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Attualità

Tricase Polo della ricerca e della salute, l’Acait cittadella amministrativa

Tre anni dopo il crollo. Si cerca transazione per concludere il contenzioso del fotovoltaico e sbloccare i lavori per lo Human Pole ed il trasferimento degli uffici Anagrafe e Servizi sociali. Intanto l’ospedale diventa IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). Il sindaco De Donno: «Unità di intenti per caratterizzare il basso Salento, a partire da Tricase, come il luogo in cui si mangia bene e si invecchia meglio»

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Era il 21 febbraio 2018 quando, al culmine dell’ennesimo piovoso pomeriggio di quell’inverno, in una triste domenica, parte della storica Acait venne giù.


Tre anni dopo nulla è cambiato: le macerie sono sempre lì, uno spettacolo desolante che deturpa la storia che fu.


La parte interessata dal crollo è quella sui cui tetti da poco erano stati installati dei pannelli fotovoltaici.


Il sindaco Antonio De Donno


E sta proprio qui il problema: un contratto in essere tra il Comune e la società che detiene i diritti per il fotovoltaico sulla superficie utile di tutti i tetti di proprietà comunale (Acait compresa) per 20 anni. In seguito al crollo si è aperto un contenzioso che non ha consentito alcun intervento.


Non è ancora stato stabilito se il crollo del 2018 sia stato causato da problemi strutturali o proprio dall’installazione dei pannelli. Come spiega il sindaco Antonio De Donno, «al momento abbiamo solo delle consulenze tecniche d’ufficio (CTU), peraltro discordanti tra loro: la cosa potrebbe andare molto per le lunghe. Per me la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un accordo, una transazione che accontenti tutti, per chiudere la questione e poter finalmente mettere mano ai lavori di messa in sicurezza e recupero». Proprio in questo senso le parti avrebbero intensificato le trattative e la questione sarebbe in via di definizione.


«Nel frattempo, però, l’idea progettuale per il futuro dell’Acait e di quella porzione di città è andata avanti», sottolinea il primo cittadino, «ora speriamo di risolvere presto la questione del contenzioso e poter finalmente intervenire».


Lo Human Pole


Resta in piedi, ovviamente, l’annunciato  progetto Human Pole: Alimentazione, Nutrizione e Benessere che mira a migliorare la sostenibilità dei sistemi alimentari mediterranei dal punto di vista ambientale, economico, sociale, culturale, salutistico e nutrizionale, incentivando un consumo sostenibile e responsabile.


Obiettivo che sarà raggiunto attraverso le competenze espresse e la sinergia attivata tra la struttura speciale “Coordinamento Health Marketplace”, il CIHEAM Bari, il Comune di Tricase, il Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed il Centro per le Malattie Neurodegenerative e l’invecchiamento celebrale, presso l’Azienda Ospedaliera Pia Fondazione “Card. G. Panico”.


Intorno allo Human Pole, che avrà sede nel corpo centrale dell’Acait ed i cui fondi finanzierebbero il 60% della parte statica e il 100% della ristrutturazione interna, prendono intanto forma le idee per la fruibilità di quello spazio nevralgico della città.


Una volta «definita l’ubicazione dei pannelli e attivato il finanziamento dello Human Pole con la ristrutturazione del corpo centrale per il centro sulla nutraceutica, potremo dare vita al progetto che ripensa nel complesso tutta la zona», annuncia il sindaco. Così nel primo capannone, quello attiguo a via Leonardo Da Vinci, «già ristrutturato e tornato in piena disponibilità del Comune, trasferiremo Anagrafe e Servizi Sociali, dando vita al processo di delocalizzazione dei servizi amministrativi che libererà dall’ingombro degli uffici Palazzo Gallone, destinato ad essere restituito alla città come contenitore culturale».


Quanto tempo occorrerà? «Puntiamo a completare l’operazione di trasferimento dei due uffici entro l’anno».

Il processo proseguirà poi con il coinvolgimento del secondo capannone, quello più interno: «Stiamo cercando di attingere ad un finanziamento per la bonifica dell’amianto per poi avviare il  trasferimento dell’Ufficio Tecnico Comunale. L’idea è quella di realizzare un mega ufficio avveniristico e funzionale. In questo modo potremo liberare i locali storici del Convento che, a loro volta, necessitano di un intervento di restauro statico. Il trasferimento progressivo degli uffici comunali, sommato alla presenza in zona anche della polizia locale e di parte dell’Ambito, trasformerà quella porzione di Tricase in una sorta di cittadella amministrativa. Tutta la zona andrà ovviamente ripensata e resa facilmente fruibile, magari sfruttando anche via Pirandello con i suoi parcheggi, adeguando le vie trasversali già esistenti per collegarla con il complesso Acait».


