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Cronaca

Latitante nel B&b: trovato dopo 9 mesi

Arrestato albanese per favoreggiamento: era il proprietario delle camere dove il fuggitivo si nascondeva

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Nella giornata di ieri, i carabinieri di Lecce hanno arrestato il latitante Massimiliano Lorenzo, 40enne di Monteroni di Lecce.


La sua latitanza è finita dopo quasi nove mesi alla periferia di Lequile, presso un B&B dove era stato ospitato dall’albanese Altin Stafa di 36 anni, arrestato per favoreggiamento.


I carabinieri gli hanno trovato due pistole: una a salve con cinque munizioni  ed una giocattolo, un passamontagna, una Fiat Punto rubata a Galatina tre giorni fa ad un 79enne del luogo, un motociclo Honda Pantheon rubato in S. Pietro in Lama  il mese scorso, ad un 42enne, una motozappatrice asportata oggi stesso ad un 81enne da San Pietro in Lama, due telefoni cellulari, sei chiavi di autovetture, di cui due con telecomando, per autovetture Fiat, Bmw, Renault e Citroen, venti chiavi per porte di diverso genere.


Nel corso di successiva attività, su indicazione dello stesso arrestato, sono state ritrovate quattro autovetture, provento di reato commessi negli ultimi giorni: una Fiat Multipla, rapinata a Soleto il 15 febbraio; la Seat Cordoba, rubata nello stesso centro, il 12 febbraio;  il furgone Fiat Doblò, asportato in Carmiano il 9 febbraio e una Fiat Punto asportata in Galatina il 20 febbraio. Gli arrestati sono stati accompagnati nel carcere di Lecce e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Di lui si erano perse le tracce nel maggio dell’anno scorso, quando aveva violato gli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, dandosi alla macchia. Oltre ad essere ricercato per questi motivi, era destinatario anche di due misure cautelari. La prima per aver violato l’obbligo di dimora, misura alla quale era stato sottoposto dopo l’arresto eseguito dai carabinieri di Porto Cesareo per resistenza a pubblico ufficiale; la seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere, era stata emessa in seguito ad indagini svolte dalla Stazione Carabinieri di Ugento, in relazione alla rapina della Fiat 500 ad un 49enne di Casarano ed al rinvenimento di un ingente quantitativo di refurtiva presso l’abitazione che Lorenzo occupava in quel periodo in Località Torre San Giovanni, scoperta dagli stessi militari. Questi ultimi fatti sono avvenuti nel mese di aprile del 2015.

Nella circostanza, Lorenzo, di mattina presto, si sarebbe impossessato della Fiat 500 dall’interno del garage del titolare. In casa vi erano la moglie ed il figlio ventenne della vittima che, udito il cane abbaiare con insistenza, erano usciti per capire cosa fosse accaduto, scoprendo che il garage era aperto e che la loro autovettura, comprata da poco, era sparita. Pochi istanti dopo, notano l’autovettura a breve distanza sulla strada e si lanciano all’inseguimento a piedi, sino a quando il giovane non vi si para davanti nel tentativo di indurre il ladro a desistere. Il tentativo fallisce ed il giovane viene addirittura investito, subendo delle lesioni alla caviglia. In quel frangente, il malcapitato notava che sul lato passeggero vi era una seconda persona, mentre su quello posteriore vi era la sagoma di un cane, corrispondente al loro pastore tedesco che, a quel punto, era stato portato via insieme all’auto.


Lo stesso giorno, qualche ora dopo, i Carabinieri di Ugento ritrovano quell’autovettura nella vicina località Torre San Giovanni, nei pressi di un’abitazione estiva occupata da Lorenzo Massimiliano che era in compagnia di una donna. Mentre i Carabinieri svolgono gli accertamenti del caso, Lorenzo si dà alla fuga dal retro dell’abitazione, facendo perdere le proprie tracce. I Carabinieri perquisiscono quell’abitazione, e vi scoprono un ingente quantitativo di refurtiva, tra cui: due lavatrici, tre televisori, frullatori, cyclette, notebook, quattro racchette da tennis di marca, quattordici infissi in alluminio, una serie di casse di pesce e di salumi e prosciutti. Dagli accertamenti svolti è emerso che si trattava di refurtiva asportata in diverse occasioni nei comuni limitrofi. In particolare, la sera del 6 aprile 2015, il proprietario di un’abitazione estiva in Torre San Giovanni era andato a verificare che tutto fosse in ordine, notando che gli erano stati asportati alcuni infissi. Mentre constatava il danno, insieme al figlio, dall’abitazione, armata di zappa, usciva una persona che si dileguava invitandoli a lasciarlo andare. Sarà poi riconosciuto per Lorenzo Massimiliano, come per la rapina della Fiat 500. Per queste ragioni il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce aveva emesso un’apposita ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di rapina, furto e ricettazione.


 


Cronaca

Torre Suda: calci e pugni alla compagna incinta che perde il suo bimbo

Arrestato 32enne che dopo una lite per futili motivi ha colpito ripetutamente la convivente provocandole l’aborto al terzo mese

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Ancora violenza tra le mura domestiche.

