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Attualità

Leuca, Porto Turistico nell’occhio del ciclone

Verso la revoca della concessione cinquantennale alla Spa Porto Turistico, accusata di una serie di inadempienze ed ora indagata per presunti reati nella gestione

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di Lorenzo Zito


Verso la revoca della concessione cinquantennale alla Spa Porto Turistico, accusata di una serie di inadempienze ed ora indagata per presunti reati nella gestione


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Il porto turistico di Leuca torna al centro dell’attenzione pubblica, tra carte bollate, indagini e accuse reciproche. La Regione Puglia ha avviato la procedura di revoca della concessione cinquantennale alla società “Porto Turistico Marina di Leuca S.p.A.”, con la motivazione del mancato rispetto degli obblighi previsti. Una scelta destinata a segnare un passaggio cruciale in una vicenda che si trascina da anni tra promesse disattese e lavori mai partiti.


A determinare la decisione è stato un sopralluogo tecnico che ha rilevato: “Lavori mai fatti, irregolarità catastali, strutture senza autorizzazioni dal 2020: una gestione del porto turistico totalmente fuori controllo”. E’ quanto descrivono dall’opposizione i consiglieri Calabrese Roberto, Chiffi Giulia, De Nuccio Francesco, Pizzolante Katya e Rosafio Annamaria intervenuti sul tema con una nota diffusa alla stampa.


La Regione ha contestato alla società di avere perfino inviato una falsa comunicazione di inizio lavori”, continuano dalla minoranza. “Le opere mai realizzate, consistenti tra l’altro nella palazzina servizi, nel dragaggio e nella viabilità di raccordo col lungomare, costituivano lo scopo pubblico della concessione cinquantennale rilasciata nel lontano 2008”.


Lo stesso gruppo d’opposizione nel marzo scorso aveva già inviato un esposto in merito sia alla mancata realizzazione delle suddette opere, a 17 anni dal rilascio della concessione, sia all’inosservanza delle norme dello statuto societario, che prevedono la decadenza del socio privato fallito, a fronte di una sentenza di fallimento risalente a ben 4 anni fa.


Ne consegue che non è solo la politica locale a occuparsi del caso. Nei giorni scorsi, è emerso che la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta su presunti abusi edilizi legati proprio alla gestione del porto turistico. Un’indagine che, con le ipotesi di reato di abusi edilizi e violazione del codice di navigazione, vede l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente del consiglio di amministrazione della società Porto di Leuca spa (le cui quote sono della Igeco al 51% e del Comune al 49%); l’ex commissario prefettizio che guidò la gestione della società Igeco nel 2022, quando questa fu sottoposta a interdittiva, ed un’architetta della società Porto di Leuca spa. 

L’inchiesta farà luce sulla realizzazione di opere e ampliamenti non conformi agli strumenti urbanistici, in particolare nella zona dei locali tecnici e di alcune aree commerciali del porto. Alcune costruzioni sarebbero state eseguite in assenza di permessi o in difformità rispetto a quanto autorizzato. Si parla, tra l’altro, di volumetrie realizzate a pochi metri dal mare, in area demaniale, e in assenza di adeguate procedure di valutazione paesaggistica.


In questo clima teso, il sindaco di Castrignano del Capo, Francesco Petracca, ha rilasciato dichiarazioni chiare e articolate sulla posizione dell’amministrazione. «È vero – ha confermato – che c’è stato un sopralluogo che ha constatato il mancato avvio di alcuni lavori. Ma è altrettanto vero che la società sta portando avanti delle controproduzioni. Per questo attendiamo con attenzione gli sviluppi. Nel frattempo, ci siamo attivati per tutelare l’interesse del Comune».


Il sindaco ha spiegato che l’Amministrazione si è affidata a un legale per provare ad acquisire le quote del socio privato fallito, un passaggio ritenuto cruciale per il futuro della società mista che gestisce il porto. «L’articolo 16 dello statuto della Porto Turistico S.p.A. stabilisce che il socio fallito è da dichiararsi decaduto. Ci stiamo muovendo su due piani: da un lato il dialogo con la curatela fallimentare per formalizzare la decadenza; dall’altro lato, osserviamo l’azione della Regione, che potrebbe procedere alla revoca della concessione per inadempienza».


