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Attualità

Accogli e la Cia lanciano la Carta del Salento

Il neopresidente. “Impegni precisi nel mettere in atto azioni, condotte e scelte che garantiscano da un lato la tutela del territorio e il diritto al cibo e dall’altro un equo reddito ai produttori agricoli”

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Benedetto Accogli, 40 anni, leccese è il nuovo presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori.


La giunta è composta, oltre che dal presidente Accogli, dalla vice presidente Paola Deriu e dai componenti Giulio Sparascio, Salvatore CipollaArcangela Frascella, Marina Piconese, Vincenzo PresicceFabiana Renzo e Luigi Rizzo.


Proprio con il presidente Accogli abbiamo realizzato un’intervista sui temi che riguardano un settore importante per il Salento come quello agricolo.


L’intervista


I dati del 2017 danno l’agricoltura pugliese ed anche salentina in crescita da tutti i punti di vista. Qual è oggi il reale stato di salute del settore?


Settore in crescita se i dati del 2017 vengono confrontati con quelli dell’anno precedente. Performante in tal senso il settore olivicolo, nonostante il Salento soffra per la presenza ormai endemica del batterio Xylella fastidiosa. Mentre i dati sono notevolmente negativi se si va indietro nel tempo. Secondo il rapporto Svimez 2017 il settore agricolo in Puglia, dal 2000 al 2016, ha subito una perdita di valore pari al 18,9%”.


Può indicarci i punti di forza e quelli deboli dell’agricoltura pugliese?


Fra i punti di forza sono da segnalare la presenza di aree di  notevole specializzazione agricola (Tavoliere, Arco Ionico e larga parte delle province di Bari, Brindisi e Lecce), la presenza di numerosi prodotti agroalimentari tipici e di qualità, la propensione all’esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari e l’elevata incidenza della superficie agricola irrigata, soprattutto nel nord della regione. Fra i punti di debolezza sono invece da segnalare l’invecchiamento e la senilizzazione della popolazione dedita all’agricoltura, l’estrema polverizzazione aziendale con  insufficiente dimensione economica, l’inefficiente integrazione dell’offerta agricola unitamente alla scarsa propensione all’associazionismo, la ridotta integrazione nei sistemi agricoli fra le diverse fasi produttive, nonché modesta presenza delle fasi extragricole a più elevato valore aggiunto (servizi, export, marketing, ricerca) e le carenze nella logistica nella parte agro-industriale con scarso ricorso all’intermodalità, sia marittima che ferroviaria”.


Vi troverete a gestire tutta la questione della xylella fastidiosa.  Lei che idea ha in merito?


Il danno prodotto dall’insediamento del batterio nel Salento è incalcolabile e difficilmente recuperabile e mi riferisco non solo all’aspetto economico-produttivo, ma anche a quello ambientale, paesaggistico, culturale e sociale. Molto probabilmente all’inizio di tutta questa brutta storia, nell’ottobre del 2013, non si è avuto il coraggio di affrontare la malattia come si doveva, con l’applicazione dei protocolli europei. Stiamo scontando l’impreparazione di tutti e in particolare delle istituzioni competenti nel far fronte all’emergenza. Ora è giunto il momento di predisporre con il sostegno delle istituzioni territoriali un Piano strategico provinciale che coinvolga l’agricoltura e tutte le altre attività economiche presenti sul territorio”.


Riguardo alla fase di ripiantumazione quali saranno gli aspetti a cui prestare maggiore attenzione?


Occorre senz’altro agire con cautela e trasparenza verso i produttori che vorranno procedere al reimpianto. Proprio in un recente incontro tecnico organizzato da Cia e Apol, grazie alla partecipazione di illustri cattedratici, sono stati approfonditi gli aspetti più importanti per l’introduzione di una nuova olivicoltura nel Salento, con particolare riferimento alle caratteristiche e adattabilità alle differenti situazioni pedoclimatiche delle cultivar, di cui in quest’ultimo periodo si fa un gran parlare, Fs 17 (Favolosa) e Leccino. Dall’incontro è emerso che per scegliere una o più cultivar di olivo non è sufficiente che esse si siano rilevate resistenti o tolleranti all’organismo specificato, ma è necessario che esse siano in possesso soprattutto di caratteristiche agronomiche, biologiche e tecnologiche tali da renderne tranquilla la proposta di diffusione sul territorio interessato. È importante evidenziare, inoltre, che per un olivicoltura moderna occorre realizzare impianti semi intensivi o intensivi che prevedano la completa meccanizzazione dell’intero ciclo produttivo con la fondamentale disponibilità di acqua, fattore che sarà sempre più limitante per l’agricoltura salentina”.


