Surbo
Auto contro idrante: interrotte proiezioni al multisala di Surbo
L’episodio in serata, attorno alle 20, ha portato all’intervento dei vigili del fuoco che, per motivi di sicurezza, hanno dovuto sospendere le visioni in corso

Singolare episodio nella serata di oggi, lunedì 22 agosto, a Surbo.
Una Citroen C2 ha accidentale colpito un idrante, attorno alle 20, nel parcheggio del cinema multisala (foto a fine articolo).
L’idrante è finito divelto nell’impatto con la vettura, il cui conducente sembrerebbe non aver visto l’ostacolo nel piazzale semideserto.
Si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Lecce che, per ragioni legate alla sicurezza degli avventori, hanno dovuto sospendere le proiezioni del cinema Multisala.
Illeso fortunatamente il conducente della vettura e nessun altro ferito registrato.



Cronaca
Sigilli alla cava
Operazione “Stone Waste”, forestali sequestrano 20 ettari di un’area estrattiva

Sul prosieguo delle operazioni “Stone Waste 1 e 2”, rivolte ai contrasto agli abusi nelle attività estrattive, combinati con la gestione illecita dei rifiuti, i Carabinieri Forestali (Nucleo Investigativo-NIPAAF e Nucleo Forestale di Lecce) hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, apponendo i sigilli ad un’ area estrattiva di circa 20 ettari, in prosecuzione di quanto già effettuato, di iniziativa e nello stesso comprensorio, nel febbraio scorso.
Il sequestro ha interessato una cava posta nella contrada Santa Lucia, in agro di Lecce, al confine con i Comuni di Surbo e Trepuzzi.
Dagli accertamenti scaturiti nell’ informativa presentata dai Carabinieri Forestali è emerso che la ditta titolare aveva tuttora in corso l’esercizio di estrazione di materiale lapideo, sebbene l’ autorizzazione fosse stata revocata dalla Regione Puglia nel 2018, con contestuale provvedimento di sospensione dell’ attività.
Inoltre, i fronti di cava erano stati spinti ben oltre i 10 metri di “franco” di sicurezza dai confini delle particelle catastali, e su alcuni margini non era stata installata la prescritta recinzione; ancora, i Militari hanno stimato un volume di circa 50 metri cubi di deposito incontrollato di rifiuti, costituiti per lo più da scarti della lavorazione della pietra.
Nello scorso febbraio i Forestali avevano già denunciato il titolare della ditta alla Procura della Repubblica di Lecce per gestione di rifiuti non autorizzata ed esercizio abusivo di discarica di rifiuti speciali, sequestrando parte della cava.
Adesso è arrivato il provvedimento del giudice su questa ulteriore, vasta porzione del comprensorio estrattivo, motivato dalla contestazione dei reati, oltre che afferenti al Testo Unico Ambientale per l’aspetto dei rifiuti, al Testo Unico dell’Edilizia ed Urbanistica per interventi in assenza nel prescritto permesso, per le inadempienze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, per il mancato rispetto delle prescrizioni per la stabilità dei fronti di cava e delle distanze minime.
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Cronaca
Pezzotto Tv, parla l’avvocato difensore
L’avv. Paolo Cantelmo del foro di Lecce, legale di uno degli indagati: «Non esiste alcuna prova tecnica di utilizzo del cosiddetto “pezzotto” da parte dei cittadini sanzionati, né alcun riscontro effettivo di violazione del diritto d’autore»

