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Attualità

Turismo deforme: Salento tra vip e trash

L’evoluzione del turismo nostrano trasforma il Salento. A metà tra il diventare l’Eden dei Vip e la Sodoma e Gomorra della movida totalmente sregolata

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Un’estate a mille all’ora, un turbinio di eventi, un andirivieni di turisti e… gli immancabili vip.  Il classico sovraffollamento da solleone, contraltare agli inverni morti del tacco d’Italia. Spettacolo già visto, altro giro altra corsa, verrebbe da dire. O forse no.


Chissà, magari tirar le somme a più di 20 giorni dal cambio di stagione potrebbe rivelarsi precoce. Ma alla fine non manca tanto. Quanto trascorso basta e avanza per cogliere un andazzo sempre più bipolare nella bella stagione salentina.


Non ci sono più solo le spiagge paradisiache, il mare trasparente, i gustosi prodotti tipici, gli ammalianti centri storici. Non siamo più solo un’oasi da scoprire per chi, stanco delle solite mete, vuole esplorare una terra limpida, schietta, e (forse) ancora inviolata e incontaminata.


Il Salento tutto sagre e pizzica c’è ancora, chi ce lo toglie? Ma la ricetta del turismo nostrano si sta evolvendo. La villeggiatura soft, da famigliola in vacanza, resta al centro di una forbice che si sta allargando vertiginosamente: sono sbarcati prepotentemente sulle nostre coste due nuovi mondi. Da un lato il carrozzone di star, dall’altro l’orda, di giovani e non, che si sposta al richiamo della vita sfrenata, della movida e dell’alcool.


E se già negli anni passati non erano mancati i nomi illustri tra i visitatori, questo è senz’altro l’anno della definitiva elevazione del Salento a nuovo Eden delle celebrità.


La lista è immensa: l’ultima personalità di spicco “avvistata”, in ordine cronologico, è Shakira. La più presente sembra essere stata Belen, fermatasi per settimane. Un salto da noi lo ha fatto anche Balotelli, appena prima di tornare a reimmergersi negli acquazzoni d’oltremanica. E poi ancora Alena Seredova, Valeria MariniElda Alvigini (la preside de “I Cesaroni”), Paola Turci, Gianni Morandi, Deborah Roversi (ex moglie di Andrea Pirlo),  e tanti, tantissimi altri. Senza dimenticare la presenza fissa di chi ha messo ormai radici nella nostra terra, come Gerard Depardieu, la conduttrice TV Serena Dandini, proprietaria di un palazzo nel centro storico di Marittima, e il premio oscar Helen Mirren, tanto innamorata della nostra terra da aprirvi un cocktail bar.


Un boom inaspettato che fa del Salento la meta più amata d’Italia, ma che non necessariamente innalza la qualità del turismo locale.


L’altra faccia della medaglia, infatti, è la vera novità dell’estate in corso. Quell’inaspettato, o forse solo insperato, risvolto trash della baraonda di vacanzieri giunti da ogni dove. La nota stonata di una melodia che non conosceva sbavature. Come svegliarsi dall’oggi al domani in delle piccole Sodoma e Gomorra versione “2.0”.


In questo contesto, è soprattutto Gallipoli a far parlare di sé, sempre più capitale del turismo salentino e, di questo passo, sempre più prossima a cancellare il minimo ricordo di salentinità. Sia chiaro, vada il turismo balneare, i lidi, le discoteche e la gioia di vivere giovanile, finché pulita e non distorta.

Le immagini del degrado

Le immagini del degrado


Ma il turismo senza regole, no. Case affittate in nero, garage e cantine trasformati magicamente in case vacanza, accampamenti sulle spiagge, individui che urinano e defecano per strada, comitive di giovani ubriachi, ammassi di rifiuti abbandonati ovunque, pusher fuori sede improvvisati, gente sbronza che dorme sui marciapiedi e i pronto soccorso al collasso per coma etilici.


Immagini che hanno fatto il giro del mondo. Assieme alla ciliegina sulla torta, il video clou dello scempio: una coppia, un ragazzo e una ragazza, ripresi in pieno centro, sulla spiaggia della Purità, a praticare del sesso orale in bella vista sotto le luci dell’alba.


I residenti ne han fin sopra i capelli. Ecco perché, più che Rimini del sud, più che Palma di Maiorca italiana, viene in mente una Sodoma e Gomorra del terzo millennio. A Gallipoli è nato addirittura un Comitato cittadino di liberazione della città. Quasi si dovesse combattere una guerra. E in effetti in questi termini risponde il prefetto Giuliana Perrotta: “Non si possono militarizzare le spiagge. Danneggerebbe ancor di più il Salento. E’ necessario che ognuno faccia la propria parte”.


Ebbene sì, ci vuole una presa di coscienza collettiva. Un freno che non può porre un’autorità singola o una frangia della società. Una responsabilizzazione non solo di chi arriva da lontano lasciando a casa propria qualsivoglia tipo di contegno e ogni reminiscenza di buona educazione, ma anche di chi non aspetta altro che la baraonda di turisti per sfruttare a proprio vantaggio l’esodo, in barba a regole scritte e non.