Necessità di adeguare la viabilità anche per consentire una connessione tra la nascitura cittadella amministrativa e la nuova biblioteca comunale di via Micetti («I lavori sono quasi completato: contiamo entro due mesi di procedere con l’inaugurazione»). Inoltre, in zona Lama, oltre al complesso residenziale in costruzione,  alla fine di via Pirandello (nei pressi dell’incrocio con via Vittorio Emanuele) sorgerà anche un supermercato, per cui sarà necessario anche pensare alla realizzazione di nuove strade.  Riguardo, infine,al capannone grande del complesso Acait, anch’esso da bonificare dall’amianto, il sindaco anticipa: «Ci sono diverse idee in ballo, definiremo al momento opportuno».


L’Ospedale diventa IRCCS


Come già annunciato dal Direttore generale Suor Margherita Bramato in tv,  è iniziato un percorso per la trasformazione del “Cardinale Panico” in IRCCS (Istituto di  Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), un ospedale nel quale vengono svolte attività di ricerca clinica, nonché di gestione dei servizi sanitari, che in virtù del contributo alla ricerca riceve finanziamenti pubblici.


Il settore è quello delle malattie neurodegenerative. Uno sviluppo in tal senso andrebbe a braccetto con lo Human Pole che sarà ospitato dall’Acait e che si occuperà di Nutraceutica.


Per dirla con le parole di Antonio De Donno l’intento è quello di «caratterizzare il Capo di Leuca e il basso Salento, a partire da Tricase, come il luogo in cui si mangia bene e si invecchia meglio. Tutte le energie», annuncia il sindaco, «stanno convergendo per far diventare il nuovo “Panico” uno dei centri più avanzati al mondo nel settore della ricerca contro le malattie neurodegenerative».


Già oggi l’ospedale tricasino è tra i  50 centri mondiali che fanno parte della rete internazionale per la sperimentazione di un nuovo farmaco contro la demenza. Questo grazie al lavoro svolto dal prof. Giancarlo Logroscino (direttore del Centro di Tricase e tra gli scienziati più influenti al mondo sulle malattie neurodegenerative).


La trasformazione in IRCCS salvaguarderebbe il “Panico” anche da un’eventuale rivalità con il nascituro ospedale pubblico che dovrà sorgere tra Maglie e Melpignano e che, nelle intenzioni, dovrebbe anch’esso essere d’eccellenza.


«Il progetto è quello di realizzare un polo di alta specializzazione che prevede anche la costruzione di una nuova struttura», aggiunge il primo cittadino, «questo favorirebbe il decentramento di parte della nascente facoltà di medicina di Unisalento a Tricase.


Contemporaneamente, nella zona industriale, favoriremmo la nascita di start-up che partecipino all’economia di contorno del polo di eccellenza medica e di ricerca. Tanti giovani, invece di dover fare le valigie e partire, troverebbero un pezzo di università e aziende che lavorano nel settore proprio in casa loro.


Ministero della Salute, il Presidente della Regione Michele Emiliano con il suo nuovo consigliere Ernesto Abaterusso che ci fa da ponte, vertici dell’ospedale e amministrazione comunale: tutti insieme», giura, infine, De Donno,  «stiamo spingendo perché questo ambizioso progetto possa arrivare a compimento».


Giuseppe Cerfeda


Attualità

Ospedale di Scorrano: Il Tuo Sorriso, il Nostro Ricordo

Al Reparto di Psichiatria del “Veris Delli Ponti” la cerimonia di donazione nove televisori, un amplificatore stereo e un biliardino da parte dell’Associazione di Martano

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Si è svolta questa mattina, presso il Reparto di Psichiatria (SPDC) dell’Ospedale “Veris Delli Ponti” di Scorrano, la cerimonia ufficiale di donazione promossa dall’Associazione di Volontariato Il Tuo Sorriso, il Nostro Ricordo di Martano.

L’associazione ha consegnato al reparto nove televisori, un amplificatore stereo e un biliardino, strumenti pensati per migliorare il benessere psico-fisico delle persone ricoverate per favorire momenti di svago, socializzazione e quotidianità all’interno del percorso terapeutico.

Il valore complessivo dei materiali donati è pari a tremila euro, raccolti durante gli eventi estivi conclusi con il Memorial dello scorso 21 agosto.