Un’eventualità, quella della revoca definitiva, che preoccupa il primo cittadino: «Stiamo lavorando per salvare la concessione, perché la sua perdita rappresenterebbe un danno gravissimo per tutta la comunità. Il porto è una risorsa strategica per l’economia e per l’immagine turistica del nostro territorio».


Infine, un messaggio diretto all’opposizione, che di recente lo ha attaccato richiamando una sua dichiarazione di alcuni mesi fa quando, per richiamare alla calma sul tema, accusò le minoranze di “voler intorpidire le acque portuali”: «La vicenda del porto non ha colore politico. È una questione di interesse generale, con radici profonde nel tempo. Invece di polemiche, avrei preferito ricevere proposte concrete per affrontare i problemi. Vedo molta propaganda e poche idee».


 


Andrano

Stanziati 5 mln di euro per la chiusura della discarica di Poggiardo

La Giunta della Regione Puglia, su proposta dell’Assessora all’ambiente Serena Triggiani, ha approvato una delibera con cui…

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𝐄𝐗 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐀𝐑𝐈𝐂𝐀 𝐒𝐈𝐓𝐀 𝐈𝐍 𝐋𝐎𝐂𝐀𝐋𝐈𝐓𝐀’ 𝐏𝐀𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐙𝐙𝐄 𝐀 𝐏𝐎𝐆𝐆𝐈𝐀𝐑𝐃𝐎. 𝐅𝐈𝐍𝐀𝐋𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 𝐋𝐀 𝐂𝐇𝐈𝐔𝐒𝐔𝐑𝐀 𝐃𝐄𝐅𝐈𝐍𝐈𝐓𝐈𝐕𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐌𝐄𝐒𝐒𝐀 𝐈𝐍 𝐒𝐈𝐂𝐔𝐑𝐄𝐙𝐙𝐀

𝐔𝐧’𝐨𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝟐𝟔 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝟏𝟗𝟗𝟕 𝐚𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟓 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐢 𝐮𝐫𝐛𝐚𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞𝐱 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨.

Lunedì 4 agosto 2025 la Giunta della Regione Puglia, su proposta dell’Assessora all’ambiente Serena Triggiani, ha approvato una delibera con cui ha stanziato 5 milioni di euro a fondo perduto, per finanziare la chiusura definitiva e la messa in sicurezza delle discariche pubbliche.

Nella tipologia prevista dal provvedimento regionale rientra la ex discarica presente sul nostro territorio, in funzione dal 1997 al 2005 e gestita da Monteco S.p.A.  La Regione Puglia, infatti, ha inteso rivolgere il provvedimento alle “discariche pubbliche nel tempo configuratesi quali discariche di bacino (ex ATO provinciali) a servizio di una pluralità di Comuni conferitori.”

E’ 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐠𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐨, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞. Finalmente i costi per la realizzazione del progetto di chiusura e messa in sicurezza della ex discarica (quasi 3 milioni di Euro) non saranno più a carico del Comune di Poggiardo, ma a carico della Regione Puglia. 

Di questo provvedimento ne beneficeranno anche tutti i Comuni conferitori, in quota parte rispetto ai rifiuti conferiti (Andrano, Bagnolo del Salento, Botrugno, Cannole, Carpignano Salentino, Castro, Cursi, Diso, Giuggianello, Giurdignano, Maglie, Melpignano, Minervino di Lecce, Muro Leccese, Nociglia, Ortelle, Otranto, Palmariggi, Sanarica, San Cassiano, Santa Cesarea Terme, Scorrano, Spongano, Surano, Supersano e Uggiano la Chiesa). 

Residuano i costi della post gestione, a carico dei Comuni, nella misura in cui saranno effettivamente verificati e dovuti.

La nostra Amministrazione“, in una nota il sindaco Antonio Ciriolo, ” è stata impegnata costantemente su questo fronte, con l’obiettivo di ottenere questo risultato che porta, in primis, alla definizione della chiusura e messa in sicurezza della ex discarica, per  le conseguenze ambientali e sanitarie che il mantenimento della situazione attuale potrebbe comportare per la nostra Comunità, a causa dell’infiltrazione di acque meteoriche nel corpo dei rifiuti; al contempo, questo provvedimento consente di evitare che i costi per la realizzazione del progetto di chiusura gravino esclusivamente sulle tasche dei cittadini di Poggiardo e degli altri 26 Comuni della Provincia di Lecce.

