Attualità
Plantari gratuiti, perché a Casarano sì ed a Gagliano no!?
All’interrogativo posto da un nostro lettore risponde la direzione della Asl leccese

Abbiamo ricevuto in redazione la segnalazione di un nostro lettore riguardo all’acquisto di plantari ortopedici in presenza di invalidità permanente.
Al nostro lettore nel Distretto di Gagliano del Capo tutte i negozi specializzati a cui si è rivolto (tranne uno!) hanno riferito che tali plantari sono forniti gratuitamente solo fino ad 8 anni di età. Quindi per il figlio, che ha superato tale età, ha dovuto pagare. Altre persone, tra cui anche un parente del nostro lettore, invece, in altri
Distretti, come quello di Casarano, stando a quanto ci ha riferito il nostro lettore, usufruirebbero della gratuità fino ai 18 anni.
Per fare chiarezza sulla vicenda e dare un’informazione a tutte le famiglie interessate abbiamo chiesto spiegazioni all’Asl Lecce mediante l’Ufficio Relazioni con il Pubblico.
«La fornitura di ausili e protesi a pazienti con oneri a carico del SSN», spiegano dall’Als leccese, «soggiace all’applicazione di alcune norme nazionali che nel tempo si sono succedute, ma che hanno, tutte quante, sottolineato i criteri regolatori di tale fornitura; le Regioni hanno solo preso atto delle decisioni nazionali».
E allora cosa dicono queste norme? «Gli ausili e protesi sono erogati a gli invalidi civili, del lavoro di guerra, per servizio, ai privi di vista, ai sordomuti (…), nonché ai minori di anni 18 che necessitano di intervento di prevenzione, cura e riabilitazione di una invalidità permanente».
I plantari «sono ortesi (apparecchi correttivi degli arti del corpo, applicabili da essi ma non sostitutivi degli stessi, Ndr) finalizzate alla correzione delle deformità o malformazioni del piede, come sostegno delle volte plantari: longitudinale e trasversale o di scarico di punti dolenti».
Le linee guida sul trattamento dei piedi piatti, valghi, cavi nel bambino di qualsiasi grado o entità, sottoscritte dalle Società Scientifiche Ortopediche, così recitano: «Nella prima fase della deambulazione dai 10 mesi di vita fino ai 3-4 anni tale situazione è del tutto normale e fa parte della normale crescita del piede, infatti il piede correggerà tale situazione in maniera spontanea fino ai 6 -7 anni. Solo in alcuni casi, nei quali tale piattismo è di entità maggiore, risulta consigliabile l’uso di plantari e sport atti a migliorare l’appoggio del piede e facilitare la normale maturazione del piede stesso. Tali plantari andrebbero utilizzati, pertanto, fino al massimo ai 6-7 anni. Dopo tale periodo il plantare non riuscirà più a correggere il piede.
Dopo i 7 anni d’età quindi dovranno essere sottoposti a trattamento chirurgico di endortesi solo quei bambini nei quali il plantare non ha risolto il piattismo e la valgo pronazione del retropiede. Tutti gli studi mondiali hanno dimostrato che i piedi che devono essere trattati con chirurgia ortopedica, perché a rischio di portare a patologie secondarie, sono quelli con il retropiede valgopronato anche se non necessariamente piatto».
Va sottolineato che tali linee guida non trovano applicazione nei casi di deformità congenite (quali piedi torti) nelle fasi postoperatorie, o di menomazioni motorie, esiti di danni neurologici precoci, centrali o periferici.
I plantari sono novellati nell’Allegato 5 elenco 1 del DPCM 12/1/2017 (pag. 194) dove si specifica che l’ausilio «consiste in un plantare modellato su forma di serie personalizzata, costruito interamente su misura previo rilievo del grafico e delle misure del piede, compresi eventuali piani di correzione o scarico secondo prescrizione. Indicato per tutte le patologie che comportano una grave deformità del piede».
Quindi, evidenziano dall’Asl, «la norma ribadisce che è necessario dimostrare che ci sia una grave deformità del piede per poter accedere alla fornitura in modalità gratuita degli ausili definiti come plantari per i minori di anni 18».
Nel caso specifico del lettore de “il Gallo” ipotizzano dall’Azienda Sanitaria leccese, «è possibile che il piccolo paziente che nel Distretto di Casarano ha ricevuto
gratuitamente i plantari avesse dimostrato con documentazione sanitaria specialistica la sussistenza del requisito della grave deformità».