I vip e i riflettori ci lusingano e ci inorgogliscono. Ma se il prezzo per essere in vetrina è questo, meglio rifletterci bene prima di trovarsi addosso gli interessi da pagare un domani. Meglio non forzare la mano, meglio evitare che l’evoluzione diventi deformazione.


Meglio darsi una regolata per tempo, per evitare di dover chiamare il “mayday” ancor prima di essere definitivamente decollati.


Lorenzo Zito


Attualità

Il sindaco di Miggiano dal Papa

Udienza speciale per l’ANCI: Michele Sperti in udienza con Leone XIV

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Il primo cittadino miggianese Michele Sperti ha incontrato sua santità Leone XIV nel corso di un’udienza speciale per l’ANCI.

Di seguito le emozioni che il sindaco di Miggiano ha affidato ai social.

“Un’esperienza unica, un’emozione autentica e difficile da descrivere, destinata a rimanere per sempre nel mio cammino umano e istituzionale.

Nel suo sguardo ho colto vicinanza, ascolto e profonda umanità: l’autorevolezza e, insieme, la dolcezza di un grande pastore d’anime.

Ho raccontato al Santo Padre della nostra terra straordinaria che è il Salento e di Miggiano: del capo della direzione sanitaria del Vaticano, nostro concittadino, e che dal nostro paese sono arrivate le scarpe ortopediche per i suoi predecessori.

Un dettaglio semplice, ma ricco di significato, che ha reso ancora più forte il legame tra la nostra comunità e la Santa Sede.

É stato un grande onore, ma soprattutto un’esperienza personale e spirituale profonda che desidero condividere con voi, perché ogni traguardo vissuto da un sindaco appartiene, prima di tutto, alla sua comunità”.

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Tricase, nuove rotatorie e vecchi pasticci stradali

Non conosciamo quale sia la scelta operata, quale Genio della Lampada abbia pensato bene di ridurre un’arteria principale per il deflusso ordinato del traffico della città…

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di Luigi Zito

Si avvicina il periodo delle elezioni e, come sempre, si moltiplicano in città (a Tricase), le opere da completare o quelle da portare a termine: dalle strade da ri-asfaltare a quelle da finire; da quelle da ridisegnare (leggi via Stella d’Italia, i lavori sarebbero dovuti iniziare circa 2 anni fa), a quelle in fase di completamento come via Fratelli Allatini, per intenderci la strada che porta all’ACAIT e alla caserma dei Carabinieri, quella che volge a Caprarica (rione di Tricase), chiusa da ormai un mese, in pieno periodo di feste.

Non conosciamo quale sia la scelta operata, quale Genio della Lampada abbia pensato bene di ridurre un’arteria principale per il deflusso ordinato del traffico della città – quella è la via che accompagna verso il centro chiunque ritorni dalla zona delle scuole, in quella parte insistono tre Istituti scolastici molto frequentati: il liceo Stampacchia, il don Tonino Bello, e l’Istituto comprensivo di via Apulia, ad un budello, dove si circolerà a senso unico di marcia e costringerà i residenti delle vie adiacenti a indire un concorso a premi ed estrazione per trovare parcheggio, uscire di casa in sicurezza e poter anche solo lasciare sull’uscio un secchio dell’immondizia senza il rischio di venire asfaltati.

Già in quella parte della città La Politica di 50-60 anni fa aveva pensato bene di disegnare (e costruire) strade di 6-8 metri di larghezza – forse hanno avuto una premonizione del film Blade Runner, dove le auto volano e atterrano dove occorre – che traslate al mondo d’oggi si sono ridotte ad un parcheggio davanti l’uscio di casa e ad uno spazio asfittico che permette appena di entrare in casa in sicurezza prima che ti “stirino i pantaloni”, ci chiediamo: cosa succederà ora che la circolazione principale dovrà transitare per quei budelli di strade?

Dicevamo del Genio della Lampada e le scelte che ha partorito per la nuova via F.lli Allatini: sarà stato il voler agevolare chi, senza regole, parcheggia a sbafo davanti alle poche attività commerciali che sono in quella parte della città?

Il nuovo marciapiede allargato servirà a far arrivare in sicurezza i dipendenti comunali che, a piedi, transiteranno dal palazzo municipale fino ai nuovi uffici all’interno dell’Acait?

O forse, lo si è fatto per evitare ingorghi, attese e liti con chi si intestardisce a voler continuare a fumare e deve parcheggiare e scendere proprio davanti al tabaccaio per comprare le sigarette, alla faccia di chi rispetta le regole?

Ora che avranno un paio di parcheggi dedicati, la strada a senso unico, e un marciapiede allargato, liti e contese potranno trasferirsi sulle vie attigue, essere declassate a diverbi più amabili, e magari avverrà pure qualche scambio di fiori.

