Attualità
Ecco perchè i Vip scelgono il Salento
Un unico villaggio globale, una costellazione di località, ognuna delle quali può vantare uno o più gioielli paesaggistici e/o artistici, dal mosaico della Cattedrale di Otranto alla quercia vallonea di Tricase, alla grotta della Zinzulusa a Castro, alla Basilica di Santa Croce a Lecce…

di Hervé Cavallera
Da qualche anno il Salento è divenuto un punto di riferimento turistico per tutta l’Italia e non solo.
Fare l’elenco delle persone di successo che in questi ultimi tempi risiedono o hanno visitato il Salento sarebbe abbastanza lungo.
E tutto è accaduto, come si è accennato, in un lasso di tempo relativamente breve.
Si può pertanto asserire che il Salento è stato scoperto in questo millennio, dopo che altre località italiane hanno dominato nel passato per la presenza di celebrities.
Il ritardo della scoperta si può spiegare per la collocazione periferica della regione nella Penisola, malgrado la storia plurimillenaria.
Basti ricordare che Otranto è la città più a oriente d’Italia ed ha avuto una storia di secolare importanza.
Non per nulla il Salento è stato ufficialmente denominato Terra d’Otranto sino al 1927.
Ma vi è una peculiarità che è opportuno rilevare.
Di solito nella cronache mondane si parla di precise località (Portofino, ad esempio) o di zone relativamente limitate, come la Costa Smeralda.
Invece per quanto riguarda la nostra terra si parla dell’intera regione.
Certo, non è che non vengano nominate città come Lecce, Gallipoli, Otranto e così via, ma ciò che veramente conta è l’intero Salento che appare come un tutt’uno. Ed in fondo è così.
Se ci si sofferma sulla provincia di Lecce, è facile rilevare che i circa cento Comuni della provincia formano un unico villaggio globale, una costellazione di località, ognuna delle quali può vantare uno o più gioielli paesaggistici e/o artistici, dal mosaico della Cattedrale di Otranto alla quercia vallonea di Tricase, alla grotta della Zinzulusa a Castro, alla Basilica di Santa Croce a Lecce e via via.
La bellezza delle coste con la sua storia millenaria (si pensi, a Tricase alle cavità scavate negli scogli per la concia delle pelli; alle tante torri costiere erette per l’avvistamento delle navi saracene; alla Grotta dei Cervi a Porto Badisco) si sposa con quella dei centri storici in cui è possibile ripercorrere un cammino plurisecolare.
Né sono da trascurare la varietà e la qualità del cibo.
Ma vi è di più.
La nostra provincia non gode di un particolare sistema informativo, anzi potremmo incrudelire sottolineando le carenze.
Se non che nel mondo del digitale ognuno può cercare da sé dove andare scoprendo personalmente luoghi, eventi, cose.
Del resto, nei secoli passati il fascino che colpiva gli antichi viaggiatori era dato dalle continue e inattese scoperte.
Questo fascino paradossalmente perdura al presente e accade che girare per le cittadine del Salento, accostate per così dire l’una all’altra, consente al turista paziente e curioso di scoprire tante realtà inattese, sì da mai stancarsi.
L’attrattiva del Salento, sotto tale profilo e nonostante non manchino resoconti assai interessanti di personalità che nel passato hanno visitato le nostre terre, è ancora quella dell’inatteso, che si accompagna con la bonomia di una popolazione che ha negli anni perduto la naturale diffidenza verso il forestiero, diventando sempre più consapevole dell’importanza del turismo.
Certo, molto vi è da fare, come la salvaguardia dei centri storici e la cura dei paesaggi costieri e del verde pubblico.
I rischi che si corrono sono infatti sia quello di una cementificazione selvaggia, sia quello di frettoloso ammodernamento (ossia distruzione) di antichi edifici o quartieri ,sia quello di una trasformazione delle località costiere.
Prescindendo al momento dall’elenco di tutto quello che occorre fare per conservare e valorizzare le tante ricchezze naturali e artistiche del territorio, è bene sottolineare come i Comuni della provincia costituiscano una unità nella molteplicità.
Diversi sono, ad esempio, i dialetti e un oggetto può essere chiamato con termini differenti a pochi chilometri di distanza, come varia la fonetica.
Le differenze linguistiche richiamano anche antichi contrasti locali, di cui l’eco permane.
Tuttavia, proprio la diversità si fonde e consente l’unità del territorio attraverso la vicinanza delle cittadine e la medesima tradizione culturale che dai tempi più remoti (gli antichi Messapi) si estende alla presenza bizantina e a quella del culto cristiano testimoniato dalle innumerevoli chiese.
In questo senso, più che una reale diversità, vi è una sorta di individualità che ogni luogo conserva e che consente di identificarlo, come avveniva una volta per i soprannomi che servivano a caratterizzare persone e famiglie.
In tal modo conoscere veramente la provincia di Lecce non significa solo percorrere le tante strade asfaltate e visitare i luoghi più noti, bensì intenderne le tradizioni e cogliere gli aspetti più nascosti, ma più autentici, in modo da penetrare lo spirito di un luogo che continua ad affascinare per le interessanti sorprese che consente.
Attualità
Meteo, da mezzanotte allerta arancione sul Salento
Protezione civile: “Per le prossime ore, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali…”

La protezione civile, gestione emergenze, ha diramato, per le prossime ore, a partire da mezzanotte, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali.
Il bollettino recite: “Precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco specie sui settori meridionali, con quantitativi cumulati generalmente moderati, fino a puntualmente elevati;
Sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sui restanti settori, con quantitativi cumulati moderati.
I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità , frequente attività elettrica (fulmini), locali
grandinate e forti raffiche di vento“.
Appuntamenti
INPS – Lecce, Rendiconto sociale
Presentazione domani nella sala convegni della Camera di commercio