Agroalimentare e turismo verde: come siamo messi?


La trasformazione in loco dei prodotti agricoli e la successiva concentrazione sono fondamentali sia per migliorare la valorizzazione, la promozione e quindi la commercializzazione diretta da parte dei produttori che in ultima analisi per accrescere il valore aggiunto destinato alla fase agricola. In tale ottica, a mio avviso, non c’è contrapposizione tra filiere “corte” e “lunghe”: il vero tema dell’agricoltura salentina riguarda l’organizzazione per imporsi sui mercati, quello interno e quello globale. Molto si è certamente fatto ma occorre perseguire ulteriormente tale indicazione, accompagnandola con la diversificazione in attività non agricole, incentivando la presenza di aziende agrituristiche, di masserie didattiche e di masserie sociali anche per rendere più attrattive le zone rurali dell’entroterra salentino. Sempre in tale ottica la diversificazione produttiva aziendale dovrà essere accompagnata da azioni di marketing tese a favorire l’integrazione dell’offerta dei prodotti agricoli e delle altre attività aziendali con le risorse presenti sul territorio”.

Il suo predecessore ha molto lavorato sullo sviluppo delle fattorie sociali. Lei proseguirà su questa linea?


Giulio Sparascio è stato un precursore ed un innovatore! Ha indirizzato già dagli anni ’80 l’attività della Cia, non solo provinciale ma anche nazionale, affinché le imprese agricole svolgessero stabilmente l’attività di manutenzione degli ambienti, la didattica, le attività terapeutiche e l’agricoltura sociale, consolidando così una agricoltura plurifunzionale e una integrazione di reddito soprattutto nelle aree interne. Proseguirò naturalmente sulla strada intrapresa, potendo certamente contare sulla  sua preziosa collaborazione ed esperienza, sia come componente della Giunta provinciale che in qualità di Presidente nazionale di Turismo Verde, associazione di agriturismo promossa dalla Cia nel lontano 1981”.


La biodiversità e la tipicità dei prodotti locali viene universalmente riconosciuta come punto di forza dell’agricoltura. Quali sono i prodotti su cui nel Salento si può insistere o migliorare?


Il nostro territorio è un mix unico di ambiente naturale, paesaggio agrario, architettura, alimentazione e cultura che trova maggior risalto nella biodiversità agraria  e nella tipicità dei nostri prodotti enogastronomici. Nel dopo “Xylella “ dobbiamo certamente puntare anche su produzioni cerealicole molto apprezzate nel passato dal mondo contadino e ora anche dai turisti. Mi riferisco alla riscoperta del farro, un cereale già conosciuto all’epoca dei Romani come prodotto di eccellenza del lavoro dei campi, e del grano arso, un tempo esclusivo della tradizione contadina, oltre che delle varietà di grano più recenti: “Senatore Cappelli” e “Saragolla”. Fermo restando che occorre sempre più valorizzare i presidi slow food del territorio, non dimenticando il vino e l’olio extravergine di oliva”.


La produzione di vino resta una tipicità del Salento. A che punto siamo? Come possiamo crescere ancora nel settore vitivinicolo?                         


Nonostante la notevole riduzione della SAU, scesa dagli oltre 36 mila ettari dei primi anni ottanta agli attuali 9 mila, il settore vitivinicolo in provincia di Lecce sta denotando un notevole sviluppo che si basa essenzialmente sul ricambio generazionale, sulle capacità tecniche di una nuova classe imprenditoriale e soprattutto sul continuo processo di innovazione che sta consentendo alle nostre aziende di essere sempre più competitive sia sul mercato interno che su quello internazionale. Il settore è destinato a crescere ancor di più se avrà la capacità di definire un nuovo modello di organizzazione capace di mettere insieme i piccoli produttori, attraverso la costituzione di società di capitali o di persone, incentivando al tempo stesso i contratti di rete che hanno lo scopo di  accrescere competività e sviluppo. Alla base di tutto sarà fondamentale insistere sulla qualità del vino prodotto dai nostri vigneti autoctoni”.


Lei ha parlato dell’esigenza di “una nuova strategia per lo sviluppo del nostro territorio, al fine di salvaguardare il futuro del Salento ed il diritto delle generazioni future a poter vivere in un contesto più sano, equo e sostenibile”. Può spiegarci meglio cosa intende?