Ora anche i pruriti per il Centro di Gravità Permanente sono venuti a galla – partono i lavori per l’adeguamento dell’intersezione tra le via Pirandello, via Cattaneo e via Aldo Moro, una zona che indubbiamente aveva esigenza di essere messa in sicurezza e di restyling -, la sopita speranza è che lo stesso Genio di cui sopra abbia valutato attentamente quello che sta per fare per quello che è uno snodo centrale per Tricase. 

E poi ancora, ci associamo, a quanti nostri lettori ci segnalano da mesi, nel chiedere: chi è obbligato a transitare per quelle vie, quelle percorse e frequentate da decine di pullman che ogni giorno conducono centinaia di studenti (e auto) fino a scuola, via Peano, via Manin, e limitrofe, quando potranno vedere la luce, e viaggiare in sicurezza? 

Soprattutto dopo le piogge dei giorni scorsi, strade fuse come emmental d’asfalto,  parcheggi a fantasia e guida spericolata sono divenuti il giusto mix per incidenti e rotture di assi.

In tutto questo, dopo aver formulato i miei auguri per l’anno nuovo, nella certezza che qualcuno mi risponderà, lasciatemi spendere una sola parola sulla nuova truppa di Vigili Urbani  che lavorano a Tricase: dove sono? Quanti sono? Vivono anche loro la città? Che orari fanno? Come regolano il traffico cittadino? Transitano sulle stesse vie di noi comuni mortali o come in Blade Runner, volano alto?

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La Caritas esprime preoccupazione per il nuovo gioco d’azzardo “Win for Italian Team”

Quando lo Stato continua a utilizzare l’azzardo come leva fiscale, i cittadini pagano un prezzo altissimo in termini economici, psicologici e sociali…

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riceviamo e pubblichiamo

Le quattro Fondazioni Antiusura della Puglia, – Fondazione San  Nicola e Santi Medici di Bari, Fondazione Buon Samaritano di Foggia, Fondazione San Giuseppe Lavoratore di Lecce e Fondazione Mons. Vito De Grisantis di Tricase –  e le 19 Caritas della Puglia, condividono la grande preoccupazione della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II per l’ennesima scelta di introdurre un nuovo gioco d’azzardo “Win for Italia Team”, trasformando ancora una volta la fragilità dei cittadini in una fonte di entrate. È inaccettabile che, di fronte a un’emergenza sociale ormai conclamata, le istituzioni continuino a considerare l’azzardo come una leva fiscale, ignorando deliberatamente le conseguenze devastanti che questo sistema produce nelle famiglie italiane.

Ancora più grave è associare un nuovo gioco d’azzardo all’evento sportivo per eccellenza come le Olimpiadi. Lo sport dovrebbe rappresentare vero divertimento e svago che mette al centro l’impegno individuale e di squadra nel rispetto delle regole e dell’altro, per una crescita personale e collettiva. L’azzardo non ha nulla di tutto questo. Legare il mondo olimpico a un meccanismo che genera povertà significa macchiare un ambito che dovrebbe invece educare, ispirare e dare speranza.

In Italia il gioco d’azzardo ha raggiunto dimensioni allarmanti: la raccolta nazionale ha superato i 157 miliardi di euro, con perdite per i cittadini vicine ai 23 miliardi. Numeri che raccontano un fenomeno trasversale, che compromette anziani, giovani (anche molti minori di età), studenti e le loro famiglie. L’azzardo è oggi una delle principali cause di indebitamento, e troppo spesso l’indebitamento sfocia nell’usura, come dimostrano gli ascolti in costante aumento presso le Fondazioni antiusura, dove ogni giorno arrivano persone che hanno perso tutto: risparmi, relazioni, fiducia, dignità.

Quando lo Stato continua a utilizzare l’azzardo come leva fiscale, i cittadini pagano un prezzo altissimo in termini economici, psicologici e sociali. È una contraddizione che non può più essere ignorata: da un lato si parla di prevenzione dell’azzardopatia o si promuove il cosiddetto gioco responsabile, dall’altro si moltiplicano le offerte di giochi che alimentano dipendenza, povertà e disperazione.

In un momento in cui migliaia di famiglie sono in difficoltà, il Paese avrebbe bisogno di tutt’altro: educazione finanziaria, percorsi di prevenzione dell’indebitamento, strumenti per un accesso al credito più efficaci, politiche di tutela dei più vulnerabili. Non di un nuovo gioco che rischia di diventare l’ennesima porta d’ingresso verso la rovina economica e psicologica.

Le quattro Fondazioni della Puglia condividono, insieme alla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II l’ennesimo appello chiaro al Governo: faccia un gesto che risponda al vero spirito delle Olimpiadi rispettando la tregua olimpica, ritirando questa misura. Fermare l’ennesimo gioco d’azzardo significa proteggere le famiglie, difendere la dignità delle persone, restituire allo sport il valore che merita.

La Puglia nel 2024 ha speso quasi 12 miliardi  di euro per il gioco d’azzardo, più di 3mila euro per abitante compresi bambini.

Fondazione Mons. Vito De Grisantis

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