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Castro

Maxi incendio su Castro

Bruciano ettari di terra sulla strada per Marittima di Diso

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Un inferno di fuoco in serata nelle campagne tra Castro e Marittima di Diso.





L’incendio, che ha divorato una vasta fetta di vegetazione, si è allargato rapidamente al tramonto, complice il forte vento.





Il rosso intenso delle fiamme ed una colonna di fumo sempre più grande hanno campeggiato sulla parte alta di Castro, visibili a chilometri di distanza.





Le squadre antincendio sono ancora all’opera per domare il rogo.













Andrano

«La Otranto-Leuca sia vera strada parco»

Documento firmato da numerose associazioni e sigle sul progetto di percorso ciclo-pedonale proposto dalla Provincia di Lecce. «Fermare per sempre le corse pirata delle moto»

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«La litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca si trasformi in una vera “strada parco” mettendo fine una volta per tutte al fenomeno delle moto che la percorrono, come se si trattasse di una pista da corsa».

È quanto chiedono una trentina di associazioni in un documento unitario sul progetto di massima predisposto dalla Provincia di Lecce, con cui sono stati intercettati finanziamento di 22 milioni di euro del C.I.S. e sul parallelo progetto del Comune di Otranto.

Il documento, inviato alla Provincia, al Parco Otranto-Leuca e ai sindaci interessati, è firmato da un cartello di numerose associazioni e sigle: Ciclo Club Spongano, Legambiente Puglia, Federazione Ciclistica Italiana provincia di Lecce, Salento.bike, ASD MTB Tricase, Cammino del Salento ETS, ASD Cicloclub Nociglia, ASD Lupi del Salento, manumanuriforesta!, Comitato SS275, Salento e-Cycling ASD, Asd DieNneAvventura, Associazione MTB Monteroni, Asd Oreca Trekking, Presente è futuro ODV, Fondazione Moschettini, Associazione Casa delle Comunità Ospitanti degli itinerari francigeni della Puglia meridionale, Casa delle AgriCulture Tullia e Gino ODV e Città Fertile.

«L’idea che la litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca sia una strada da percorrere a passo dolce, un percorso preferenziale per la mobilità attiva e, quindi, anche ciclabile», si legge nel documento, «è ormai acquisito nell’immaginario di utenti locali, turisti, amministratori, tecnici e cittadini. Di fatto questa strada litoranea, soprattutto per le sue peculiarità paesaggistiche e naturalistiche, è già oggi in molti tratti densa di pratiche d’uso con mobilità attiva: corsa, trekking, escursionismo, bici da strada, gravel, bici da off road e cicloturismo».

L’idea della litoranea come strada che sia anche ciclabile ha radici nella pianificazione di area vasta della Provincia di Lecce (PTCP), oltre che nel PPTR e nel Piano Territoriale del “Parco regionale Otranto-Leuca”, dove trova la sua formulazione nel concetto di “Strada del Parco”, con tratti da interdire ai mezzi pesanti.

Una ulteriore proposta avanzata da Salento Bici Tour la vorrebbe “autostrada delle biciclette” con limiti di velocità di 30 km/h.

Inoltre la stessa litoranea è il naturale tratto conclusivo della Ciclovia Adriatica, secondo il Piano della mobilità ciclistica della Regione Puglia.

Le associazioni concordano sull’idea che questa strada sia da considerarsi un bene non intangibile e quindi “riprogettabile” per soddisfare esigenze e usi contemporanei; in tale direzione formulano la proposta di considerarla come “strada parco”, riducendo al minimo la presenza di infrastrutture e di elementi comunque invasivi in modo da esaltare la sua interazione con gli ecosistemi che attraversa e che racconta.

L’idea progettuale di cui intendono farsi portavoce è quella di una “strada parco” ad uso ciclabile e pedonale e fruibile, comunque, dagli automobilisti in ambo le direzioni, ma con limite di velocità non superiore ai 40 km/h e con regole d’uso magari differenziate per stagione, per tratti o per particolari momenti o esigenze.