Questa iniziativa rientra nella missione dell’associazione, nata per preservare il ricordo di Simone e Francesca e trasformarlo in azioni concrete a favore del territorio e delle realtà sociosanitarie locali.

Alla cerimonia erano presenti i direttori sanitari, i dirigenti medici e i rappresentanti istituzionali, tra cui il sindaco di Martano e presidente della Provincia di Lecce Fabio Tarantino, e il sindaco di Scorrano Mario Pendinelli, che hanno espresso profonda gratitudine verso l’associazione e verso i giovani che ne fanno parte.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto dalla caposala Adriana Cocciolo, prezioso “anello di congiunzione” tra il reparto e i ragazzi dell’associazione.

Tra le autorità presenti, il Direttore Sanitario Aziendale ASL Lecce Dott.ssa Maria Nacci, il Direttore del Dipartimento Salute Mentale ASL Lecce Dott. Serafino De Giorgi, il Direttore del Dipartimento Reti Ospedaliere dell’ASL Lecce, Dott. Osvaldo Maiorano, il Direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura del Presidio Ospedaliero di Scorrano Dott. Francesco Macri.

A più voci è stato sottolineato come la scelta di destinare la donazione proprio al reparto di Psichiatria rappresenti un gesto di grande sensibilità e attenzione: «Prendersi cura del benessere psico-fisico di chi vive momenti di fragilità è fondamentale. Che questa attenzione provenga da giovani del territorio rende il gesto ancora più ammirevole e significativo.”

L’associazione ha ricevuto una targa ricordo, donata dal reparto come segno di riconoscenza per l’impegno profuso nel sostenere la salute mentale e i bisogni della comunità.

La cerimonia è stata arricchita da un vivace momento musicale curato dai Vasapiedi con Damiano Mulino, che ha contribuito a creare un clima di partecipazione e vicinanza emotiva.

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Attualità

I Riti della Terra e del Cibo a Uggiano La Chiesa

Rassegna di antropologia visuale “Luoghi e Visioni”. Domani, in occasione della Festa di Santa Lucia, dalle 17 la rassegna di cinema antropologico promossa da Salento Km0 dedicata al valore simbolico e sociale del cibo

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In occasione della Festa di Santa Lucia, ricorrenza che da sempre intreccia devozione e pratiche alimentari, Salento Km0 propone una nuova edizione della rassegna di cinema antropologico dedicata all’esplorazione del cibo come espressione culturale, simbolica e comunitaria.

Domani, presso la Sala Consiliare “Sandro Pertini” in via Garibaldi a Uggiano, un articolato programma di attività, incontri e proiezioni.

Si inizierà alle 17 con “Vita e morte in un chicco di grano”, laboratorio partecipativo condotto da Francesca Casaluci, dedicato al grano cotto (o Cuccìa di Santa Lucia, vedi foto in alto in evidenza), piatto rituale diffuso in diverse aree del Mediterraneo e tradizionalmente preparato in onore della santa siracusana. L’esperienza collettiva offrirà l’occasione per riflettere sul cibo come gesto simbolico e pratica comunitaria, capace di andare oltre la sua dimensione materiale.
La partecipazione al laboratorio è gratuita (su prenotazione al 3286594611).

A seguire, “Il giorno più corto che ci sia”: dialogo con Rosa Parisi, docente di Antropologia presso l’Università del Salento, accompagnato dalla proiezione di due documenti audiovisivi di rilevante valore storico e etnologico: La cena di San Giuseppe di Giuseppe Ferrara (1963), testimonianza della tradizione siciliana di offrire un pranzo a poveri e orfani in onore di San Giuseppe, con pani votivi e pietanze rituali; uno spezzone di La Festa, la Farina, la Forca (1979) di Sergio Spina per la Rai, realizzato con la partecipazione di Rina Durante e del Canzoniere Grecanico Salentino.

La serata continuerà per le strade del paese dove, al termine della processione dedicata a Santa Lucia, sarà acceso il tradizionale falò simbolo di purificazione, accompagnato da spettacoli circensi e dal profumo degli stand gastronomici.

La rassegna si inserisce nel progetto Casamassella – Borgo delle Tessitrici, finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito del Bando PNRR Borghi 2023–2026, e realizzata in collaborazione con il laboratorio di antropologia visuale “Luoghi e Visioni” di Meditfilm.

