Cronaca
Un serpente si aggira indisturbato nel condominio, panico fra i residenti
La segnalazione è partita da alcuni cittadini preoccupati per la presenza del rettile, che si aggirava in libertà a pochi metri dalla porta di accesso delle abitazioni


Alliste
Blitz antimafia nel sud Salento, sgominato clan
Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, lesioni personali aggravate, tentata estorsione, ricettazione, detenzione abusiva di armi, con l’aggravante del metodo mafioso

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Come già anticipato da questo sito, tra Racale, Alliste, Taviano, Melissano e Gallipoli e presso la casa circondariale di Lecce, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno portato a termine una vasta operazione contro un’organizzazione criminale radicata nel basso Salento.
L’intervento ha mobilitato 110 militari, supportati dai comandi territoriali, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dal Nucleo Cinofili di Bari e militari dell’11° Reggimento “Puglia”.
Su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono state eseguite misure cautelari nei confronti di 18 persone, 17 in carcere e una ai domiciliari, su un totale di 33 indagati.
Gli arrestati sono gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, lesioni aggravate, tentata estorsione, ricettazione e detenzione abusiva di armi, con l’aggravante del metodo mafioso.
Tutto comincia nel marzo del 2022, quando un giovane di 22 anni di Taviano venne attirato in una trappola con la scusa di un incontro chiarificatore.
All’interno di un’abitazione, ad attenderlo non c’erano parole, ma pugni e minacce: è stato picchiato brutalmente e costretto a consegnare 700 euro, il prezzo di un debito contratto per l’acquisto di droga.
I suoi aguzzini lo hanno obbligato a mettersi alla guida della propria auto, con due di loro a bordo, per recuperare il denaro da casa.
Quando il ragazzo è sceso dal veicolo, gli hanno sottratto persino le chiavi, per impedirgli ogni via di fuga.
Quello che sembrava un episodio di cronaca nera isolato si è rivelato ben presto la punta dell’iceberg di una organizzazione criminale ramificata, capace di muovere ingenti quantità di droga e di esercitare un controllo capillare sul territorio, in perfetto stile Sacra Corona Unita.
L’operazione, denominata Pit Bull, prende il nome dalla razza dei cani che custodivano la casa di uno dei sodali e che hanno aggredito i carabinieri durante un primo intervento di ricerca.
Per mesi i militari dell’Arma hanno seguito le tracce del clan, intrecciando intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti, osservazioni discrete e perfino ricognizioni aeree.
Un lavoro paziente che ha svelato un traffico continuo di cocaina, eroina, marijuana e hashish, smerciati non solo nei centri abitati ma anche nelle località marine più frequentate della zona.
Al vertice della riorganizzata compagine criminale c’è il giovane rampollo, Vito Paolo Vacca, un nome che per il basso Salento suona come un’eredità pesante.
Il 31enne di Racale, nipote di Vito Paolo Troisi, storico capo dell’omonimo clan, è considerato l’erede naturale di quella frangia della Sacra Corona Unita che, dagli anni ’90, controlla il traffico di sostanze stupefacenti nell’area, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo mafioso in quanto appartenente alla famiglia Troisi e della disponibilità di armi.
Figlio del defunto Angelo Salvatore Vacca, ergastolano per omicidio, Vito Paolo ha preso le redini del gruppo dopo la morte del padre, avvenuta il 23 agosto 2024, mentre era ai domiciliari per gravi patologie oncologiche.
La sfarzosa cerimonia funebre del padre – celebrata il giorno seguente nella chiesa San Giorgio Martire di Racale, con una carrozza dorata trainata da quattro cavalli neri – è stata un vero e proprio manifesto di potere, evocativo dei riti ostentati che le mafie utilizzano per riaffermare la propria presenza sul territorio.
Nell’organizzazione, ruolo fondamentale è stato quello delle donne di famiglia.
Sei di esse, infatti, tutte raggiunte da misure cautelari, gestivano lo spaccio e lo stoccaggio della droga, controllando approvvigionamenti, consegne e contabilità. In particolare, la coniuge di Vito Paolo Vacca sostituiva il marito in sua assenza, occupandosi personalmente della distribuzione delle dosi, del rifornimento delle scorte e della gestione dei proventi illeciti.
La droga, chiamata in codice “cento” o “pietre”, veniva prelevata più volte al giorno da nascondigli sicuri, nascosta in buste della spesa o cartoni di vino e detersivi per passare inosservata.
Una volta preparate le dosi, il cellophane usato per il confezionamento veniva bruciato per cancellare ogni traccia di odore e residuo.
Un sistema collaudato che ha permesso al clan di accumulare ingenti profitti.
Infatti, in un’intercettazione, il Vacca parla di un’operazione finanziaria costata circa 774mila euro che, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre due milioni di euro all’organizzazione.
Il bilancio dell’operazione è imponente: sette arresti in flagranza, il sequestro di 22 chili di cocaina, 10 chili di marijuana, 3,5 chili di eroina, 9 chili di hashish e beni per un valore di circa 91mila euro.
Il giudice per le indagini preliminari di Lecce ha ritenuto gravi gli elementi investigativi acquisiti condividendo l’impostazione accusatoria ed emettendo dunque l’ordinanza di custodia cautelare a cui il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ha dato esecuzione nella mattinata.
Alliste
Mafia: vasta operazione dei carabinieri, arresti in corso
Militari dell’Arma impegnato in un blitz tra tra Racale, Alliste, Taviano, Melissano e Gallipoli