Una “strada parco” ciclabile in tutta la sua sezione e percorribile in ambo i sensi di marcia dalle auto e dai mezzi pubblici collettivi, come navette e bus, interdetta ai mezzi pesanti e in cui si abbia la chiara percezione di trovarsi in un luogo fatto per la mobilità lenta.

«La strada parco che immaginiamo», scrivono ancora le associazioni, «è quella che tuteli sempre la vista mare, ampliando, se possibile, il numero di piazzole di sosta per ammirare il paesaggio, ed elimini qualsiasi detrattore paesaggistico, in cui sia limitata la segnaletica, non siano collocati cordoli (in quanto pericolosi) o altri manufatti e segni il passaggio solo sulle soglie di ingresso ai/dai centri abitati e non nella continuità del percorso».

E ancora: «Una strada parco in cui la sicurezza del pedone e del ciclista è affidata alla sua riconoscibilità, e cioè alla riconoscibilità delle soglie di ingresso/uscita lavorando sul manto stradale e introducendo elementi di radicale moderazione del traffico: cuscini berlinesi, attraversamenti pedonali rialzati, restringimenti di carreggiata con alberature e magari tratti con senso unico alternato, la videosorveglianza tutor, gli autovelox, la segnaletica ad hoc di ingresso».

Il progetto, sempre secondo le associazioni, potrebbe essere l’occasione per caratterizzare la strada con un fondo più chiaro, come ad esempio le strade bianche, al fine di rendere il suolo permeabile e di restituire d’impatto la riconoscibilità del percorso come percorso prevalente ciclabile e pedonale, dove possano trovare accoglienza inserti di macchia mediterranea coerenti con la biodiversità dei luoghi utili anche ad ombreggiare il lato sud per renderla più confortevole d’estate.

La “strada parco” deve anche prevedere il miglioramento dei collegamenti ciclopedonali tra la litoranea e l’immediato entroterra, creando, dove possibile, una rete funzionale di percorsi complementari alle strade asfaltate.

Bisognerebbe inoltre «saper adattare le regole alle esigenze dei diversi fruitori anche lavorando sulla dimensione temporale: ad esempio introducendo le stagioni cicloturistiche («primavere e autunni in cui alcuni tratti siano completamente interdetti alle auto ed estati in cui ci siano maggiori concessioni per le auto per accedere ai punti di interesse costiero»).

Una “strada parco” come una grande linea bianca e verde da Otranto a Leuca che entri ed esca da marine e località costiere e che serva anche ai locali che vogliono muoversi tra le località costiere e i tanti porti.

Il progetto può essere «occasione per fare una strada che consenta alla fauna selvatica che la attraversa di poter disporre di corridoi sicuri, dei bypass di riconnessione tra ecosistemi a monte e a valle della litoranea, da realizzare nei tratti in cui sussistono situazioni morfologiche e naturalistiche appropriate e in cui risulti ridotto al minimo l’inquinamento luminoso».

Per quanto riguarda la fruibilità pedonale, «sarebbe opportuno pensare alla realizzazione di sentieri naturalistici con materiali perfettamente compatibili con il Parco, fuori dalla sede stradale, recuperando i tantissimi sentieri già presenti, collegandoli al meglio con la “strada parco”. Il progetto potrebbe comunque prevedere il ripristino e/o il collegamento con gli antichi sentieri interrotti con la realizzazione della litoranea, rimuovendo o rimodulando guardrail e muretti di protezione».

Un altro aspetto «che risulta necessario affrontare in fase di progettazione definitiva è quello di evitare, soprattutto nel periodo estivo, il parcheggio delle auto ai bordi della litoranea che, oltre al restringimento della strada, innalzerebbe in maniera significativa il livello di pericolosità. Per questo può risultare utile l’attivazione di servizi navetta e di piccole zone sosta/parcheggio, senza l’utilizzo dell’asfalto, nei tratti in cui le condizioni ambientali lo consentano».