Secondo una citazione del Capo indiano Seattle che nel 1852 pronunciò in risposta al Governo degli Stati Uniti di America, relativamente alla volontà di comprare le terre del suo popolo, “il territorio su cui viviamo non l’abbiamo ereditato dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”! Per tale motivo nel mio programma ho inserito la sottoscrizione della “Carta del Salento” con la quale i cittadini e i produttori agricoli salentini, unitamente alle Istituzioni del territorio, assumeranno impegni precisi nel mettere in atto azioni, condotte e scelte che garantiscano, anche per le generazioni future, da un lato la tutela del territorio e il diritto al cibo e dall’altro un equo reddito ai produttori agricoli. La crescita sociale ed economica del Salento non può che essere il risultato della convinta adesione della popolazione e delle necessità di collaborazione fra i vari soggetti interessati”.


 


Spesso il settore agricolo viene sottovalutato quando si parla di prospettive di occupazione e posti di lavoro. Invece si potrebbe fare ancora tanto. Nel Salento come si potrebbe intervenire?


Per anni le politiche di sviluppo del settore sono state rivolte ad incentivare gli investimenti nella meccanizzazione delle aziende agricole, dimenticando che l’elemento di maggiore innovazione risiedeva nelle conoscenze e nelle capacità imprenditoriali di chi avrebbe gestito l’azienda. La nostra agricoltura avrà sempre più bisogno di giovani laureati e diplomati capaci non solo di valorizzare la propria intelligenza e preparazione generale, ma soprattutto di acquisire una formazione specialistica mirata all’attività da svolgere. Sta nascendo un nuovo e creativo capitalismo imprenditoriale, basato sulla conoscenza, cioè un capitale intellettuale, per il quale occorrono soprattutto preparazione, idee e capacità manageriali, al pari delle altre attività economiche. Proprio in tale ottica l’Università del Salento, anche su sollecitazione della CIA, ha attivato dal corrente Anno Accademico il Corso di Laurea triennale in “Viticoltura ed Enologia” che ha registrato un numero di iscritti notevolmente superiore alle aspettative. Penso che questo sia un importante viatico e un modo intelligente d’intervenire per indirizzare ed agevolare il rilancio del settore agricolo in provincia di Lecce”.


 


Giuseppe Cerfeda


Appuntamenti

Fine mercato tutelato: fermati. Non prendere la scossa!

Dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia: dal 1° luglio il passaggio automatico per milioni di italiani: una fase delicata, nella quale i consumatori avrebbero bisogno di una bussola per capire come comportarsi con i gestori e con le pratiche commerciali aggressive. Questo pomeriggio seminario in CGIL

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Già qualche giorno fa da queste colonne ci eravamo occupati del passaggio dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia e dell’iniziativa di Adiconsum per sostenere quegli utenti gabbati dagli eventi.

Bene, oggi vi segnaliamo l’iniziativa delle sezioni provinciali di Federconsumatori, Spi Cgil e Cgil, un seminario, in CGIL, sulla fine del mercato tutelato dell’energia.

Appuntamento questo pomeriggio, dalle 16,30 nella Sala Di Vittorio in via Merine, 33, a Lecce.

Dal 1° luglio il passaggio automatico per milioni di italiani: una fase delicata, nella quale i consumatori avrebbero bisogno di una bussola per capire come comportarsi con i gestori e con le pratiche commerciali aggressive che stanno caratterizzando questa fase.

Per questo motivo le organizzazioni territoriali hanno organizzato un primo seminario di un ciclo che coinvolgerà anche altri comuni della provincia.

Il passaggio del 1° luglio riguarderà le utenze domestiche dell’elettricità e seguirà quello del gas avvenuto il 10 gennaio scorso.

Una fase che avrà un impatto considerevole sulle condizioni economiche di milioni di persone, su cui regna grande confusione anche per le poche (e non sempre chiare) informazioni circolanti riguardo a cosa fare o non fare.

In questo scenario anche le persone più anziani e i fragili, sebbene destinatarie di trattamenti di maggior favore (potranno rimanere o rientrare nel percorso di tutela), rischieranno di compiere scelte a loro sfavorevoli, magari spinti da straordinarie e non sempre corrette campagne commerciali.

Per questa ragione CGIL, SPI e Federconsumatori hanno predisposto una capillare campagna dal titolo “Fine mercato tutelato: fermati. Non prendere la scossa!”, all’interno della quale rientra l’incontro di questo pomeriggio.

