Cronaca
Morte psicologa Diso: si affievoliscono sospetti su indagato
L’indagine, tra dispositivi elettronici ed ascolti di familiari, non ha restituito elementi a carico dell’amico della vittima: si propende sempre più per la morte naturale

Le indagini sulla morte della psicologa di Diso, Virginia Quaranta, trovata senza vita nella sua camera da letto a Lecce, potrebbero chiudersi senza risposte.
L’unico iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario, P.R.M., uomo di mezza età residente nel sud Salento, amico della vittima, sembra non avere scheletri nell’armadio. Gli accertamenti degli agenti della polizia, che hanno condotto le indagini scandagliando telefoni e messaggi, non hanno rivelato tensioni tra i due tali da far credere che, quella mattina, o quella notte di giugno, Virginia possa esser stata aggredita dal suo amico.
Le indagini avevano puntato dritto su di lui perchè unico tra quelli in contatto con la donna, nel periodo antecedente il ritrovamento del corpo, a poter aver intrattenuto una relazione dai contorni pochi chiari. Ma l’ascolto dei familiari ha spento i sospetti sorti attorno all’indagato, e anche pc e dispositivi mobili non han restituito materiale delicato a suo carico.
Resta quindi il mistero del disordine trovato nell’abitazione della vittima che, all’arrivo di suoi colleghi, che la attendevano ad una conferenza, era nel letto priva di vita. La pista che si delinea al momento ha sempre di più i contorni del decesso per causa naturale.
Cronaca
Arrestato il favoreggiatore del latitante Carmine Mazzota
Il 55enne ha avuto un ruolo attivo e continuativo durante la latitanza di Mazzotta, perché avrebbe individuato il B&B di Torre Lapillo dove il latitante…

Si è conclusa l’indagine dei Carabinieri di Lecce che, lo scorso aprile, aveva portato alla cattura del latitante Carmine Mazzotta, 51 anni, condannato in via definitiva a trent’anni di carcere per omicidio.
Al termine dell’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stato eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di un 55enne residente in località Boncore del comune di Nardò, già noto alle Forze dell’Ordine per varie vicende giudiziarie, fra cui il furto di armi avvenuto nel 2014, presso il posto fisso del Corpo Forestale dello Stato di San Cataldo.
L’uomo, è accusato di “procurata inosservanza di pena”, reato che si configura quando volontariamente si aiuta qualcuno già condannato a eludere l’esecuzione della pena.
Secondo quanto ricostruito dagli uomini del Nucleo Investigativo al comando del Tenente Colonnello Cristiano Marella, il 55enne ha avuto un ruolo attivo e continuativo durante la latitanza di Mazzotta, perché avrebbe individuato il B&B di Torre Lapillo dove il latitante si era nascosto, dopo aver contattato il titolare e visionato la camera destinata al 51enne.
Successivamente, con cadenza giornaliera, gli forniva supporto incontrandolo, colloquiando con lui e lasciandogli buste contenenti generi alimentari, contribuendo anche alla gestione dei suoi interessi e delle necessità quotidiane.
In occasione della cattura del latitante erano emersi chiari elementi secondo cui quest’ultimo era in attesa di ricevere i documenti per fuggire all’estero, confermando l’organizzazione accurata della sua latitanza.
Nel provvedimento del Giudice a carico del 55enne, si legge che “ha dimostrato contiguità a pericolosi ambienti criminali e un stretto legame con esponenti della criminalità organizzata locale, verso i quali ha mostrato una disponibilità incondizionata”.
Sulla base di tali elementi, unitamente ai gravi indizi di colpevolezza emersi a suo carico, si fondano le esigenze cautelari che hanno determinato la necessità di un provvedimento restrittivo. L’uomo è stato quindi posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico.
Cronaca
Provocò la morte di una sedicenne: sette anni per omicidio stradale
Luna Benedetto, questo era il suo nome, morì dopo un coma di 10 giorni per un incidente stradale mentre, con un amico, viaggiava su uno scooter…

Una tragedia avvenuta il 14 giugno 2020.
Luna Benedetto, questo era il suo nome, morì dopo un coma di 10 giorni per un incidente stradale mentre, con un amico, viaggiava su una moto.
La ragazza, di sedici anni, sulla moto insieme all’amico conducente ferito gravemente, morì dopo 10 giorni a causa dell’incidente procurato da un auto, e dal suo conducente, che viaggiava a 120 all’ora invece di 50.
Ora arriva dal Tribunale di Lecce: sette anni di reclusione, per il 40enne di Racale che, alla guida della sua autovettura, si scontrò con lo scooter sul quale viaggiavano i due ragazzi.
Attualità
Muore a 54 anni, Sonia Petrachi, assessora a Melendugno.
il Sindaco. “L’amministrazione perde un’assessora estremamente valida, collaborativa e leale dotata di una grande disponibilità all’approfondimento e al pensiero critico ma sempre al fine di costruire e mai di distruggere…”

Muore a 54 anni, Sonia Petrachi, l’assessore comunale alla Cultura di Melendugno.
Queste le parole del sindaco, Maurizio Cisternino: «La comunità perde una persona straordinariamente altruista e una politica sensibile, infaticabile, attenta, con un altissimo senso delle Istituzioni, e sempre al servizio del bene comune.
L’amministrazione perde un’assessora estremamente valida, collaborativa e leale dotata di una grande disponibilità all’approfondimento e al pensiero critico ma sempre al fine di costruire e mai di distruggere»
L’assessora lottava con un male incurabile che l’ha debilitata fino a portarla alla morte.
Eletta nel giugno 2022 con la giunta, guidata dal sindaco Cisternino, Sonia Petrachi ricopriva la delega alla cultura, molto attiva in quell’ambito è stat anche l’ideatrice del BluFestival, che ha portato in città un evento di spessore con grandi scrittori di livello nazionale che hanno richiamato un pubblico colto e raffinato.
Orgogliosa di aver ottenuto un finanziamento per avviare una campagna di scavi sull’Abbazia di San Niceta, luogo al quale era molto legata.
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