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La Dolcezza del Natale

Che dolce mangiamo? Il panettone resta il re delle feste di fine anno senza trascurare la tradizione: Purceddrhuzzi, Cartellate, Mustazzoli, Pasta di mandorla, Cupeta e Pitteddhe. Chiediamolo ai nostri passticceri loro: Quali sono i dolci natalizi più richiesti dai clienti? Come mantenete viva la tradizione salentina? Come scegliere un buon panettone? Quali le novità del Natale 2025?

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I dolci tipici natalizi della provincia di Lecce sono i Purceddrhuzzi (palline fritte e ricoperte di miele) e le Cartellate (intrecci di pasta fritta a forma di rosa, spesso con vincotto), accompagnati da Mustazzoli (biscotti speziati alle mandorle, foto a destra), Pasta di mandorla, Cupeta (croccante di mandorle) e Pitteddhe (crostatine alla marmellata), che riflettono una tradizione popolare con ingredienti semplici come miele e mandorle, influenzati dalla storia bizantina.

I GRANDI CLASSICI  DEL NATALE SALENTINO

I Purceddrhuzzi: sono piccoli gnocchetti di pasta fritta, profumati all’anice, ricoperti di miele caldo, decorati con codette colorate, cannella, mandorle o pinoli.

Le Cartellate o Carteddhrate sono strisce di pasta frolla intrecciate a formare una rosa (o simbolo religioso), fritte e immerse nel miele o nel vincotto, secondo la tradizione.

I Mustazzoli: biscotti speziati (cannella, chiodi di garofano, cacao) e aromatici, a base di farina, mandorle, zucchero e vino bianco, spesso a forma di parallelepipedo o a «S».

Pasta di Mandorla: Biscotti morbidi a base di mandorle, zucchero e albumi, che assumono varie forme.

La Cupeta: è un croccante simile al torrone, fatto con mandorle, zucchero caramellato, vaniglia e scorza di limone, tipico anche delle feste patronali.

Le Pitteddhe: crostatine di pasta frolla ripiena di marmellata (uva o fichi), arricchite con mandorle tritate o vino cotto, un dolce povero ma gustoso.

Non sono propriamente classificabili tra i dolci (anche se qualcuno forza la mano) ma in Salento, in tutte le stagioni, figurarsi a Natale, non possono mancare da tavola le tradizionali pittule. Per i visitatori ancora poco avvezzi alla nostra cucina: si tratta di una sorta di frittelle salate, spesso servite calde a Natale come accompagnamento salato, a volte anche con uva sultanina per una nota agrodolce. Provare per credere!

IL PASTICIOTTO – MORCIANO DI LEUCA

Salvatore Salerno de Il Pasticciotto di Morciano di Leuca riferisce che i dolci natalizi più richiesti «sono le cartellate, panettoni di vari gusti, tronco in pasta di mandorle».

Riguardo alle Cartellate aggiunge che «sono una tradizione di famiglia. Sin da piccolo ogni anno aspettavo questo momento da condividere con i miei parenti».

La tradizione nella pasticceria morcianese è importante e da rispettare: «Cerchiamo di mantenere viva la tradizione dei dolci salentini rispettando le ricette originali e usando prodotti di alta qualità».

Anche se ha non ha origini nostrane, ovviamente il Panettone, anche alle nostre latitudini, è il dolce più gettonato del periodo.

Il consiglio di Salvatore «per scegliere un buon panettone è quello di affidarsi a piccole botteghe artigianali, che producono il panettone con la garanzia di freschezza e qualità».

Ed è anche un dolce su cui sbizzarrirsi, sempre nel rispetto della tradizione.

Quest’anno, a Il Pasticciotto, «come novità, oltre agli otto gusti già proposti gli anni passati, ci sarà il panettone con impasto al caffè e gocce di cioccolato bianco».

DOLCEMENTE – TRICASE

Anche ad Andrea Ferraro di Dolcemente (Tricase) abbiamo chiesto quali sono i dolci natalizi più richiesti dai clienti: «Il panettone senza ombra di dubbio, ma anche i dolci tradizionali come tronchetti in pasta di mandorle e per i più golosi anche soggetti in cioccolato».

Come mantenete viva la tradizione dei dolci natalizi salentini nella vostra pasticceria?

«Facendo trovare ai nostri clienti già dai primi giorni di dicembre una vasta scelta di prodotti proprio legati alla nostra tradizione»

Come scegliere un buon panettone e/o pandoro?

«Noi consigliamo vivamente di acquistare il panettone o il pandoro solo presso artigiani che curano la qualità, i quali senza ombra di dubbio usano ingredienti genuini e rispettano tutti i criteri di produzione».

