Attualità
The Queen per Torre Palàne
Helen Mirren: «Non chiediamo soldi, ma una cosa molto semplice: una firma su una petizione. Per favore, votate per salvare Torre Palane»
Come ha sempre fatto da quando ha messo piede nel Salento e si è sistemata nella sua masseria di Tiggiano Helen Mirren, Premio Oscar, grandissima attrice ma soprattutto grande persona si spende per le battaglie che riguardano la sua nuova terra. Lo ha fatto per difendere gli ulivi dando vita con Checco Zalone ad una stramba, esilarante ma efficacissima coppia; lo fatto tante volte per l’ambiente, parlando, sensibilizzando, condannando gli zozzoni. Questa volta scende in campo per Torre Palane a Marina Serra.
Torre Palane è tuttora in corsa all’annuale concorso del Fai, Fondo Ambiente Italiano, che chiede ai cittadini italiani di scegliere il loro luogo del cuore da salvare.
La Torre di Plane
La Torre di Plane o Palàne sorge su uno sperone di roccia conosciuto come “Punta di Plano”, sul litorale costiero di Marina Serra, località balneare di Tricase. La suddetta Torre, come pure la Torre del Porto di Tricase e la Torre del Sasso, sorge nella seconda metà del 16° secolo.Torre Palane rappresenta un piano architettonico originario in quanto, come Torre di avvistamento o cavallara, non è stata oggetto di attacchi nemici, come invece la Torre del Porto di Tricase, andata in rovina nel 1810 in quanto torre di difesa. Intorno al 1557 il Regno di Napoli contava 313 torri di cui 58 in Terra d’Otranto e tra queste la stessa Torre Palane. Essa è a pianta quadrata, di 9 metri di lato, di circa metri 15 di altezza ed a 15 metri dal livello del mare sottostante, con pareti lisce, salvo a metà altezza un profilo ovale poco sporgente. Per accedere all’interno, vi era e vi è ancora una grande apertura sul lato prospiciente la terraferma, posta ad altezza di sicurezza per dissuadere nemici assaltanti. All’interno gli ambienti sono pochi e senza estensione, come se in essi si dovesse solo vivere di vedetta, essendo lo spazio riservato al notevole spessore delle muraglie. A metà altezza, l’interno era diviso da un pavimento lastricato che copriva la grande cisterna piovana che raccoglieva le acque naturali, convogliate con canali intramurari nella cisterna, perché fosse assicurata l’acqua per i lunghi eventuali periodi d’assedio. Adesso, Essa, in silenzio rumoroso, di tanto in tanto chiede che qualcuno la rimetta a nuovo, la vivifichi e la riporti non ai tempi di invasione, ma di amanti visitatori guidati da Salentini memori che qui nel Basso Salento, anche le “pietre hanno voce” e anche “le ombre sono amiche”, come due poeti “grandi Salentini” hanno testimoniato, a distanza di qualche lustro l’uno dall’altro: il poeta Lucugnanese Girolamo Comi, poeta e benefico ospite di poeti e animi sensibili, tra cui Maria Corti (L’ora di tutti) che rievoca gli assalti alle Torri saracene; ed il Casaranese Gino Pisanò, professore di greco e di latino, filologo, critico d’arte e di letteratura, estimatore della bellezza salentina coniugata in tutti i settori, amante delle testimonianze dei padri e definito per antonomasia “uomo che guardava…. il mare … Mediterraneo”. “Notizie tratte dalla documentazione delle Associazioni Meditinere e Januae di Tricase”.
Helen Mirren su Instagram
Per sostenere la causa è scesa in campo TheQueen, l’attrice premio Oscar Helen Mirren che, con un post su Instagram, invita tutti gli italiani a votare per salvare Torre Palane, a Marina Serra, che al momento di andare in stampa si attestava attorno alla 150esima posizione in classifica.
«Questa è Torre Palane», esordisce nel suo video la Mirren, «costruita sette secoli fa dalla gente che abita questa bella terra chiamata Salento, in Puglia. Qui siamo a Marina Serra e queste torri vennero costruite lungo tutta la costa per avvistare gli invasori, principalmente i saraceni, e per avvisarsi a vicenda quando i saraceni erano in arrivo per saccheggiare il territorio. Queste torri esistono da secoli e sono una parte importante della storia d’Italia, ma lungo questa costa la maggior parte sta cadendo in rovina, con una eccezione: Torre Palane. È molto importante avere almeno una torre nel suo stato originario lungo questo bel litorale».
Infine l’appello: «L’unico modo per farlo è rinnovandola e restaurandola. Non chiediamo soldi, ma una cosa molto semplice: una firma su una petizione. Per favore, votate per salvare Torre Palane».
Attualità
Genitore si scusa con la dirigente del Liceo Comi: “Rivolsi parole gratuitamente ingiuriose”
“Fu solo il frutto di un momento di forte tensione personale”: nella lettera pubblica inviata alla Redazione, l’intento di chiudere bonariamente una vicenda incresciosa risalente al 2024
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scuse giunta in Redazione dal signor Grazio De Paoli, genitore di uno studente del Liceo Comi. La lettera pubblica è indirizzata alla Dirigente del medesimo istituto. Come si evince dalla stessa comunicazione, inviata alla Redazione per tramite dell’avvocato Francesco Accoto, la presente vale quale presa di coscienza dell’errore commesso e come manifestazione della volontà di chiudere bonariamente una spiacevole vicenda, risalente al 2024. All’epoca, nel mese di settembre, lo scrivente avrebbe rivolto pubblicamente delle parole ingiuriose all’indirizzo della Dirigente e del Liceo.