Inoltre si chiede che «la Provincia di Lecce si impegni. fin da ora,  a destinare risorse per la manutenzione regolare e per il controllo, più volte l’anno, della vegetazione a bordo strada e nel parco, in modo da scongiurare il pericolo incendi in tutta l’area e la sicurezza degli utenti e una maggiore presenza della Polizia provinciale e di quella locale».

Pertanto si auspica che, «in fase di redazione del progetto definitivo, si tengano in debito conto le suddette considerazioni e proposte affinché la strada litoranea Otranto-Santa Maria di Leuca possa realmente diventare una splendida “strada parco”, e in quanto tale, anche un eccezionale attrattore turistico del Salento, ove siano tutelate la sicurezza e la fruibilità delle diverse utenze, l’integrità degli aspetti paesaggistici, delle visuali panoramiche e la sostenibilità ambientale».

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Alessano

Puliamo insieme i sentieri del Parco

Domani ad Andrano giornata di formazione e coordinamento tra attori del territorio. Seguirà presentazione delle stazioni di raccolta differenziata che il Parco ha acquistato per ciascuno dei suoi 12 Comuni

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Il problema dell’abbandono abusivo di rifiuti è un tema spinoso, che coinvolge tutto il Salento, da cui il territorio del Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase non è esente.

L’importanza di raccogliere i rifiuti in un Parco naturale non può essere sottovalutata: i parchi sono preziose aree protette che ospitano una varietà di flora e fauna uniche, contribuendo alla biodiversità e al benessere dell’ecosistema.

Alcuni gruppi e associazioni sono in fase avanzata di organizzazione e, in collaborazione con le amministrazioni comunali interessate, stanno pianificando le azioni da svolgere; altre realtà come la “Proloco Marittima” ed i “Camminatori salentini” hanno già effettuato la pulizia dei percorsi escursionistici ricadenti nel territorio di Diso-Marittima.

Per ottimizzare il lavoro il Parco ha organizzato per domani, mercoledì 7 giugno, alle 18,30 presso il Castello Spinola-Caracciolo di Andrano, una giornata di formazione e di coordinamento per sostenere le iniziative di pulizia dai rifiuti che sempre più spesso nascono da associazioni del territorio e dalla cittadinanza attiva.

L’obiettivo dell’incontro è coordinare tali iniziative anche con le istituzioni e offrire una adeguata formazione sul tema. Sarà anche l’occasione per presentare le stazioni di raccolta differenziata che il Parco ha acquistato per ciascuno dei suoi 12 Comuni (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase).

La rimozione dei rifiuti è fondamentale per preservare l’ecosistema, proteggere la vita selvatica, migliorare l’esperienza dei visitatori e promuovere una cultura di rispetto per l’ambiente: ognuno di noi ha il dovere di agire in modo responsabile e di contribuire alla conservazione di questi preziosi tesori naturali. Non lo dimentichiamo mai!

 

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Castro

Caduta pietre all’ingresso della grotta: chiusa Zinzulusa

Lavori di messa in sicurezza in vista la prossima settimana: in arrivo equipe dalla Basilicata

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Chiusa per lavori di messa in sicurezza la Grotta Zinzulusa a Castro.

Lo scorso lunedì delle pietre, staccatesi dal costone roccioso lungo il camminamento che conduce all’ingresso della grotta stessa, sono cadute all’interno della rete di protezione.

L’amministrazione, guidata dal sindaco Luigi Fersini, ha subito disposto la chiusura dell’accesso alla Zinzulusa per motivi di sicurezza in attesa dei sopralluoghi degli esperti che, oltre a verificare la natura di quanto accaduto, forniranno indicazioni utili agli interventi di messa in sicurezza da eseguire.

Interventi che saranno operati la prossima settimana dall’equipe guidata dal geologo Silvestro Lazzari, in arrivo appositamente dalla Basilicata.

In quel contesto, si chiarirà se le opere da effettuare saranno di mera rimozione dei pezzi di roccia staccatisi o se invece sarà necessario un intervento più approfondito.

E si potranno anche stimare i tempi di riapertura, in vista della bella stagione in arrivo.

 

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