Attualità
Aspettando il primo giorno di scuola: «Superiori arrivo»
Sta per suonare la campanella: le aspettative di un gruppo di ragazze di Montesano Salentino pronte ad iniziare un nuovo capitolo della loro vita dopo aver completato il primo ciclo di studi
di Chiara Margarito
In un paese come tanti altri della provincia, un nugolo di giovani di belle speranze sono pronti ad aprire un portone nel loro futuro, speranzosi di realizzarsi e avere un ruolo di rilievo nella società che verrà.
Siamo stati a Montesano Salentino, e abbiamo incontrato alcuni dei ragazzi che, dopo aver completato la scuola media, si apprestano a frequentare il primo anno delle superiori, affrontando un passaggio importante che segna l’inizio di un nuovo ciclo di studi.
Rebecca V. confessa di «aver avuto anche un po’ di panico per l’inizio delle superiori, perché non so cosa aspettarmi da questa nuova esperienza, ma sono emozionata all’idea di fare nuove amicizie. Spero di trovarmi bene con professori e compagni. Vorrei imparare cose nuove e divertirmi allo stesso tempo. Intanto ho già comprato degli evidenziatori fluo e i quaderni per gli appunti per ogni materia per essere pronta».
Noemi A. ne è convinta: «Il trasloco tra scuola media e scuola superiore sarà sicuramente un po’ turbolento, cercherò di affrontarlo con determinazione e tanti buoni propositi. Il fatto che io, ora, riesca ad essere meno introversa mi permetterà di adattarmi al meglio al nuovo ambiente scolastico e di conoscere nuove persone. Affronterò sfide non semplici, come il carico maggiore di compiti rispetto alle medie e scoprirò anche nuove passioni, interessi e doti. Sono pronta a incontrare nuovi compagni, nuovi professori e, ne sono certa, riuscirò anche a superare alcune mie difficoltà e paure. Spero che questo nuovo percorso scolastico possa permettermi di soddisfare sia la mia famiglia che la mia “me” bambina che ha sempre sognato un «grande» futuro. Nel frattempo, ho predisposto un piano in modo da riuscire a gestire impegni scolastici, studio e sport e cercare di arrivare a fine anno orgogliosa degli obbiettivi raggiunti, sia in ambito scolastico che sportivo».
Erin D. sta affrontando il cambio scuola «con un po’ d’ansia, perché so che cambierà tutto: nuovi compagni, professori, materie… ma è anche emozionante, perché ho voglia di ricominciare e di scoprire nuove emozioni. Mi aspetto di crescere, di imparare cose nuove e di conoscere persone con cui condividere questi anni. Ho iniziato a preparare tutto in anticipo: zaino, materiale scolastico, organizzazione studio… e ho anche “sfogliato” i nuovi libri per sapere cosa mi aspetterà».
Gaia C. aspetta con entusiasmo il “trasloco” ma ha già «molta nostalgia della vecchia scuola, soprattutto per il legame che avevo con alcuni dei professori. Dalla nuova scuola mi aspetto serietà e nuove conoscenze e, ovviamente, spero mi troverò bene con i nuovi compagni e professori, proprio come alle medie. Ho alte aspettative e, quindi, vorrei essere il più organizzata e concentrata possibile, quest’anno. Penso anche di aver trovato il metodo di studio giusto, grazie ai vecchi professori, e mi sento abbastanza preparata».
Anna D. spera di trovarsi bene alle superiori, «sia con i miei professori che con i miei compagni, di ambientarmi quasi subito e di fare esperienze indimenticabili. Mi aspetto, inizialmente, un ambiente nuovo e un po’ diverso rispetto a quello delle scuole medie. Credo, comunque, che sarà un’esperienza bellissima che porterà nuove amicizie e mi consentirà di imparare molte cose nuove e crescere anche a livello personale. Non vedo l’ora di intraprendere questo nuovo percorso, anche se ho un po’ paura di non fare amicizia e di sentirmi esclusa. Ho già preparato il materiale scolastico, tra cui lo zaino. Mi sono informata, ovviamente, sugli orari, sulle materie e sulla scuola ancor prima di fare l’iscrizione e sto provando ad andare a dormire prima rispetto al solito per abituarmi alla mia nuova routine scolastica».
Giulia R. è cosciente che sarà un grande «cambiamento rispetto alle medie. D’altronde, mi ritroverò a studiare nuove materie e, probabilmente, il metodo di studio sarà diverso. Mi aspetto più lavoro e, soprattutto, più impegno, che spero porteranno ad avere buoni risultati. Per iniziare questo nuovo percorso, ho comprato il materiale scolastico necessario e ho provato ad immaginare come potrebbero essere i miei primi giorni nella nuova scuola».
Gaia R. è conscia che il passaggio «non sarà molto facile da gestire, perché entrerò in contatto con un nuovo ambiente e nuove conoscenze. Mi aspetto tante nuove esperienze e soprattutto di imparare nuove cose, non solo durante le lezioni ma anche dalle persone che incontrerò. Intanto, ho comprato materiale scolastico e ho cercato di incontrare i miei nuovi compagni classe, per conoscere qualcuno del nuovo ambiente».
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Attualità
La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento
In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…
Riceviamo e Pubblichiamo
Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce
In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.
Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.
La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.
Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.
L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.
Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.
Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.
È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.
L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.
Attualità
Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…
Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.
Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.
La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.
La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.
Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.
A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.
A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il 4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.
Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
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