“In riferimento a quanto accaduto nel settembre 2024, durante l’accoglienza nell’auditorium delle classi prime del Liceo “G. Comi” di Tricase, desidero esprimere alla Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato, e all’intera comunità scolastica, le mie più sincere scuse per le parole e i toni inappropriati usati. Riconosco che il mio intervento è stato inopportuno, errato, offensivo e non riflette il rispetto e la stima che invece avrebbe dovuto avere la Dirigente e dell’Istituto e tutti gli altri addetti, che si sono distinti per serietà, attenzione e professionalità nelle numerose attività scolastiche ed extracurriculari svolte.
Le mie parole, gratuitamente offensive, pronunciate in quella circostanza nell’auditorium del Liceo “G. Comi”, sono state solo il frutto di un momento di forte tensione personale, senza alcuna responsabilità da parte della Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato né di tutta la scuola. Per quanto ho potuto constatare il Liceo “G. Comi” ha sempre garantito un percorso formativo di elevata qualità, e il personale docente e non docente, insieme alla Dirigente, si è sempre mostrato all’altezza del proprio compito educativo verso mio figlio assicurandogli un ottimo percorso scolastico quinquennale”.
Attualità
Alessano-Specchia: fronte comune a scuola contro il bullismo
Questa mattina l’incontro, nei due plessi, con l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase
Coinvolgimento e partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse del Comprensivo di Alessano e Specchia che oggi hanno incontrato l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase, in un incontro sul delicato tema del bullismo e cyberbullismo.
Un momento di dialogo autentico, che ha contribuito a sviluppare consapevolezza e responsabilità tra le giovani generazioni, grazie anche al prezioso intervento della psicologa Marinella Martella, che ha offerto spunti concreti per riconoscere e contrastare questi fenomeni.

A impreziosire l’iniziativa, la presenza dei Sindaci dei rispettivi Comuni, segno tangibile di un’attenzione condivisa e di una comunità che sceglie di fare rete per proteggere e sostenere i propri ragazzi e le proprie ragazze.
Approfondimenti
Pompeo Maritati, “Quando i numeri si innamorano (e io ci casco)”
Oggi che sono in pensione, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo, ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”…
L’idea di questo libro nasce in un luogo che, a prima vista, sembrerebbe il meno romantico del mondo: una sala corsi di una grande banca italiana, illuminata da neon impietosi, con pile di dispense, calcolatrici scientifiche e tazzine di caffè che avevano visto giorni migliori.
Era verso la fine degli anni 90, e io, in giacca e cravatta, stavo tenendo un corso di matematica finanziaria a un gruppo di operatori bancari. L’argomento del giorno? Il calcolo delle rate di mutuo con il sistema cosiddetto “alla francese”.
Un nome che evoca baguette, bistrot e chanson d’amour, ma che in realtà nasconde una formula che farebbe piangere anche un ingegnere.
Eravamo immersi in coefficienti, tassi d’interesse, progressioni geometriche e quel misterioso “ammortamento” che, più che un piano di rimborso, sembrava una lenta agonia numerica. E proprio mentre stavo spiegando la logica dietro la distribuzione degli interessi nel tempo, uno degli uditori – un tipo sveglio, con l’aria di chi aveva già capito tutto, ma voleva vedere se anche io lo avevo capito se ne uscì con una frase che mi colpì come una freccia di Cupido: “È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Silenzio. Sorrisi. Qualche risatina. Io, ovviamente, feci il classico gesto da docente navigato: annuii con un mezzo sorriso, come a dire “bella battuta, ma torniamo seri”. E così fu. Riprendemmo la lezione, tornai a parlare di rate, di formule, di Excel. Ma quella sera, solo in albergo, mentre il minibar mi offriva una bottiglietta d’acqua a prezzo da champagne e la TV trasmetteva repliche di quiz dimenticati, quella frase tornò a bussare alla mia mente.
“È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Ma certo! Perché no? Perché non pensare che dietro le formule ci siano storie? Storie di attrazione, di repulsione, di corteggiamenti matematici, di triangoli amorosi (non solo geometrici), di numeri che si cercano, si sfuggono, si fondono. Un’idea folle, certo.
Accostare l’innamoramento, quel sentimento poetico, irrazionale, profondo, all’aridità dei numeri, che per definizione sono freddi, impersonali, astratti. Ma forse proprio per questo l’idea mi sembrava irresistibile.
Così iniziai a scrivere. A spizzichi e bocconi, tra una riunione e una trasferta, tra un bilancio e un report. Annotavo storielle, dialoghi, immagini. Immaginavo lo Zero e l’Uno in crisi di coppia, il Due che cerca equilibrio, il Pi greco che seduce tutti ma non si concede a nessuno. Poi, come spesso accade, la vita prese il sopravvento.
Gli impegni si moltiplicarono, le cartelle si accumularono, e quei fogli finirono in fondo a un cassetto. Lì rimasero, silenziosi, per anni. Fino a oggi.
Oggi che sono in pensione, e che ho tempo per ascoltare le idee che bussano piano, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo. Ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”
E così è nato questo libro. Un libro che non pretende di insegnare matematica, ma di farla sorridere. Un libro che non vuole dimostrare teoremi, ma raccontare storie. Un libro che, se tutto va bene, vi farà guardare i numeri con occhi nuovi.
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