Attualità
«Governatore, fermi lo scempio del fotovoltaico»
La CIA Puglia consegnata al presidente della Regione una proposta per fermare l’invasione dei pannelli neri. Gennaro Sicolo: «Non facciamoci colonizzare da chi viene da lontano e sventra i nostri territori. Difendiamo la Puglia». Da Michele Emiliano rassicurazioni su decreto aree idonee e verifica soluzioni per maggiore tutela dei terreni agricoli

«Per evitare che l’invasione del fotovoltaico sottragga migliaia di ettari di terreno produttivo agricolo», CIA Agricoltori Italiani di Puglia ha consegnato a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, una proposta che modifichi l’attuale normativa sulle autorizzazioni per nuovi impianti. La proposta si basa su tre principi: considerare il suolo agricolo produttivo come bene comune da preservare e utilizzare per le colture; riservare la realizzazione di nuovi impianti in zone industriali, cave dismesse e su edifici pubblici; limitare l’utilizzo di suoli agricoli ai terreni incolti da almeno 5 anni.
Inoltre, secondo CIA Puglia, «occorre che le amministrazioni locali possano finalmente avere voce in capitolo nel processo autorizzativo, facendo valere le caratteristiche e la tutela del territorio, in modo che non vengano concesse autorizzazioni che presentino profili di inidoneità».
La proposta è stata consegnata a Michele Emiliano, nel corso di un incontro con gli agricoltori organizzato da CIA Puglia nella sede di Finoliva Global Service S.p.A. a Bitonto. Gennaro Sicolo, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, chiarisce: «È l’olivo a campeggiare nel logo della Regione Puglia, se si continuano a estirpare interi oliveti per far spazio al fotovoltaico, come è successo a Bitonto, tanto vale cambiare il logo e inserire una distesa di pannelli neri al posto dell’olivo. È assurdo, paradossale, che nella patria dell’olivicoltura italiana, succedano cose simili. Occorre normare in modo differente le autorizzazioni, tenendo presente valore e vocazioni del territorio, tutelando il bene primario della produzione agricola e agroalimentare. Non facciamoci colonizzare da chi sventra i nostri territori per interessi che risiedono spesso a migliaia di chilometri di distanza. Difendiamo la Puglia».
La proposta è stata studiata e redatta da Massimo Fragassi, responsabile dell’Ufficio Legislativo Cia Puglia.
Nel corso dell’incontro, Sicolo ha posto l’accento anche sulla questione Xylella, con l’avanzamento del batterio arrivato ormai a riguardare anche la BAT.
Il presidente di CIA Puglia è poi intervenuto sul tracollo delle quotazioni del grano duro, denunciando le manovre speculative che costringono i cerealicoltori a produrre in perdita: «L’agricoltura pugliese sta vivendo un momento estremamente delicato per il comparto primario pugliese, che affronta questioni cruciali per il proprio futuro, con una serie di problemi che erodono la redditività delle aziende agricole, incidono sull’export e sul riconoscimento del giusto valore ai nostri prodotti. Non ci sono soltanto i dazi a preoccupare, ma anche le soluzioni da trovare per le lacune del sistema idrico irriguo, l’avanzamento della Xylella, l’aumento dei costi di produzione a fronte del crollo dei prezzi di diversi prodotti, primo tra tutti il grano («ma non solo»), e poi la necessità inderogabile di avere una Politica Agricola Comune attraverso la quale l’Europa tuteli e valorizzi il lavoro degli agricoltori come primi custodi della terra e principale motore per la rinascita delle aree interne».
Il governatore Emiliano ha spiegato agli agricoltori che ritiene «necessario approvare in fretta il decreto sulle aree idonee».
Il presidente della Regione Puglia, ricevendo la proposta di CIA, ha assunto l’impegno a «studiare tutte le possibili soluzioni, confrontandosi anche con governo nazionale e Ue, per tutelare il patrimonio ambientale e agricolo pugliese dall’invasione massiva degli impianti fotovoltaici su terreni agricoli».
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- Il presidente di Cia Puglia Gennaro Sicolo
- L’intervento di Massimo Fragassi
- Il governatore Emiliano e Gennaro Sicolo
Attualità
Le favole della diversità
Nella Giornata Mondiale della Diversità Culturale annunciato il progetto di ricerca di “Futuramente” (con la collaborazione del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e della Regione Puglia) sulle fiabe della tradizione locale che verranno messe a confronto con le favole della tradizione dei paesi dei ragazzi ospiti della cooperativa “Polvere di Stelle”

Oggi l’Unesco celebra la Giornata Mondiale della Diversità Culturale o, come denominata da taluni, la Giornata dello Scambio Interculturale.
Quel che conta è che si celebrano la ricchezza delle culture del mondo e il ruolo essenziale del dialogo interculturale per raggiungere la pace e lo sviluppo sostenibile.
Per l’occasione, l’associazione culturale “Futuramente” e la cooperativa sociale “Polvere di Stelle” promuovono un progetto di scambio e contaminazione tra culture che valorizzi le tradizioni culturali specifiche e che coinvolga le fasce più giovani della popolazione.