Dopo l’operazione nel Salento della Guardia di Finanza contro il cosiddetto pezzotto, alimentando la pirateria Tv, riceviamo (e pubblichiamo di seguito) l’intervento dell’avv. Paolo Cantelmo del foro di Lecce, nella sua qualità di difensore di uno degli indagati.
L’avvocato Cantelmo ritiene doveroso fornire alcune «precisazioni fondamentali», in merito proprio vicenda giudiziaria che coinvolge quattro indagati per il cosiddetto “pezzotto”.
«Il relativo procedimento penale è stato iscritto nel 2022 (in relazione a presunti fatti reato risalenti dal 2017) e, ad oggi, nessuno degli indagati è stato ancora rinviato a giudizio, così come non è stato ancora notificato a nessuno di essi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Contrariamente a quanto erroneamente riportato da alcune testate, non è mai stata individuata e/o sequestrata alcuna “centrale” per lo smistamento di segnali criptati, così come non sono mai stati individuati decoder per la decriptazione, server o flussi di segnali pirata.
Tant’è che lo stesso consulente tecnico della Procura della Repubblica ha verbalizzato in modo esplicito: “È stata verificata dallo scrivente l’assenza di server per la decodifica dei segnali PayTV nei dispositivi sottoposti a sequestro”.
Nella fase iniziale delle indagini preliminari (il cui termine è scaduto ad aprile 2024, il reato viene ipotizzato esclusivamente sulla base di alcuni elementi indiziari.
Tuttavia, non è possibile allo stato attuale affermare che gli indagati siano effettivamente responsabili.
Negli ultimi mesi, l’argomento IPTV ha ricevuto un’attenzione mediatica crescente.
È bene ricordare che il sistema IPTV, di per sé, è perfettamente legale e rappresenta un metodo lecito per la trasmissione di segnali audio/video, salvo uso illecito.
Tuttavia, l’interpretazione distorta di questo sistema e la lotta, seppur doverosa, alla pirateria stanno portando a colpire indiscriminatamente anche soggetti estranei ai fatti come fruitori e/o operatori di servizi pienamente conformi alla legge.
Esemplare è il caso del sistema Piracy Shield, introdotto da AGCOM nel 2023 per il contrasto alla pirateria online, il cui funzionamento ha sollevato numerose perplessità anche da parte di esperti e addetti ai lavori.
Basti citare l’episodio dell’ottobre 2024, quando – per un’errata segnalazione da parte di DAZN – furono bloccati siti del tutto legittimi come Google Drive e YouTube, causando notevoli disservizi su larga scala.
Queste dinamiche distorte stanno avendo gravi ripercussioni anche sulla vicenda in oggetto: numerosi soggetti, circa 2300, del tutto ignari, si sono visti recapitare delle multe di 51€, in alcuni casi notificate persino direttamente dalla Guardia di Finanza presso il loro domicilio, per un servizio che non hanno mai utilizzato oppure che, se utilizzato, era perfettamente legale e non comportava alcuna violazione del diritto d’autore. Purtroppo, come spesso accade il fatto che il costo di un eventuale ricorso è superiore all’importo della sanzione stessa, spinge inevitabilmente la maggior parte dei soggetti, pur convinti della propria estraneità, a pagare una multa ingiusta pur di evitare ulteriori spese.
Tant’è che il collega civilista Avv. Pierluigi Masciullo, nutrendo forti perplessità in merito alla legittimità delle sanzioni fino ad ora notificate, sta proponendo numerosi ricorsi presentati dai cosiddetti “utenti finali”, i quali nella vicenda in questione sono stati sanzionati unicamente in base a semplici versamenti effettuati su carte prepagate riconducibili agli indagati, senza alcun riscontro oggettivo da parte della Guardi di Finanza di Lecce, in particolare: non è stato identificato alcun indirizzo IP dei clienti; non è stato sequestrato o visionato alcun dispositivo hardware in possesso ai clienti; non è stata indicata quale opera protetta sarebbe stata violata; non è stato indicato dove, quando o in che modo si sarebbe verificata la violazione.
In sostanza, non esiste alcuna prova tecnica di utilizzo del cosiddetto “pezzotto” da parte dei cittadini sanzionati, né alcun riscontro effettivo di violazione del diritto d’autore.
Le uniche evidenze sono riconducibili a pagamenti elettronici che potrebbero riferirsi a servizi perfettamente leciti.
Oltretutto è singolare che siano già state irrogate delle sanzioni, nonostante la responsabilità penale dei presunti fornitori di tali servizi non sia stata ancora definitivamente accertata né quantomeno sottoposta ad un opportuno contraddittorio giudiziale.
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Cronaca
Altra notte, altra auto: in fiamme una BMW

Questa volta siamo a Surbo: è qui che si è verificato, nella notte appena trascorsa, l’ennesimo incendio d’auto senza che se ne conoscano i colpevoli.
Alle 03:30 circa la chiamata al 115 che ha portato sul posto, in via Fratelli Trio, una squadra del Comando dei Vigili del Fuoco di Lecce.
Il mezzo, una BMW modello 525, era parcheggiato nell’area di sosta annessa ad una palazzina della zona.
L’intervento della squadra ha permesso di spegnere prontamente l’incendio che aveva coinvolto il veicolo, nonché di contenere le fiamme che avevano interessato anche diversi contenitori della nettezza urbana ubicati nelle immediate vicinanze.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del nucleo radiomobile di Lecce, per i provvedimenti di competenza.
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