedendo aiuto a chi, speravamo, con mezzo proprio avrebbe potuto trasportare Sonia e la sua famiglia fuori dall’Ucraina. Non è stato possibile però raggiungerli ed ora siamo in attesa di un canale sicuro che possa portarli via. Per questo abbiamo attivato una raccolta fondi che in poco tempo ha visto tantissime adesioni. L’auspicio è quello di poter presto arrivare a loro emulando lo sforzo fatto da un’associazione di Napoli (l’associazione “Fratello Sole”) che è tra le poche riuscite a portar i primi bambini lontano dall’orrore della guerra”.


Il vostro obiettivo è quindi quello di trarre in salvo l’intera famiglia di Sonia.


A parte il padre, che non può lasciare l’Ucraina per via della guerra in corso, ci stiamo adoperando affinchè non solo Sonia ma anche le sue sorelle, suo fratello e la sua mamma possano venire in Italia assieme a lei. Lo stiamo facendo col supporto di un’altra famiglia, che è già affidataria di una delle sorelle di Sonia. Abbiamo però anche deciso che, qualora non fosse possibile aiutare loro, utilizzeremo quanto raccolto per supportare altre famiglie in difficoltà“.


Come stanno Sonia, le sue sorelle ed il suo fratellino?


Sono provati. Sono bloccati in una cantina di pochi metri quadrati. Il tempo passa e nessuno va loro in soccorso. I bambini più piccoli sono in difficoltà. Alcuni di loro hanno la febbre, iniziano tutti a sentire il peso di questi giorni. E la sfiducia prende piede, col passare delle ore”.


Chi volesse unirsi alla raccolta fondi può farlo mediante la pagina Facebook di Antonio che garantisce: “Documenteremo il modo in cui saremo riusciti a trasformare quel denaro in aiuto concreto“.


Lorenzo Zito


Attualità

Il sindaco di Maglie revoca la nomina di assessore ad Antonio Fitto

Rottura storica con l’ex primo cittadino magliese con cui Toma ha avuto un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni

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Il sindaco di Maglio Ernesto Toma comunica di aver disposto, con proprio decreto, la revoca della nomina di assessore ad Antonio Fitto, ponendo fine a un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni.

La spiegazione nelle parole del primo cittadino: “Antonio Fitto ha guidato la città come Sindaco per dieci anni con questa maggioranza e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Assessore nelle Giunte da me presiedute. In questo lungo arco temporale ha partecipato in modo diretto e continuativo a tutte le principali scelte politiche, amministrative e finanziarie del Comune, assumendosene pienamente la responsabilità.

Appare pertanto doveroso ristabilire la verità dei fatti di fronte ai cittadini: le recenti dichiarazioni con cui Antonio Fitto invoca oggi un “rilancio dell’attività amministrativa” risultano politicamente contraddittorie e poco credibili, poiché rivolte contro un’azione di governo che egli stesso ha contribuito a costruire, sostenere e approvare per due decenni. Non più tardi di pochi giorni fa, lo stesso Assessore ha votato in Giunta il Bilancio comunale, condividendone senza riserve contenuti, scelte e indirizzi strategici.

La scelta di candidarsi, senza nemmeno discuterlo con la propria maggioranza, alla carica di Sindaco di Maglie, con un progetto politico alternativo e dichiaratamente in contrapposizione all’attuale Amministrazione rappresenta una legittima ambizione personale, ma segna una rottura politica netta e non più compatibile con il ruolo di Assessore. Non è possibile, soprattutto in una fase pre-elettorale, amministrare una città e al contempo condurre una campagna politica contro l’Amministrazione di cui si fa parte. La revoca del decreto di nomina è quindi un atto di chiarezza politica, di rispetto istituzionale e di correttezza nei confronti dei cittadini, chiamati a scegliere tra progetti alternativi senza ambiguità, doppiezze o operazioni di scarico di responsabilità.

L’Amministrazione comunale continuerà il proprio lavoro fino alla conclusione naturale del mandato con coerenza, serietà e senso delle istituzioni, rivendicando con orgoglio il percorso compiuto e rimettendo, come è giusto che sia, il giudizio finale agli elettori”.

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Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”

Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.

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Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale. Questo nuovo spazio, già a disposizione di tutte le classi, è stato progettato per trasformare la didattica quotidiana in un’esperienza sempre più dinamica e inclusiva.
L’ambiente è stato dotato di strumenti all’avanguardia:
• Arredi modulari: 24 banchi trapezoidali, un tavolo collaborativo e 25 sedie, pensati per favorire il lavoro di gruppo.
• Tecnologia di ultima generazione: 25 Chromebook con relativo carrello caricatore e un monitor touch interattivo da 65 pollici.
• Formazione: Nei prossimi mesi i nostri docenti parteciperanno a corsi specifici sull’uso dei nuovi dispositivi e sulle metodologie didattiche collaborative digitali.
La Dirigente Annamaria Turco spiega: “La Fondazione con questo dono ha voluto fornire ai nostri alunni gli strumenti necessari per lo sviluppo di competenze digitali, di problem solving e di comunicazione, competenze ormai essenziali per i futuri cittadini europei, come indicato dal quadro di riferimento europeo Digicomp 2.3.
Gli arredi e i dispositivi sono pensati nell’ottica della Classe 4.0, promossa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che rappresenta un nuovo modello di ambiente di apprendimento che si discosta dalla tradizionale impostazione trasmissiva per una didattica innovativa, attiva e centrata sullo studente.
I ringraziamenti ufficiali sono stati espressi con profonda gratitudine il 16 dicembre 2025 durante il nostro Recital di Natale alla Dott.ssa Tina De Francesco e alla Dott.ssa Mariangela Martella, rappresentanti della Fondazione, per il loro concreto sostegno alla crescita dei nostri ragazzi. Il nostro plauso va anche alla Prof.ssa Laura Accoto, progettista dell’ambiente collaborativo“.
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Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”

Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo

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“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.

Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon

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