Le due associazioni infatti, con la collaborazione del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e della Regione Puglia, nell’ambito delle azioni promosse dal SAI minori stranieri non accompagnati (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Ministero dell’Interno, e con la partecipazione operativa della casa editrice Licosia e della piattaforma culturale multimediale Stroncature, stanno lavorando già da settimane ad un progetto di ricerca sulle favole della tradizione locale che verranno messe a confronto con le favole della tradizione dei paesi dei ragazzi ospiti della cooperativa Polvere di Stelle, in uno scambio culturale e linguistico che costituisca un momento di crescita per tutti gli attori in campo e per la comunità.
Le favole o fiabe verranno presentate in tutte le lingue presenti nel progetto e pubblicate in un libro cartaceo e relativo eBook anche allo scopo di condividere la nostra esperienza in modo permanente, economico e globale.
Il progetto sarà presentato alla città, insieme alla relativa pubblicazione, nel corso delle prossime settimane.
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Appuntamenti
Tricase: musicoterapia alla Casa di Betania
Sarà integrata come parte fondamentale del piano di cure palliative. Inaugurazione domenica 25 maggio, dalle ore 10. Sempre in occasione della XXIV Giornata del Sollievo, Casa di Betania, dedicherà la sala della musica a Vincenzo Maccagnani

Un percorso di musicoterapia (“Note di Speranza”), introdotto nell’Hospice Casa di Betania, il centro residenziale della Pia Fondazione di Culto e Religione Cardinale Panico, a Tricase.
La musicoterapia sarà integrata come parte fondamentale del piano di cure palliative, attraverso l’attuazione di due sessioni: una mattutina, dalle 9,30 alle 11,30 e una pomeridiana, dalle 16 alle 18.
L’inaugurazione domenica 25 maggio, alle ore 10, XXIV Giornata del Sollievo.
Nella stessa occasione, Casa di Betania, dedicherà la sala della musica a Vincenzo Maccagnani, il musicista di Brindisi che grazie all’incontro con il fisioterapista Giacomo Contaldo è riuscito a realizzare il suo ultimo sogno: incidere la canzone scritta durante il ricovero a Tricase.
Una storia che non solo ha emozionato ma ha implementato le azioni musico-terapeutiche per pazienti, i loro familiari e gli operatori sanitari in un cammino di significato e sollievo.
«Basandoci sulle evidenze scientifiche degli ultimi anni», spiega la dottoressa Maria Grazia De Paola, psicologa dell’Hospice Betania, «abbiamo potuto constatare che la musica ha effetti positivi sul miglioramento dell’umore, sulla riduzione degli stati ansiosi e sul rilassamento fisico e mentale, con benefici anche sulla percezione del dolore fisico e sulla qualità del sonno»
«Per questi motivi», continua la psicologa, «la musica può essere considerata come un vero e proprio strumento terapeutico, riconosciuto anche dalle linee guida delle Cure Palliative. Il progetto non coinvolgerà solo i pazienti, ma anche i familiari, attraverso la creazione di uno spazio di confronto e di comunicazione affettiva. Anche il personale sanitario sarà parte integrante del percorso, sia come beneficiario, attraverso momenti di ascolto e rilassamento volti a contrastare lo stress, sia come co-costruttore di un ambiente di cura sempre più umano e rispettoso dei bisogni della persona».
«Con questo progetto», conclude la dott.ssa Maria Grazia De Paola, «il nostro Hospice conferma la sua vocazione a prendersi cura non solo del corpo, ma anche dell’anima e della memoria dei pazienti, abbracciando sempre di più un approccio multidimensionale alla malattia».
Sarà inoltre realizzato un database in cui verranno raccolte le informazioni dei pazienti e i risultati di strumenti psicometrici ad hoc per valutare gli effetti positivi della musica sul tono dell’umore, sui sintomi ansiosi e sulla qualità del sonno. Dati preziosi per la ricerca e la pianificazione sanitaria.
Al termine della cerimonia di inaugurazione dedicata alla musica, i volontari AVO, consegneranno agli ospiti degenti i girasoli, simbolo della Giornata del Sollievo.
Un gesto d’amore della Pia Fondazione Panico.
IL PROGRAMMA DEL 25 MAGGIO
Ore 10: Santa Messa presso la cappella dell’Hospice al secondo piano – celebra Don Giorgio Margiotta.
Ore 10,50: intrattenimento musicale, in memoria di Vincenzo Maccagnani, a cura di Giacomo Contaldo (chitarrista) e Gemma Russo (basso) con proiezione del videoclip del brano “Le cose che non mi piacciono di te”.
Ore 11,15: presentazione del progetto “Note di speranza” a cura della dott.ssa Maria Grazia De Paola, psicologa dell’Hospice
Ore 11,30: intitolazione di una stanza di degenza dedicata alla musica.
Ore 11,40: Un gesto d’amore, i volontari AVO consegneranno agli ospiti degenti un girasole, simbolo della Giornata del Sollievo, donato dalla Pia Fondazione Panico.
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