L’iniziativa è ovviamente aperta a tutti.

 

 

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Attualità

Whatsapp cambia ancora: le novità

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A pochi giorni dal lancio della nuova interfaccia per le app Android e iOS, e dell’annuncio dei nuovi filtri per le chat non lette e quelle di gruppo, Meta aggiorna anche l’interfaccia di WhatsApp Web, la versione per browser della piattaforma di messaggistica da 2,3 miliardi di utenti.

Si tratta di piccole novità, apparentemente quasi insignificanti, ma che vanno viste alla luce delle altre modifiche già annunciate. Meta, in pratica, ha fatto spazio nell’interfaccia di WhatsApp Web in vista dell’inserimento di altre icone per accedere alle nuove funzioni.

WhatsApp Web, la nuova interfaccia

La novità nell’interfaccia di WhatsApp Web è sostanzialmente una: la barra di navigazione spostata a sinistra, in verticale. Nella barra compaiono ora 8 icone e un separatore, segno che potrebbe non trattarsi della versione definitiva dell’interfaccia e che qualcosa, nelle prossime settimane, potrebbe ancora cambiare. Dall’alto verso il basso, le icone sono:

  • Chat (per accedere a tutte le conversazioni)
  • Stato
  • Canali
  • Archiviate
  • Importanti
  • Impostazioni
  • Profilo

Tra i canali e le chat archiviate c’è il separatore, che al momento è un semplice elemento grafico che non può essere spostato né modificato.

Oltre la barra laterale posta a sinistra, tutto il resto non cambia e resta identico a prima: colonna principale con l’elenco delle chat, dei canali, degli stati, e riquadro a destra con il contenuto delle chat.

Restano anche l’icona per cercare all’interno di tutte le chat e quella per cercare all’interno della chat attualmente aperta. Resta anche il filtro per le chat non lette che, però, molto probabilmente sparirà a breve.

WhatsApp Web cambierà ancora

Alla luce dell’annuncio dei nuovi filtri in arrivo sulle app per smartphone, è molto probabile che questa modifica all’interfaccia di WhatsApp Web sia solo un preparativo per portare i filtri anche sul browser.

Nella colonna a sinistra, infatti, c’è ora moltissimo spazio libero dove inserire nuove icone e c’è anche un separatore che, al momento, non serve a nulla e non ha alcun senso. Lo avrà, invece, quando le icone saranno di più con l’arrivo di quelle per mostrare solo le chat non lette o le chat di gruppo.

WhatsApp e le chat di terze parti

C’è, infine, un’ulteriore novità in arrivo da considerare: le chat con le app di terze parti, che WhatsApp è stata costretta ad accettare in Europa dopo l’entrata in vigore del Digital Markets Act e del Digital Services Act.

Queste chat arriveranno se, e solo se, altre piattaforme decideranno di aderire al sistema di interoperabilità messo in piedi da Meta. Sappiamo già che quasi nessuna delle piattaforme concorrenti è intenzionata a farlo, ma WhatsApp deve permetterlo per legge.

Eventuali chat con utenti provenienti da altre app e piattaforme, quindi, potrebbero essere raggiunte da un’apposita icona posizionata nella barra laterale sinistra di WhatsApp Web. Ciò permetterebbe anche a WhatsApp di mostrare, nella colonna dell’elenco di queste chat, un apposito messaggio sul diverso grado di sicurezza di queste conversazioni.

Sulla sicurezza delle future chat multipiattaforma, infatti, è in corso un acceso dibattito e la maggior parte degli esperti ritiene che esse non potranno essere tanto sicure come quelle tra utenti della stessa piattaforma.

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Attualità

A Tricase la collezione Scolozzi apre le porte a Cimeetrincee

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Significativo incontro in questi giorni in quel di Tricase.

Il consigliere dell’Associazione Storica Cimeetrincee, Daniele Lissoni, ha fatto visita alla collezione di militaria curata dal tricasino Paolo Scolozzi, rimanendo particolarmente colpito dalla varietà della raccolta di cimeli.

“Ci auguriamo che all’orizzonte si profili un’interessante collaborazione tra le due realtà – Cimeetrincee è un’associazione di ricerca storica, con sede a Venezia e con soci distribuiti su tutto il territorio nazionale, che si occupa di conservare la memoria in relazione ai fatti accaduti durante la Grande Guerra -, che dia risalto anche alla storia passata del nostro territorio salentino”, ha commentato Scolozzi.

Nelle foto alcuni momenti dell’incontro.

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