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Attualità

Una App per non usare le App

Finanziata con più di 10mila euro la realizzazione di “9seconds”, il gioco per combattere la dipendenza da smartphone

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Più di cinquemila euro in meno di un mese e mezzo per finanziare la realizzazione di una app che ha l’obiettivo di… non fare usare le app. Il progetto si chiama “9seconds” ed è firmato da un gruppo interdisciplinare nato nell’ambito del “Contamination Lab” dell’Università del Salento, un laboratorio per diffondere tra studenti e laureati la cultura imprenditoriale e la capacità d’innovazione. Un successo annunciato per Luca Podo e Benito Taccardi, laureati in Ingegneria dell’Informazione, Alessandro Colonna, dottore in Scienze della Comunicazione, e Davide Margarito, grafico pubblicitario, che hanno visto l’idea diffondersi rapidamente tra pubblico e addetti ai lavori fino al finanziamento al 108% di quanto richiesto attraverso la piattaforma di crowdfunding Eppela. Grazie al cofinanziamento di PostePay Crowd, più di 10mila euro sono adesso a disposizione per la realizzazione della app.


«La soglia di attenzione di un pesce rosso è di 9 secondi. Secondo uno studio condotto da Microsoft in Canada, l’uso eccessivo dello smartphone ha abbassato la nostra ad appena 8 secondi. Non è possibile, ci siamo detti, dobbiamo fare qualcosa». È così che è nata l’idea di “9 Seconds”, spiegano i giovani clabber, una app già pronta in versione test che punta proprio a combattere la dipendenza da smartphone “premiando” gli utenti per il tempo passato offline. Due o più giocatori potranno competere nella sfida di riuscire a non usare lo smartphone il più a lungo possibile. «L’idea, insomma, è quella di mettere in pausa il dispositivo nei momenti in cui è richiesta più concentrazione, come lo studio, il lavoro o quando si è al volante, o nei contesti in cui è preferibile socializzare: quando si esce o quando si mangia in compagnia presso un ristorante, un pub o una pizzeria». Non per niente, tra i sostenitori del progetto anche diverse imprese nel settore della ristorazione, che metteranno a disposizione premi e sconti per gli utenti “vincitori” delle sfide tramite app.


Per l’elaborazione del progetto, il gruppo è stato seguito dai docenti UniSalento Valentina Ndou (mentor nella definizione e nel disegno del modello di business) e Luigi Patrono, e da Pasquale Stefanizzi, esperto in finanza innovativa e consulente finanziario d’impresa, facilitatore didattico del CLab.

«All’interno del Contamination Lab puntiamo sui giovani talenti motivati», sottolinea la professoressa Giusy Secundo, coordinatrice del CLab assieme al Delegato del Rettore alla Ricerca Giuseppe Maruccio, «Le smart technology sono una delle aree nelle quali il CLab punta a sviluppare i progetti innovativi. Nel CLab gli studenti vivono in un ambiente informale, nel quale i docenti diventano mentor e coach del loro percorso. L’adozione di metodologie di apprendimento basate sullo sviluppo di progetti d’impresa, la creazione delle soft skill così fondamentali in tutti i contesti di lavoro, e infine la motivazione e la dedizione dei team di lavoro interdisciplinari sono gli elementi alla base per costruire il futuro dei nostri giovani».


Sito web: www.9seconds.it


Attualità

Tricase: dopo l’annuncio del candidato sindaco, Minonne lascia il PD

Il consigliere comunale eletto con il Partito democratico: «Vincenzo Chiuri, persona di elevata professionalità e meritevole di stima, ma si è arrivati alla sua nomina con un percorso non condiviso»

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Dopo il comunicato con cui Partito democratico, Sinistra italiana e Cantiere civico hanno annunciato la candidatura a sindaco di Vincenzo Chiuri, arrivano la defezione e l’annuncio di dimissioni dal PD del consigliere comunale Francesco Minonne.