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È in corso, dall’alba di oggi, una vasta operazione contro la criminalità organizzata condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Lecce tra Racale, Alliste, Taviano, Melissano e Gallipoli.
I militari dell’Arma stanno eseguendo provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, lesioni personali aggravate, tentata estorsione, ricettazione, detenzione abusiva di armi, con l’aggravante del metodo mafioso.
L’operazione coinvolge più di 110 militari del Comando Provinciale di Lecce, con il supporto di unità specializzate, tra cui militari dell’11° Reggimento Carabinieri “Puglia”, del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno (BA), dello Squadrone Eliportato Cacciatori“Puglia”.
I dettagli dell’operazione saranno divulgati in nelle prossime ore.
Casarano
Droga, quattro arresti
Melendugno, Supersano, Uggiano la Chiesa e Casarano: intensificata l’attività di contrasto ai reati connessi agli stupefacenti e ai reati predatori

I carabinieri del Comando Provinciale di Lecce sono stati protagonisti di una serie di interventi mirati che hanno portato all’arresto di quattro persone in diverse località della provincia di Lecce.
A MELENDUGNO
I carabinieri della locale Stazione, supportati dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lecce, hanno arrestato nella flagranza di reato un ventitreenne di Melendugno, già noto alle forze dell’ordine, perché responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
A seguito di un’accurata attività info-investigativa, i militari sono intervenuti presso l’abitazione del giovane dove hanno proceduto a effettuare una perquisizione domiciliare. Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti, all’interno della camera da letto del 23nne, oltre 16 grammi di marijuana skunk, 40 grammi di cocaina ed un bilancino di precisione.
Al termine delle operazioni il giovane è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
A SUPERSANO
Sempre in tema di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti, i carabinieri della Compagnia di Maglie che, congiuntamente ai militari della Stazione di Minervino di Lecce, hanno arrestato un 40enne residente a Supersano.
Si tratta di un uomo già affidato in prova ai servizi sociali al quale è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, in relazione alle ipotesi accusatorie di tentata estorsione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Le indagini portate avanti dagli inquirenti hanno accertato che l’indagato avrebbe ceduto un ingente quantitativo di hashish ad altra persona, pretendendo da questi una somma di denaro superiore a quella pattuita.
Tale condotta sarebbe stata attuata attraverso reiterate e veementi minacce.
Al termine delle operazioni, in osservanza al provvedimento in questione, l’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale del capoluogo salentino.
A UGGIANO LA CHIESA
I carabinieri della Stazione di Minervino di Lecce hanno arrestato un 65nne di Uggiano la Chiesa, destinatario di un provvedimento di sospensione dell’affidamento in prova al servizio sociale e contestuale ordine di carcerazione, emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Lecce.
Il provvedimento scaturisce da specifica richiesta avanzata dagli uomini dell’Arma a conclusione di una meticolosa attività di indagine che li ha condotti a scoprire numerose violazioni legate alla misura cui l’uomo era sottoposto e attuate dall’indagato.
Tra queste condotte illecite connesse agli stupefacenti e guida senza patente.
Al termine delle formalità l’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Lecce.
Lotta alle piazze di spaccio ma anche ai reati predatori.
A CASARANO
Ed è stato proprio quest’ultimo il contesto in cui, nel pomeriggio di ieri, i carabinieri della locale Stazione di Casarano hanno dato esecuzione a un provvedimento di revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali e contestuale carcerazione nei confronti di un 34nne censurato del luogo.
Il provvedimento è stato emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Lecce, su specifica richiesta dei militari operanti, che hanno riscontrato violazioni alle prescrizioni imposte, nonché lo hanno denunciato in stato di libertà per un furto aggravato ai danni di un esercizio pubblico, perpetrato nella notte del 14 settembre scorso.
In quella circostanza, l’uomo si sarebbe introdotto all’interno dell’attività commerciale asportando attrezzatura da lavoro e accessori per aspirapolvere.
Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Lecce.
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