Auspichiamo”, continua, “che con questo provvedimento si possa scrivere la parola 𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞𝐱 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚’ 𝐏𝐚𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐞, attraverso la sua definitiva messa in sicurezza e riqualificazione e la realizzazione dell’articolato progetto di chiusura che prevede, tra le tante misure, la risagomatura della stessa, la gabbionata perimetrale di stabilizzazione, le opere relative alla gestione delle acque meteoriche e alla raccolta del percolato, inclusi i monitoraggi e le emissioni del biogas, qualora presenti. 

A conclusione”, conferma il sindaco, “si effettuerà la piantumazione di varie specie arboree che non lasceranno più spazio alla vista di quel telo nero che oggi ricopre la ex discarica”.

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Attualità

Malasanità: Galatina, manca il medico e si sospende l’ecocolordoppler per un mese

La laconica risposta: “L’Ambulatorio di ecocolordoppler verra sospeso per assenza del medico dal 28 luglio al 23 agosto 2025. Eventuali richieste di ECD ambulatoriale che d’urgenza dovranno essere inviate presso altre strutture”…

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Si fa presto a gridare alla malasanità, alla gravosa difficoltà di reperire ambulatori e visite mediche in un tempo ragionevolmente compatibile con la nostra salute, se poi ci si mettono le ferie, ferragosto e trastulli estivi vari, allora è finita.

E’ di questa mattina l’ultimo accorato appello di un malato giunto (via posta) in Redazione, dove nello stringato ma esiziale messaggio si legge: “In un momento particolarmente gravoso per noi pazienti di trovare una prenotazione in tempi ragionevoli e non doverci rivolgerci ai privati a pagamento, ci sono ambulatori che addirittura restano chiusi per ferie per 28 giorni!“.

Infatti, nella nota rilasciata dal presidio ospedaliero del Santa Caterina, ospedale di Galatina si chiarisce. ” L’Ambulatorio di ecocolordoppler verra sospeso per assenza del medico dal 28 luglio al 23 agosto 2025. Eventuali richieste di ECD ambulatoriale che d’urgenza dovranno essere inviate presso altre strutture“:

Commenti? Non ne servono, basterebbe, piuttosto, una forte presa di coscienza e assunzione di responsabilità di chi è preposto a vigilare, per fare in modo che tutto questo non accada.

 

 

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Attualità

Tolleranza zero per chi getta i rifiuti dall’auto: fino a 18mila euro di multa

E nei casi più gravi l’arresto, ma consente anche l’utilizzo delle immagini delle telecamere pubbliche e private come prova per colpire i trasgressori, eliminando la necessità della contestazione immediata…

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Plastic Free Onlus accoglie con favore il Decreto-Legge n. 116, entrato in vigore sabato 9 agosto, che introduce un inasprimento senza precedenti delle sanzioni per chi getta rifiuti dai veicoli.

La nuova normativa non solo prevede multe fino a 18.000 euro e, nei casi più gravi, l’arresto, ma consente anche l’utilizzo delle immagini delle telecamere pubbliche e private come prova per colpire i trasgressori, eliminando la necessità della contestazione immediata.

Il nuovo quadro normativo distingue tra diversi livelli di gravità: dalla sanzione amministrativa fino a oltre mille euro per i rifiuti minori, all’ammenda penale per i rifiuti non pericolosi, fino all’arresto per abbandono in aree protette o zone di particolare pregio ambientale. Previste anche sanzioni accessorie come la sospensione della patente e, per le violazioni più gravi, la confisca del veicolo, con particolare attenzione ai mezzi aziendali utilizzati per smaltimenti illeciti.

Con queste nuove disposizioni, Plastic Free auspica un deciso cambio di rotta: più controlli, più responsabilità individuale e una netta riduzione di quei comportamenti incivili che da troppo tempo deturpano le città e la natura.

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