«Considerati gli ultimi sviluppi politici che hanno portato il Partito Democratico di Tricase alla candidatura a sindaco del Dott. Vincenzo Chiuri, persona di elevata professionalità e meritevole di stima, con un percorso non condiviso», il consigliere Minonne, comunica di «valutare le dimissioni da consigliere comunale del PD e di non rinnovare la tessera di partito».

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Attualità

Acido cianidrico nei Sapori Amaretti alle mandorle della Colussi

Sono stati rilevati valori troppo alti di acido cianidrico. Non possono essere esclusi seri rischi per la salute. Sconsigliato il consumo

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Colussi SpA Milano ha emesso un richiamo dei suoi Sapori Amaretti alle mandorle in confezioni da 175 g con date di scadenza 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

L’azienda afferma che negli amaretti sono stati riscontrati livelli elevati di acido cianidrico e non possono essere esclusi rischi per la salute.

Nello specifico si tratta di due lotti delle confezioni da 175 gr Lotto L355122 1 e L355237 1 con scadenza rispettivamente del 2 maggio 2026 e 25 agosto 2026.

Le altre date di scadenza e gli altri prodotti del marchio “Sapori”, non sono interessati dal richiamo.

Gli amaretti interessati dal richiamo sono prodotti da Colussi S.p.A. con sede legale in via G. Spadolini n° 5, nella città metropolitana di Milano.

L’acido cianidrico (HCN) o cianuro di idrogeno, chiamato anche acido prussico, è una tossina naturale con elevata tossicità acuta, caratterizzata dall’inibizione della respirazione cellulare.

Ciò può causare un’intossicazione acuta con sintomi quali convulsioni, vomito e mancanza di respiro, che possono portare a paralisi respiratoria fatale.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” di Lecce, raccomanda a coloro che hanno acquistato il prodotto incriminato, di non consumare gli articoli interessati e di restituirli, non aperti o anche già aperti, al rispettivo punto vendita.

Il prezzo di acquisto verrà rimborsato, anche in assenza di scontrino.

Chi abbia assunto questa sostanza e successivamente manifesti sintomi gravi o persistenti dovrà consultare un medico.

Non è consigliabile, invece, un trattamento medico preventivo in assenza di sintomi.

 

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Attualità

“Campagna pubblicitaria…stonata”: la segnalazione da Ruffano

Un nostro lettore commenta un manifesto apparso in queste settimane in paese: “Uso improprio del volto femminile, per di più estrapolato da un film drammatico che narra di una patologia”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera giunta in Redazione da un nostro lettore di Ruffano che segnala un uso improprio del volto femminile su una campagna pubblicitaria che solleva, quantomeno, delle perplessità.

Segnalo la comparsa, più o meno dal 10 novembre scorso, di un manifesto pubblicitario affisso nei pressi del parco di via Torino, sulla strada che collega Ruffano a Montesano.

Tale manifesto pubblicitario dovrebbe riguardare la vista con conseguente controllo e acquisto di occhiali ma il claim, “vedere è un piacere”, viene associato ad un’immagine di una donna in evidente stato di godimento sessuale quindi l’associazione con il vedere e la vista in generale viene messo in secondo piano.

A parte l’azzardo di tale associazione, la donna presente sul manifesto fa parte a sua volta di un manifesto cinematografico, relativo al film “Nymphomaniac” del regista Lars von Trier, ed è l’attrice anglo-francese Charlotte Gainsbourg.

Si tratta di un film dal taglio drammatico che tratta di una patologia seria di cui soffre la protagonista. Non so se l’agenzia pubblicitaria si è resa conto dell’accostamento di tale immagine ma rimane il fatto che si è fatto un uso improprio del volto femminile in questione con un’espressione intima e chiaramente sessuale.

Si sarebbero potute usare molte altre metafore per esprimere l’importanza della vista e dei controlli periodici.

Inoltre, vorrei sottolineare la scorrettezza dell’allusione, escludendo dall’ipotetico piacere ad esempio i non vedenti. Il responsabile della ditta pubblicizzata (che non è di Ruffano, NdR), cui ho personalmente rivolto le mie perplessità, ha affermato, udite udite, che la “modella” non è uguale all’attrice del film. Giudicate voi (seguono foto).

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