Per quest’anno presenterete delle novità?

«Oltre alla soggettistica in cioccolato che ogni anno porta sempre tante nuove proposte, quest’anno abbiamo presentato il nostro nuovo panettone ispirato alla iconica torta foresta nera”. Un panettone con impasto al cioccolato fondente e amarene semicandite… assolutamente da provare!».

FORNO CASCIARO – TIGGIANO

Al Forno Casciaro di Tiggiano, «i dolci più richiesti  sono le nostre paste secche, ricche di mandorla, i Mustazzoli che con i loro aromi conquistano sempre i clienti, e poi ancora purcedduzzi, cartellate e l’immancabile panettone».

Panettone che anche quest’anno è valso a Gabriele Ricchiuto il riconoscimento di Panettone d’Autore, il premio nazionale assegnato da una giuria di maestri lievitisti a Brescia.

«Per tenere vivo lo spirito natalizio, della condivisione e del coinvolgimento», riferisce Gabriele, «organizziamo spesso delle degustazioni in panetteria per creare un ambiente cordiale e armonioso».

Al Forno Casciaro si possono ritrovare sapori antichi anche perché «dietro i nostri dolci natalizi c’è una grande sinergia fatta di dedizione, passione e cura, quella stessa cura con la quale i nostri nonni ci donavano i frutti del loro lavoro in un incarto semplice ma ricco d’amore. Per questo molti sono attratti dai profumi che ricordano i dolci fatti in casa di una volta».

Per guidare la clientela a scegliere bene il proprio panettone il Forno Casciaro dispiega «diverse proposte partendo da un gusto più delicato e fruttato, come quello delle fragoline, fino a gusti più decisi e intensi come quello rum e cioccolato. Abbiamo poi favorito l’incontro tra la tradizione salentina e il grande lievitato con il Panettone al Mostacciolo».

Per concludere con la novità del Natale 2025: «Abbiamo il Panettone alla Birra, realizzato in collaborazione con un birrificio artigianale, creando una struttura estremamente soffice e particolare tutta da assaporare».

«Se volete scoprire tutti gli altri gusti seguiteci sui social, oppure», conclude con un invito Gabriele Ricchiuto, «venite direttamente in panetteria, vi aspettiamo».

PASTICCERIA FABRIZIO NAPOLI – TORRE SAN GIOVANNI

Il dolce più richiesto per le feste, presso la Pasticceria Fabrizio Napoli, a Torre San Giovanni, resta «senza dubbio il panettone».

Secondo Fabrizio Napoli, «un buon panettone si riconosce tagliandolo a metà. Dalle alveature si può capire se è stato fatto con un buon lievito madre, mentre dal profumo e dalla morbidezza possiamo capire la qualità degli ingredienti che sono stati usati per produrre quel panettone».

«Come dolce tradizionale», precisa, infine, il pasticciere, «sono molto richiesti i purciaddhuzzi: grazie alla semplicità degli ingredienti (farina, olio, vino, miele), alla tecnica della frittura e al dolcificante naturale, incarnano la tradizione contadina e domestica del Salento».

LE MILLE VOGLIE – SPECCHIA

Anche da Millevoglie a Specchia, quello natalizio è un periodo che dà un gran daffare.

Giuseppe Zippo confida che «i dolci Natalizi più richiesti sono il panettone, i mustazzoli e i tronchetti di pasta di mandorle».

Sul dolce principe di Natale vale la pena ricordare come tuto ebbe inizio: il panettone nacque come sfida di un giovanissimo Giuseppe.

Alla prima infornata, quasi 25 anni fa fece giusto una decina di panettoni e da lì non si è più fermato.

Dal 2016 sono piovuti i primi riconoscimenti, diventati negli anni un’abitudine per il pasticciere di Specchia che anticipa: «La novità del 2025 è il panettone Gioia dedicato a mia figlia, la secondogenita. Trattasi di un panettone con impasto al fondente e lamponi, glassa al cioccolato bianco e perline di lamponi».

Giuseppe aggiunge: «Manteniamo viva la tradizione cercando di far conoscere sempre più il nostro panettone, partecipando ad eventi e degustazioni gratuite. Un buon panettone lo fanno gli ingredienti, la scadenza breve (massimo 40 giorni), l’artigianalità e (ahimè) il prezzo. Ingredienti e materie prime eccellenti, un processo attento, lento e artigianale darà certamente vita ad un prodotto di alto livello».

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