Sarà presentato domani (giovedì 16 ottobre, alle ore 9,30, nella sala convegni della Camera di Commercio) il Rendiconto sociale INPS – Lecce.
In programma i saluti istituzionali da parte del presidente della Camera di commercio Mario Vadrucci, del presidente della Provincia Stefano Minerva, del sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone.
Introdurrà i lavori il presidente del comitato provinciale Inps di Lecce Massimo De Giorgi. A seguire la presentazione del Rendiconto da parte del direttore Inps di Lecce Giuseppe Garrisi.
Interverrà Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico “Aforisma School of Management” che ha condotto un’indagine socioeconomica sulla provincia di Lecce.
Sono previsti i contributi della presidente del Comitato regionale Inps di Puglia Nadia Polito e della direttrice regionale Inps di Puglia Benedetta Dito.
Dopo gli interventi delle parti sociali, concluderanno i lavori i componenti del consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) Angela Caracciolo e Franco Rampi.
Coordinerà gli interventi Antonio Tommasi, direttore provinciale vicario Inps di Lecce.
Il Rendiconto sociale è il più importante e dettagliato strumento con cui il consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps, nell’esercizio delle sue funzioni, mette a disposizione delle istituzioni e degli altri enti pubblici, delle parti sociali, degli istituti di ricerca e di istruzione e dei cittadini, un insieme di dati e informazioni che riguardano l’attività complessiva dell’Istituto nell’anno di riferimento, per quanto concerne sia le prestazioni erogate, sia gli elementi che attengono alla qualità e all’efficacia dei servizi nel rapporto con l’utenza, i cittadini e le imprese.
Sono raccolti i dati sociodemografici che caratterizzano il territorio, il numero e il valore delle prestazioni erogate dall’Istituto, come le pensioni, gli ammortizzatori sociali e gli altri interventi di sostegno alla famiglia e di inclusione sociale, l’andamento delle entrate contributive, la qualità del rapporto con l’utenza e il contenzioso.
Il Rendiconto sociale rappresenta anche un importante strumento attraverso cui il Civ esercita la funzione di vigilanza sull’attività dell’Istituto, nell’ottica che gli compete in quanto organo di rappresentanza delle parti sociali, dei lavoratori e delle imprese.
Anche le sedi regionali si dotano di un proprio rendiconto regionale, che rappresenta il valore creato dall’Istituto nelle regioni, attraverso dati e informazioni sul sistema di protezione sociale, in una logica di servizio al territorio e di colloquio con le comunità.
Dal 2022, inoltre, su iniziativa del consiglio di indirizzo e vigilanza, anche le sedi provinciali presentano i propri rendiconti provinciali, redatti dai comitati provinciali Inps, in collaborazione con le rispettive direzioni, ove si espongono i dati locali sui servizi dell’Istituto, destinati direttamente ai cittadini del territorio di riferimento.
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Attualità
«Lì non è come qui…»
Il racconto di Diana D’Agata, veterinaria salentina, costretta a vivere lontano da casa per veder riconosciuta la propria dignità di lavoratrice e uno stipendio consono. «Il Salento? Mi mancano il clima, il sole e il mare. Ma ci tornerò solo una volta in pensione»

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«A Lecce, un giorno di lavoro poteva anche valere la miseria di cinque euro, il costo di una prestazione sanitaria» ha raccontato al Corriere, la giovane veterinaria salentina Diana D’Agata (foto in alto, durante una sua vacanza in Salento).
Si è trasferita in Inghilterra nel 2015, per il momento si accontenta di circa 3mila sterline (poco meno di 3.500 euro) ma solo perché ha «deciso di calibrare l’orario di lavoro alle esigenze famigliari. Una casa da portare avanti, due figlioletti e un marito, per quanto fonte di gioia, restano un impegno non indifferente per una donna, madre e moglie».
«Quando sarà il momento», spiega la salentina, «potrò puntare ad uno stipendio anche molto più alto, fino a 60mila-80mila sterline, perché qui al merito, all’impegno, soprattutto ai titoli di studio, di specializzazione, ai master, si dà molta importanza. Con rammarico devo dire che è un altro mondo, non solo rispetto a Lecce, ma credo pure in confronto al sistema italiano che non offre le stesse possibilità di crescita e affermazione professionale».
«In Salento», prosegue nel suo racconto al Corriere Diana D’Agata, «non avevo nemmeno un conto corrente, non avrei saputo che farmene, visti gli scarsi guadagni».
Invece, appena giunta in Inghilterra trovò subito un impiego nel settore del controllo della qualità delle carni.
Fu cooptata da un’agenzia interinale e spedita sul luogo di lavoro con un’ottima paga, affiancamento e telefonino di servizio. Cose… dell’altro mondo. Almeno per l’Italia!
«Quando era ancora a Lecce», ricorda la professionista, «lavoravo in un centro veterinario per pochi euro al giorno e, ovviamente, ero insoddisfatta con in mano una laurea. Ma non era colpa del mio datore di lavoro, quanto del sistema. Certo, in Italia il sistema è un freno per le carriere, per i giovani anzitutto. Manca spesso il riconoscimento del merito. Un veterinario può mai lavorare per cinque euro al giorno?».
Altra musica oltremanica: «Sono stata assunta in una clinica veterinaria. Mi pagano bene. Ho potuto scegliere l’orario di servizio e persino il giorno libero. Ovviamente la paga è commisurata alle ore lavorative che io ho facoltà di ampliare o diminuire quando voglio, in base alle mie necessità».
Ovviamente dell’Italia e del Salento, in particolare, le mancano «il clima, il sole, il mare. Ma qui lavoro e sono felice sono felice. Chi lo sa, una volta in pensione, forse, tornerò in Salento»
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