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Attualità

Casarano, il sindaco: «Se questo è immobilismo…»

Ottavio De Nuzzo: «Basterebbe uscire dal proprio splendido giardino per constatare il lavoro dell’amministrazione comunale che da qui ai prossimi due anni restituirà alla nostra città un volto completamente nuovo, attraente ed attrattivo». Sulla visita di Bernard Jean Étienne Arnault: «La nostra città ha ospitato uno dei pilastri mondiali della moda e del lusso, una visita che ci ha inorgoglito, che ha destato grande curiosità e speranza per il futuro, di cui avremmo voluto conoscerne i dettagli, prenderne parte e contribuire in qualsiasi modo. non è arrivata nessuna notizia, informazione o coinvolgimento da chi ospitava il magnate. Plateale antipatia o mancanza di senso delle Istituzioni?»

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Di tale visita però «non è arrivata nessuna notizia, informazione o coinvolgimento da chi ospitava il magnate.


Non un nostalgico sguardo al passato ma una necessità perché “historia magistra vitae”.


Ecco perché il sindaco Ottavio De Nuzzo esordisce ricordando che «c’era un tempo in cui la Politica e il “potere economico” camminavano ognuno seguendo il proprio percorso con lo stesso passo: erano gli anni del Cavaliere Antonio Filograna e dell’industria a domicilio, in cui la nostra città smetteva di avere figli sparsi in tutto il mondo per tornare ad accoglierli. Non servivano titoli e onori, vi era solo comunione di intenti. Erano anni in cui non importava del colore politico delle Amministrazioni Comunali, di chi fossero il Sindaco e gli Amministratori in carica, era importante contribuire allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Non senza confronto o divergenze, ma con reciproco rispetto».


Questa premessa per evidenziare come «nei giorni scorsi la nostra città ha ospitato uno dei pilastri mondiali della moda e del lusso, una visita che ci ha inorgoglito, che ha destato grande curiosità e speranza per il futuro, di cui avremmo voluto conoscerne i dettagli, prenderne parte e contribuire in qualsiasi modo».


Della visita di Bernard Jean Étienne Arnault (è ritenuto l’uomo più ricco del mondo, il suo patrimonio personale ammonta a oltre 200 miliardi di dollari ed è alla guida della più importante multinazionale proprietria di oltre 70 marchi della moda extralusso come Dior, Bulgari, Luis Vuitton), però, «non è arrivata nessuna notizia, informazione o coinvolgimento da chi ospitava il magnate. Sarà che nell’era dei social si danno per scontato i rapporti istituzionali? Si è trattato di plateale antipatia o di tangibile divergenza? O semplice mancanza di senso delle Istituzioni?».


«Nostro malgrado», se ne fa una ragione il primo cittadino, «abbiamo avuto rispetto di quella che è sembrata una visita privata, e ne abbiamo preso atto. Ciononostante, continuiamo a lavorare perché amiamo la nostra città e non la denigriamo sui social, rischiando di screditare il contesto in cui operiamo per ottenere likes o per condizionare l’opinione pubblica».


E poi giù quella che continua ad essere l’opera della sua amministrazione: «Per questo abbiamo intrapreso la strada del confronto con tutti gli illustri piccoli e grandi imprenditori che con grande collaborazione segnalano le esigenze, le criticità, i bisogni: videosorveglianza all’avanguardia, nuova viabilità e rotatorie, decoro, sfalcio, potenziamento dell’illuminazione, vigilanza, progettazione del depuratore, estensione della fibra, sono solo le prime misure che abbiamo adottato per migliorare la nostra Z. I. e che continueremo ad attuare. Una zona industriale che prima degli ultimi dieci anni era considerata solo in occasione delle fiere del S.S. Crocefisso e di San Giovanni Elemosiniere, per la pulizia del viale.  Negli ultimi tre anni invece, abbiamo fatto enormi sforzi finanziari per garantire maggiore decoro, sfalcio e pulizia su tutta l’area industriale. Tanto altro si farà per implementare nuovi servizi, a partire dal nuovo asilo nido comunale che questa Amministrazione ha progettato per andare incontro alle esigenze delle famiglie e dei più piccoli».


Ottavio De Nuzzo rivendica con orgoglio che «la Città di Casarano sta vivendo un periodo di profonda rigenerazione urbana e sociale, non solo in termini di “visione” ma sotto forma di progetti esecutivi e cantieri».


Altra rivendicazione: «Negli ultimi dieci anni tanto è stato fatto, dalla ristrutturazione di tutte le piazze, degli immobili, ai servizi, e si continua in maniera incessante: Piazza San Domenico, via Dante, Giardini “William Ingrosso”, riqualificazione delle stradine del Centro Storico da sempre abbandonato a se stesso e mai considerato una risorsa, Palazzo D’Elia, Palazzo De Judicibus, Palazzo De Donatis, zona “Largo Terra”, rifacimento delle strade, potenziamento dell’illuminazione pubblica del Centro, edilizia residenziale pubblica, edilizia ed efficientamento energetico di tutti gli edifici scolastici. Tutti interventi visibili anche a distanza. Pur pagando a caro prezzo l’assenza di rappresentanza istituzionale fuori città, abbiamo costruito con la sola forza delle idee e dei progetti, e combattuto contro chi ha cercato di depotenziare e svuotare il territorio, privando i cittadini di servizi essenziali».


«Se questo è immobilismo, siamo fieri di esserlo», replica piccato a chi ha criticato sui social l’amministrazione, «de gustibus non est disputandum, ma basterebbe uscire dal proprio splendido giardino per constatare il lavoro dell’amministrazione comunale che da qui ai prossimi due anni restituirà alla nostra città un volto completamente nuovo, attraente ed attrattivo».


Infine il sindaco ringrazia «tutti i cittadini per gli stimoli e le critiche costruttive perché ci offrono spunti di riflessione e confronto, nella consapevolezza che il nostro sia un ruolo “a tempo”, ma che ricopriamo nell’interesse della comunità nella sua interezza: degli imprenditori, dei commercianti, dei professionisti, degli artigiani, degli operai, delle famiglie, dei giovani, dei bambini, dei forti e dei deboli».






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La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento

In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…

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Riceviamo e Pubblichiamo

Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce

In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.

Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.

La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.

Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.

L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.

Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.

Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.

È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.

L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.

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Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli

Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…

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Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.

Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.

La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.

La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.

Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.

Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.

A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.

A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il  4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.

Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).

Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.

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Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro

Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

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di Antonio Memmi

Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti. 

Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.

In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!

I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.

L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).

Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi. 

Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.

Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.

Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.

Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.

L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.

E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.

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