Questa volta, se possibile, le notizie lasciano ancora più esterrefatti per la brutalità dell’aggressore e per le contingenze del caso.

I militari dell’Arma hanno arrestato nella flagranza di reato un 32enne, originario del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia.

In particolare, i carabinieri sono intervenuti a seguito di una segnalazione al 112 (Numero Unico Emergenze) per una lite tra un uomo e una donna, in un appartamento di Torre Suda, marina di Racale.

Giunti sul posto, hanno accertato che una donna aveva avuto una lite per futili motivi con il proprio compagno.

Quest’ultimo, al culmine della discussione, l’ha colpita con calci e pugni, provocandole vari ematomi.

Accompagnata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gallipoli per le cure del caso, alla donna è stata accertata l’interruzione della gravidanza in atto, al terzo mese. Costatato ciò e dopo un’immediata attività info-investigativa da parte dei militari dell’Arma, coordinata dalla Procura della Procura di Lecce che conduce le indagini, l’uomo è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

Resta alta l’attenzione dei Carabinieri nei casi di violenza di genere e si inviato tutte le vittime a segnalare e denunciare tempestivamente eventuali aggressioni o comportamenti violenti subiti.

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Cronaca

Violento rogo a Torre S. Giovanni: distrutte tre auto

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Tre auto distrutte dalle fiamme nella notte in un incendio che desta forti sospetti, scoppiato a Torre San Giovanni, marina di Ugento.

Erano da poco passate le tre quando una chiamata al 115 ha fatto accorrere una squadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Lecce, distaccamento di Gallipoli in via Monte Pollino.

Qui le lingue di fuoco avevano rapidamente avvolto tre macchine ferme in sosta sulla sede stradale: una Renault modello Kangoo, un’Alfa Romeo modello Stelvio e un furgone Fiat modello Doblo.

Grazie al tempestivo intervento della squadra dei Vigili del Fuoco, ulteriori danni a persone e beni sono stati evitati, garantendo la sicurezza pubblica e privata. 

Da chiarire però le cause che hanno originato l’incendio, tuttora oggetto di indagine.

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Cronaca

Turismo, penuria di personale: «Allora non era colpa del Reddito di Cittadinanza…»

Il dibattito sulla difficoltà nel reperire lavoratori stagionali: Daniela Campobasso, nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce: «Evidentemente non era colpa del sussidio. Basterebbe applicare il Contratto. Invece lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento»

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Puntualmente, in questo periodo, si ritorna a discutere di turismo in tutte le sue sfaccettature e, altrettanto puntualmente, le imprese del settore lamentano penuria di personale.

Fino allo scorso anno il mantra ricorrente recitava più o meno così: «La gente non ha più voglia di lavorare; è tutta colpa del Reddito di cittadinanza».

«Abbiamo sempre sostenuto invece che, pur tra tanti abusi oggettivi, il Reddito di cittadinanza non fosse la vera causa di questa difficoltà», tuona Daniela Campobasso (nella foto in alto), la nuova segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «lo abbiamo detto sulla base di un ragionamento semplice, consequenziale: se gli addetti al settore turismo fossero stati pagati come previsto dalla contrattazione nazionale e se il contratto collettivo fosse stato rispettato anche su riposi, ferie, permessi, orario di lavoro, quale convenienza avrebbero avuto migliaia di lavoratori nel percepire un sussidio così esiguo? Risposta scontata: non avrebbero avuto alcuna convenienza».

«Oggi», prosegue la neo segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, «i nodi vengono al pettine e la realtà dice che quel nostro discorso non faceva una piega, visto che anche quest’anno, con il Reddito di cittadinanza debellato dal Governo, la “penuria di personale stagionale” si ripresenta».

In un recente articolo di stampa, il vice presidente del Fipe nazionale, «dopo aver ammesso quanto da noi già in passato sostenuto», afferma che lo sfruttamento nel settore del turismo sia una “leggenda metropolitana”, citando la sua personale esperienza di imprenditore rispettoso di regole e contratti.

«Pur apprezzando la sua condotta di datore di lavoro che è bene ricordare dovrebbe essere considerata normale», la replica di Daniela Campobasso, «quel che noi incrociamo quotidianamente nelle nostre sedi racconta una realtà completamente diversa: lavoro sottopagato, orari che eccedono di gran lunga quello ordinario, condizioni di sfruttamento, lavoro nero. In due parole: precarietà e sfruttamento».

«È troppo semplicistico invitare le persone alla denuncia», aggiunge la sindacalista, «perché sappiamo bene quali retaggio culturale e paure si celino dietro questa scelta. Sarebbe più opportuna una scelta etica da parte di tutte le imprese del settore, una scelta di rispetto non solo di regole e contratti, ma anche e soprattutto della vita di ciascun lavoratore».

«È una battaglia culturale», conclude Daniela Campobasso, «che dovrebbe vedere protagonisti proprio quegli imprenditori onesti che si vedono ingiustamente omologati in quella platea, purtroppo maggioritaria, di “prenditoriinteressati solo ad accrescere il proprio profitto, indifferenti a dare il proprio contributo non solo alla crescita individuale, ma anche allo sviluppo territoriale».

 

 

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